
Fratel MichaelDavide commenta il documento di papa Francesco «Vultum Dei quaerere», dedicato alla vita monastica. Il testo del pontefice è un punto più di partenza che di arrivo, avvia un processo, secondo lo stile bergogliano. «Sembra non ci sia più bisogno di rimarcare un aspetto di sacralità o di deputazione a vivere in un mondo a parte che garantisca uno spazio preservato dalla complessità e dall'ambiguità della vita di tutti», afferma l'autore. «La vita di tutti è anche quella dei monaci e delle monache».
L’aggettivo «postsecolare» circoscrive un panorama storico e culturale che negli ultimi anni sembra aver sconfessato le diverse teorie della secolarizzazione. Il ritorno del religioso si profila e si configura sotto forme molteplici e richiede di essere analizzato da diverse discipline come la filosofia, la sociologia, la teologia e le scienze politico-giuridiche.
Il dibattito Habermas-Ratzinger sugli esiti della secolarizzazione, le analisi sociologiche di José Casanova sulle trasformazioni pubbliche delle religioni mondiali, le indagini di Hans Joas sul ruolo della contingenza nella postmodernità rappresentano solo alcuni degli snodi teorici di un dibattito sempre più animato e fiorente a livello internazionale.
Parlare di «rivincita di Dio» o di «reincantamento del mondo» significa, oggi più che mai, possedere bussole interpretative e validi contributi teorici per orientarsi nel cosmo del pluralismo delle fedi o per analizzare le derive dell’integralismo e del fondamentalismo religioso su scala nazionale e internazionale.
Questo volume si propone di fornire un quadro critico-ricostruttivo delle teorie e dei dibattiti che hanno elevato la categoria di postsecolare a chiave interpretativa imprescindibile per la comprensione dei mutamenti del religioso e delle religioni all’interno del complesso panorama sociale e politico globale.
Il volume offre una vera e propria catechesi sul valore dell’amore che si nasconde nell’amore coniugale e nella famiglia. L’eredità del Giubileo della Misericordia di Papa Francesco va proprio in questa direzione. Queste pagine propongono un vero e proprio cammino verso la costruzione della civiltà dell’amore una responsabilità affidata a uomini e donne che nella storia non sono solo esecutori di norme etico-morali ma reali collaboratori di Dio.
Il discorso della montagna non dà risposte rassicuranti, a buon mercato, ma pone domande decisive, nel rispondere alle quali viene interpellata da cima a fondo la nostra condotta di vita. Tradurre per il nostro presente il discorso tenuto da Gesù in Matteo 5-7 esige grande onestà, richiede cioè che lo si accetti come una spina nel fianco del cristianesimo. La tentazione di "addomesticare" le Beatitudini e le cosiddette antitesi di Gesù, per disinnescarne il potenziale dirompente, è sempre dietro l'angolo. Schockenhoff, noto teologo tedesco studioso di etica, raccoglie la sfida di leggere il testo in modo rigoroso e credibile, cercando di applicarne le sollecitazioni esigenti alle sfide etiche del presente - nell'ambito privato dell'esistenza personale, nella convivenza sociale degli uomini e nella cooperazione tra i popoli nel sistema internazionale degli stati.
In un celebre passo il profeta Ezechiele parla del cuore dell'uomo come di un cuore che si è fatto "di pietra": immagine efficace che, come quella Kantiana "dell'albero storto", dice l'alienazione dell'umano fallito nella sua vocazione ad amare. Dio non si rassegna a questa alienazione e, attraverso la stessa voce profetica, promette: "Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (Ez 36,26). Partendo dal termine "cuore", Armido Rizzi accompagna il lettore alla riscoperta affascinante di questa categoria intesa come coscienza etica interpellata dal bene-bontà o benevolenza, e ricostruisce l'originale e paradossale movimento ternario dell'antropologia biblica dell'alleanza: dalla "costituzione del cuore" alla sua "pietrificazione" e dalla sua pietrificazione alla sua "spietrificazione" o risurrezione.
Combinando narratologia e metodo storico-critico, in queste pagine Daniel Marguerat offre nuove chiavi di lettura e ripensa consolidate ipotesi interpretative sull'apostolo Paolo. Ma innanzitutto affronta la questione della triplice, parallela ricezione dei suoi scritti, della sua biografia e della sua figura di primo teologo della chiesa lasciandosi alle spalle i paradigmi contrapposti della continuità e della rottura. «Ogni fenomeno di ricezione implica coerenza e cambiamento, continuità e rottura nei confronti dell'origine. Quand'è che la ricezione di Paolo abbandona la coerenza per rompere con il suo modello al punto di tradirlo? L'esegeta non può sottrarsi alla domanda, ma può rispondervi a due condizioni: verificare la propria conoscenza di chi fu realmente Paolo e riconoscere la necessità e la legittimità del fenomeno della ricezione.» (Daniel Marguerat)
“Tutti parlano di Madre Teresa di Calcutta, ma io la vedo qui davanti a me”; è con queste parole che monsignor Ioan Robu, arci vescovo di Bucarest, nel 2007 si appella a suor Rosella Soressi. Lo afferma pubblicamente, a parziale riconoscenza per il prezioso lavoro di Rosella al fianco degli “ultimi” in terra rumena, i primi nel cuore di Dio e nel suo. La difficile storia famigliare, segnata dalla perdita precoce della mamma, il trasferimento dal piacentino a Sora dopo le seconde nozze del padre, l’importante ruolo assunto da mamma Mimma, che cresce lei e i suoi fratelli, la scuola infermieri, il lavoro in ospedale: sono questi i fatti salienti della prima parte della sua vita, fino alla decisione di entrare nell’ordine delle Suore operaie di Gesù e diventare suor Rosella. La seconda parte della sua storia è incentrata sulla missione in Romania: dal racconto amaro ma divertente dei primi tempi in un paese allo sbando, affrontati con ironia grazie al carattere allegro che la contraddistingue, l’incontro con il gruppo di ragazzi che fonderanno l’associazione Maghi di Oz per sostenere la costruzione di una casa di accoglienza, ma anche le riflessioni spirituali più intime. Suor Rosella muore in Romania il 5 novembre 2012, in un incidente stradale, a soli 52 anni. La totale dedizione all’assistenza delle persone più bisognose le varranno il conferimento della medaglia d’argento al merito civile dalla Presidenza della Repubblica italiana.
La dottrina del peccato originale, che l'autore di questo libro dimostra essere radicata nel testo biblico, ci pone di fronte a una sorta di logica disgiuntiva: o siamo condannati per i nostri propri peccati (e il ruolo di Adamo perde la sua rilevanza), oppure siamo condannati per il suo peccato (e appare allora difficile cogliere la logica del trasferimento della sua colpa).
L'enigma di questa condizione non ci deriva da concezioni antiche e superate ma è un fatto che ci accompagna e si manifesta quando guardiamo all'esperienza della vita degli uomini. Il nostro mondo è segnato dalla presenza del male in forme che richiamano sia una sua incomprensibile propagazione lungo le generazioni sia la nostra volontaria adesione.
In questo libro l'autore è in grado di argomentare a favore della dottrina biblica passando attraverso l'intreccio della teologia storica, della teologia biblica e di quella sistematica, per giungere alla fine a conclusioni fresche ed elaborate alla luce della Scrittura.
«Questo libro deve essere letto e meditato con grande cura» (D.A. Carson).
Questo volume offre sette meditazioni sulla fonte dei testi normativi dedicati alla vita consacrata. Attraverso un linguaggio diretto e non tecnicistico, l’autore propone spunti alla riflessione personale orien- tando il lettore in una materia troppo spesso giudicata fredda e priva di attrattiva. Dal testo giuridico vengono fatti emergere così i suoi elementi fondanti, attinti dal grande patrimonio della dottrina cristiana, radicata nella Sacra Scrittura e trasmessa dal Magistero della Chiesa.
Nel libro viene offerta una riflessione teologica sul rapporto tra religione e Rivelazione. La prima è una dimensione trascendentale che è intrinseca all'essere umano, il quale da sempre sente l'esigenza della relazione con Dio. La seconda riguarda la tensione dell'uomo verso Dio, soggetta alla storia e al tempo, alla quale non bastano le sole forze umane, ma occorre che intervenga la rivelazione di Gesù Cristo...
In questo libro l'autore rivisita gli scritti teologici di Mons. Bruno Forte (vescovo della diocesi di Chieti-Vasto), cogliendovi, con sintonia spirituale e intelligenza teologica, il filo rosso del rapporto fra il dono della salvezza offerto in Gesù Cristo e la storia degli uomini, che si rende particolarmente visibile e tangibile nel vissuto della Chiesa, la fidanzata dell'Agnello.