
Un trattato completo e sistematico sul tema della pace nel mondo contemporaneo.
Perché la virtù è preferibile al vizio: un capolavoro della letteratura ascetica che dal Seicento affascina l'Europa, affiancando Agostino e Cicerone in una prospettiva straordinariamente moderna e vigorosa. Preferito da san Carlo Borromeo, è un libro in cui si riscopre la bellezza del ragionamento (pp. 576).
La storia della festa del Natale raccontata, con un linguaggio accessibile a tutti, da un biblista di fama internazionale, sulla base di una ricca documentazione.
LA coraggiosa professione di fede di un grande teologo e di un impegnato pastore d'anime per una chiesa piu umana.
Per l'autore parlare di Hegel e il Cristianesimo, di Hegel e la Trinita, significa parlare del nucleo stesso del pensiero hegeliano.
L'opera esamina gli elementi e i fatti principali che hanno contribuito alla creazione dell'identità giudaica, nei rapporti con le altre culture e con la Scrittura. In chiusura l'autore sintetizza le proprie conclusioni: il giudaismo è nato contemporaneamente al cristianesimo, nel I secolo, dalle rovine del tempio di Gerusalemme. L'esperienza dell'esilio e la mancanza del centro nazionale e religioso hanno generato i caratteri costitutivi dell'identità giudaica: sarà necessario altro tempo per percepire il cambiamento innestato nel dopoguerra dal nuovo stato d'Israele sul tronco bimillenario di questa tradizione.
L'autore sviluppa i concetti teologici della soteriologia cristiana e introduce il lettore nel contesto in cui si situa oggi la dottrina soteriologica
Evagrio Pontico (345 ca.- 399) è un padre spirituale e di questo occorre tenerne conto. Della copiosa dottrina di Evagrio il volume presenta un aspetto spirituale che sembra tuttora attuale: la presentazione dell'accidia. Di questo vizio altri ne hanno parlato, ma una specifica "teoria" dell'accidia si trova però solo in Evagrio stesso e dopo di lui tutti, più o meno abilmente, ne fanno la parafrasi. L'intento dell'autore non è di tracciare una descrizione storica esauriente del fenomeno "Akèdia", ma di rendere nota una dottrina spirituale molto precisa che può ancora essere utile all'uomo moderno. In questo saggio l'attenzione è rivolta ai soli scritti di Evagrio. Tanto più che lui non ci dà mai un sapere puramente libresco, da erudito, ma attinge sempre al proprio vissuto, e anche l'accidia, come egli ammette, fa parte della sua esperienza personale.