
«Essere tenuti solo a dare, e a ricevere solo donando: in questo paradosso vita e morte sembrano quasi risolversi, come trasfigurate, l’una dall’altra» Hans Urs von Balthasar.
Descrizione
Anche se rientra a pieno titolo nel nostro orizzonte, la morte è al contempo quanto di più incomprensibile esista.
In tre profonde meditazioni von Balthasar indaga il mistero della morte. Interroga l’aspirazione che abita ogni essere umano: quella di voler produrre, nel tempo che scorre, qualcosa che sappia di eterno. Il teologo scende nelle profondità del mistero pasquale, medita sulla morte e risurrezione di Gesù, riflette sulla comunione dei santi. E mostra così quale risposta il cristianesimo offra al paradosso della morte, dischiudendone il significato per i battezzati di oggi.
«La morte calpesta e sparge al vengo quel po’ di senso che ha fatica siamo riusciti a racimolare in un’intera vita. Quando muore una persona amata, tutto il senso della sua vita viene messo tra parentesi. Ora: il cristianesimo, presentandosi come messaggio di salvezza, quale soluzione sa offrire a questa contraddizione in definitiva insopportabile?».
«Di fronte alle tante speculazioni, noi diciamo “Pasqua”, risurrezione. E ciò significa che il futuro definitivo è già iniziato. La trasfigurazione del mondo non è un ideale, ma una realtà» Karl Rahner.
Descrizione
Karl Rahner, teologo di fama mondiale, è anche il più grande autore nel campo della spiritualità del XX secolo. Quando parla della fede cristiana è per indicare quanto la fede arricchisce la vita. Ciò vale anche per la Pasqua, che è molto più del sentire la primavera che sboccia, organizzare la gita fuori porta o godere qualche giorno di vacanza. È per Rahner il nucleo misterioso della fede cristiana che dona gioia, che dà forza, che motiva la vita.
Con le quattro meditazioni qui raccolte si acquisisce una miglior comprensione dei contenuti centrali della fede cristiana interiorizzando «che cosa significa la Pasqua» e perché i cristiani sono ottimisti. Infatti «a partire dalla morte e dalla risurrezione di Gesù ora, nell’intimo della terra, brucia il fuoco di Dio che trasfigura in bene la terra pezzo per pezzo, così che il credente può amarla anche se percepisce di questo processo di trasformazione tanto poco quanto dell’aria in cui ci muoviamo».
«Siamo davanti al mistero dell'Uni-trino: un solo Dio in tre persone uguali nell'essere, distinte nella e per la relazione reciproca e siamo immersi nel mistero umano plurale, vario, fatto di differenti popoli, stili, culture. Unità e diversità sono in Dio e nel genere umano: l'unità di Dio è data dalla ineffabile pericoresi trinitaria, ed essendo una tale unità costitutiva dell'essere di Dio, parlare dell'unità nel contesto umano significa riconoscere e rilevare i caratteri trinitari dell'umano non come attributi esteriori, ma connaturali, altrettanto costitutivi. L'unità e la trinità di e in Dio non possono essere trascurate né separate, così come nell'umano l'essere uno e plurale. Mi propongo di indagare l'argomento e di restituire la forma di unità del Dio trinitario e come questa, facendo da specchio al genere umano, può essere percepita, accolta e vissuta.» (dall'Introduzione)
Il testo propone un discernimento teologico, almeno tendenzialmente transdisciplinare, dell’originale esperienza mistico-spirituale di don Guido Bortoluzzi (1907-1991) consegnata nei testi della sua Genesi biblica. Esso mostra come, superato un iniziale e comprensibile sconcerto, questa esperienza sia sorprendentemente in grado di illuminare complesse tematiche attinenti alla teologia della creazione dell’essere umano sessuato divenute oggi cruciali, visto l’affermarsi di una biopolitica transessuale dai tratti sempre più fortemente anticristici.
Il piccolo libretto di Qohelet, "scandaloso- gioiello biblico, sembra scardinare tutte le nostre certezze e consegnarci a un pessimismo disperante. Che legame ci può essere tra questo libro della Bibbia e Gesù? A tale interrogativo vuole rispondere il presente volume. Partendo da un'intuizione fondamentale dei Padri della Chiesa - «il nostro Ecclesiaste è Cristo» -, l'autore ci propone una rinnovata lettura cristiana di Qohelet, intendendola più o meno così: l'uomo Gesù Cristo si è confrontato con le domande e i problemi lasciati aperti da Qohelet. Li ha affrontati, pensati, solo in parte risolti, anzi spesso li ha trasformati in nuove domande, ben sapendo che l'autore di questo libro si rivolgeva «a tutta la creazione e al mondo intero riguardo ad argomenti comuni a tutti». Un particolare cammino di lettura di Qohelet poco battuto ma, come ben dimostra Ludwig Monti in questo volume, capace di aprire sentieri inediti di riflessione in vista di una lettura cristiana, dunque umana, di Qohelet. E, di conseguenza, dell'esistenza tout court, perché tra i libri biblici Qohelet è tra quelli più moderni, o forse eterni, nel tratteggiare il mestiere di vivere.
Se, in passato, il cristianesimo era parte del patrimonio nazionale, oggi la fede è vissuta con riservatezza e non pochi fraintendimenti. Credere, oggi, è vivere un incontro che non lascia indifferenti. Quando accolta, la fede cambia la vita fino alla santità. L'autore di questo libro si è messo in ascolto di persone che vivono la fede in maniera diversa: da figure apicali a giovani impegnati. Egli interroga idealmente tutto il popolo di Dio. E nel dialogo ha scoperto che ai giorni nostri credere è ancora bello. Temi affrontati: la santità, con Paolo Curtaz; la famiglia di Gesù, con il cardinal Angelo Comastri; la famiglia nella sua quotidianità, con Beatrice Bocci e Alessandro Greco; la paura di aver fede, con don Luigi Maria Epicoco; l'impegno di un giovane nel mondo di oggi, con Matteo; lo Spirito Santo, con Salvatore Martinez; la varietà dei carismi nella Chiesa, con la testimonianza di suor Chiara; la misericordia, con il cardinal Raniero Cantalamessa; la carità, con Ernesto Olivero.
Descrizione
Due aspetti si intrecciano continuamente nelle pagine del libro. Il primo sottolinea la rilevanza del metodo nell’azione pastorale e il valore teologico della narrazione e dell’ascolto delle persone e delle comunità. Il secondo offre una rilettura narrativa ancorata alla vita e alla storia dell'autore, teologo, parroco e missionario.
Il testo può essere letto sia nella sua totalità, incrociando i due livelli, che si alternano secondo tappe successive, ma anche tenendoli separati e considerandoli in momenti distinti.
A partire dal versetto biblico di Esodo 3,7 («Ho visto la miseria del mio popolo, ho ascoltato le sue grida, conosco le sue sofferenze, per questo scendo a liberarlo»), il volume si snoda in tre tappe. La prima si sofferma sul metodo vedere-giudicare-agire, proprio della teologia latinoamericana; la seconda sulla forza e la qualità del conoscere come risultato essenziale del vedere e dell'ascoltare; la terza sullo sbocco naturale di un processo di azione pastorale che viene a contatto con una conoscenza più autentica e profonda della realtà.
Sommario
Prefazione (M. Semeraro). Introduzione. I. In quel tempo. II. «Conosco le sue sofferenze». III. «Sono sceso per liberarlo». IV. E per dirla tutta. Bibliografia.
Note sull'autore
Luigi Pellegrino, parroco a Taranto, è stato missionario fidei donum in Guatemala, dove ha realizzato opere sociali per la formazione culturale e pastorale. Laureato in Teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense e in Filosofia all'Università di Roma Tor Vergata, ha conseguito il dottorato in Teologia all'Università Bolivariana in Colombia.
Marcello Semeraro, cardinale, già vescovo della diocesi di Albano, è prefetto della Congregazione delle cause dei santi e membro del Dicastero per la Comunicazione.
Il testo contiene un'analisi di alcuni Inni liturgici dedicati a san Giuseppe e dei commenti alla Esortazione apostolica Redemptoris Custos. Nella prima parte sono presentati una serie di Inni liturgici dedicati a san Giuseppe, nei quali si scorge il riflesso di quanto la Chiesa ha sempre pensato e insegnato su san Giuseppe. Nella seconda parte l'autore raccoglie alcuni propri studi riguardanti temi di particolare interesse sulla figura di san Giuseppe, concentrando l'attenzione sull'Esortazione apostolica Redemptoris Custos e soffermandosi sui misteri della vita nascosta di Gesù, dei quali san Giuseppe è stato particolare ministro. La ricerca, poi, si allarga al pensiero dei grandi maestri Agostino e Tommaso, ammiratori di san Giuseppe e attenti alla sua presenza e ruolo nella storia della salvezza.
L'autore racconta che una fedele, prestando forse per la prima volta attenzione alle parole recitate nel Credo, era giunta alla conclusione che non credeva veramente neppure alla metà degli articoli di fede. «Non è difficile immaginare quelli che la inquietavano: "Credo in Dio Padre onnipotente" e allora Auschwitz e Hiroshima? "Creatore del cielo e della terra" e il Big Bang e l'evoluzionismo?». I destinatari del libro, che affronta uno ad uno in maniera agile tutti gli articoli di fede, sono i molti a cui accadrebbe la stessa cosa se smettessero di recitare il Credo "con il pilota automatico". Tutti i credenti, quindi, perché chi non è almeno un po' scettico coi tempi che corrono?
Sommario
Prologo. Introduzione. Il Credo. I. CREDO IN DIO PADRE E LA SUA OPERA CREATRICE. 1. Credo in Dio Padre onnipotente. 2. Creatore del cielo e della terra. II. CREDO IN GESÙ CRISTO E NELLA SUA OPERA REDENTRICE. 3. Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore. 4. Concepito per opera e per grazia dello Spirito Santo è nato da santa Maria Vergine. 5. Patì sotto Ponzio Pilato. 6. Fu crocifisso, morì e fu sepolto. 7. Discese agli inferi. 8. Il terzo giorno risuscitò da morte. 9. Salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente. 10. Di là verrà a giudicare i vivi e i morti. III. CREDO NELLO SPIRITO SANTO E LA SUA OPERA DI SANTIFCAZIONE. 11. Credo nello Spirito Santo. 12. La santa Chiesa cattolica. 13. La comunione dei santi. 14. Il perdono dei peccati. 15. La risurrezione della carne. 16. La vita eterna. Epilogo. Bibliografia.
Luis González-Carvajal Santabárbara, dottorato in Teologia all'Università Pontificia di Salamanca, è stato parroco a Madrid, segretario generale della Caritas spagnola e professore alla Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Comillas e direttore del Dipartimento di Teologia morale. È autore di numerose pubblicazioni in campo teologico e pastorale.
Se la promozione dell’unità dei cristiani è il compito dell’intera Chiesa, il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali rileva il ‘compito speciale’ delle Chiese orientali cattoliche in questo impegno. A loro spetta infatti «promuovere l’unità fra tutte le Chiese orientali anzitutto con la preghiera, con l’esempio della vita, con la religiosa fedeltà verso le antiche tradizioni delle Chiese orientali, con una migliore conoscenza vicendevole, con la collaborazione e la fraterna stima delle cose e dei cuori» (c. 903). Per riflettere su questo ‘compito speciale’ si è svolto a Roma un incontro dei Vescovi orientali cattolici in Europa sul tema “La missione ecumenica delle Chiese orientali cattoliche d’Europa oggi” presso il Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat, dal 12 al 14 settembre 2019. Il programma dell’incontro, preparato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e dalla Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (PCPUC), includeva interventi su argomenti ecclesiologici, pastorali, spirituali e canonici. Gli Atti sono contenuti all’interno del volume.
Le vicende dello Studium di Santa Caterina in Pisa rappresentano un momento fondamentale non solo per la storia della cultura della città, ma anche per la storia dell'Ordine domenicano in Italia. Già nei primi anni del Trecento il convento, attivo con l'insegnamento di filosofia, di logica e delle arti, era rinomato per la dottrina dei suoi maestri e amanuensi, come ci attesta la Chronica antiqua. Sono sue creature Domenico Cavalca, il volgarizzato re delle Vitae Patrum, Giordano da Pisa, sermonum divinissimus seminator, Bartolomeo da san Concordia, definito arcula scientiae per la grande erudizione. Fra Simone da Cascina, ricordato dagli Annali del convento come scrittore fecondo di opere latine e volgari, fino a qualche decennio fa era noto soltanto come prosecutore della Chronica di santa Caterina dopo la morte di fra Domenico da Peccioli e autore del Colloquio spirituale, opera in volgare pisano. Si presenta ora per la prima volta l'edizione completa della sua opera autografa, gli Actus scolastici, individuati a metà del Novecento in un manoscritto della Biblioteca Vaticana. Composti dal domenicano tra il 1380 e il 1420 circa in forma di sermone secondo le tecniche dell'arte predicatoria medievale e da lui stesso declamati, sono documenti accademici ufficiali che offrono una testimonianza diretta della sua attività di magister theologie. Essi danno un quadro dettagliato dell'ordo studii degli Ordini Mendicanti facendo conoscere le varie tappe della carriera del frate nei conventi di Firenze, Siena, Perugia e Pisa e la prassi seguita nel conferimento delle licentie (odierne lauree) agli allievi del prestigioso convento di Santa Caterina di cui egli fu più volte priore. Emergono i nomi di frati non solo domenicani (Federico Frezzi, futuro vescovo di Foligno), ma anche francescani (Antonio da Massa, famosissimo predicatore), carmelitani e stranieri (Anglicus e Teutonicus) "licenziati" con cerimonia solenne «in pisana ecclesia katedrali». In tale genere di oratoria accademica costituiscono una novità le Vesperie, sermoni particolarmente pungenti, a cui il magister ricorre fantasticando sul comportamento degli allievi, ormai giunti alla sudata laurea, durante i lunghi anni di studio.