
Il volume raccoglie per la prima volta gli scritti ecclesiologici di Romano Guardini. Pur non essendo un "ecclesiologo di professione", Guardini ha più volte approcciato il mistero della Chiesa, al punto che il saggio "Il senso della Chiesa" - edito per la prima volta nel 1922 - viene spesso considerato il punto di avvio di un'intensa stagione di rinnovamento dell'ecclesiologia cattolica, che avrebbe trovato il suo approdo nel Concilio Vaticano II. Gli scritti ecclesiologici di Guardini si caratterizzano per la sostanziale omogeneità tematica (la Chiesa come prosecuzione dell'opera di Cristo, come incontro tra santità divina e debolezza umana, come garante oggettiva della verità rivelata contro le derive soggettivistiche), per le sue intersezioni con altri ambiti del pensiero guardiniano (la filosofia della persona e della comunità come "realtà viventi"; la reazione all'idealismo e al positivismo; l'interesse per il rinnovamento liturgico), per la sua sintonia con la dottrina del Vaticano II. Finalmente l'edizione completa e critica di questi suoi studi ecclesiologici, che costellano l'intera sua produzione con un tratto di assoluta originalità.
Questo volume raccoglie diversi studi su Teilhard de Chardin, suddivisi in tre sezioni, ciascuna dedicata a tematiche che accompagnano il lettore nell'esplorazione di passaggi decisivi del suo pensiero. Nel contesto ecclesiale contemporaneo è importante familiarizzarsi con il pensiero di Teilhard, che delinea una pratica della teologia come sapere interdisciplinare. La sua prospettiva può consentire, infatti, di integrare le trasformazioni prodotte dall'espansione del sapere scientifico e dal potenziamento della tecnica con i modi in cui gli uomini comprendono il mondo, se stessi, Dio. Teilhard ha sviluppato una visione capace di interagire con le sfide del nostro tempo. I suoi scritti non offrono però soluzioni già pronte, ma preziose indicazioni nella ricerca di risposte adeguate. Come affermava il compianto prof. Ludovico Galleni, profondo conoscitore della sua opera: «Con Teilhard, oltre Teilhard». Prefazione di Paolo Gamberini.
L'ultimo libro del giornalista e regista Gilberto Squizzato, con il suo inedito ruolo di "teologo di frontiera", ci propone un'indagine storica rigorosa e allo stesso tempo affascinante alla ricerca del Gesù reale. L'indagine si avvale delle acquisizioni - anche recentissime - di decine di studi storici, biblici, filologici e archeologici, e anche da parte della antropologia e della psicanalisi. L'Autore compie un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo della Galilea e della Giudea del I secolo, da cui emerge la vicenda di Gesù, occupandosi non solo di religione, ma anche di politica, cultura, economia, commerci. In tal modo il lettore può conoscere l'Israele reale dei secoli che precedettero l'avvento dell'uomo di Nazareth, la storia collettiva di un popolo di cui si nutrì l'azione e la parola di Gesù. Tramite le pagine di questo libro, che si legge come una vera e propria inchiesta giornalistica, è possibile avvicinarsi a un Gesù di Nazareth molto più umano di quanto si crede, molto più determinato e politicamente combattivo: un autentico sovversivo che propone ai suoi conterranei quella che oggi chiameremmo un'autentica "rivoluzione antropologica" alla quale lui stesso perviene grazie a una lunga, laboriosa "conversione" che costituisce appunto il titolo e il tema centrale dell'opera.
Ciò che i cristiani chiamano "Antico Testamento" corrisponde in parte - ma solo in parte - al testo della Bibbia ebraica. Quali sono le differenze tra i due testi? Come si spiega la formazione del canone biblico? In qualità di archeologo dei testi, Thomas Römer conduce un'indagine e porta alla luce, sotto gli strati accumulati dai numerosi compilatori e redattori, le diverse origini di un libro diverso da tutti gli altri. Storico e filologo, ripercorre la formazione delle tre parti della Bibbia collocandole nei rispettivi contesti socio-storici. Un'immersione affascinante che vi farà leggere la Bibbia con occhi nuovi! La Bibbia fa parte del patrimonio letterario e filosofico dell'umanità. Senza di essa non ci sarebbero stati né l'ebraismo né il cristianesimo, e persino l'islam è inconcepibile senza le tradizioni bibliche. Innumerevoli opere d'arte traggono ispirazione direttamente da essa. Sebbene la Bibbia abbia avuto origine nell'antico Vicino Oriente, molti testi, come il racconto detto "della caduta" (Gen. 3) e quelli della torre di Babele (Gen. 11), del sacrificio di Abramo (Gen. 22) o ancora quello dei dieci comandamenti, hanno segnato la memoria collettiva dell'Occidente. Questo libro offre un'introduzione storica alla Bibbia ebraica, che l'ebraismo chiama "TaNaK" e che i cristiani hanno adottato, con una serie di modifiche e persino di aggiunte, chiamandola "Antico Testamento".
La filosofia non ha mai smesso né può rinunciare del tutto a chiedersi quale sia il limite che separa l'umano dal non umano e l'umano dal disumano. La riproposizione di un discorso sull'"umano" alla luce del pensiero di uno dei massimi filosofi del nostro tempo risulta qualcosa di assolutamente prezioso. È ancora possibile dire qualcosa d'interessante sull'uomo e sull'essere? La tesi che questo saggio argomenta è che tale domanda esprime il compito incessante che l'umanità è chiamata ad affrontare in modo nuovo a ogni crisi storica, come quella dell'odierno Occidente, immerso in un pluralismo etico senza più certezze, o come quella della coscienza africana nel suo incontro con la cultura occidentale. L'autore individua in Robert Spaemann - che Leonardo Allodi, nella prefazione, definisce "anima virgiliana", essendo Virgilio il poeta dell'umano e della res, l'essere - l'esempio privilegiato di una riflessione filosofica sollecitata dall'esigenza dell'uomo di comprendere se stesso sulla base dell'essere, che per i viventi coincide con il vivere, così da dare un senso alla vita. L'uomo si rivela il "paradigma" dell'essere, poiché la persona è l'essere vivente dalla dignità incommensurabile, la cui implicazione etica consiste nel bene e nella benevolenza che uniscono gli uomini tra loro e la cui giustificazione e affermazione costituiscono la sfida e la posta in gioco sul piano pratico con cui deve confrontarsi ogni generazione.
Il volume è un contributo all'indagine teologica promossa dal sinodo sulla sinodalità, su molteplici temi: pensiero metafisico e storicismo dialettico, storicità e storicizzazione del dogma e delle norme morali, sinodalità e comunione ecclesiale, costellazione ecclesiologica e sacerdozio femminile, diaconato femminile, potestà d'ordine/di giurisdizione e nuove forme di ministerialità, celibato sacerdotale, sacerdozio ordinato/comune e laicato, differenza sessuale e ricadute ecclesiali, contributo della donna nella Chiesa. I diversi saggi sono accomunati dall'idea secondo cui l'accesso storico e dunque ermeneutico alla verità non conduce ineluttabilmente allo storicismo, che diluisce la conoscenza nella pluralità delle interpretazioni. Il profilo storico della conoscenza, che colloca la comprensione all'interno dell'interpretazione, non preclude l'accesso alla verità, ne dischiude piuttosto un'assimilazione progressiva. Questo è tanto più vero nella prospettiva cristiana, secondo cui la verità si è manifestata ed è accessibile tramite la mediazione della chiesa, preposta con l'ausilio dello spirito a raccordare essere e tempo, verità rivelata e sua interpretazione lungo la storia.
Il presente studio si propone di indagare teologicamente la complessità di esperienze di santità nel quotidiano rappresentate, appunto, dalle vicende umane e spirituali di Maria Corsini, polo di irradiazione di un amore cristiano universale attraverso la conversione della teoria in pratica, ossia la testimonianza di vita. Il pensiero teologico della Corsini ha un forte timbro pastorale un modo di fare teologia induttivo, che parte dai diversi contesti e dalle concrete situazioni in cui Ella è inserita.
Il tema del popolare e del sapienziale è centrale.
I suo modello pedagogico guardando-assimilando la Vergine Maria riunisce per così dire e riverbera: massimi dati della fede (Lumen gentium, 65), rivelando una originale rilettura della sua incredibile esperienza educativa. Un vero e proprio Minister magisteriale dal prioritario carattere pastorale, come efficacemente espresso da Papa Giovanni XXIII nel Concilio Vaticano II.
Di grande interesse sono testi esaminati della Corsini che rappresentano un autentico tesoro rimasto inesplorato per anni, nel quale l'Autrice delinea una teologia del matrimonio e della familia certamente indiretta. cioè non tematizzata in modo esplicito deliberato, ma nondimeno estremamente ricca promettente. Diventa così possibile istituire confronto tra gli scritti di Maria Corsini e l'insegnamento conciliare condensato soprattutto nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, che l'Autrice sembra anticipare e preparare.
Quanto proposto in queste pagine costituisce dunque un bell'esempio di rinascita del pensiero femminile italiano.
I concetto di missione ha sempre messo a dura prova la teologia cristiana sia nella sua comprensione che nella prassi ecclesiale. Nonostante ciò, la Chiesa non esita a definirsi di natura missionaria e a indicare Dio come la Fonte principale della sua missione. In un mondo sempre più interconnesso e multiculturale, si sente la necessità di una rivisitazione teologica del concetto di missione e del missionario che, a causa delle vicissitudini storiche, non gode più deli stessi privilegi di una volta. Nella prospettiva di una Chiesa sinodale e e in Uscita, il presente volume indaga il senso della missione ecclesiale riflettendo tanto sui fondamenti teologici che sugli attuali contesti interculturali e interreligiosi che sfidano la Chiesa a un dialogo teologico aperto e e creativo. Samuel Komlanvi Amaglo, salesiano presbitero, è dottore in Missiologia e docente presso 'Università Pontificia Salesiana di Roma dov'è anche incaricato del corso di Formazione Permanente di Pastorale Missionaria. Dal 2019 è membro dell' Associazione Internazionale dei Missiologi Cattolici (IACM).
La speranza conosce bene la nostra incompiutezzea e i nostri fallimenti; non li sottovaluta, ma non vi si arrende.
Andrea Bozzolo, salesiano sacerdote, è laureato in Lettere Classiche e dottore in Sacra Teologia. Ha partecipato come esperto alla XV e alla XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi.
Attualmente è professore ordinario di Teologia dogmatica presso Università Pontificia Salesiana di Roma, di cui nel 2021 è divenuto Rettore Magnifico. Gli ambiti delle sue ricerche sono la teologia sacramentaria, la teologia del matrimonio e la pastorale della famiglia, la spiritualità salesiana.
Benché costituisca un tema cruciale dal punto di vista esistenziale, culturale e teologico, la relazione tra fede e dubbio è stata raramente oggetto precipuo e diretto di indagine. Partendo dall'esplorazione dei termini generali con i quali si presenta la questione, il volume di Raffaele Maiolini precisa cosa si intende con dubbio (dal punto di vista linguistico, filosofico, culturale, psicoanalitico, scritturistico e teologico) e con fede alla luce della rivelazione di Dio in Gesù. Da qui prende le mosse un prezioso viaggio intorno all'uomo (quale ruolo della fiducia e del dubbio per l'umanità dell'uomo?), alla conoscenza (quale ruolo della fiducia e del dubbio nel processo di accertamento?) e alla relazione con Dio (quale ruolo della fede e del dubbio nella riflessione e nell'esperienza credenti?).
«Il testo di don Daniele ed Elena racconta il desiderio di Dio presente nell'uomo, ma anche lo "accompagna" verso quella che è la maturità del sentimento religioso, il quale si esprime in una religiosità che non rimane astratta, ideale, disincarnata, individuale, ma richiede una partecipazione attiva, garantita dalla viva adesione ad una esperienza di fede comunitaria, alla sua espressione attraverso le preghiere condivise e i riti. Potrei dire che sebbene il testo tratti perlopiù della preistoria e delle prime fasi della storia (indagando con minuzia di dettagli la nascita e gli sviluppi della scrittura) credo che abbia molto da insegnare all'uomo di oggi, che sempre più considera il fatto religioso come una questione privata, slegata da un sentire comune e affidata solo alla sua individuale esperienza» (dalla Prefazione del Cardinale Edoardo Menichelli).
La figura di Paolino di Nola è oggetto di un rinnovato interesse da parte della critica. Studi recenti hanno posto in risalto l'importanza della sua poesia nello sviluppo della letteratura tardoantica e l'apporto da lui fornito alla coeva cultura letteraria. Meno indagati sono tuttavia la riflessione di Paolino, il suo contributo alla definizione di un sistema di pensiero cristiano, i rapporti con scrittori ancora poco studiati e non facilmente etichettabili in semplicistiche definizioni, i modelli filosofici ai quali egli si richiama. Una corretta contestualizzazione dell'opera del Nolano dimostra come la fitta intertestualità con pensatori precedenti sia decisamente volta a utilizzare la sapientia pagana trascendendola in una nuova creazione, al cui autore va riconosciuto un posto di rilievo nella fusione di Antike und Christentum. A un'attenta lettura, Paolino, esponente di una generazione a cavallo fra due mondi profondamente diversi, si rivela un anello importante nella catena di trasmissione del pensiero classico e di codificazione di concetti destinati a larga fortuna in epoca moderna e contemporanea.