
In questo viaggio spirituale attraverso le pagine di Tra le Righe del Divino, Padre Luis Claudio ci guida a scoprire il silenzio di Dio nascosto nelle domande, nelle sfide e nelle piccole cose della vita quotidiana. Con parole profonde e delicate, questo libro racconta la storia di Marcos, un giovane che impara che la fede non è una destinazione, ma un cammino fatto di ricerca, dubbi e trasformazioni interiori. Un invito a riconoscere la presenza di Dio anche quando sembra silenzioso, e a trovare la fede nella continua ricerca del divino dentro di noi.
Una contemplazione profonda del mistero del Natale accanto al presepe in un percorso di crescita spirituale e di rinnovamento della propria fede. Un invito esplicito a integrare il messaggio del Vangelo del Natale nella vita quotidiana. In appendice una guida alla pratica della 'lectio divina'.
In un presente in cui la parola «libertà» è sempre più inflazionata, abusata, svuotata di significato, in cui tante persone credono di essere libere senza esserlo davvero, Chiara Amirante ci accompagna, in questo nuovo passo del suo percorso di Spiritherapy, a scoprire che imparare ad amare e a lasciarsi amare senza condizioni è l'unica forma di libertà che può renderci felici. Questo libro non è solo una profonda, illuminante riflessione, capace di gettare una luce su tanti temi che toccano le corde più sensibili di ognuno di noi, sulla difficoltà di vivere nella gioia piena e di praticare l'amore puro e disinteressato in un mondo sempre più governato dall'individualismo e dalla violenza, ma, se letto con il cuore aperto e curioso, diventa un autentico cammino di rinascita. Una chiamata a guardare dentro sé stessi, a non avere paura, a dire «sì» alla vocazione più vera di ognuno di noi. Intrecciando pensieri sulla fede originali e personali e testimonianze di vita, Liberi di amare è una bussola per chi cerca luce nel buio, senso nella fatica, speranza nel dolore. E se anche una sola pagina ti toccherà nel profondo allora la tua storia potrà cambiare per sempre
Il cammino dell’umanità non è mai stato agevole. Troppo spesso, però, ce ne dimentichiamo e siamo preda dell’antico adagio del «si stava meglio prima». È così che finiamo per avere paura del futuro e abbiamo l’impressione che le speranze nell’umanità si assottiglino giorno dopo giorno. I conflitti si aggravano, l’economia ci stritola, il clima si ribella, la tecnologia inquieta, i sentimenti sono sempre meno lineari, la gioventù sembra perdere valori e guide, la società invecchia. Sullo sfondo di questo panorama preoccupante c’è una sola vera chiave di salvezza ed è quella che passa attraverso i nostri giovani, le nuove generazioni. Sono loro la speranza dell’umanità: donne e uomini del futuro senza confini mentali - né tra i popoli, né tra le culture, né nei confronti del nuovo che avanza. In questo libro, Don Antonio Mazzi spiega per la prima volta come è nata l’ormai ventennale esperienza di Educatori Senza Frontiere. Un’esperienza in grado di far entrare i giovani in contatto con il mondo e le sue diversità, un progetto ambizioso ma concreto, ricco di storie straordinarie tra Milano e il Madagascar, la Bolivia, l’Angola, la Palestina e molti altri Paesi. Una realtà sorprendente che racconta qual è l’educazione di cui tutti abbiamo bisogno, una formazione che ha come primo scopo la rinascita e la riscoperta di sé in rapporto all’altro. Perché è vero che «non esistono "il" tempo giusto, "la" società ideale, l’uomo sicuro di sé in ogni circostanza e sempre coerente con i suoi principi. Ma esistono persone in continua crescita, e ciò che conta è come queste persone riescono a "essere", in ogni epoca e in ogni luogo».
In un mondo che predica la velocità, venera il "tutto e subito" ed è schiava della possibilità di essere sempre online, la pazienza non è debolezza ma la sola possibilità, umana e cristiana, di scardinare il tempo. In essa convivono dolore e passione ed è proprio in questo contrasto che risiede la sua forza. È per questa sua natura che la pazienza è tra le virtù che identificano le vite dei santi, dei saggi, dei samurai, dei monaci, dei pescatori, dei contadini e degli artisti. Perché la pazienza è una forza che trasforma e modella. E tutto ottiene.
Pur in un’epoca di grandi cambiamenti, ci sono verità che restano sempre attuali. La verità non si acquisisce una volta per tutte, ma è frutto di una continua ricerca, anzi essa stessa è ricerca. Ciò, tuttavia, non osta al fatto che ci siano aspetti della vita più veri di altri e che non tutto sia equivalente. Almeno alcune verità, pur modificandosi sotto tanti punti di vista, nella sostanza resistono al tempo. Certo non sono verità perentorie, assolute. Si presentano piuttosto come piste di ricerca e di scoperta ineludibili: il sapere chi siamo noi come persone, qual è il fine ultimo della nostra esistenza, come si debba camminare per giungere alla meta del nostro viaggio. Sono queste verità intergenerazionali di cui urge parlare.
«La meditazione non è una terapia. La meditazione non ci fa fuggire dal disagio e non ci fornisce soluzioni. La meditazione riguarda l’affrontare quello che siamo.» Portare la meditazione nella vita ci mostra, con semplicità e immediatezza, come la pratica zen possa diventare una pratica quotidiana e migliorare ogni aspetto della nostra esistenza. Il monaco buddhista Claude AnShin Thomas è sopravvissuto alla guerra del Vietnam e alla depressione che ne è seguita, rinascendo a nuova vita grazie alla scoperta della spiritualità e del potere della meditazione zen. In queste 108 brevi lezioni condivide la sua esperienza e gli insegnamenti che ha ricevuto, guidandoci in un cammino di esplorazione e conoscenza personale che potrà innescare, anche per noi, una vera e propria rivoluzione. Il suo è infatti un invito a guardare oltre la separazione tra i momenti dedicati alla meditazione zen e il resto delle nostre giornate, portando il silenzio, la disciplina e lo studio all’interno della nostra quotidianità. Un percorso che ci aiuterà a sviluppare una relazione più consapevole e onesta con le nostre contraddizioni, le nostre fatiche, la nostra sofferenza per non farci dominare da esse, e che ci condurrà fino a reimparare ad ascoltare, a respirare e ad abitare davvero il nostro presente anche nei momenti più difficili.
Nuova edizione di un’opera fondamentale di p. Ernesto Balducci nella Collana "Per una cultura di Pace" diretta dalla "Fondazione Ernesto Balducci". "L'altro. Un orizzonte profetico" di p. Ernesto Balducci analizza la crisi della civiltà occidentale come "fine del monologo" e l’apparizione dell’Altro, inteso come un’indagine profonda sulla relazionalità e sulla necessità di un nuovo approccio all’identità e all’alterità. Balducci propone un’indagine sulla relazionalità e sull’accoglienza dell’"Altro che è in noi" come via per riconoscere i propri limiti e aprirsi al dialogo. Questa apertura è indicata come una necessità storica per la sopravvivenza dell’umanità e come un percorso antropologico che trova il suo compimento nell’amore oblativo (agape) e nella riscoperta del "Dio totalmente Altro" che si rivela nell’Altro stesso. L'opera è arricchita dallo scritto dell'autore "Elogio (penitenziale) del silenzio" posto in Appendice e dalle postfazioni-riflessioni di Cristina Simonelli, Mohamed Bamoshmoosh, Enrico Finzi.
In questo suo volume, "paradossale" già sin dal titolo, don Fabio Rosini ci propone un viaggio terapeutico per liberarci dalle assolutizzazioni e dalle banalizzazioni in cui spesso ci rifugiamo di fronte alle complessità della vita. Facendo leva su un punto fermo della fede cattolica, il principio dell’"et-et", l’arte cioè di tenere insieme gli opposti, di non escluderli, don Fabio, attraverso una serie di paradossi sani e utili, traccia una rotta per navigare in questa realtà incerta che è la vita, sopravvivendo alle derive imposte dal nostro appetito di sicurezza e di certezza che ci spinge a scorciatoie logiche, semplificanti, primordiali. Tante volte tramite un certo distacco, una sana autoironia, una proficua astinenza, una preghiera autentica che ci rimette al nostro posto, una santa pigrizia, una santa avarizia, una sana superficialità, la capacità di interrompersi e di contraddirsi, uno può dire: "Ma anche no", si può fare a meno, si può dimenticare, si può lasciar perdere. E soprattutto scoprire che la vera natura dell’equilibrio, dell’arte dell’"et-et", è la misericordia: senza misericordia tutto è falso e lontano da Dio, che di per sé è misericordia.
Molte volte la terra racconta il Vangelo. Il solco allora, con la conformazione aperta e chiusa, è equilibrio tra accoglienza e custodia, tra ferita e semina del granello, tra lavoro e riposo, tra attesa quieta e fervore di germogli, tra il profondo e l’alto… È la linea in cui si connettono il dono di Dio e l’impegno dell’uomo, coautori della vita e della bellezza; è il luogo della speranza dove la terra si apre al cielo. È in questa fessura che si collocano le riflessioni poetiche di padre Ermes Ronchi che invita ogni lettore ad ascoltare Gesù che parla al cuore. «Che cosa vorrei scrivendo questo libro? Vorrei semplicemente questo: che noi potessimo avere un’immagine di Dio un po’ più bella, più solare, più attraente, più amica. E che potessimo riposare, perché riposare è un dovere divino».

