
In questo libro l’autore si concentra su quegli aspetti dell’amore cristiano che non sono facili, come l’amore per i nemici e il perdono per coloro che ci hanno feriti. Questo libro aiuta a capire che cosa è, e che cosa non è l’amore secondo la Bibbia, sia se le ferite provengono da persone lontane da noi, come negli atti di terrorismo, sia se sono causate da chi vive accanto a noi, o addirittura nella nostra stessa casa.
L’amore cristiano deve riflettere l’amore di Dio. Sembra facile! Ma dobbiamo comprendere come amare in condizioni difficili.
Donald A. Carson insegna Nuovo Testamento al Trinity Evangelical Divinity School di Deerfield, Illinois, negli Stati Uniti. Dello stesso autore le Edizioni GBU hanno pubblicato: Il pluralismo religioso; L’amore di Dio: una dottrina difficile (2004); Per amore di Dio (2006).
Tra coloro che "hanno una considerazione molto alta della Scrittura", ci sono alcuni che pensano che le lingue siano il segno del battesimo dello Spirito, mentre altri pensano che il dono delle lingue sia facoltativo e altri che non esista più come dono autentico. Alcuni difendono una forma di governo della chiesa di tipo presbiteriana, mentre altri spingono verso forme di congregazionalismo... Non si capisce la ragione per l'esistenza di una pletora di opinioni escatologiche, e cosi? via. Secondo l'autore la risposta si trova, in parte, nel non avere coscienza delle fallacie esegetiche di ordine linguistico, grammaticale, logico e di altro genere. L'obiettivo di questo libro e? segnalarne alcune delle più comuni, al fine di stimolare in predicatori, pastori, conduttori, studenti e appassionati del testo biblico, la coscienza della necessita? di un impegno maggiore nel campo dell'esegesi biblica.
In questo libro Donald Carson si pone l'obiettivo di raggiungere coloro che desiderano conoscere meglio la trama della rivelazione biblica. In ognuno dei quattordici capitoli l'autore focalizza la sua attenzione su uno o più testi della Bibbia, li spiega e li collega al contesto immediato e poi ne rintraccia i fili che li collegano alla figura di Gesù Cristo. Non è necessaria una preliminare e profonda conoscenza della Bibbia per seguire l'autore; ciò che è indispensabile è avere una Bibbia a portata di mano, aprirla e prepararsi a usarla, per rintracciare il Dio che c'è e ritrovarsi all'interno del suo disegno.
Commento di Flavio M. Aurelio Cassiodoro del Salmo 118 tradoto in latino a cura di Antonio Caruso.
Un volume frutto di lunghi anni di insegnamento della materia. La prima parte presenta le questioni introduttive più importanti, utili per comprendere la situazione vitale in cui il vangelo è stato scritto, il suo processo di formazione, le differenze con i sinottici, il problema dell’autore.
La seconda sviluppa in maniera organica e coerente la teologia del quarto evangelista, mettendo in particolare rilievo la prospettiva cristologica che sta alla base dello scritto. Di particolare interesse la presentazione della visione ecclesiologica dell’Autore, strettamente connessa con quella cristologica, per terminare indicando quali sono le linee basilari dell’etica giovannea e la loro novità nell’ambito neotestamentario.
Alberto Casalegno è un padre gesuita che ha compiuto i suoi studi alla Facoltà di Filosofia Aloisianum di Gallarate (VA), alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi, con sede a Napoli, all’Istituto Biblico di Roma, dove ha ottenuto la Licenza in Sacra Scrittura. Ha concluso la sua formazione alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il Dottorato in Teologia. Ha iniziato a insegnare esegesi del Nuovo Testamento nel 1974, dando il suo contributo alla FIST di Torino, al Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) di Monza, alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Ha passato molti anni in America Latina, sempre insegnando materie bibliche nel Centro de Estudos Superiores della Compagnia di Gesù, a Belo Horizonte, in Brasile. Attualmente è professore straordinario alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi, e collabora con l’Istituto Regionale di Formazione Presbiterale (IRFP) di Belém do Pará, in Brasile. Tra le sue pubblicazioni: Gesù e il Tempio. Studio redazionale di Luca-Atti, Morcelliana, Brescia 1984; Paulo, o evangelho do amor fiel de Deus, Ed. Loyola, São Paulo, 2001; Lucas, a caminho com Jesus missionário, Ed. Loyola, São Paulo 2003; Ler os Atos dos Apostolos. Estudo da teologia lucana da missão, Ed. Loyola, São Paulo 2005. Inoltre ha pubblicato articoli su diverse opere teologiche in collaborazione e su riviste specializzate sia in Italia che in Brasile.
Per chi è stato scritto questo trattato? Per coloro a cui è realmente destinato, secondo i tempi in cui è stato composto. Steso come ultimo corso accademico per giovani sacerdoti destinati allo studio e all'insegnamento di Sacra Scrittura nel loro territorio, è stato completato anni dopo tenendo presente un pubblico genuinamente laico, ma interessato ai libri sacri del cristianesimo. Quindi il primo destinatario del mio discorso mi ha imposto una totale fedeltà al testo e alla dottrina che io stesso avevo ricevuto. Ma il secondo mi ha in qualche modo imitato ad essere verace e franco in tutto, e a porre a questo deposito della fede domande anche crude che solleva con spirito libero e critico ogni uomo di ragione. Per questo, restando fedele alla verità della mia religione, ho dovuto riconoscere spesso la sua affinità con la verità comune. Ma anche la più grande diversità e inconciliabilità, là dove era evidente. Sono quindi certo che potrà giovare agli uni e agli altri per la reciproca comprensione, e aprire la mente alle vie diverse con cui gli uomini giungono al bene, che è il fine comune».
Per chi ha interesse alla storia letteraria dei tre testi qui commentati (1 e 2 a Timoteo, a Tito) la novità maggiore di questa lettura consiste nell'accettazione e riproposizione dell'ipotesi già nota che il "corpus pastorale" sia stato composto da teologi, fedeli discepoli di Paolo, in occasione di un'edizione del "corpus paolinum" già costituito dalle lettere autentiche (Rm, 1-2Cor, Gal, Fil, Flm, 1 Tes) e da quelle pesudonime o "deuteropaoline" (2Tes, Ef, Col), come sintesi della sua teologia e sua attuazione in una diversa situazione storica della Chiesa. Per un teologo la sua novità è in una più rigorosa definizione del rapporto tra "traditio apostolica" e "successo apostolica", dove appare evidente che solo la fedeltà alla dottrina tramandata da prima è garanzia di validità della seconda, e non viceversa, perché quest'ultima dipende da mutevole contingenza storica. Per tutti coloro che accedono al "servizio ecclesiastico" le tre lettere sono un reale "vademecum" o "Direttorio", affinché i pastori sappiano come comportarsi per dirigere e amministrare "la casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, sostegno e supporto della verità"(1Tm 3,14-15).
Dopo la Prima Legge, data da Dio sul monte Sinai, il Deuteronomio si presenta come la "Seconda Legge", la nuova Legge o meglio un'attualizzazione della prima, che Mosè consegna al popolo poco prima di morire. I precetti sono orientati a regolare la vita che di lì a poco il popolo d'Israele avrebbe iniziato all'arrivo alla Terra Promessa. L'autore ripercorre alcune pagine del Libro attraverso un'analisi ricca di suggestioni, frutto di una profonda meditazione, e invita a tradurre l'amore di Dio nella vita sociale e familiare, non vincolandolo a un esclusivo compimento "giuridico" dei precetti racchiusi nella Legge. Le vicende del popolo di Israele diventano allora preziosi spunti per riflessioni che vogliono rispondere all'esigenza profonda dell'uomo di oggi di rimettere al centro la Parola e la sua capacità di incidere sulle coscienze.