
Raccolta di meditazioni per riflettere sul Vangelo, attraverso le parabole. Il libro che corrisponde alla predicazione pastorale che il Concilio incoraggia: una lettura esegeticamente fondata dei testi, una conoscenza della loro ricezione tra i Padri della Chiesa, tra gli scrittori moderni e nell'arte, la loro applicazione giudiziosa a situazioni quotidiane. L'autore propone alla nostra meditazione le parabole, una componente essenziale al cuore delle Sacre Scritture, che sono i "Vangeli. Simboli narrati", la parabole testimoniano un vero genio poetico e pedagogico. Costituiscono una vera lezione di vita. Esse coinvolgono ed attendono una risposta personale. La vivacita del commento riporta il racconto nella nostra attualita. Sa coniugare fedelta e liberta di toni.
Questo studio, quasi un esercizio ludico, ha coinvolto molti docenti che hanno aiutato l'autore nella sua ricerca. Alcuni atei, ma non per questo in disaccordo sui passaggi proposti dal libro. La speranza è che la proposta entusiasmi ed incuriosisca. L'autore parte dai cristalli di Masaru Emoto, tramite la termodinamica, per giungere a sant'Agostino, alla teologia della venuta all'esistenza e alla teologia del bene e del male. Dagli studi di Ilya Prigogine sui sistemi dissipativi si giunge alle espressioni contenute nei Vangeli sulla vita attuale e sulla vita che verrà. Il pensiero profondo dell'uomo, il Kairòs opera come in un sistema dissipativo, che può essere seguito con le leggi della termodinamica delle trasformazioni. Ciò spiegherebbe come l'uomo vivrà. È questo il messaggio di Gesù. Inoltre, si afferma che la dinamica sociale della carità è assimilabile ai catalizzatori. Gesù stesso utilizza il metodo sperimentale. Egli ci anticipa sempre, anche alla luce della meccanica quantistica, prevedendo forse l'entanglement per le opere di bene, le uniche trasferibili, in quanto informazione, struttura ordinata e non disinformazione, interruzione di struttura di bene.
Un ritratto di Gesù per chi poco o nulla sa di Lui, e perché chi già lo conosce se ne innamori ancora di più. In dodici brevi capitoli, un identikit di Gesù scritto con semplicità giornalistica e con l'intensità della grande poesia.
Le scoperte di Qumran rappresentano il più grande evento archeologico del XX secolo. I resti più o meno integri di circa novecento rotoli ebraici, databili dal III secolo a.C. al I d.C., sono stati rinvenuti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte nei pressi del Mar Morto.
Si tratta di una delle più importanti collezioni di testi dell'antichità che ci siano mai pervenute, compresi i più antichi manoscritti della Bibbia ebraica, anteriori di circa mille anni al primo codice completo utilizzato per la redazione del testo biblico, il Codex di Leningrado.
I rotoli di Qumran, scritti in prevalenza in ebraico, ma anche in aramaico e greco, consentono di rinnovare in profondità l'analisi del contesto giudaico nel quale il primo cristianesimo ha visto la luce e forniscono una documentazione quasi contemporanea agli inizi del movimento cristiano.
L'originalità di questa edizione bilingue risiede nel sistema di classificazione adottato, che privilegia il legame tematico o formale tra i testi del Mar Morto e i libri che più tardi costituiranno la Bibbia ebraica. Il primo volume raggruppa i manoscritti che evocano principalmente episodi o personaggi della Genesi, come la creazione del mondo, il diluvio o le figure dei patriarchi. Ciò consente di individuare rapidamente le sezioni più frequentemente riprese o trattate e di rilevare l'importanza delle tradizioni relative a Enoc, Noè, Levi e Giuseppe. A Qumran circa la metà delle composizioni legate alla Genesi è in aramaico, una lingua che - per ragioni che rimangono ancora da chiarire - ha dunque una relazione privilegiata con il primo libro della Bibbia.
Sommario
Presentazione dell'edizione italiana della Biblioteca di Qumran. Nota del curatore dell'edizione italiana. Prefazione dell'editore francese. Introduzione. Ringraziamenti. I manoscritti tradotti. Carte. Riferimenti, sigle e abbreviazioni. Trascrizioni. Manoscritti della Genesi trovati a Qumran e a Masada. MANOSCRITTI E TRADUZIONI. Meditazione sulla creazione A-C. Preghiera di Enos. Introduzione al Libro di Enoc. Libro di Enoc. Libro astronomico di Enoc. Introduzione al Libro dei Giganti. Libro dei Giganti. Parole di Michele. Storia dei Giganti e di Noè. Nascita di Noè. I tempi della creazione A-B. Omelia sul diluvio. Interpretazioni sul tema del diluvio. Commentari della Genesi A-D. Storia dei Patriarchi. Esercizio di scrittura su alcune parole della Genesi. Apocrifo di Giacobbe aramaico. Un apocrifo che menziona Rachele. Introduzione al documento aramaico di Levi. Documento aramaico di Levi: manoscritti della Genizah del Cairo. Documento aramaico di Levi: manoscritti di Qumran. Apocrifo di Levia-b? Testamento di Neftali ebraico. Testamento di Giuseppe aramaico. Composizione narrativa e poetica. Composizione apocrifa sulla storia di Giuseppe. Apocrifo di Giuda aramaico. Frammenti che hanno un rapporto con il Testamento di Giuda. Testamento di Keat aramaico. Indice delle fonti antiche. Indice dei manoscritti. Hanno collaborato a questo volume.
Note sul curatore
GIOVANNI IBBA, dottore di ricerca in Ebraistica e socio dell'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo, è docente incaricato Ad Annum per l'insegnamento di lingua ebraica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale. Esperto dei manoscritti qumranici, ha pubblicato numerosi lavori sull'argomento, fra i quali La teologia di Qumran, EDB, Bologna 2002, e La sapienza di Qumran, Città Nuova, Roma 2000.
Le scoperte di Qumran rappresentano il più grande evento archeologico del XX secolo. I resti più o meno integri di circa novecento rotoli ebraici, databili dal III secolo a.C. al I d.C., sono stati rinvenuti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte vicino al mar Morto. Si tratta di una delle più importanti collezioni di testi dell'antichità che ci siano mai pervenute, compresi i più antichi manoscritti della Bibbia ebraica, anteriori di circa mille anni al primo codice completo utilizzato per la redazione del testo biblico, il Codex di Leningrado. I rotoli di Qumran, scritti in prevalenza in ebraico, ma anche in aramaico e greco, consentono di rinnovare in profondità l'analisi del contesto giudaico nel quale il primo cristianesimo ha visto la luce e forniscono una documentazione quasi contemporanea agli inizi del movimento cristiano. L'originalità di questa edizione bilingue risiede nel sistema di classificazione adottato, che privilegia il legame tematico o formale tra i testi del Mar Morto e i libri che più tardi costituiranno la Bibbia ebraica. Il secondo volume raggruppa i manoscritti qumranici che contengono libri biblici e non biblici che hanno relazione con l'Esodo, il Levitico e i Numeri; i primi sono quelli che presentano varianti significative rispetto al Testo Masoretico, mentre i secondi sono quelli che presentano narrazioni o argomenti attinenti ai racconti dei tre libri del Pentateuco presi in esame. Fra i testi biblici, vengono qui proposte anche le copie in greco ritrovate a Qumran...
Lo studio presenta una breve esposizione sistematica e antologica delle idee teologiche più importanti, che emergono dagli antichissimi manoscritti di Qumran. Con il termine "teologia" il titolo fa quindi riferimento a ciò che è stato prodotto dal pensiero ebraico del tempo in cui furono redatti i testi esaminati. Il concetto non va perciò confuso con quanto è stato elaborato riguardo a Dio e alla sua essenza nella riflessione cristiana, poiché in questa sede sta semplicemente a indicare il pensiero giudaico circa ll’esperienza che il popolo eletto fa di Dio. Il Dio di Qumran ha infatti prescelto una piccola schiera di "Figli della Luce", che tuttavia vive in continua lotta contro le tentazioni del principe delle tenebre. La religiosità che ne deriva appare quindi come perennemente in ricerca del difficile equilibrio fra il massimo rigorismo conturbante e la massima fiducia rasserenante.
"Il libro si presenta come un’antologia di passi, che l’autore commenta. In questo modo Ibba ottiene di introdurre il lettore nell’atmosfera antica di Qumran in maniera diretta, lasciando all’autore antico il sapore delle sue parole. […] Con questo libro di facile lettura, anche se così preciso, compie un atto di giustizia verso questa antica comunità ebraica che, nonostante tutte le sue stranezze e durezze, resta un esempio di fede in Dio vissuta coerentemente" (dalla Presentazione).
I testi, per lo più in ebraico e qualcuno in aramaico, sono stati interamente tradotti e interpretati dall’autore.
Note sull’autore
Giovanni Ibba, dottore di ricerca in Ebraistica e socio dell’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo, è docente incaricato Ad Annum per l’insegnamento di lingua ebraica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale. Esperto dei manoscritti qumranici, ha pubblicato numerosi lavori sull’argomento, fra i quali Il Rotolo della Guerra. Edizione critica, Torino 1998 e La sapienza di Qumran, Roma 2000.
Benedizioni e maledizioni, salmi e inni, esorcismi e formule apotropaiche. Una selezione di preghiere che si trovano in manoscritti databili tra il II secolo a.C. e il I d.C., mostra il sostrato da cui è scaturita la predicazione di Gesù. Lo studio del pensiero religioso del periodo finale del giudaismo del Secondo Tempio consente, infatti, di comprendere meglio le origini cristiane e di considerare la preghiera come il modo d’intendere Dio nella forma di un’alta espressione letteraria. Ogni capitolo di questo volume propone i testi originali, le traduzioni, le note, la bibliografia e un commento di carattere teologico che evidenzia, quando è possibile, i collegamenti con i testi del Nuovo Testamento​.
Le ricerche sul primo cristianesimo e lo studio dei vangeli come fonti bibliche hanno portato in luce la ricca stratificazione redazionale con cui essi si sono formati e la loro origine nel mondo giudaico. Questo volume, risultato di un accurato lavoro di scavo filologico, copre un tassello particolarmente significativo quale è il Vangelo di Marco, concentrandosi sul contesto storico-culturale da cui proviene, quello dell'età del Secondo Tempio, e facendo emergere la forza dell'insegnamento di Gesù rispetto alle prime comunità di seguaci. In tale prospettiva il Vangelo di Marco diventa un osservatorio privilegiato per ricostruire la figura del Gesù storico, proprio perché appare come il frutto di una tradizione orale più che di un autore, tanto da potersi considerare "scritto da Gesù stesso". Di qui si evince poi una categoria-chiave del giudaismo e del cristianesimo - l'impuro - che, ricorrendo con sfumature diverse nei vangeli, racchiude significati che confluiranno nella teologia successiva e nella dottrina cristiana. Il tema dell'impurità viene esaminato in alcuni episodi della vita di Gesù: il battesimo di Giovanni Battista, Gesù nel deserto, i miracoli e le guarigioni, le parole di Gesù nelle quali si scorge l'abisso tra interpretazione umana e legge di Dio. L'impuro non è in sé negativo, non è sinonimo di peccato, ma va letto nella dialettica intrinseca con il puro: la poliedricità con cui si presenta nella Bibbia (sul versante fisico e dello spirito)...
Il libro illustra le principali correnti di pensiero circolate all'interno dei gruppi di fedeli che si sono stabiliti nei pressi di Qumran. I grandi temi del pensiero giudaico che emergono dai manoscritti rinvenuti nelle grotte a partire dal 1947 - che possono essere stati elaborati in buona parte anche prima della formazione delle comunità insediatesi nelle zone del Mar Morto sono quelli dell'origine del male e dell'ingiustizia, dell'escatologia e del patto. L'attenzione alle diverse forme di preghiera presenti nei testi arricchisce e completa la ricostruzione storica degli aspetti fondamentali del pensiero giudaico presente a Qumran.
Nel cristianesimo la sessualità è stata spesso vista come qualcosa da controllare, in certe epoche anche in modo ossessivo. Seppure con altre modalità, lo stesso è avvenuto anche nell'ebraismo e nell'islam, che attinge molte delle sue categorie dai testi biblici. Visto il ruolo fondamentale che il cristianesimo ha avuto nella formazione del pensiero, e dei costumi, occidentali, nel presente volume si è scelto di indagare il tema della sessualità e del desiderio nei testi che compongono il Pentateuco, o Torah, ovvero Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Nel Pentateuco i riferimenti al tema non sono sempre chiari, ma senza dubbio le loro interpretazioni hanno influenzato fortemente il pensiero ebraico e quello cristiano. Intorno a questi libri ruotano tutti gli altri testi biblici e molti di quelli, composti prima e durante il periodo in cui è vissuto Gesù, che non fanno parte della Scrittura, ma sono ben parte della cultura ebraica. Questo libro dovrebbe far un po' di luce rispetto al senso che i testi antichi davano alla sessualità: un senso che, come si vedrà, è abbastanza diverso dal nostro.