
La lectio divina o lettura pregata della Sacra Scrittura è lo spazio di incontro tra Dio e l'uomo. Debitrice della tradizione ebraica, in cui affonda le radici, la lectio è allo stesso tempo erede della tradizione ermeneutica dei Padri, per i quali non è tanto l'erudizione che va cercata ma l'unzione, non la scienza ma la coscienza, non la carta ma la carità. L'intento del presente volume è di prendere per mano il lettore, come un padre il proprio figlio, per introdurlo all'ascolto di Colui che parla e misteriosamente instaura quella singolare relazione che è fautrice di autentica libertà umana. Ascoltare la Parola non significa decifrarne semplicemente il contenuto; di più, significa lasciare che quella Parola giunga a decifrare la nostra vita.
Il testo fa sua la domanda dei pellegrini greci saliti a Gerusalemme: "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21). Accompagnato dall'evangelista Giovanni, l'autore si sofferma anzitutto sulla dinamica dell'incontro con Cristo (cfr. Gv 1,35-42), nella gioiosa scoperta che in lui Dio ha voluto stabilire lasua dimora (cfr. Gv 2,13-22). Se Gesù è colui che incarna il volto misericordioso di Dio (cfr. Gv 8,1-11), allo stesso istante non si lascia però restringere dentro le attese, spesso interessate, dell'uomo (cfr. Gv 6,16-21).Nella lettura del volumetto si coglie l'invito che Gesù rivolse ai discepoli a dimorare in lui (cfr. Gv 15,1-11); su questo invito Gesù attende una risposta totale e sincera: la risposta della fede.
Definito uno dei testi più scandalosi dell'Antico Testamento, pessimistico e persino ateo, il libro del Qoelet è in realtà un testo provocatorio che vuole risvegliare nei suoi lettori una fede autentica per entrare così nella complessità della storia senza lasciarsi vivere dalla storia stessa. In questo orizzonte, come ha scritto André Barucq, dalla sua lettura si esce adulti o almeno pronti a diventarlo. Qoelet insegna anche a guardare in faccia la realtà, dando un nome preciso a tutte le inconsistenze che la attraversano, a tutti i vuoti che la caratterizzano. Educa a estirpare i luoghi comuni, a intraprendere un cammino di purifi cazione dalle illusioni sempre risorgenti. E in questa operazione non fa sconti a nessuno. Le sue attualissime pagine risuonano come un forte invito a cercare nel quotidiano il senso della misura, vero rimedio all'insipienza degli eccessi, e a trovare quella sapienza che consente di vivere in un mondo che talora appare come un vero e proprio teatro dell'ingiustizia, se non dell'assurdo.
Presentazione di Raniero Cantalamessa. Postfazione di Cristiana Dobner.
L'indagine dell'autore spazia attraverso il testo sacro, soprattutto l'Antico Testamento, alla ricerca della figura delle api, evidenziando immagini, metafore e significati, sottolineando quelle dimensioni che ne esplicano il mistero della rivelazione divina.
Il Vangelo di Marco può essere letto come una iniziazione al mistero cristiano. Una iniziazione ricca di risvolti attuali, intelligente e generativa che si delinea come un progressivo viaggio verso il centro. Due domande affiorano in questo cammino: la prima, fondamentale, porta a chiedersi chi è Gesù. Ma ce n'è una seconda, a ruota, che si interroga su chi è il discepolo. Sono due facce del medesimo mistero: la via di Gesù è la via del discepolo. Venticinque brevi meditazioni che accompagnano il lettore a capire il Vangelo di Marco, ad assaporarne il messaggio nella concretezza della propria vita e libertà.
In questo stimolante volume David Carr propone la sua interpretazione delle origini della Bibbia. Lo studioso americano si chiede: dove risiede il segreto per cui i testi di Israele sono riusciti a sfidare i secoli, mentre l’inesorabile scorrere del tempo ha seppellito altre narrazioni più trionfalistiche? Carr sostiene che la caratura dei testi biblici si spiega per il fatto che essi parlano di un catastrofico trauma umano: proprio da lì sono scaturiti. Le Scritture dell’antico Israele, piccola regione sperduta fra le colline del Mediterraneo orientale, divennero così il punto di riferimento di due grandi religioni mondiali.
La progressiva affermazione dell’alleanza e del monoteismo, l’esperienza dell’esilio a Babilonia, l’idea di elezione e quella di purità, la concezione della sofferenza come prova divina, la formazione del canone ebraico e la nascita del cristianesimo con il suo Salvatore umiliato e crocifisso: tutto questo viene convogliato da Carr in un racconto davvero accattivante. Un racconto che dispiega i contrasti storici di una comunità e mette a fuoco i tentativi di guarire dai conflitti, per dare un senso al mondo e tendere alla redenzione.
Un libro suggestivo, ricco di profonde intuizioni e frutto di grande sensibilità e intelligenza.
Il libro di p. Alberto Carrara dopo In cammino con San Luca. Esercizi spirituali ignaziani sulla preghiera e la misericordia. Gli Esercizi spirituali sono la possibilità di capire nel profondo quale visione abbiamo di "Dio" o "dio" e del mondo e quali conseguenze tale cosmo-visione susciti nella nostra quotidianità. Questo volume è dedicato all'esperienza degli Esercizi ignaziani col Vangelo di San Matteo, per ordinare il cuore e purificare lo sguardo. Il tema del "cammino" è visto attraverso due domande bibliche: "Dove sei?" e "Qual è il tuo nome?" e secondo un approccio insieme filosofico, teologico e spirituale. Dio rivolge queste domande non perché non ne conosca la risposta, ma per coinvolgerci nel dinamismo: entra in te stesso, conosciti per conoscere Colui che ti ha creato... C'è una grande tematica che unifica l'intero Vangelo di Matteo: la logica del Padre.
Una riflessione sulla crisi attraverso la rilettura di grandi pagine della Scrittura che raccontano di Israele, popolo di Dio, alle prese con il dramma dell'esilio a Babilonia. È un invito ad ascoltare: Geremia, Abacuc, Ezechiele, il Secondo Isaia, i Salmi. La parola profetica possiede un'onda lunga, legata alla sua provenienza da Dio e, proprio per questo, alla sua capacità di leggere in profondità le vicende della storia umana, portandole a nuova intelligenza, rimettendole incammino.
Dice Don Sergio: "Sono brevi spunti di preghiera quotidiana che invitano a una ‘riflessione orante' e possono accompagnare la giornata del credente, nello scorrere di una quotidianità laboriosa e serena".
Nonostante le nostre invocazioni a volte il silenzio di Dio si prolunga e si fa per noi pesante e sconfortante. Ma in quanto credenti noi non vogliamo smettere di interpellarlo, sapendo che Lui non ci perde di vista, è la nostra tenda, ci avvolge con le sue ali sempre e ovunque.

