
La definizione di una lista canonica di scritti e l’elaborazione di un sistema articolato di dogmi ha posto ai margini, se non condannato all’oblio, la produzione letteraria apocrifa che, lungi dell’essere veicolo di insegnamenti esoterici o proibiti, raccoglie le risposte di numerosi cristiani dei primi secoli che si interrogano su personaggi ed episodi della Bibbia, ma soprattutto si chiedono come esprimere nel loro linguaggio realtà nuove, come l’origine divina di Gesù.
L’intento del volume è di offrire una rassegna, con informazioni essenziali, sugli scritti non accolti nel canone dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ci si preoccupa di mostrare non tanto il loro lato occulto, quanto piuttosto il tentativo di rispondere a seri quesiti biblici, teologici ed esistenziali. Una particolare attenzione è poi dedicata allo gnosticismo.
destinatari
Studenti, membri di gruppi biblici.
Gli autori Claudio Gianotto, professore ordinario di Storia del Cristianesimo presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Torino, è esperto di origini del cristianesimo e del Gesù storico. Ha pubblicato l’edizione italiana dello scritto gnostico La testimonianza veritiera (Paideia 1990) e la versione italiana dei due volumi sui Vangeli Apocrifi (Vangeli Apocrifi. I vol., San Paolo 2010 e Vangeli Apocrifi. II vol., di prossima pubblicazione) tradotti e commentati da A. Puig i Tàrrech. Aldo Magris è uno dei massimo conoscitori dello gnosticismo antico e docente ordinario presso l’Università degli Studi di Trieste. Insegna Filosofia Teoretica nella Facoltà di Scienze della Formazione. Esperto del mondo tardo- antico, ha approfondito le filosofie ellenistiche a contatto con il mondo giudaico, il pensiero di Plotino e i concetti di destino, provvidenza, predestinazione dal mondo antico al cristianesimo. Paolo Sacchi, già docente di Ebraico e Aramaico e di Filologia biblica all’Università di Torino, ha fondato la rivista Henoch e l’Associazione italiana per lo studio del Giudaismo. Autore di una fortunata Storia di Israele, ha approfondito vari aspetti del giudaismo antico, come l’apocalittica e i manoscritti di Qumran. Ha curato l’edizione degli Apocrifi dell’Antico Testamento.
Se Gesù di Nazaret è il punto di riferimento assoluto dell’interpretazione delle Scritture, che cosa diventa la testimonianza della Bibbia ebraica su Dio? Qualcosa di “vecchio” sostituito dal “nuovo”? Oppure qualcosa di imperfetto? Una propedeutica a Cristo? Un indizio di questo disagio è nella terminologia utilizzata dai cristiani: si parla ancora di Vecchio Testamento oppure di Antico Testamento, e solo negli ultimi decenni sono incominciate ad affiorare nuove proposte, come quella di Primo Testamento o Bibbia ebraica.
Se la testimonianza della Bibbia ebraica su Dio svela la sua vera essenza solo nel Nuovo Testamento e se può essere “correttamente interpretata” soltanto alla luce del nuovo patto, l’AT ha ancora un suo valore intrinseco? Oppure ha un valore meramente funzionale? Quanto si legge, ad esempio, nella DV 15, e cioè che «l’economia dell’AT era ordinata soprattutto a preparare, ad annunciare profeticamente e a significare attraverso varie figure la venuta del Cristo redentore dell’universo e del suo regno messianico», significa che soltanto i cristiani possono accedere alla ricchezza del Primo Testamento? Soltanto essi possono intenderlo?
L’autore
Massimo Grilli, dottore in Scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, è Direttore del Dipartimento di Teologia Biblica della Pontificia Università Gregoriana, e docente di esegesi e teologia del Nuovo Testamento presso la medesima università. È Direttore scientifico del Progetto Evangelium und Kultur, che si interessa dell’applicazione della «Linguistica pragmatica» ai testi biblici, nonché responsabile della collana Nuovissima Versione della Bibbia dai Testi Antichi (NVBTA), edita per le Edizioni San Paolo.
Lo studio si prefigge di condurre il lettore a scoprire il valore e l’utilità dell’analisi retorica applicata alle lettere paoline. Il metodo, piuttosto innovativo nel panorama italiano, penetra la struttura argomentativa dell’epistolario mediante i processi che hanno caratterizzato la classicità retorica grecoromana. L’Apostolo ritraduce teologicamente l’antica scienza, applicandola al mistero del Cristo. La corretta lettura retorica aiuta a cogliere diverse affermazioni paoline riguardanti rilevanti tematiche che sondavano la novità della fede cristiana.
Destinatari
Un pubblico di studenti o appassionati di esegesi, che potranno avvalersi di un testo dalla lettura scorrevole che può rappresentare un ottimo primo passo per lo studio delle Lettere paoline.
L'autore
Francesco Bianchini (1972) è un presbitero dell’Arcidiocesi di Lucca. Ha conseguito il dottorato in scienze bibliche nel 2006 al Pontificio Istituto Biblico. Attualmente insegna Lettere paoline presso l’Istituto di Scienze Religiose di Pisa, lo Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore (Lucca), affiliati alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze, e presso la Pontificia Università Urbaniana. Esperto in modo particolare degli scritti paolini, è autore della monografia L’elogio di sé in Cristo. L’utilizzo della “periautologia” nel contesto di Filippesi 3,1 4,1 (Roma 2006), nonché del commentario alla Lettera ai Galati (Roma 2009) e alla Lettera ai Filippesi (San Paolo, 2010).
Chi è Gesù? è un incontro diretto con Gesù e la fede cristiana e condensa in poche pagine il pensiero di Carlo Maria Martini, la sua spiritualità che tanto ha influenzato i cristiani di oggi. Questo volume rappresenta infatti il punto di partenza ideale per chi voglia accostarsi per la prima volta alle riflessioni di questo grande uomo di fede, ma anche per coloro i quali intendono ricordarlo e tenerne viva la memoria.
“Una luce che splende nel buio vuol dire che Qualcuno ci è venuto incontro. Non c’è immagine più bella per cominciare a parlare di Gesù: Gesù è la luce che Dio accende per noi”.
L'Autore
Carlo Maria Martini (15 febbraio 1927 – 31 agosto 2012), gesuita e biblista, è stato vescovo di Milano dal 1979 al 2002. Unanimemente considerato voce tra le più ascoltate e seguite da cattolici e laici, nel 2002, decise di ritirarsi a Gerusalemme per riprendere gli amati studi biblici. Ritornato in Italia per ragioni di salute, anche nella malattia non rinunciò mai a scuotere le coscienze con lucidità e intelligenza. Uomo del dialogo tra le religioni, autore di libri apprezzati in tutto il mondo, la sua cultura e i suoi studi non furono mai un pretesto per allontanarsi dal mondo ma gli permisero anzi di parlare alle folle e attirare moltissimi giovani. Protagonista della storia della Chiesa e d’Italia, fu a lui che le Brigate Rosse consegnarono l’arsenale in segno di resa nel 1984. Alla sua morte oltre 150mila persone gli hanno reso omaggio in due giorni alla camera ardente allestita nel Duomo di Milano.
I quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli nella nuova traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana in un'elegante edizione cartonata.
Paolo, missionario itinerante, scrive le sue Lettere perché avverte il bisogno di completare quanto è stato annunciato a voce ai nuovi seguaci di Cristo durante incontri a volte forzatamente brevi, nonché di risolvere problemi e situazioni imprevisti, creatisi nelle comunità cristiane che vivono nel mondo, vivaci e ferventi, ma scosse da crisi di crescita. Quelle di Paolo sono lettere bellissime, forti, scritte con stile immediato, ricche di insegnamenti morali, di illuminazioni dottrinali e di verità teologiche; cariche di intuizioni mistiche e di esortazioni spirituali. Lettere intense, che rivelano la personalità dell’apostolo, una delle figure più in vista del cristianesimo nascente, che testimoniano che cosa significhi per lui credere in Cristo e come il Vangelo possa trasformare uomini e comunità.
Destinatari
Per tutti.
Autore
PIERO LAZZARIN, giornalista, per anni caporedattore del «Messaggero di sant’Antonio» è autore di varie opere biografiche, di storia e di arte, presso diverse case editrici.
Il volume contiene il testo della nuova Lettera Apostolica di Papa Francesco dedicata a San Girolamo in occasione del XVI centenario della morte. Il Santo Padre ripercorre la vita e l’itinerario personale del Santo soffermandosi su uno dei tratti peculiari della sua figura spirituale: «il suo amore appassionato per la Parola di Dio, trasmessa alla Chiesa nella Sacra Scrittura». Il testo è chiuso dal commento di Sua Eminenza il cardinale Gianfranco Ravasi, Prefetto del Pontificio Consiglio della Cultura.
Secondo il Vangelo, Gesù amava stare a tavola con la gente. Era anche capace di far da mangiare: infatti si presentava come il "buon pastore", colui che dà il "pasto buono". Cosa ci insegna questa caratteristica (quasi ignorata) del Figlio di Dio? Un fatto molto concreto: cucinare non significa soltanto dare del cibo, ma soprattutto prendersi cura di ciascuno secondo i suoi bisogni. Ecco una "chef-teologia" dal sapore delicato, che nutre in profondità quanti hanno fame di senso e di vita. "Lievito e farina, ortaggi e agnello, pesce alla brace, il sale nella pasta...? Gesù sapeva cucinare. Anche in questo era (il) Maestro."
Grazie ad un sapiente dialogo tra Bibbia e cultura - letteratura, filosofia, cinema, arte - il cardinale Gianfranco Ravasi traccia un ampio affresco di che cosa significhi l'atto del nutrirsi e del nutrire: "Dobbiamo tornare alla bellezza della tavola, spesso incrinata dalla frenesia di un nutrimento alla fast food - scrive Ravasi -. Una società che ignora lo spreco alimentare, che si infastidisce quando si evoca lo spettro della fame nel mondo, che si oppone all'ospitalità, ha perso la dimensione simbolica del cibo e la spiritualità che in quel segno è celata". Il cristianesimo è una fede "alimentare". Cibo significa accoglienza, ospitalità e dono. Gesù amava i banchetti e chiedeva condivisione. Riscopriamo cosa c'è dentro il gesto del nutrire.
Il libro ripercorre la vita di Gesu dalla nascita alla morte e risurrezione, soffermandosi sul periodo dell'infanzia e adolescenza. Il testo e la traduzione araba adattata di uno scritto siriaco.
I profeti della Bibbia sono figure spesso poco conosciute. Si tratta di persone provenienti da tutti gli strati della società, con vite radicalmente diverse: tra di loro ci sono stati membri della corte reale e coltivatori di sicomori. Ma quello che accomunò questi uomini nei secoli fu la loro dedizione nel comunicare il messaggio di Dio agli uomini, un messaggio spesso scomodo che metteva con le spalle al muro l'intera cultura. In questo testo potrai scoprire come i profeti: denunciarono ingiustizie, corruzione e pregiudizio; portarono speranza agli oppressi; fecero appello alla responsabilità e al pentimento; annunciarono l'amore e la giustizia di Dio, la Sua grazia e il Suo giudizio;lottarono con i loro stessi dubbi.