
Nulla sembra più effimero dei necrologi, rimossi rapidamente dall'immaginario collettivo per quella sorta di tabù che la nostra cultura ha creato per tuttociò che richiama la morte. Ma nel nostro caso i necrologi cinesi, come dimostra questo pregevole volume, sono un materiale scottante per più motivi. Anzitutto per i soggetti considerati.
I protagonisti dell'insolita pubblicazione sono tutti vescovi in comunione con il Successore di Pietro, cittadini della Cina e là deceduti tra il 2004 e il 2017. Il contenuto dell'opera ha il merito di fornire una mole impressionante di dati storici che costituiscono una miniera per gli studiosi interessati alla Cina.
Chi e Adriano Sofri? Un ritratto inedito del personaggio e della realta carceraria italiana. Un Adriano Sofri inedito: non soltanto testimone della realta carceraria e delle relazioni tra detenuti anche di diversa generazione, ma ri-lettore e interprete delle attese, delle speranze, delle disperazioni che abitano il carcere, inteso come luogo del dolore e come nicchia per modi diversi dell'esistere e del resistere. Il colloquio, registrato presso il carcere di Pisa, attraversa e interpreta le situazioni di ordinaria detenzione toccando soltanto di striscio il lungo calvario di accuse e di processi che riguardano, invece, il detenuto Sofri". A questi temi e dedicata una premessa dell'autore dettagliata e documentata. Una ricognizione a interviste televisive di Adriano Sofri, da schermi Rai e con diversi interlocutori, delinea, poi, una sorta di biografia intellettuale: un "chi e" di Adriano Sofri al di la dei curriculumvitae e delle immagini di maniera. "
Questo libro raccoglie le ultime parole di servitori dello Stato. Il testamento spirituale di magistrati, investigatori, uomini che hanno fatto politica, sacerdoti, giornalisti, avvocati, che per non aver mai arretrato nel loro compito, anche se avevano chiara la percezione dell'isolamento e della morte dietro l'angolo, sono stati uccisi. Il libro riporta documenti, spesso inediti, messi a disposizione dai familiari o depositati in archivi di organi istituzionali. Sono loro i nuovi partigiani della Repubblica italiana. Questo libro è anche un modo per rendergli onore lasciando a loro e solo a loro la parola. Prefazione di Gian Carlo Caselli.
L'Italia è chiamata a varare grandi riforme in tema di diritti civili: ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede la storia e lo chiedono gli italiani. La legge deve rispettare il comune sentire e, a volte, deve elevare il livello culturale di un popolo, giocando di anticipo. Il diritto delle relazioni personali ha bisogno di svolte epocali e di addetti ai lavori specializzati. Per attuare questo ambizioso progetto la politica deve investire tantissime risorse. Quella di oggi è una società complessa e variegata che non può essere ignorata dalla legge, al cui interno qualunque tipo di famiglia ha diritto di esistere e di essere tutelata. Anche nella fase patologica, la famiglia deve essere posta al centro dell'attenzione. Vi è ancora troppa violenza nelle relazioni familiari, troppe nuove povertà, troppi figli contesi come se fossero oggetti di proprietà. Molte cose sono cambiate negli ultimi anni a livello normativo, ma la svolta, quella vera, deve ancora arrivare.
Una ricerca sul modo di comunicare della Chiesa, partendo dall'omelia, fino al web e ai Social, esplorando il mondo di radio, tv, cinema e teatro. L'opera è realizzata con la collaborazione di giornalisti ed esperti che la comunicazione la costruiscono ogni giorno dal di dentro. Ne risulta un'analisi libera da schemi precostituiti, che mette in luce carenze ma anche prospettive di sviluppo nel modo di comunicare nella Chiesa.
Inviato d'eccezione in America e in Asia, Federico Rampini ripercorre la propria storia di viaggiatore e, soprattutto, di reporter attento alle dinamiche della globalizzazione, per raccontarci, attraverso le sue esperienze nei luoghi "caldi" della modernità, il nostro presente, senza dimenticare quello che potrebbe essere il nostro futuro. Il viaggio inizia dal grande Sogno americano, che l'autore rivisita in chiave autobiografica parlando della sua "iniziazione" giovanile nella California degli anni Settanta, la culla di tutte le rivoluzioni, sociali e tecnologiche, dei grandi movimenti di rivolta e del mondo digitale, della società multietnica ma anche degli esperimenti conservatori che hanno segnato il capitalismo americano. Fino alla Grande Contrazione, che ha precipitato gli Stati Uniti lungo la china della decadenza, tanto più innegabile dopo l'irruzione nel "paesaggio" globale della Cina e di altri paesi emergenti. Attraverso la rievocazione di luoghi, personaggi, atmosfere, Rampini, che ha vissuto diversi anni a Pechino, descrive una civiltà ricchissima di storia e di cultura, ma dilaniata dalla corruzione e governata da un potere politico autoritario che continua a calpestare i più elementari diritti umani. E mentre il centro della Storia slitta verso Oriente, qual è il posto dell'Europa e, in particolare, dell'Italia? Che cosa significa per noi vivere in questa epoca di straordinario rovesciamento dei rapporti di forza?
Conosco la paura. Ricordo ancora il boato della bomba che avrebbe dovuto uccidere me e mia moglie. La stessa paura che viviamo tutti da quando l'Occidente è diventato bersaglio del fanatismo integralista dell'Isis. Ma cos'è questo Isis? Chi sono e perché c'è gente che uccide e si fa esplodere in nome di Allah? Provo a dare qualche risposta, questa volta senza pubblicità. Con la convinzione che solo la conoscenza può portare nuovamente alla calma.
Per i Greci i miti sono in primo luogo racconti: narrazioni meravigliose, che mescolano il divino e l'umano, il quotidiano e lo straordinario, suscitando davanti ai nostri occhi immagini di eroi, dèi, fanciulle, mostri e personaggi fiabeschi. Una schiera interminabile, perché più ci si addentra in questo fantastico mondo - attraverso l'ausilio della voce, della scrittura o delle immagini - più ci si accorge che ciascuno di questi racconti non è mai concluso in sé, ma rinvia sempre ad altri eventi, altri personaggi, altri luoghi, in un raccontare infinito che chiede solo di diventare a sua volta immagine o scrittura. La mitologia ha infatti la forma di una rete, in cui si intrecciano mille nodi. Nel corso del tempo, questa rete con i suoi molteplici richiami narrativi è stata calata infinite volte nel mare della cultura e, trascinata sul fondo, ha raccolto nomi, fatti, rituali, usi, costumi, regole, atteggiamenti, visioni del mondo. Per questo raccontare o ri-raccontare oggi i miti degli antichi significa entrare dalla porta principale nella memoria della loro, della nostra cultura.
Cosa significa educare? Il difficile momento di trasformazione sociale e culturale che stiamo attraversando sembra impedire a genitori e insegnanti di rispondere a questa domanda. Si tratta tuttavia di una questione decisiva per provare a comprendere i tanti cambiamenti in corso. Partendo dalla testimonianza delle scuole Penny Wirton per l'insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, Eraldo Affinati racconta la storia di una nuova esperienza didattica dove ci si guarda negli occhi, sedendo allo stesso tavolo, senza classi e senza voti, in una relazione d'amicizia e simpatia. Nel suo diario personale e pubblico, in cui s'intrecciano la dimensione pedagogica e letteraria, troveremo una riflessione su temi cruciali: la responsabilità di chi viene chiamato a formare i ragazzi, i viaggi della speranza mischiati a quelli della morte, i fantasmi della Shoah, la natura equivoca della nuova libertà digitale, gli adulti fragili, il rischio delle parole gratuite e delegittimate, la potenza del vero volontariato, il nodo spinoso del giudizio e della valutazione, il possibile inganno della risposta esatta e il valore paradossale di quella sbagliata. Insegnare, scrivere e parlare chiamano in causa il nostro modo di stare insieme e ci spingono a ripensare un'idea dell'Europa. Guidato dai maestri che hanno segnato il suo percorso umano e culturale, da Lev Tolstoj a Dietrich Bonhoeffer, da Michel de Certaud a don Lorenzo Milani, da Silvio D'Arzo a Mario Rigoni Stern, lo scrittore ci consegna, nello stile lirico e speculativo a lui più congeniale, il referto implacabile della crisi etica che stiamo vivendo. Ma in questo libro formula anche un'importante scommessa sul futuro, non teorica bensì militante, invitandoci a puntare tutto sulla capacità di rinascita degli adolescenti italiani che insegnano la nostra lingua ai loro coetanei provenienti da ogni parte del mondo.
Riccardo Modena, agente letterario, è un uomo in crisi: sessantenne, come molti della sua generazione ha ripudiato gli ideali e i miti sessantottini per inseguire il miraggio del benessere e della carriera, ritrovandosi insoddisfatto e deluso alle soglie della vecchiaia. Nel pieno del sessantotto, anche lui come tanti aveva trovato in Cuba una patria ideale, e in Che Guevara aveva visto il simbolo dell'eroe coraggioso e puro. Cuba, tuttavia, si rivela ben diversa da quella che aveva sognato: in pieno disfacimento il regime castrista, corruzione e affarismo dilagano, il razzismo non ha più maschere, la violenza si respira nell'aria. Scoprirà così che le ragazzine si prostituiscono a quattordici anni e gli slogan ossessivi della propaganda fanno da grottesco sottofondo alla miseria e alla lotta quotidiana per l'esistenza. Ma anche i diari del Che, offerti a Riccardo Modena, si rivelano un miraggio: emergono via via nuovi inquietanti particolari sull'autentica personalità del guerrigliero, documenti finora tenuti segreti ribaltano l'immagine di lui diffusa in Occidente.