
Tutti noi ricordiamo le figure e le straordinarie vicende dell'Antico Testamento: Adamo ed Eva e il Paradiso Terrestre, Noè e il Diluvio Universale, la chiamata di Dio ad Abramo, Mosè e il passaggio del mar Rosso, la sfida di Davide al gigante Golia. Spesso però ci è difficile collocarle dal punto di vista geografico e storico. È ciò che fa l'autore, accompagnandoci in un interessante itineriario nella storia e nella geografia dei luoghi della Bibbia. Con un ricco apparato di immagini tratte da opere d'arte dell'antichità, fotografie dell'autore e dettagliate piantine che ci guidano nella Mezzaluna Fertile, la regione che ha visto nascere e fiorire le civiltà più antiche e che fa da sfondo alle vicende del Vecchio Testamento.
Francesco Bonvissuto, artigiano di origini siciliane, è ideatore e costruttore di presepi artistici fin da ragazzo. La sua opera di presentazione della vita di Gesù in diorami (un "diorama" è un modello che rappresenta una scena con figure tridimensionali) consente a tutti di rileggere le tappe importanti della vita di Cristo attraverso una narrazione in immagini suggestive e quanto più possibile fedeli ai racconti evangelici e alla grande tradizione iconografica. L'artista che ha ricostruito queste scene con precisione di dettaglio e con grande qualità scenografica ha collaborato con Renzo Romagnoli e con la Presepi Pigini per realizzare i 28 diorami che vanno dalla Annunciazione alla Pentecoste, in un percorso spirituale e artistico di grande fascino e poesia.
Nel rotolo del libro di me è scritto: nei Salmi è scritto di ciascuno di noi, dei nostri vissuti, della nostra vita. E' questa la convinzione dell'orante del salmo 40. Così, percorrendoli tutti uno dopo l'altro, ci è data la possibilità leggere noi stessi in compagnia di Dio. E di imparare a dirgli il nostro cuore. in cerca del suo. Per trovare compimento e guarigione.
Testo letterario dall’architettura elegante e cesellata, la Meghillath Ekhah (il rotolo delle Lamentazioni) si rivela un alfabeto della disperazione, una sillabazione dello strazio, un ululato che modula ciò che altrimenti risulterebbe inarticolabile. Per l’ebraismo, questa meghillah rinvia alla distruzione del Santuario di Gerusalemme e al doloroso esilio di Israele, perdurato per numerosi secoli. Per il cristianesimo, si tratta di rinvii simbolici, evocativi e prolettici, afferenti alla missione di Gesù di Nazaret. Nei secoli, purtroppo, queste pagine veicolarono anche, da parte cristiana, insegnamenti e comportamenti antiebraici. L’ebraismo contemporaneo, in generale, non ha fatto ricorso alle Lamentazioni per rileggere la tragedia della Shoah. A differenza di quanto narra il libro biblico in relazione a Israele, nessuna Chiesa cristiana ha sperimentato sulla propria pelle, a livello di popolo e di singoli individui, la conquista e la razzia, lo stupro, l’esilio, la diffamazione e il dileggio, l’annientamento e il genocidio, se non quelle armena e assira. In questo volumetto tre voci diverse ma con
cordi (una cristiana cattolica romana, una ebraica e una cristiana armena) riascoltano un urlo mai sopito.
Il mistero di Pietro, pescatore, primo apostolo, pietra angolare della Chiesa cristiana: un uomo mite, illetterato, di umana debolezza, eppure, alla morte di Gesù, capace di prendere le redini di una comunità che individuerà nel suo magistero la più alta carica, quella di pontefice. Un uomo la cui biografia è costellata di momenti oscuri: chi era realmente Pietro? L'archeologia offre notevoli contributi alla ricostruzione di una storia cominciata a Cafarnao, fra gli imperi di Augusto e Nerone, e non ancora terminata: dall'ampia casa di Pietro in Galilea, dove Gesù fu ospitato, fino alla sua tomba, rinvenuta sotto l'altare maggiore della basilica di San Pietro, mai adeguatamente analizzata e valorizzata, e coincidente con il "trofeo di Pietro" descritto dal presbitero Gaio.
Il mistero di Pietro, pescatore, primo apostolo, pietra angolare della Chiesa cristiana: un uomo mite, illetterato, di umana debolezza, eppure, alla morte di Gesù, capace di prendere le redini di una comunità che individuerà nel suo magistero la più alta carica, quella di pontefice. Un uomo la cui biografia è costellata di momenti oscuri: chi era realmente Pietro? L'archeologia offre notevoli contributi alla ricostruzione di una storia cominciata a Cafarnao, fra gli imperi di Augusto e Nerone, e non ancora terminata: dall'ampia casa di Pietro in Galilea, dove Gesù fu ospitato, fino alla sua tomba, rinvenuta sotto l'altare maggiore della basilica di San Pietro, mai adeguatamente analizzata e valorizzata, e coincidente con il "trofeo di Pietro" descritto dal presbitero Gaio.
Il problema del male e della sofferenza innocente ha sempre interrogato l'essere umano. Ma negli ultimi tre secoli questo problema è diventato domanda sulla bontà e sull'esistenza stessa di Dio: come può un Dio buono permettere questo? Il libro biblico di Giobbe ripropone il grido di Giobbe che chiede a Dio conto delle sue azioni. Quando, verso la fine del libro, compare Dio, non fornisce nessuna risposta alle domande di Giobbe. Lo mette davanti allo spettacolo della creazione che rimanda a una presenza creatrice. Con Gesù, volto concreto della misericordia del Padre, è entrata nella storia una Presenza buona che ci permette di guardare in faccia le nostre sofferenze nell'orizzonte delle sofferenze assunte dal Figlio di Dio. Anche oggi possiamo imbatterci in persone che vivono la loro malattia con una serenità che ci interroga. «Come fanno a vivere così?».
"Ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche" (Mt 13,52). La storia del popolo d'Israele è fondamentale per comprendere Cristo. È una storia fatta di tempo e di spazio nella quale si documenta il dramma del rapporto tra l'infedeltà dell'uomo e la fedeltà di Dio che sempre trova una nuova via per realizzare il suo sì alla creazione e compiere l'attesa dell'uomo. Leggere l'Antico Testamento a partire dal suo compimento in Cristo non è "violentarlo", come suggerirebbero alcuni, ma permette di arrivare alla sua vera intelligenza, alla sua vera comprensione, come fu per i discepoli di Emmaus. I testi raccolti in questo volume sono frutto di una lettura dell'Antico Testamento nata dalla convivenza dell'autore alla "corte del re". Come lo scriba divenuto discepolo di Cristo, di cui parla la parabola, egli estrae cose vecchie e nuove dal suo tesoro, la vita della Chiesa, corpo di Cristo, città del grande re.
Un ragazzo del XXI secolo, cresciuto in un contesto non cristiano, che ha abbracciato da poco la fede, alle prese con i problemi di ogni giorno: il suo primo amore, le domande sulla vita e sulla morte. E un biblista in viaggio di studi tra Roma, Oxford, Harvard e Dublino, con il desiderio di rispondere ai tanti giovani incontrati sul suo cammino, incuriositi da uno dei testi più noti e meno conosciuti della storia: la Bibbia. Di cosa parlano davvero quelle pagine? E perché parlano proprio a noi, ora? Un epistolario di quarantun lettere, brevi e dirette, che penetrano alcuni dei passi più significativi e discussi dell'Antico Testamento. L'Autore condivide il suo amore per le Scritture e intreccia le attese e le inquietudini del suo giovane amico con le pagine sulla Creazione, le vicende del popolo di Israele, le parole dei profeti e dei libri sapienziali. Racconti di sorprendente attualità, perché svelano come è fatto il cuore dell'uomo di ogni tempo. E accendono il desiderio di incontrare oggi lo sguardo di un Uomo, la cui attesa attraversa tutte le pagine di quello strano libro che è la Bibbia.
Con questo primo volume si inaugura la nuova edizione interamente rinnovata di un'introduzione sulla quale si sono formate generazioni di studenti e di cultori della Bibbia. Nella nuova versione l'autore della prima parte, riservata all'archeologia e alla geografia (Joaquín González Echegaray) è lo stesso della versione precedente, mentre le altre due parti sono state affidate ad autori nuovi (Francisco Varo si è fatto carico della storia, Ignacio Carbajosa è autore della sezione dedicata al testo e alla critica testuale). La parte che tratta dell'archeologia si arricchisce ora anche di utili carte geografiche; la parte storica espone la storia dell'Israele antico secondo i criteri interamente ripensati nella ricerca dell'ultimo ventennio, mentre la terza e ultima parte è opera di uno specialista del settore che illustra - anche con dovizia di esempi - la problematica e l'utilità dello studio critico dei testi e dei materiali originari per una lettura della Bibbia che miri a una consapevolezza libera da pregiudizi e al piacere del testo antico.

