
In questa ottava raccolta di sguardi sulla complessità dell’oggi - le guerre, le difficoltà del quotidiano, le paure e le speranze dei più giovani - don Mario Vatta torna a gettare una luce sul presente opaco che viviamo, condividendo con il lettore la sua determinazione a comprendere meglio ciò che accade e l’ostinata speranza che tempi nuovi e più giusti prevarranno. Don Mario ha vissuto quanto scrive. Parole come giustizia, accoglienza, sostegno e comprensione, così presenti negli articoli per il quotidiano "Il Piccolo" qui raccolti, declinano la dedizione concreta e costante che lo ha impegnato lungo tutto la vita. Sempre dalla parte di quel largo e composito universo di deprivati, emarginati e oppressi, in larghissima parte specchio di una giustizia mancata, che ama chiamare «la nostra (la sua) gente».
«Buona domenica». È con questo augurio che dal mese di luglio del 2006 don Mario Vatta si congeda dai suoi lettori della rubrica "Trieste, volti e storie" pubblicata sulle colonne del quotidiano triestino "Il Piccolo". Ogni due settimane. Ogni due domeniche. A conti fatti sono poco meno di quattrocento incontri di don Mario con i lettori che in questi anni sono diventati «vecchi amici» ai quali «si raccontano le cose più belle oltre a quelle che ti fanno piangere per la commozione». Si tratta di riflessioni, racconti di vita quotidiana, incontri con persone legate alla vita della città e dell'autore. Uno sguardo a volte interiore, altre volte orientato all'esterno. Con una particolare attenzione per la nostra gente, intendendo con questo appellativo l'universo delle persone bisognose che continuano a essere al centro del pensiero di don Mario e della sua Comunità. Questa «raccolta di pensieri», come l'ha descritta Paolo Rumiz, riunisce gli ultimi articoli in ordine di tempo: quelli apparsi da novembre 2019 a ottobre 2021. Come gran parte degli scritti dell'autore, sono concentrati attorno alla parola speranza «più che mai importante nei momenti bui, come quelli che viviamo». Ed è proprio da questa speranza che sgorga l'esigenza - che è anche tenace volontà - di immaginare un futuro nuovo. I periodi difficili diventano quindi, paradossalmente, un tempo privilegiato: il tempo favorevole.

