
Quattro percorsi per riscoprire la sfumatura squisitamente affettiva della relazione con Gesù. Il primo prende in esame la sua denominazione di «amico dei peccatori»: connivenza, complicità o cos'altro? Il secondo mostra come le dinamiche dell'eucaristia rendono i discepoli «non più servi ma amici». Nel terzo, dai testi della passione e risurrezione si risale al desiderio frustrato di compagnia di Gesù e alla ripresa dei rapporti a Pasqua. Il quarto s'interroga sul senso dell'attendere Gesù nella Parusia: cos'ha in serbo per i suoi amici?
La figura del patriarca Giacobbe potrebbe, per certi aspetti, essere assimilabile a quella di Ulisse, l'eroe greco cantato da Omero. Anche il ciclo dei racconti biblici dedicati a Giacobbe gravita attorno all'idea del viaggio, con una partenza e un ritorno ben evidenziati. Anch'egli, come Ulisse, stette lontano dalla sua terra vent'anni. Il ciclo di Giacobbe si trova così a descrivere l'itinerario e le situazioni che un viandante in esilio dalla propria terra è costretto a subire per potervi alfine fare ritorno. La struttura essenziale dei racconti dedicati al figlio di Isacco viene qui offerta in una nuova traduzione dalla originaria lingua ebraica assieme a un commento esegetico e teologico. La storia di Giacobbe in una nuova traduzione con commento esegetico e teologico.
"Gesù è maestro, perché ha imparato", "Gesù è maestro, non perché dice delle parole di istruzione, ma perché è la Parola di Dio, comunicata a noi in modo concreto attraverso la sua umanità". "Un semplice maestro può solo spiegare la teoria, mentre il maestro Gesù ha la forza di cambiare la vita e di trasformare l'esistenza, per rendere una persona in grado di compiere quello che da sola, pur con tutta la buona volontà, non riuscirebbe a realizzare". In queste tre frasi sta la sintesi del volume: ripercorre la vita di Gesù attraverso i vangeli e mostra come diventi maestro perché lo è fin dall'inizio. Si conclude con una prospettiva interessante: al discepolo tocca imparare il Cristo. Aiuta a staccarsi da una concezione nozionistica di Gesù maestro.
Catechesi in chiave missionaria su brani del Nuovo Testamento. Sono nate in gruppi di preghiera giovanili ed hanno per leitmotiv la vocazione a una vita in pienezza. La finalità è accompagnare i giovani in un cammino lungo il quale "scrivere una contro-storia di giustizia e di bellezza" in un mondo che sembra diventato cieco al futuro.
Una riflessione sulla crisi attraverso la rilettura di grandi pagine della Scrittura che raccontano di Israele, popolo di Dio, alle prese con il dramma dell'esilio a Babilonia. È un invito ad ascoltare: Geremia, Abacuc, Ezechiele, il Secondo Isaia, i Salmi. La parola profetica possiede un'onda lunga, legata alla sua provenienza da Dio e, proprio per questo, alla sua capacità di leggere in profondità le vicende della storia umana, portandole a nuova intelligenza, rimettendole incammino.
I vangeli apocrifi sono una delle testimonianze più vive del cristianesimo primitivo. Qui i primi cristiani riversarono tutto il loro ingenuo bisogno di conoscere del proprio Salvatore e Maestro quanto i quattro Vangeli canonici non dissero. Così l'infanzia di Gesù nella casa di Nazareth, dopo i prodigi della sua nascita, o i misteri che accompagnarono e seguirono la sua morte vennero elaborati da una fantasia ricca di tutta la tradizione orientale ed ellenistica, con la freschezza di un mondo nuovo che stava sorgendo sulla decadenza dell'antico. Le letteratura popolare di tutti i tempi trova fra questi testi molte delle sue pagine migliori.
Fede e potere presenta la prima versione del commento al capitolo 13 della Lettera ai Romani, ed è un testo cardine e fondativo nello sviluppo del pensiero di Karl Barth, che nasce dalla sua esperienza di pastore a Safenwil. A Safenwil, Barth dà vita a una "chiesa locale", partecipando anche alle lotte politiche e sindacali del villaggio mentre, nelle sue prediche, la parola biblica s'intreccia con le tematiche sociali. In quegli anni molto vicino al socialismo e attivo nel movimento operaio, il teologo prende però progressivamente le distanze dalla tentazione di un Cristianesimo sociale, visto come interpretazione riduttiva del messaggio di Cristo, ma ribadisce la libertà della fede e, insieme, la necessità della formazione politica della coscienza, unita al dovere, per il credente, di lottare per la salvezza generale dell'umanità. Per Barth, il cristiano non appartiene allo Stato perché appartiene a uno "Stato superiore" e la sua libertà si fonda sull'indipendenza da qualsiasi ideologia o forma di governo, che può essere tollerata, ma non venerata o considerata di per sé un valore. La forza rivoluzionaria di queste parole di Karl Barth è un seme che darà numerosi frutti nel pensiero politico e religioso fino ai nostri giorni.
Alla vigilia del Sinodo sulla Famiglia (ottobre 2014) il Servizio Biblico della diocesi di Modena-Nonantola propone il confronto approfondito con il libro di Tobia: per imparare a "leggere" la presenza di Dio nella vita personale, familiare e comunitaria, e "scrivere" nuovi capoversi nella storia della salvezza. Il libro di Tobia è una sorta di diario spirituale in cui si intrecciano le vicende di due famiglie che passano attraverso momenti di felicità e di pienezza come di marginalità e di solitudine. È un racconto sapienziale, una storia vera perché dice il vero, che cioè entra nella fatica del vivere e riesce a dare senso alla vita umana assunta come esperienza di fede. Il mestiere di vivere è filtrato attraverso la metafora del viaggio. Dove portano gli spostamenti, le migrazioni, gli sradicamenti forzati? Serve il viaggio della vita per scoprire quanto è contenuto nello stesso nome del protagonista, Tobia, che vuol dire "Dio è buono". Ma cosa significa questa denominazione quando tutto sembra affermare il contrario? Ecco il grande itinerario riflessivo proposto dalla sapienza biblica.
Pietro, Paolo e Gesù: vite parallele? Da decenni gli interpreti di Luca-Atti individuano parallelismi tra Pietro e Paolo e tra i due apostoli e il Gesù del terzo vangelo. Tale fenomeno attesta la familiarità di Luca con la synkrisis, tecnica di modellizzazione letteraria finalizzata alla comparazione dei personaggi e consacrata da Plutarco nelle Vite Parallele. Il presente saggio considera le sezioni terminali delle narrazioni relative ai due maggiori personaggi degli Atti - cioè il racconto della liberazione di Pietro dal carcere (12,1-23) e la narrazione del viaggio di Paolo prigioniero verso Roma (27,1-28,16) - ed evidenzia le corrispondenze con l'epilogo delle vicende cristologiche riportate nel terzo vangelo (Lc 22-24). In ragione della propria collocazione, tali testi costituiscono il vertice della suddetta synkrisis, definendone l'estensione e il funzionamento. In un'epoca in cui cominciavano a "piovere" critiche nei confronti del movimento cristiano, Luca ha difeso l'affidabilità dell'Evangelo (cf. Lc 1,4), mostrando non solo che Gesù fu fedele alla religione dei padri e alle Sante Scritture, portandole a compimento, ma che anche i suoi discepoli furono fedeli, con l'insegnamento e con la vita, al loro Maestro (cf. Lc 6,40): sia i testimoni oculari della prima generazione, come Pietro, sia quelli della seconda, come Paolo, figura esemplare per il lettore di ogni tempo.
Che senso ha leggere la Bibbia? La si può leggere per essere informati, per essere edificati e confortati. Tutte queste letture possono essere utili. Il disegno di Dio rivelato nella Scrittura non è però solo un'informazione o una parola di conforto personale. Esso conduce il lettore in un progetto ben più profondo. La persona umana è fatta per uno scopo molto più significativo della salvezza personale. Grazie all'alleanza con Dio, esiste un popolo che cammina con lui. Le pagine bibliche collocano questo popolo all'interno di un disegno complessivo che gli dà significato e serve alla gloria di Dio. "Dalla libertà alla lode" cerca di inserire il lettore nella trama della storia biblica. Percorre quindi le grandi linee della rivelazione biblica suggerendo che c'è un Signore capace di dare un senso alla vita. C'è un popolo in cui vivere un'autentica solidarietà. C'è un progetto che può finalmente dare la fierezza d'un vero scopo all'uomo.