
Fra i giorni dell'anno nessun altro assume un'aria di mistero come il 29 febbraio. C'è e non c'è, a tratti appare e a tratti scompare senza lasciare traccia. Così è anche nell'esperienza dell'amore: per tutti c'è un 29 febbraio del cuore. Il suo ricorrere ciclico ci può aiutare a fare una sorta di veri?ca, di bilancio e di inventario della vita di coppia, da rivalutare magari fra altri 4 anni. L'esserci e il non esserci di questa ventinovesima data ha per tutti ha un senso logico, educativo e terapeutico che vale la pena meditare.
In quali termini possono configurarsi la posizione dei credenti nella società e l’impegno dei cristiani in politica? C’è ancora posto per il dio di Gesù Cristo ed è ancora ragionevole credere in una società fortemente secolarizzata e in gran parte indifferente al fatto religioso? C’è ancora spazio per verità assolute in un mondo nel quale tutto sembra lecito e tutto è opinabile? Sono alcune domande a cui si tenta di dare una risposta nei cinque saggi contenuti in questo volume. Scritti in occasioni diverse, essi affrontano argomenti teologico-spirituali di varia natura che, se pur eterogenei almeno in apparenza, trovano organicità nell’intento di offrire alcune essenziali coordinate interpretative con le quali abitare da credenti questo nostro tempo senza disperdersi nei meandri di un legittimo, sebbene talvolta disorientante, pluralismo di ordine culturale, etico e religioso.
Charles de Foucauld ha fatto dell’amore di Dio la sua vita, e della sua vita un amore per Dio e per i fratelli e le sorelle. Le meditazioni di frère Charles sui Vangeli rivelano la sua profonda relazione con il Beneamato Gesù, fatta di ascolto amorevole, di imitazione dell’ultimo posto, di fraternità con tutti.
Ci auguriamo che questo piccolo strumento sia un aiuto, nel quotidiano, per conoscere e vivere “per fede” la Parola, che ci è donata nelle Scritture e nella Liturgia dei tempi di Quaresima e Pasqua.
Il giusto ama “per fede” un Dio che non vede e questo amore è la sua vita… Obbedisce “per fede” a causa della parola: «Chi ascolta voi ascolta me», parola che non sente, ma che crede “per fede”.
Le Perle della imitazione di Cristo raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi da un libro base della spiritualità, inanellate da un unico "filo": la conoscenza interiore.
Per ogni giorno dell'anno, pensieri e spunti di riflessione che condurranno i lettori lungo un cammino all'insegna della gentilezza e della benevolenza. Splendide immagini della natura e del mondo, provenienti dagli archivi National Geographic, si alternano, tra le pagine di questo volume, a citazioni ispirate che offrono alla mente e allo spirito un'apertura nella direzione dell'amore e di rispetto universali.
Fotografie e pensieri profondi pensate per ispirare un viaggio dell'anima alla ricerca della pace interiore. Pagina dopo pagina, immagini dall'archivio National Geopraphic si alternano a perle di saggezza utili per affrontare i momenti delicati della vita così come i significati profondi della quotidianità. Una guida alla ricerca della serenità, per imparare a guardarsi dentro e trovare in noi stessi nutrimento per lo spirito.
Henri Denis nacque in Francia, a Boulogne-sur-Mer, nel 1880 e diventò sacerdote nel 1903. Subito dopo fu inviato come missionario in Vietnam, con il nome religioso di Thuan. Dopo aver imparato rapidamente la lingua locale, si adoperò molto sia come missionario che come insegnante presso il piccolo seminario di An-ninh. Quando, nel 1920, egli fondò il primo monastero cistercense vietnamita - Nostra Signora di Annam - aggiunse al suo nome quello di Benedetto, offrendo anche una bellissima testimonianza di vita monastica. Il primo monastero in Vietnam fondato da Benedetto Thuan sta tuttora crescendo e la Congregazione della Sacra Famiglia ora è composta da cinque abbazie, alcuni priorati conventuali e tre priorati semplici, a cui vanno aggiunti tre monasteri di monache, per un totale di oltre ottocento membri. Per Benedetto Thuan è stata aperta nel 2018 la Causa di beatificazione e canonizzazione.
È morto l’anelito alla spiritualità scritto nel cuore dell’uomo? È finita la religione come la intendevamo nel recente passato? La domanda di spiritualità dell’uomo troverà in futuro altre strade e modelli, migliori dei precedenti? La religione del passato sarà sostituita da pseudo-religioni e spiritualità? Grandi interrogativi a cui non è facile dare risposte. Ma è un fatto: nella nostra società non si può tacitare una domanda di spiritualità sempre forte e diffusa. Ed è necessario individuare nuovi percorsi, nuovi modi e forme, nuovi linguaggi capaci di esprimere e far sperimentare questa “dimensione” dell’umano. Questa raccolta di saggi viene incontro alla sensibilità spirituale odierna, laica e secolare, con un forte intento di ricerca e di studio, ma anche di proposta. Tre i grandi argomenti: la spiritualità secolare: una risposta alla domanda di spiritualità (i fondamenti teologici e filosofici, le linee biblico-teologiche, “nella post-modernità”, “educare alla secolarità oggi: un progetto educativo”); esperienze di spiritualità secolare (“Monaco e sposo”, “spiritualità reincarnazione e secolarità”, “beduini nella città”, “camminare insieme nelle periferie”); testimonianze di spiritualità secolare (“in famiglia”, “memoria, presenza e attesa”, “tutto è grazia”, “storia di un percorso spirituale”, “un trappista nella città”).
Spesso nell’aiutare le persone anziane si compiono gesti concreti e pratici, ma facilmente si trascurano gli aspetti più spirituali ed esistenziali. Invece è molto importante elaborare in maniera positiva, anche da un punto di vista spirituale, le malattie, i disturbi, la solitudine, l’esperienza che nessuno ha più bisogno di te… L’autore mostra come si possa offrire un sostegno a una persona anziana per aiutarla, partendo dalla fede, ad avanzare serenamente nella via della vecchiaia. All’inizio del libro vengono enunciati alcuni principi sull’accompagnamento spirituale. In ogni capitolo ci sono domande concrete per la riflessione personale dell’accompagnatore e vengono suggeriti esercizi pratici e riti per l‘anziano.
Camminare è fondamentale per l’esistenza, non soltanto per la salute fisica. Anche la maggior parte dei problemi psichici insorgono o persistono per carenza di un movimento fatto con regolarità! Gisbert Greshake, stimato teologo e appassionato escursionista, esamina il fenomeno del camminare da un punto di vista olistico: dalla questione di cosa accada al corpo e all’anima camminando, fino al cammino come archetipo biblico della spiritualità. Emerge così che della vita umana fanno parte anche deviazioni, incroci e... viae crucis. Un invito spirituale all’andare, che incoraggia a osare il primo passo – quello con cui inizia ogni cammino.
«Camminare è molto, molto più del semplice moto fisico; coinvolge corpo, anima e mente. L’intera nostra vita è un unico grande invito a ripartire sempre, per percorrere un cammino. Soltanto allora essa è anche in viaggio verso una mèta che vale la pensa raggiungere. Perciò, se vuoi dare una direzione alla tua vita, va’, parti!».
Un gesto apparentemente senza importanza, da sempre metafora universale della vita, svelato nel suo senso più ricco da un grande teologo.
La paura della morte, l’esperienza mistica, la poesia, la genetica, la chiamata alla santità, l’intenzionalità cosmica. Il saggio di Angela Chermaddi verte sui temi dell’antropologia mistica, indagando il pensiero teologico di Karl Barth, Fernando Rielo, Bernardo De Angelis, Divo Barsotti.
Il pellegrinaggio, soprattutto il cammino lento, fatto a piedi, è occasione per assaporare la bellezza della natura, la tranquillità del tempo che passa senza la fretta di arrivare, mentre il silenzio che avvolge il pellegrino è capace di imprimere nell'animo la pace e aprire al contatto con Dio. Oggi andare a piedi da un luogo verso un altro, come facevano gli antichi cristiani, è un esercizio prima di tutto dello spirito. «L'immagine del cammino comporta quella fatica, del tempo da trascorrere nel deserto, delle insidie e degli ostacoli da superare. Eppure il cammino, secondo l'esperienza dei pellegrini, non consuma le forze, non spegne il desiderio, non induce allo sconforto, non fa spazio alla tentazione di "tornare indietro" o di abbandonare la carovana, finché resta viva la promessa di Dio e l'attrattiva della città santa. Il popolo in cammino condivide l'esperienza: cresce lungo il cammino il suo vigore.» (Mario Delpini, Arcivescovo)