
La Regola della Comunità è una delle opere più significative del corpus qumranico. Nelle undici colonne di cui si compone, questo testo esprime una teologia complessa e profonda e insieme offre squarci di vita della comunità di Qumran. La Regola è strutturata in parti facilmente individuabili, di autori e tempi diversi, e si conclude con un inno che con la sua ascesi a Dio sembra essere il punto d'arrivo della vita spirituale della comunità. Nella sua edizione della Regola della Comunità Paolo Sacchi si interessa alla comprensione generale del pensiero dell'opera nel contesto della storia del pensiero ebraico dei due secoli precristiani. La traduzione mira a rendere il pensiero antico per mezzo di termini meno lontani dal lessico comune, nel tentativo di poter così risultare più vicina al testo originale e al tempo stesso più chiara per il lettore odierno.
La Prima Lettera dell'Apostolo Pietro nacque sul finire del primo secolo, un tempo di persecuzioni e di sfide difficili per la fede dei cristiani. Oggi, per noi, la sfida è di reggere alle tante malvagità, al male diffuso, che rischia di travolgerci tutti in un baratro di perdizione. Questo sussidio ci aiuta a gustare la Parola, perché orienti, plasmi e interpelli l'intera nostra esistenza, spinta troppo spesso da avvenimenti tristi, ma che proprio nella forza del Vangelo e alla luce della Provvidenza di Dio si trasformano in un rinnovato appello alla conversione e alla crescita sociale. Si tratta quindi di una appassionata lettura di un testo biblico che rivela una straordinaria modernità per i cristiani del terzi millennio.
Nel corso dell'improvvisato processo a Gesù furono commesse per lo meno 27 irregolarità contro la legislazione penale e processuale del popolo ebraico. Il libro le pone in evidenza, studiando le ragioni del comportamento di quel Sinedrio.
DESCRIZIONE: Il Cantico dei Cantici di Salomone è forse il libro più bello della Bibbia, il Canto per eccellenza. È il canto dell’amore, ma quale amore? Amore terreno o amore tra uomo e Dio? Sul crinale di tale ambiguità si è acceso il dibattito ermeneutico. Se da una parte l’interpretazione del canto come amore di Dio e verso Dio ha alimentato la tradizione allegorica – la quale, leggendo il testo oltre la lettera, ne intende svelare un senso trascendente –, dall’altro, la comprensione alla lettera, riaffiorata e prevalsa nella modernità, riscatta il valore dell’amore umano e profano delle creature: corpi e desideri, delineando la fisionomia naturale degli uomini in quanto creature sessuate, non sarebbero più allusioni ad altro, ma espressioni di poesia. La traduzione di Giovanna Bemporad porta alla luce il Cantico come fu scritto, fedele alla naturalità del contenuto profano: il sentimento dell’amore, nel suo apparire fisico, è qui difeso e cantato dalla sensibilità di una poetessa che ne custodisce senso, segreto e musicalità.
In queste pagine, che si possono leggere di seguito o aprire a caso, l'autore ha lasciato una meditazione quotidiana tascabile che in meno di cinque minuti può dare un'impronta all'intera giornata, perché non venga lasciata andare alla deriva, ma sia vissuta intensamente.
Dopo il fortunato “Era veramente uomo”, Bruno Maggioni torna a indagare sulla figura di Gesù, partendo da un aspetto preciso e con cui chiunque leggendo il Vangelo può imbattersi: il paradosso. Il libro passa così in rassegna i detti, i racconti, le parabole paradossali di Gesù, come pure i suoi gesti e le circostanze strane e sorprendenti della sua vita. Il testo, scritto, come è tipico di Maggioni, in modo piano e accessibile a tutti, senza tecnicismi, poggia su una scienza esegetica solida e indiscussa.
Al termine del libro, un accurato indice biblico mette in luce la fitta trama delle citazioni evangeliche che sorreggono la trattazione. Scopriamo così che quest’opera non si occupa di un dato “laterale” del Vangelo, ma punta diritto al suo cuore, fornendo una chiave di lettura globale della figura di Gesù.
Rivista dedicata alla storia del cristianesimo e alla storia dell'interpretazione cristiana ed ebraica della Bibbia, dall'antichità ad oggi, tema centrale per le scienze umane e teologiche. "Annali di storia dell'esegesi" riserva sempre più spazio ai temi più attuali della storia del cristianesimo e dei fenomeni religiosi con una prospettiva interdisciplinare, nell'intento di seguire lo sviluppo contemporaneo della riflessione scientifica. Gli articoli sono attenti ai diversi ambiti culturali, dall'esegesi alla storia delle dottrine, dall'antropologia culturale alla letteratura, dalla storia dell'arte all'archeologia. In ogni fascicolo appaiono anche recensioni e rassegne critiche. Ogni anno si pubblicano numeri monografici. La rivista è aperta a una forte collaborazione internazionale come mostra il suo comitato scientifico.
Molte delle differenze che caratterizzano cristianesimo ed ebraismo possono essere colte in maniera particolarmente chiara attraverso l’esame delle rispettive feste. Il calendario ebraico riprende infatti la maggior parte delle feste attestate nella Bibbia e fa memoria di importanti eventi storici del popolo d’Israele, primo fra tutti l’esodo. Il calendario cristiano è invece incentrato sull’evento di Cristo; recepisce due feste ebraiche – Pesach diviene Pasqua; la festa delle Settimane diviene Pentecoste –, ma interpretandole in maniera nuova. Anche la domenica, giorno del Signore, finisce nel tempo col subentrare allo Shabbat.
Ma quale rapporto devono conservare i cristiani con le feste veterotestamentarie? «I valori intrinseci delle feste che il cristianesimo non celebra più fanno parte, anche per il cristianesimo, della storia che è degna d’essere ricordata. Che i cristiani non lo facciano nell’ambito di feste, che questo ricordo non sia scritto nel corso della storia, rimane uno spazio vuoto. Esso indica che il cristianesimo non è in grado di sostituire l’alleanza, mai revocata, di Dio con Israele, né può portare da solo l’eredità dell’Antico Testamento, ma per la realizzazione della direttiva di Dio dipende dall’ebraismo e dalla sua pratica della Torah» (I. Müllner).
Il volume fa parte di una collana che illustra i contenuti dell’Antico e del Nuovo Testamento sui temi fondamentali della fede. Ogni tema è presentato da due autori: uno per l’Antico e uno per il Nuovo Testamento, che poi, in un dialogo conclusivo, discutono come le idee centrali dell’AT vengono filtrate, assunte o modificate nel NT. Il lettore può così percepire la tensione e l’unità esistente tra i due Testamenti.
Ecco il piano completo dell’opera: 1. C. Dohmen - T. Söding, Il Dio uno; 2. K. Koenen - R. Kühschelm, La fine dei tempi (2001); 3. J. Schreiner - R. Kampling, Il prossimo lo straniero il nemico (2002); 4. G. Vanoni - B. Heininger, Il Regno di Dio (2004); 5. H.-J. Fabry - K. Scholtissek, Il Messia (2005); 6. C. Brüning - K. Kertelge, Il problema del male; 7. G. Fischer- K. Backhaus, Espiazione e riconciliazione (2002); 8. G. Steins - M. Theobald, La creazione; 9. I. Müllner - P. Dschulnigg, Feste ebraiche e feste cristiane; 10. U. Berges - R. Hoppe, Povero e ricco; 11. C. Frevel - O. Wischmeyer, L’uomo; 12. F.-L. Hossfeld - K. Berger, Lo Spirito di Dio; 13. P. Deselaers - C.-P. März, Morte e risurrezione.
Sommario
I. Antico Testamento (I. Müllner). 1. Tempo e tempi. 2. Gli spazi. 3. Le feste nel corso dell’anno. 4. Uomini in festa e azioni solenni. II. Nuovo Testamento (P. Dschulnigg). Introduzione. 1. Lo shabbat e la domenica. 2. Pesach e Pasqua.. 3. Feste e stimoli di festa secondo la doppia opera lucana. 4. Le feste nel Vangelo di Giovanni. 5. Cristo, il sommo sacerdote della riconciliazione definitiva (Eb 9,1ss). 6. Retrospettiva e prospettiva. III. Dialogo. Antico Testamento (I. Müllner). Nuovo Testamento (P. Dschulnigg). Bibliografia.
Note sugli autori
Ilse Müllner (1966), dottore in teologia, è docente di Antico Testamento all'Università di Essen.
Peter Dschullnigg (1953), dottore in teologia, è docente di Nuovo Testamento all'Università di Bochum.
Mons. Ravasi propone quattro conversazioni registrate al Centro culturale S. Fedele di Milano nel corso della Quaresima 2003, che affrontano alcuni testi della Scrittura non particolarmente esplorati perché considerati troppo aridi o troppo ardui per la lettura e la riflessione personale: il libro dei Numeri e la Prima e la Seconda lettera ai Tessalonicesi. Si tratta di testi non omogenei, anzi, per certi aspetti molto differenti tra loro, ma con un denominatore comune: l’«impopolarità».
Sommario
1. Il libro dei Numeri, un libro arido? 2. Il libro dei Numeri, un libro del deserto? 3. La Prima lettera ai Tessalonicesi: un testo arduo? 4. La Seconda lettera ai Tessalonicesi: un testo oscuro?
Note sull'autore
Mons. Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, è Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e membro della Pontificia Commissione Biblica. Noto esegeta, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, è autore di un saggio su Giobbe (Borla) e di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, tre voll., EDB 1983; Il Cantico dei cantici, EDB 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche tenute da Gianfranco Ravasi al Centro culturale S. Fedele di Milano, a tutt’oggi oltre quaranta titoli sull’Antico e Nuovo Testamento.
Il testo e il commento ai 150 Salmi del Salterio. L'Autore, in una operazione magistrale, concentra in novanta righe il succo letterario e teologico di ogni Salmo. Si tratta del lavoro che ha portato Ravasi a commentare, negli ultimi 6 anni sulla rivista Vita Pastorale, poco alla volta i Salmi. Traduzione originale dell'autore più vicina all'originale ebraico così da permettere non solo il confronto con la versione ufficiale liturgica della Conferenza Episcopale Italiana, ma anche la scoperta del testo originario. Gianfranco Ravasi, nato nel 1942 a Merate (Lecco) e sacerdote della diocesi di Milano dal 1966, è Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, membro della Pontificia Commissione dei Beni culturali della Chiesa, docente di esegesi dell'Antico Testamento nella Facoltà teologica dell'Italia settentrionale e di ebraico nel Seminario arcivescovile milanese. Membro di numerose accademie e istituzioni culturali italiane e straniere, è autore di una settantina di volumi, tra i quali meritano di essere segnalati alcuni studi monumentali di grande rilievo scientifico come il commento a Giobbe (Roma 1979), il Libro dei Salmi (Bologna 1981-1984), il Qohelet (Cinisello Balsamo 1988), il Cantico dei Cantici (Bologna 1992). Presente con i suoi articoli su numerose riviste specializzate, italiane e straniere, e su quotidiani e riviste divulgative, è da molti anni collaboratore del settimanale Famiglia Cristiana.
Basandosi sul Nuovo Testamento, l'Autore offre alcune proposte di meditazione per sacerdoti; i diversi aspetti del ministero sacerdotale vengono focalizzati a partire dalla quotidianità in cui si esprime la missione del prete a servizio della comunità ecclesiale.