
Tante storie da raccontare: dall'Islam alla droga, dal Gruppo Bildeberg ai Marò, dalla tragedia dell'euro al carrozzone Europa, dal "sesso per disabili fatto da volontari" alla mercificazione della morte in televisione, dai rom al matrimonio omosessuale, dal "gender" alla Massoneria, dal "Mondo di Mezzo" al Mezzogiorno, dall'industria del calcio alla minaccia del Vesuvio, dai parlamentari cattolici firmatari di appelli a favore di Radio Radicale ai Vescovi che parlano di Costituzione e non di Vangelo, dalle "primavere arabe" alla dilagante corruzione italiana, dal Concilio Vaticano II alle foibe, dal "Patto del Nazareno" alla Chiesa con due Papi. Tanti personaggi: da Silvio Berlusconi a Vasco Rossi, da Marco Pannella a Giorgio Gaber, da Giulio Andreotti a Papa Francesco, da Emma Bonino a Totò Riina, da Erri De Luca a Massimo D'Alema, da Umberto Veronesi a Matteo Renzi, da Angelo Rizzoli a Eugenio Scalfari, da Enrico Letta a Mario Monti, da Romano Prodi a Pier Paolo Pasolini, da Rino Gattuso a Ignazio Marino, da Giorgio Napolitano a Aldo Moro, da Benedetto XVI a George Soros.
Se il trauma ha origine in una fondamentale ingiustizia, la piena guarigione necessita di una riparazione che deve passare da una qualche misura di giustizia. In questo libro, Judith Herman ascolta i sopravvissuti e, attraverso le loro idee, prova a immaginare quanto potrebbero essere diversi i nostri sistemi giudiziari se i loro bisogni e desideri venissero davvero presi in considerazione. "Chi sopravvive alla violenza conosce e sente fin nelle ossa verità che molti altri preferirebbero non conoscere" scrive l'autrice. "Il primo passo consiste semplicemente nel chiedere ai sopravvissuti cosa renderebbe le cose giuste, o il più possibile giuste, per loro. Sembra una cosa ragionevole da fare, ma in pratica non viene fatta quasi mai. Ascoltare, quindi, finisce per diventare un atto rivoluzionario".
Raccolta di saggi su Verita storica e psicoanalisi. Questo volume che raccoglie saggi su Verita storica e psicoanalisi appare con la dicitura 'Temi del Centro Veneto di Psicoanalisi Giorgio Sacerdoti"'. Tale presentazione "rappresenta" al meglio l'intenzione di esprimere una gruppalita ben precisa, quella degli psicoanalisti soci del Centro Veneto di Psicoanalisi che intendono privilegiare in questo caso il loro senso di appartenenza rispetto alle loro rispettive singolarita. Quel senso di appartenenza che, dice Freud (1926) nel "Discorso ai membri dell'Associazione B'nai Brith", ha ache fare con la "familiarita che nasce dalla medesima costruzione psichica". Si tratta della "consapevolezza di una interiore identita" in cui, pur nelle loro differenze formative, di preferenze teoriche e di opzioni lavorative, gli psicoanalisti del Centro Veneto si riconoscono tutti... "
Forte della sua ventennale esperienza come ricercatore, terapeuta e mediatore familiare Robert Emery offre con questo testo una nuova mappa ai genitori, per orientarsi in un momento difficile come quello del divorzio. Sono i sentimenti che si generano e il modo in cui vengono gestiti che influiscono potentemente sulla separazione e sulla reazione dei figli nel tempo: anche se il divorzio è necessariamente doloroso, i genitori possono promuovere una reazione positiva (di "resilienza") nei propri figli, mettendoli al centro del contesto familiare e tenendo ben saldo il legame con loro. Dosando empatia e autorevolezza, Emery spiega come gestire le emozioni potenzialmente pericolose per affrontare efficacemente i vari passaggi di questa transizione complessa: parlare ai figli, dare loro delle regole, elaborare un accordo funzionale con l'ex coniuge, avvicinare le questioni legali al momento giusto, reagire alla rabbia e ai litigi, distinguere i conflitti d'amore e di potere. Alla competenza di un terapeuta Emery unisce la sensibilità di un padre divorziato per fare dell'amore la migliore arma perché un divorzio "funzioni". Ricco di consigli pratici e strategie, il testo si propone come uno strumento essenziale per tutti i genitori alle prese con un divorzio, ma anche per quanti si occupano di mediazione familiare, consulenza tecnica e psicoterapia del divorzio.
Goodchild P.
Il vero dottor Stranamore
Edward Teller e la guerra nucleare
Prefazione all’edizione italiana di
Giulio Giorello e Elio Sindoni
16 tavole fuori testo in b/n
Il libro
Edward Teller (1908-2003), fisico statunitense di origine ungherese, ha avuto un ruolo centrale nell’invenzione della bomba atomica, divenendo una delle figure scientifiche più controverse e potenti.
Considerato da alcuni un campione di libertà, sarebbe stato accusato da altri di essere il “vero dottor Stranamore”, per aver condotto il mondo sull’orlo di un tragico conflitto nucleare. In questa brillante biografia, Peter Goodchild, con documenti d’archivio e interviste allo stesso Teller e a quanti l’hanno amato o odiato, offre il primo ritratto equilibrato di questa figura così complessa ed enigmatica.
L'autore
Peter Goodchild ha pubblicato testi storico-scientifici, tra cui una biografia di Oppenheimer. Come produttore della BBC, è stato più volte premiato per documentari e programmi a carattere divulgativo.
Treni, profughi, convogli militari nel buio. In una lunga insonnia accanto alla stufa accesa, sulla frontiera dell'Est, Paolo Rumiz sente la notte di malaugurio di un'Europa assediata da guerre e governata dai poteri selvaggi dell'economia. Riceve segnali allarmanti da Francia, Germania, Spagna, Grecia e Paesi Baltici e si chiede come resistere a tutto questo. Orwell è entrato anche a Bruxelles, i princìpi della Costituzione europea sono in macerie, le sbarre di confine ritornano. Intorno, guerra contro le vite umane che migrano, guerra di tutti contro tutti, disumanità e indifferenza. L'uomo nel buio sente che i barbari possono arrivare in qualsiasi momento, e capisce che non basta la parola "fascismo" a definirli. Dietro al fascismo c'era un'idea di società, dietro a costoro c'è un'identità costruita da influencer e priva del profumo dolce della patria. Ed è di notte che essi si muovono, digitando parole di odio in rete. I nuovi barbari si servono meglio di chiunque altro di questa macchina perversa per occupare il vuoto politico lasciato da una sinistra inconsistente, lontana dal popolo e priva di etica. Ma proprio quando "tutte le fisarmoniche della notte sembrano suonare assieme", Rumiz scopre una miriade di punti luce dall'Atlantico alle terre dell'Est. In Germania, ma anche altrove, sono scesi in piazza a milioni contro i sovranisti. Allora sente crescere in sé il demone dell'ironia e della lotta, e al tempo stesso la fiducia nella forza della parola di cui si sente custode. Poi il cielo si schiara, e le ombre fuggono negli anfratti del bosco. "Quelli come me non hanno che parole da offrire. Ma le parole non sono poco, in questo sconfortante silenzio".
Con questo saggio Claudio Giunta propone una rilettura della poesia italiana medievale, intesa a rimetterne in luce l'originaria funzione dialogica. La poesia come espressione lirica dell'io è infatti un fenomeno moderno, nel Medioevo essa servì spesso a comunicare nozioni e idee che oggi giudicheremmo comunicabili solo attraverso la prosa. E quel tipo di contenuto influenzò le forme della poesia che si atteggiò al dialogo con un interlocutore vero o immaginario: ciò è evidente nella tenzone e nello scambio di sonetti e canzoni, ma in varia misura è avvertibile in tutti i principali generi della poesia medievale.
«Anche se talvolta misteri inestricabili si sono addensati in
alcuni passaggi della vicenda italiana, la mia impressione è
che ormai nessuno creda più alla realtà così come è.
E dunque c’è sempre una seconda realtà da ricercare.
Non credo che sia in principio sbagliato, e non posso certo
dirlo io che ancora non ho smesso di scavare, chiedere,
provocare. Ma aspirare sempre alla quadratura del cerchio
fa sì che spesso ombre riottose sfidino le leggi della percezione
e affollino impazzite la scena fino a oscurarla del tutto.»
La storia dell’Italia post-bellica comincia nella notte
del 4 gennaio 1947, quando Alcide De Gasperi,
presidente del Consiglio dei ministri, si imbarca
su un aereo e vola verso gli Stati Uniti.
Un viaggio diplomatico che segna una svolta,
un confine tra un «prima» e un «dopo».
Ma che, secondo molti, sarebbe anche all’origine
di una storia nazionale di sovranità limitata, di misteri,
di verità non rivelate, di poteri forti o occulti che hanno
tramato contro lo Stato e nello Stato.
Da quella notte del 1947 fino allo scandalo delle escort dell’estate 2009, Francesco Cossiga ripercorre in questo libro oltre sessant’anni di vita pubblica italiana, fornendo di ogni passaggio cruciale una lettura politica talvolta inaspettata, spesso spiazzante, sempre illuminante. Il suo è un racconto eccezionalmente prezioso dato che dell’intera storia della Repubblica, come ha dichiarato lo stesso Cossiga, «siamo rimasti solo due testimoni, io e Andreotti».
Si è detto che nessun Paese al mondo abbia più misteri dell’Italia: dalla lista, mai trovata, degli spioni dell’Ovra a quella di coloro da internare in caso di golpe al vero elenco degli iscritti alla loggia P2. In effetti, circostanze inspiegabili si sono presentate con ricorrenza: sono sparite le quattro valigie di pelle verde di Togliatti, così come quelle di Moro; la borsa di Calvi fu esibita in tv, ma parzialmente svuotata; e perché mai, nel 1964, Nenni disse che sentiva «tintinnar di sciabole»? Per arrivare a oggi, molti si domandano quale sia la vera origine della fortuna economica di Silvio Berlusconi e, nella cronaca più recente, che cosa succedesse davvero alle feste nelle sue ville.
C’è l’abitudine, in Italia, a ricercare ossessivamente una verità nascosta dietro ogni vicenda, senza mai fidarsi delle apparenze. Eppure, secondo Cossiga, la nostra è al tempo stesso la storia di una «invincibile stabilità». Nel senso che nonostante tutto, nonostante le stragi, nonostante la mafia e nonostante il terrorismo nazionale e internazionale, questo Paese è sempre riuscito a evitare che la sua democrazia si ammalasse irreversibilmente. Di tutto ciò, delle luci e delle ombre, dei momenti drammatici come il caso Moro e di aspetti mai venuti molto alla luce quali i rapporti con il mondo arabo, Francesco Cossiga dà ora la sua versione: la versione di K.
Da sempre l'arte rappresenta una via privilegiata di apertura alla trascendenza. Il cinema, ultimo nato fra le arti nonché arte della modernità, è divenuto un testimone privilegiato sia del dramma dell'uomo senza religione, sia dell'apertura postmoderna al fenomeno religioso. Questa guida intende offrire uno sguardo ampio e ragionato sul fatto religioso nel cinema, attraverso l'analisi di oltre sessanta film, con introduzioni e commenti sui temi più profondi e sentiti di ogni tempo: l'esperienza del limite e l'apertura alla trascendenza; la scoperta e la sfida del credere; la richiesta di senso; il dolore, la colpa, la morte; la vita presente e quella futura. Un saggio di orientamento, facile da consultare, utile come sussidio di lavoro e come compagno nel viaggio verso Dio.
In occasione del cinquantenario della Fondazione Adriano Olivetti, il libro raccoglie una scelta degli scritti (dal 1954 al 2002) di Umberto Serafini, Presidente della Fondazione nel suo primo ventennio di attività. Spiccano la lungimiranza, la concretezza degli obiettivi, la ricchezza delle strategie politiche e delle argomentazioni dell'autore. Vengono inoltre commentati i principali eventi politici della seconda metà del secolo scorso attraverso una visione "dal basso" dei poteri locali, base fondante degli Stati nazionali e delle federazioni sovranazionali. I diversi livelli di governo della cosa pubblica (dalle autonome comunità locali "a misura d'uomo" agli Stati Uniti d'Europa e oltre, fino all'intero pianeta) sono visti nei loro reciproci condizionamenti al fine di perseguire gli interessi generali dei cittadini. L'auspicio di questa pubblicazione è di favorire - in un momento cruciale dell'integrazione europea - una maggiore conoscenza del federalismo, in particolare fra gli amministratori locali, gli esponenti politici nazionali, le giovani generazioni.
Non sappiamo di preciso come nasce la poesia, ma sin dai tempi più antichi i poeti e i pensatori hanno individuato tre fonti particolari: l'ispirazione, la meraviglia e l'incanto. La prima si è sempre detta divina, qualcosa che proviene da un altrove misterioso e remoto e che rende l'uomo un invasato, preda di quella che Platone chiamava mania. Più complessa è la meraviglia, fonte della filosofia secondo Platone, origine, attraverso il mito, anche della poesia secondo Aristotele. Ma è l'incanto, il più magico e più sfuggente degli elementi: lo stregare, il dismagar. Da Orfeo all'Odissea, da Pindaro a Boezio, da K?lid?sa a Du Fu, la malia domina le albe provenzali e il risveglio di Romeo e Giulietta, le poesie che celebrano l'allodola, la canzone di Mignon, Leopardi e Keats, Tjut?ev e Rilke. La poesia incanta: prima di piombare nel silenzio da cui proviene, si fa musica.

