
E’ qui presentata una tra le principali dispute del Novecento, la risposta di Karl Jaspers al manifesto di Rudolf Bultmann sul problema della demitizzazione. In gioco è il rapporto tra filosofia e teologia.
«La Bibbia pullula di autori umani, di primi autori, di redattori successivi, di scrittori di lettere e di revisori. Sono testimoni di idee di Dio che hanno ancora molti eredi nel mondo moderno. I loro eventi e i loro racconti sono spesso falsi perché contraddittori o perché non corrispondono ai fatti che conosciamo da fonti esterne.» La Bibbia è un libro pieno di storie emozionanti, affascinanti, fonte di ispirazione. Ma quale è la verità storica e quale la finzione? In questo saggio che ha suscitato clamore in tutto il mondo, Robin Lane Fox analizza la Bibbia alla luce delle conoscenze storiche, letterarie e archeologiche, e svela cosa si nasconde nell'Antico e nel Nuovo Testamento: spiega per esempio perché la Genesi presenti due versioni, incompatibili tra loro, della Creazione, o perché i Vangeli raccontino gli stessi episodi, dalla nascita alla passione di Gesù, in modi così diversi. Il risultato è un libro rivelatorio e fondamentale per una lettura storica del testo sacro.
Biografia e bibliografia degli uomini di Dio. Questo potrebbe essere il sottotitolo del fascicolo. Non interessa lo studio e l’esame di «profeti» odierni o del fenomeno della profezia oggi. Anche se alla fine ci si interroga se ci sono ancora profeti «in mezzo a noi». Il fascicolo arresta la riflessione al Nuovo testamento. Perché? Perché si ritiene importante anzitutto fondare il discorso sulla specificità biblica dell’istituzione profetica antico-testamentaria. La sua corretta comprensione e il suo compimento in Cristo è la condizione imprescindibile per riflettere poi sulla profezia e i profeti nella Chiesa e nel mondo odierno. La presunzione è quella di offrire una riflessione che ponga le basi per lo sviluppo di una vera e propria teologia della profezia cristiana oggi.
Per eliminare moltissimi dei malintesi che circolano nella letteratura odierna sul tema è utile stabilire con precisione chi sia veramente il profeta (prima parte del fascicolo) a partire dalle esperienze dei profeti biblici (seconda parte del fascicolo). I profeti sono coloro che anzitutto ascoltano la Parola e se ne lasciano plasmare. La loro produzione bibliografica non si può assolutamente scindere dalla loro biografia. Se non spuntano profeti, significa che Dio fa silenzio. E se sta in silenzio vuol dire che sceglie di non intervenire nella storia?
Ma il Padre non sta in silenzio e non comunica a intermittenza. Comunica perché è Dio. Sempre. È Parola incessante. Il problema è la recettività, la capacità di «ascoltare», di «cogliere», di «riconoscere» la sua Parola come si presenta nella storia.
Ecco l’obiettivo: aiutare noi e il nostro lettore a riappropriarci degli strumenti utili a scovare oggi, tra le pieghe di questa storia, tutti quegli indizi che ci possono condurre a rintracciare la presenza di Dio, a riconoscerne la Parola viva e attuale.
Nel rotolo del libro di me è scritto: nei Salmi è scritto di ciascuno di noi, dei nostri vissuti, della nostra vita. E' questa la convinzione dell'orante del salmo 40. Così, percorrendoli tutti uno dopo l'altro, ci è data la possibilità leggere noi stessi in compagnia di Dio. E di imparare a dirgli il nostro cuore. in cerca del suo. Per trovare compimento e guarigione.
Fino a ieri i miracoli affascinavano: godevano di una forza magnetica di attrazione. Oggi, in piena marcia trionfale della ragione illuministica, non risultano immediatamente credibili e sfidano la nostra propensione a meravigliarci: in alcuni casi scandalizzano, in altri provocano, il più delle volte sono intesi come una forma sorpassata di superstizione. Ma che cosa significa propriamente parlare di "miracolo"? Per esempio: un fenomeno che oggi definiamo "guarigione spontanea" è identico a ciò che ieri veniva chiamato "miracolo", che forma di linguaggio si adotta, quali presupposti si hanno? Come comprendere e narrare, in definitiva, ai giorni nostri, i miracoli attribuiti a Gesù dalla tradizione neotestamentaria?Nella sua parte introduttiva, il volume chiarisce anzitutto questioni di metodo sul genere letterario e offre una panoramica esaustiva della ricerca storica.Nella parte centrale, ogni racconto di miracolo viene esaminato nel dettaglio, analizzandone la forma linguistica, la struttura narrativa, il contesto storico e sociale, lo sfondo religioso e teologico. Segue, per ciascuno, una proposta di comprensione attualizzante, recuperando l'intenzione comunicativa presente in origine.Il nutrito team di autori si sforza costantemente di tessere un dialogo pluridisciplinare, ingaggiando un confronto specialmente con le scienze umane. Una particolare attenzione viene poi dedicata agli aspetti estetici e linguistici delle narrazioni - al loro potenziale per l'esegesi - e alla storia della ricezione di quei testi. Non mancano infine degli excursus tematici che arricchiscono, volta per volta, lo sguardo complessivo sullo specifico racconto di miracolo.
Il tema della preghiera nell’epistolario paolino ha conosciuto nel corso del tempo fasi alternate di studio e di eclissi. Recentemente molti studiosi hanno ritenuto opportuno classificare le menzioni di preghiere ricorrenti nelle sezioni iniziali delle lettere, e non solo, come semplici espedienti letterari in uso nelle lettere antiche, da cui l’apostolo avrebbe preso spunto. Lo studio offerto nel libro si propone, attraverso il contatto con alcuni testi scelti dell’epistolario di Paolo, confrontati con testi coevi profani, di comprendere il “possibile significato” che l’apostolo conferisce alle menzioni di preghiera disseminate in lungo e in largo nelle sue lettere. La domanda che fa partire la ricerca muove dalla questione aperta se tali menzioni siano effettivamente da considerare alla stregua di quelle che incontriamo nelle lettere profane del tempo, o se esse abbiano un rilievo nelle argomentazioni offerte dall’apostolo, ponendo attenzione al contesto in cui le stesse sono inserite. L’elemento di novità presente nel libro verte intorno alla constatazione che, come tipico di diverse argomentazioni dell’apostolo delle genti, ciò che egli comunica della preghiera è mediato dalla “personale” esperienza di vita che mette in gioco il suo retroterra culturale e religioso, riletto a partire dalla fede in Cristo, scardinando tutte le convenzioni sociali e scritturistiche del tempo, e facendo degli stessi “espedienti letterari” un’occasione per tramettere ciò che ha profondamente trasformato la sua vita. Pertanto il lavoro, pur attento ai dati esegetici e seguendo criteri scientifici, non è pensato per i soli addetti ai lavori, ma per avvicinare un pubblico vasto, nella speranza che quanto esposto possa aiutare il cammino
La vita e la storia in dialogo con la Parola di Dio: una lettura spirituale della Prima lettera di Pietro secondo il metodo della Lectio divina, che getta luce su tre grandi temi di attualità, la questione dei migranti, il futuro della Chiesa e quello della famiglia. Con un intervento del teologo milanese Marco Vergottini e tre testimonianze.
Il Concilio Vaticano II, riprendendo alcuni testi della tradizione patristica, ha sottolineato la sacramentalità della Parola di Dio, ribadendo come il credente, quando accoglie la Parola in un contesto liturgico, incontri sempre un volto, una presenza, un’esperienza: quella di Dio che, in Cristo, si è fatto Verbo.
Parola ed Eucarestia sono come i due occhi con i quali Dio incontra l’uomo e l’uomo incontra Dio.
Testo unico nel suo genere, il presente volume approfondisce il tema della venerazione della Parola di Dio da un
duplice punto di vista: quello dell’ebraismo e quello del cristianesimo, partendo dagli usi liturgici della tradizione ebraica e di quella cristiana.
La tradizione antica, ebraica e cristiana, non ha esitazioni in merito: la Parola è uno dei luoghi principali della Presenza di Dio e, per tale ragione, va trattata con rispetto, amore e dedizione.
Le 150 composizioni raccolte in questo libro sono considerate dalla tradizione religiosa d'Israele "le preghiere" per eccellenza. Come indicano i titoli collocati all'inizio della maggior parte dei Salmi, queste composizioni erano molto usate nella liturgia del tempio di Gerusalemme. Nel libro dei Salmi si incontrano inni di lode e di ringraziamento, lamentazioni o suppliche che nascono dalla situazione di sofferenza del singolo orante o di tutta la comunità d'Israele, meditazioni sulla storia della salvezza, riflessioni sapienzali sul dono della legge e sulla condotta dell'uomo, richieste di perdono, di liberazione e di guarigione, invocazioni di aiuto o di vendetta contro i nemici. La tradizione cristiana ha scelto il libro dei Salmi come fondamento della sua preghiera liturgica, meditandolo alla luce del mistero di Cristo. Nuovo testo CEI con introduzione e note.
Un'intensa e commovente rivisitazione di alcune tra le più belle storie d'amicizia ne d'amore nella Bibbia. Dentro le naturali tensioni e contraddizioni dei legami, si scopre un Dio che non resta fuori a guardare ciò che gli uomini riescono a fare da soli, ma si coinvolge di persona, si mette in mezzo a creare l'abbraccio là dove le forze sono centrifughe.
La figura di san Francesco evoca la povertà e la penitenza, ma già durante la vita del santo di Assisi emergono, all'interno del movimento francescano, esigenze intellettuali che non sono affatto incompatibili con una profonda spiritualità. La rilassatezza di una parte del clero e la proliferazione delle correnti eretiche impongono, infatti, una predicazione adeguata ai tempi e in grado di tener conto dell’insegnamento e della cultura. Nell'ordine fanno il loro ingresso maestri istruiti, a cominciare da Antonio da Padova, Bonaventura, Pietro di Giovanni Olivi e Nicola di Lyra, figure rappresentative dell’esegesi francescana del XIII secolo, caratterizzata da una spiritualità che va di pari passo con un approccio rigoroso e scientifico al dato biblico.

