
Il testo propone una rilettura della vita pastorale della Chiesa alla luce dell'Evangelii gaudium attraverso un itinerario segnato da un'esperienza pastorale che si rinnova a partire dalla presa di coscienza dell'essere Chiesa. Una Chiesa che vuole stare con la gente per accompagnarla, consapevoli che l'incontro e il dialogo possono aiutare l'uomo di oggi ad avvicinarsi a Dio e ai fratelli. La dimensione ecclesiale ci fa cogliere il decisivo incontro tra Dio e l'uomo come esperienza generativa di un popolo fedele in cammino. In gioco ci sono le relazioni fraterne che vanno ben oltre le semplici dinamiche di gruppo e che, attraverso una pastorale dell'incontro e del dialogo, si fa carico delle solitudini e delle ferite dell'uomo di oggi. Un'attenzione particolare è riservata al dialogo interreligioso e al suo rapporto con la prassi pastorale. Infine, si presenta l'esperienza di Francesco di Assisi come trasparenza della Chiesa; in particolare l'incontro del poverello di Assisi con il Sultano d'Egitto, che è quasi una profezia per le scelte pastorali di papa Francesco, finalizzate ad intraprendere un cammino segnato da un cambio mentalità, per costruire una fraternità universale che trova il suo fondamento nella fede in Dio Padre.
L'obbedienza somiglia a un girasole. L'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio così come il girasole somiglia al sole per forma e colori. L'obbedienza si china alla volontà di Dio come il girasole solleva la sua corona verso il sole, per poi chinarsi. L'obbedienza non è sottomissione ma sequela, infatti anche il girasole segue il sole durante l'arco della giornata. Obbedire significa pertanto aderire alla volontà di Dio con la consapevolezza che in essa è custodita la via per la felicità. L'uomo contemporaneo ha bisogno di riscoprire che seguire Cristo è fonte di gioia, non di prostrazione. Questo libro nasce infatti dall'urgenza di annunciare di nuovo e sempre di più le Scritture, in particolare il Nuovo Testamento, per avviare un processo efficace di nuova evangelizzazione. Prefazione di Mario Russotto. Presentazione di Claudia Koll.
Viene qui proposto un percorso storico-esegetico e teologico che si occupa del logos/Logos in una prospettiva trasversale e multidisciplinare. Senza alcuna pretesa di esaustività, il libro rappresenta uno strumento utile per approfondire una dimensione teologica, filosofica e culturale presente in diverse tradizioni filosofiche e religiose dell’umanità. Pertanto, esso non propone una riflessione strettamente confessionale, ma al contrario attenta a cogliere i semi di una sapienza universale. Nello specifico, l’insieme segue due orientamenti: uno storico-esegetico, ripercorrendo le principali tappe della “storia” del logos/Logos, in una prospettiva esegetica, dunque di analisi delle fonti, e filosofica, con particolare riguardo all’elemento ellenistico; uno teologico, offrendo spunti di analisi attraverso un confronto con le principali religioni mondiali, tanto nel campo del monoteismo (ebraismo, cristianesimo, Islam) quanto in quello delle religioni e delle sapienze orientali (induismo, buddhismo, tradizione cinese). La riscoperta del logos/Logos corrisponde alla consapevolezza che vede in lui un elemento determinante per la costruzione di una civiltà aperta e rispettosa della diversità culturale e religiosa.
Tra i più autorevoli sociologi della religione del secondo dopoguerra, Peter L. Bergher (1929-2017) con i suoi scritti di sociologia della conoscenza e di sociologia della religione ha avuto ampia eco anche in Italia, ispirando numerose ricerche empiriche. Ciò che lo ha reso atipico tra gli scienziati sociali è l’aver sviluppato un parallelo interesse verso la teologia; con la pubblicazione di opere che si propongono di ridire la fede cristiana nella modernità, caratterizzata non tanto dalla secolarizzazione quanto da un sempre più diffuso pluralismo religioso e culturale che ha messo in discussione l’autorità di tutte le grandi tradizioni, per cui nessuna di esse vien più data per scontata. Nelle pagine di questo saggio si presentano e si discutono le sue tesi, elaborate in vari scritti e verificate nel commento analitico del Credo degli Apostoli, in vista del progetto di delineare i tratti di una “teologia scettica”, nella scia della tradizione del liberalismo protestante inaugurata da Friedrich Schleiermacher. Il suo ragionamento è scettico poiché «non presuppone la fede e non si sente vincolato da nessuna delle tradizionali autorità in materia di fede […] e prende sul serio le contingenze storiche che danno vita alle tradizioni religiose». E tuttavia il suo argomentare «sfocia in una professione di fede cristiana, per quanto eterodossa».
Questo breve testo lo si è pensato per ‘rispolverare’ il significato della celebrazione della penitenza sacramentale: che cosa significa oggi confessarsi! Diciamolo francamente ci si confessa, quasi sempre, per tutta la vita, allo stesso modo, con una certa abitudine fatta di luoghi comuni e di frasi stereotipate. L’esperienza del celebrare la misericordia di Dio ci pone dinanzi l’operare dello Spirito Santo, perenne novità, che diviene, da una parte, invito pressante a dire grazie, nella vita e nelle parole, nei gesti e nella mente per la misericordia e il perdono e, dall’altra parte, invito ad amare: amare il Signore, amare nuovamente, se stessi, la Chiesa, i fratelli, amare e rispettare il creato e le creature. Dopo il peccato, il pentito è riconciliato, il perdonato è riamato; ritorna al Signore, riama la Chiesa e i fratelli, si pone nella sua storia da protagonista. Conseguenza è il costatare il bisogno della gratitudine, per questo evento che dona linfa nuova e fa riprendere coraggio speranza, fiducia, forza e gioia di vivere. Se celebrare il perdono deve essere la passione pastorale di chi è in cura d’anime, la comunità ecclesiale deve sentirsi sempre più impegnata, con la catechesi e la mistagogia, a far approfondire il senso della misericordia che, svelando il senso del peccato, spinga a quell’impegno di santità che deve contraddistinguere la vita di ogni battezzato.
Per secoli il ruolo della donna è stato limitato alla cura dei figli, del nucleo familiare e della casa: soltanto nel periodo incluso tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso si è cominciato a parlare peculiarmente di diritti delle donne, nonché di specifiche qualità femminili. Questo libro è allora un viaggio nel tempo, da cui emergono alcuni ritratti di personaggi femminili universalmente noti della civiltà greca e romana, del mondo ebraico e del cristianesimo antico, in una continua oscillazione tra mito, leggenda e realtà storica. Inoltre il volume racchiude dettagliatamente le poche testimonianze letterarie antiche inerenti alla violenza sulle donne, nonché alla violenza in generale come caratteristica ricorrente della mentalità greco-romana ed ebraica. Con il cristianesimo Gesù mostra un atteggiamento cordiale verso le donne. Poche sono infine le testimonianze del mondo antico inerenti alle donne disabili, le quali spesso nel corso del tempo sono state vittime di violenza.
Moltissimi cristiani, persino cattolici praticanti, osano credere appena alla realtà della vita dopo la morte. Affermano di credervi, ma non ne sono certi e glissano velocemente sulle ultime parole del Credo: Credo la resurrezione della carne, la vita eterna... Dopo il grande successo del suo primo libro, Quando la mia anima uscì dal corpo, in cui presentava una serie di casi che aveva conosciuto per esperienza personale, in quanto medico incaricato dell'Ufficio di Lourdes che segue le pratiche di guarigione e su di esse si pronuncia, il dottor Patrick Theillier prosegue le sue ricerche su questi strani e affascinanti fenomeni che aprono speranza nell'aldilà. In questo volume egli affronta la domanda fondamentale che la morte pone in una società, come la nostra, che ha perso il contatto con il soprannaturale e con l'eternità, rintracciandolo ultimamente in maniera drammatica con l'esperienza della pandemia e delle bare esposte in modo quasi impudico sui media. Theillier, come medico e come credente, affronta anche le controverse questioni sul paranormale: il ruolo dei medium, lo spiritismo, la comunicazione coi morti, la possibilità dell'inferno... Molte testimonianze arricchiscono anche questo volume, che ci porta motivi per credere che ognuno dei nostri gesti ha una portata eterna. La maggioranza delle persone che hanno vissuto queste esperienze riporta di un incontro al di là di tutto ciò che si può immaginare e che ha trasformato la loro visione del mondo e la loro esistenza nel quotidiano. Ascoltiamole!
Il "Discours de la Servitude volontaire, ou le Contr'Un", scritto presumibilmente intorno al 1550, appartiene a quella eletta schiera di libri che a dispetto della loro brevità hanno lasciato un solco indelebile e fecondo sul terreno del pensiero politico d'Occidente. Questo scritto - opera di un ventenne - che destò l'appassionata ammirazione di Montaigne e fu il tramite intellettuale dell'amicizia «completa e perfetta» tra i due pensatori costituisce una tra le più penetranti analisi del mistero dell'obbedienza civile: «Come può accadere che in ogni regime, in ogni luogo e tempo della storia, singoli uomini o sparute minoranze riescono a dominare e asservire intere masse?» Sebbene ancora poco noto al grande pubblico, il Discours è stato, attraverso quattro secoli, fonte d'ispirazione per molti coraggiosi paladini della libertà, da Marat a Lamennais, a Landauer, fino al massimo filosofo libertario del XX secolo, Murray N. Rothbard, il cui saggio introduttivo su La Boétie correda questa edizione. Postfazione di Nicola Iannello e Carlo Lottieri.
Quando Jorge Mario Bergoglio diviene papa Francesco, il 13 marzo 2013, l'eredità ecclesiale che si trova di fronte non è solo quella degli scandali del clero e della corruzione dei costumi. È anche una eredità ideologica consolidatasi nel mondo cattolico dopo la caduta del comunismo. Si tratta del modello «americano» fondato sul connubio tra battaglie etiche contro la secolarizzazione (cultural wars) e identificazione del cattolicesimo con il capitalismo e lo «spirito» americano. Intellettuali come Michael Novak, George Weigel, Richard John Neuhaus, Robert Sirico elaborano, a partire dagli anni '80 questa sintesi attraverso una rilettura, fortemente deformata, della Centesimus annus di Giovanni Paolo II. Con ciò divengono, negli anni '90, gli opinion makers della Chiesa negli USA e in Europa. Il mondo cattolico, affascinato in precedenza dal marxismo, si ritrova in un modello ecclesiale e politico liberalconservatore. Una tendenza che diviene teocon, dopo l'11 settembre 2001 e l'avvento delle teologie politiche manichee, per trasformarsi poi nel teopopulismo contemporaneo. L'avvento del papa latinoamericano provoca la crisi di questa prospettiva e la conseguente reazione con la minaccia dello «scisma americano». È il dramma della Chiesa odierna, profondamente divisa al proprio interno. Il volume analizza la stagione dei Catholic Neoconservative e quella della Chiesa di Francesco immaginata come un «ospedale da campo» per un mondo in frantumi, due prospettive profondamente diverse che segnano la coscienza cattolica contemporanea.
In questa opera sono raccolti saggi che appartengono a un periodo particolarmente creativo di B. Lonergan, che avvertiva chiaramente la necessità di accogliere le sfide dei cambiamenti culturali all'interno della Chiesa, per formare persone sempre più consapevoli sia dei problemi culturali e religiosi, vecchi e nuovi, sia delle risposte da cercare e dare alle nuove esigenze. L'approccio interdisciplinare è presente in tutto il volume. Le argomentazioni filosofiche accolgono le domande su Dio, sulla religione, sull'esperienza religiosa; le argomentazioni teologiche si avvalgono degli apporti filosofici, per giungere ad esprimere e a spiegare che cosa i cristiani credono sulla base della Parola di Dio e della parola dell'uomo nella Scrittura, nel Magistero, nella vita della Chiesa. Le une e le altre argomentazioni si aprono ulteriormente all'apporto di altri saperi, nella convinzione della fecondità del dialogo tra i cultori di ogni sapere e tra gli appartenenti a religioni differenti.
L'opinione comune ritiene che su matrimonio e famiglia, ormai, si possa dire qualsiasi cosa. Questo libro desidera ricordare che esiste una verità ragionevole e inequivocabile sulla persona, sull'amore, sulla sessualità, sulla responsabilità. Desidera, inoltre, accogliere l'invito, rivolto dall'esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, sull'importanza di un'educazione sessuale autentica, tale come è possibile considerarla «solo nel quadro di un'educazione all'amore, alla reciproca donazione» (AL, 280). Con la speranza che tra i primi lettori di queste pagine ci siano soprattutto i giovani che «devono potersi rendere conto che sono bombardati da messaggi che non cercano il loro bene e la loro maturità. Occorre aiutarli a riconoscere e a cercare le influenze positive, nel tempo stesso in cui prendono le distanze da tutto ciò che deforma la loro capacità d'amare» (AL, 281).
Il modo migliore per distruggere la persona è considerarla un assoluto. Il personalismo, anche cristiano, è finito in questo tranello. Ne è nata la persona autonoma e sovrana che si autodetermina senza nessun altro obbligo che verso “il proprio io e le sue voglie”, ne è nata una libertà senza criteri, un vitalismo senza ragioni. Oggi si parla di Dio parlando dell’uomo, si sostiene che non bisogna più dire “Dio” ma si deve dire “uomo”. I personalismi hanno chiuso Dio nell’uomo, hanno divinizzato l’uomo… ma l’uomo non è Dio e senza Dio non riesce a essere nemmeno uomo. La morale, la politica e il diritto hanno perso il loro respiro. Bisogna tornare alla persona e liberarci dai personalismi.