
Uomo e mondo secondo i capitoli iniziali della Genesi
"Comprendiamo a che cosa serviva questo testo nella comunità o nelle comunità che l'hanno visto nascere? Possiamo determinare il modo in cui questo testo giocava esattamente e funzionava nei riguardi dei primi ascoltatori?" (dalla Prefazione). Sono queste le grandi domande che p. Standaert pone sul Vangelo di Marco, in un commentario che è frutto di quindici anni di lavoro. A suo modo di vedere, sul piano letterario il testo contiene tutti i segni distintivi che ne fanno un discorso convenzionale e un'azione drammatica, che richiede di essere proclamata in una sola volta, d'un fiato. L'ipotesi guida della sua lettura è la seguente: Marco veniva letto durante la notte pasquale cristiana, nella veglia fra il sabato e la domenica. I suoi destinatari erano una comunità mista, a maggioranza di gentili. Per alcuni nuovi membri della comunità tale notte era il punto d'approdo della propria iniziazione: al termine della lettura integrale del racconto evangelico venivano battezzati e partecipavano per la prima volta al banchetto eucaristico. Nella seconda parte del commentario, Standaert tratta la sezione che va da 6,14 fino alla fine del capitolo 10, in cui Marco introduce il suo lettore alla vera comprensione di chi è Gesù e alle conseguenze pratiche derivanti da tale corretta comprensione dell'identità riconosciuta.
DESCRIZIONE: Come compiere una ricerca storica su Gesù? A tale domanda cruciale Mauro Pesce cerca di rispondere in queste pagine nel confronto critico con gli studi di J. Dupont, E. Käsemann, D.C. Allison e con la più avveduta ricerca contemporanea. Di qui i due binari su cui si articola il volume: da una parte ricostruire la fisionomia storica di Gesù, dall’altra individuare quali forme religiose scaturiscono dopo di lui fra i diversi gruppi dei suoi seguaci. A fare problema, e ad essere qui messo a fuoco in quanto oggetto di interesse storico, è il nesso tra la figura di Gesù e la nascita del cristianesimo come religione distinta dal giudaismo.
Prioritaria è una osservazione di metodo su come impostare la questione Gesù/cristianesimo: assumere questo nesso nella sua continuità – come per lo più fa l’esegesi cristiana – è una posizione apologetica, orientata a giustificare una fede. Ma lo sguardo distaccato dello storico deve esaminare tutti gli elementi disponibili per ricostruire l’individuo Gesù e il suo ruolo prima di formulare un’ipotesi. Qui nello specifico si affronta la trasmissione delle sue parole (ciò che realmente ha detto) e la sua ebraicità, vale a dire la sua differenza rispetto al cristianesimo primitivo. Si evidenzia anche la necessità di una ricerca antropologica su Gesù: analizzare la sua pratica di vita, di un leader immerso fra la gente. Quando poi ci si chiede come è nato il cristianesimo, è necessario tener conto della pluralità dei cristianesimi: di quale cristianesimo si parla? Si giunge quindi al delicato problema del rapporto fra ricerca storica e presupposti della fede: come conciliare l’autonomia dello storico e la tradizione della Chiesa?
Questioni quanto mai attuali perché investono dall’interno il mestiere dello storico e l’identità della storia del cristianesimo. Se l’indagine su Gesù consta ormai di più modelli di ricerca – la storiografia la divide in Old, New e Third Quest –, né può ritenersi compiuta né può ritenersi archiviata. Ogni tassello ha la funzione di far progredire il dibattito scientifico su quella storia, e ha in sé bisogno tanto del passato – dell’esegesi dal XVI secolo ad oggi – quanto di nuove piste future.
COMMENTO: Il libro che sta alla base dei successi editoriali di Pesce sul Gesù storico. Qui l'autore ripercorre le tesi principali del suo studio su Gesù, che hanno aperto il famoso dibattito sulle origini del cristianesimo nel suo confronto con Corrado Augias.
MAURO PESCE è ordinario di Storia del cristianesimo all’Università di Bologna. Fra le sue più recenti pubblicazioni: Le parole dimenticate di Gesù (2004); con Adriana Destro, L’uomo Gesù (2008) e Forme culturali del cristianesimo nascente (Morcelliana, 2008); con Mara Rescio, La trasmissione delle parole di Gesù nei primi tre secoli (Morcelliana, 2011).
Questo volume raccoglie saggi teologici scritti con la sensibilità e nell’ottica dello scritturista, e benché opera di un biblista non intendono essere un’invasione del campo altrui bensì soltanto l’espressione di una collaborazione iniziata nei giorni caldi del concilio Vaticano II e continuata e coltivata, nello stesso spirito del concilio, in tutta la vita di padre Luis Alonso Schökel. Si tratta quindi di studi che sono frutto di riflessione e di critica personale, i cui risultati vennero spesso esposti in conferenze pubbliche suscitando reazioni di sorpresa, di stupore, e anche di rifiuto. Molti sono i motivi sorprendenti sviluppati nelle pagine di questo biblista indimenticato, due in particolare: l’idea di una rivelazione che non si basa esclusivamente sulla parola e quella di una tradizione che non è soltanto rivolta verso il passato, nella convinzione che la tradizione è la realizzazione dell’essere storico della chiesa, che si riferisce sempre a un inizio e a un termine.
Il testo di Rm 12,1-2, nonostante si trovi all'inizio della parte esortativa della Lettera ai Romani, non contiene suggerimenti etici concreti, quanto, piuttosto, l'esortazione generale ad offrire il proprio corpo a Dio come "culto spirituale". Dopo aver presentato, attraverso un sintetico status quaestionis, le diverse interpretazioni che si sono avute nel corso della storia, l'autore, attraverso l'approccio letterario e retorico, inserisce la pericope all'interno della Lettera, proponendo una sua ipotesi di strutturazione di quest'ultima. Successivamente conduce un'attenta analisi filologico-esegetica della pericope, dialogando con i diversi autori, antichi e moderni, che l'hanno commentata. In questo modo egli può, infine, proporre ai lettori il senso teologico profondo dell'esortazione paolina ad offrire la propria esistenza a Dio, senza lasciarsi conformare agli "schemi" dominanti nella cultura di ogni tempo, ma lasciandosi rinnovare nella sua mente, per essere in grado di cogliere nella vita la volontà di Dio, che chiama a realizzare il "bene" a Dio gradito ed espressione perfetta di tutta la vita cristiana.
Una raccolta di quindici contributi su temi vari dell'Antico e Nuovo Testamento scritti in onore del biblista padre Tiziano Lorenzin.
Le vicende narrate nei libri del Vecchio e del Nuovo Testamento si svolgono in un'area geografica ben più vasta della Terra Santa, lungo sentieri della fede che collegano l'Armenia con la Valle del Nilo. Si tratta di Paesi dalle tradizioni antiche, spesso in conflitto tra loro, oggi profondamente mutati, ma che custodiscono gelosamente le vestigia dei siti sacri. Quest'opera indaga i luoghi della Bibbia attraverso i testi, le tradizioni e le ricerche archeologiche più recenti; ma, soprattutto, fa rivivere le suggestioni delle scene bibliche avvalendosi di un ardito confronto tra l'arte pittorica e il reportage fotografico. I più importanti episodi narrati nei testi sacri, dal Giardino dell'Eden alla Torre di Babele, dal Monte Ararat, dove si arenò l'Arca, alle sponde del Nilo, dove Mosè fu salvato, dal Monte Sinai al sontuoso tempio eretto da Salomone a Gerusalemme, dalla mangiatoia di Betlemme al Santo Sepolcro, sfilano in queste pagine illustrati dalla forza evocativa dei grandi capolavori dell'arte e dalle fotografie scattate nei luoghi in cui vissero e operarono i profeti, i condottieri e i grandi personaggi biblici. Località che, nel corso dei secoli, sono entrate nell'immaginario collettivo di milioni di credenti e che ancor oggi richiamano schiere di pellegrini di due grandi religioni.
Vestito di un semplice mantello, Diogene andava cercando l'uomo con la lanterna in pieno giorno per le vie di Atene. Cercava ovviamente l'uomo ideale, che nella pratica non esisteva, perchè tutti erano corrotti, venduti, ipocriti... Anche noi cerchiamo l'uomo: l'uomo vero, autentico, che pensa con la sua testa, che è libero dall'assedio delle chiacchiere che viaggiano alla velocità di internet per portarci a credere in false promesse. Quest'uomo c'è: si chiama Gesù di Nazareth. È un uomo con una personalità affascinante, che vale la pena di approfondire, riscoprire e imitare.
Scrivere una lettera che non sia di carattere commerciale o burocratico risulta oggi sempre più inconsueto. Gli scambi di informazioni fra le persone sono sempre più frequenti e rapidi, ma una comunicazione di sentimenti e di valori che parli al cuore e alla mente degli esseri umani è sempre più rara, perlomeno per iscritto.
Nell’antichità non era così. Gli autori delle lettere raccolte nel Nuovo Testamento hanno cercato di trasmettere ai loro destinatari concetti, esortazioni, opinioni, istruzioni e inviti per aiutarli a vivere in modo più bello e migliore. L’amore del Dio di Gesù Cristo è certamente il filo rosso e l’aspetto tematico centrale in questi ventuno scritti. Un amore che in queste lettere viene proposto e con intensità e determinazione anzitutto perché ha costituito la ragione di vita di coloro che tali testi hanno scritto e tramandato.
In questo libro Ernesto Borghi desidera condurre lettrici e lettori lungo un viaggio di analisi e di interpretazione, dalla lettera di Paolo di Tarso ai Romani alla terza lettera di Giovanni, contraddistinto da alcuni passaggi successivi. Infatti dopo aver ripercorso brevemente le caratteristiche del genere letterario “lettera” nel Nuovo Testamento, in queste pagine si delinea la biografia di Paolo di Tarso, si offre una serie di approfondite informazioni sui suoi testi e si leggono con accuratezza vari passi delle sue lettere più noti e meno noti, che permettano di cogliere i tratti salienti della teologia ed antropologia di questo gigante della spiritualità e della cultura di ogni tempo.
In terzo luogo si forniscono informazioni e indicazioni di metodo e di contenuto utili alla lettura delle singole lettere apostoliche, dalla lettera agli Ebrei alla terza di Giovanni, facendone emergere i caratteri peculiari.
Non è un testo pensato per scienziati della lettura neo-testamentaria, bensì per un vasto pubblico che popola le aule universitarie, gli ambienti ecclesiali più diversi, centri culturali di molteplice ispirazione e tanti altri luoghi in cui si cerca un rapporto con le origini cristiane intelligente ed appassionato. Anche per questo motivo è probabile che anche gli “addetti ai lavori” vi trovino elementi di interesse scientifico e opportunità di riflessione anche esistenziale.
Questo libro può essere un utile punto di partenza per tante persone, credenti cristiane o di altro orientamento culturale, che vogliano confrontarsi seriamente con scritti antichi che parlano al cuore dell’essere umano da molti secoli. Essi sono in grado di offrire a chiunque stimoli importanti per accrescere l’umanità di vita propria e altrui.
Tascabile, pratico, economico, arricchito da una introduzione ai singoli vangeli, dalle cartine originali dei luoghi del Nuovo Testamento, da un vasto e completo indice analitico che ne agevola la consultazione. Edizione pregiata.

