
Il volume affronta il tema della cooperazione sociale come agente di sviluppo locale. Gli autori, dopo aver illustrato le cooperative sociali ed i relativi aspetti giuridici e organizzativi, presentano dodici (macro)progettazioni di territorio. Si tratta di importanti esperienze (best practice), realizzate all'interno della rete di Federsolidarietà (Federazione nazionale delle cooperative sociali, aderente a Confcooperative), capaci di creare lavoro, ripristinare la legalità, riportare dignità e generare benessere anche nelle zone più difficili e disagiate. Nella seconda parte della pubblicazione sono descritti gli strumenti per tradurre in realtà questi progetti, con particolare riferimento ai settori del turismo e dei beni culturali nonché all'accesso ai fondi, e le diverse opportunità finanziarie di sistema.
I testi di psicologia dello sviluppo si fermano di norma all'adolescenza, ma sempre più si impone l'idea che questa trattazione sia monca e che lo sviluppo sia un processo esteso all'intero arco di vita. Le diverse fasi della crescita o "compiti di sviluppo" sono qui considerati come "sfide" cui l'individuo può rispondere in modo positivo o negativo. I capitoli centrali trattano in questa chiave le sfide tipiche della fanciullezza, dell'adolescenza, della maturità e della vecchiaia. Sono così discussi una serie di passaggi critici come la socializzazione, la "tempesta" adolescenziale, la crisi di mezza età, la menopausa, l'accettazione dell'invecchiamento.
Maria Chiara Levorato offre con questo saggio un'introduzione ai principali campi teorici e applicativi della psicologia infantile. Il volume è propedeutico allo studio dello sviluppo piscologico, del quale vuole fornire una panoramica sintetica e chiara. Maria Chiara Levorato analizza il cambiamento psicologico dal punto di vista cognitivo, linguistico, comunicativo, affettivo, emotivo e sociale.
Il saggio appartiene alla pedagogia narrativa, ritenuta dall’Autrice una modalità appropriata per progetti formativi. Natura, educazione e filosofia sono le fonti ispiratrici del libro. Il filo conduttore sta nell’impegno educativo della scuola, che si rivolge all’essere umano, in vista della sua piena realizzazione nel contesto familiare e sociale. L’equilibrio di ognuno di noi, auspicato e così ostinatamente cercato, ha la sua natura nell’idea della“giusta distanza”. L’Autrice rende esplicito il valore della filosofia a fini educativi, usufruendo del valore pedagogico della narrazione
Il volume non intende proporsi come manuale esauriente di antropologia psicologica, filosofica o teologica, ma piuttosto invitare a pensare criticamente e a cercare di definire il compito educativo in relazione al processo di sviluppo, indicando una via che eviti le diverse forme possibili di riduzionismo psicologico "dal basso" o di riduzionismo filosofico, teologico, spirituale "dall'alto". Il volume è presentato in edizione riveduta e aggiornata.
Il libro analizza il frutto più significativo dell'incontro tra la Democrazia cristiana e il Partito socialista avvenuto tra il 1962 e il 1968: l'avvio di una politica sociale dell'istruzione. Nella convinzione che il potenziamento dell'istruzione potesse costituire il motore principale per lo sviluppo economico e il progresso civile, il progetto auspicava anche l'avvio del passaggio da democrazia formale a democrazia sostanziale ed il libro sottolinea i passaggi che nella storiografia scolastica spesso sono stati condizionati da pregiudizi ideologici.
Il 1966 è un anno decisivo per Londra. A partire dal 1963, la capitale britannica è una città in fibrillazione, un centro di innovazioni a tutto campo - nella musica, nella moda, nella fotografia, nel cinema, nel costume. Nel mondo si impara a vestirsi come vogliono le boutique londinesi, si ascolta la musica che nasce nei club e che si trasforma in epidemia globale, le immagini di artisti e fotografi precedono la società che cambia e la Pop Art si fonde con i gesti e i modi della vita dei giovani. In tre anni la swinging city riesce a toccare l'immaginazione di tutto il mondo. Michelangelo Antonioni arriva a Londra per preparare il suo nuovo film "Blow-up", proprio nel gennaio del 1966. Quando cominciano le riprese, a fine aprile (protagonista un giovane fotografo di moda, uno di quei maghi dell'immagine che Antonioni, con rara preveggenza, definisce allora "i nuovi persuasori"), il regista è ben consapevole che sta "registrando" una rivoluzione in atto, una rivoluzione che avviene grazie al gioco, alle idee, alla creatività, alla spudoratezza di un manipolo di persone geniali, libere da vincoli di classe, da priorità accademiche e da inibizioni culturali. Da quella Londra, e da quel film, è discesa una "follia" che ha contaminato tutto. E il mondo non è più lo stesso.