
Questa edizione della lettera agli Efesini è un commentario di taglio scientifico che offre uno studio originale sulla struttura letteraria del testo. Nel testo si trova l'analisi esegetica dettagliata di tutto il libro e la metodologia che adotta non solo il metodo storico-critico, ma anche l'analisi retorico-letteraria; una nuova traduzione e una spiegazione del testo, a un tempo scientifica e sapienziale. A cura di S. Romanello.
Questo commento alla Lettera agli Ebrei e alle cosiddette Lettere "cattoliche" intende guidare i giovani studiosi e le persone culturalmente preparate ad accostarsi agli scritti del Nuovo Testamento in modo intelligente e critico. Con questo intento, il testo di ogni lettera è commentato brano, per brano in modo da evidenziarne l'articolazione logica o retorica, chiarire il significato delle parole e delle espressioni e farne così risaltare il significato teologico. Alla base del commento è la traduzione italiana della Bibbia Cei (2008).
Il cofanetto propone in un unico CD formato MP3 le cinque conferenze del card. Gianfranco Ravasi, già disponibili in audiocassette, che commentano la Lettera agli Ebrei:
1. I molti interrogativi che s'affollano intorno alla «Lettera»;
2. Cristo tra gli angeli: la cornice generale (cc. 1-2);
3. Cristo Sacerdote fedele e misericordioso (cc. 3-5);
4. L'antico sacerdozio e l'autentico sacerdozio di Cristo (cc. 6-10);
5. Fede e amore, le due vie per seguire Cristo (cc. 11-13).
Note sull'autore
GIANFRANCO RAVASI, del clero ambrosiano, biblista di fama internazionale, autore di opere scientifiche e grande divulgatore, dal 2007 è presidente del Pontificio consiglio della cultura e delle Pontificie commissioni per i beni culturali della Chiesa e di archeologia sacra. È stato creato cardinale da Benedetto XVI nel concistoro del 20.11.2010. Predicatore agli esercizi spirituali in Vaticano nel 2013. Noto esegeta, già prefetto della Biblioteca Ambrosiana, è autore tra gli altri di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, 3 voll., EDB, Bologna 1983; Il Cantico dei cantici, EDB, Bologna 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni, sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche da lui tenute al Centro culturale S. Fedele di Milano (circa 50 titoli, sull'Antico e sul Nuovo Testamento).
La Lettera agli Ebrei è ormai comunemente ritenuta un'omelia della chiesa primitiva verosimilmente proclamata in una celebrazione liturgica. Gli ascoltatori iniziali sono da identificare con una comunità già cristiana da una o due generazioni, che, negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della guerra giudaica (66-70 d.C.), sperimentava l'acuta problematicità del rapporto con il giudaismo e, in particolare, con le sue istituzioni sacerdotali e cultuali. Secondo l'intento della collana, il presente volume è una valida proposta di lettura, interpretazione e attualizzazione di questa ricca pagina biblica: 1. Lettura: il testo neotestamentario è disposto in modo strutturato e con utili rimandi tra i versetti corrispondenti, sono così evidenziati gli indizi letterari più significativi e i loro concetti fondamentali; 2. Interpretazione: l'intento è quello di evidenziare un percorso interpretativo con linguaggio semplice e divulgativo, senza soffermarsi sulle molteplici ipotesi esegetiche dei vari studiosi; 3. Attualizzazione: vengono proposti spunti che possono essere ripresi in una meditazione personale o in un percorso di catechesi e di ascolto della Parola di Dio.
Destinatari
La collana è rivolta in primo luogo ai gruppi biblici e di ascolto della Parola di Dio; quindi a movimenti e associazioni ecclesiali di varia natura, che intendano porre delle basi sicure alla loro spiritualità. Frutto di un percorso sperimentato di 'scuola della Parola', il libro offre 'cibo solido' a tutti quei cristiani adulti, che non si accontentano più del 'latte' della catechesi ricevuta nell'infanzia o nell'adolescenza.
Autore
Franco Manzi ha studiato alla Facoltà teologica dell'Italia settentrionale (Milano) e ha conseguito poi la licenza e il dottorato in scienze bibliche (1991-1997) e il dottorato in teologia (1997-1999) nelle Pontificie Università Romane, e il titolo di élève titulaire de l'École Biblique di Gerusalemme (1992-1994). Il suo interesse per l'Epistola agli Ebrei è all'origine di numerosi contributi, tra cui va ricordata la monografia su Melchisedek e l'angelologia nell'Epistola agli Ebrei e a Qumran (Pontificio Istituto Biblico, Roma 1997). Docente di Nuovo Testamento e di lingua ebraica nel Seminario arcivescovile milanese e di Antico Testamento nella Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, collabora con varie riviste di esegesi biblica, teologia, liturgia e pastorale.
Introduzione e commento all'unica Lettera paolina che tratta del sacerdozio e del sacrificio di Cristo.
La lettera agli Ebrei, secondo una ormai nota espressione di E. Grässer, non è una lettera, non è di Paolo, né è stata inviata agli ebrei. È invece un magnifico e dotto "discorso di esortazione" (cfr. Eb 13,22) sul sacerdozio di Cristo, messo per iscritto e poi inviato a cristiani vittime di opposizioni e persecuzioni, bisognosi di una parola di incoraggiamento e di consolazione per rimanere saldi in Gesù, "autore e perfezionatore" della loro fede (12,2), unico mediatore tra Dio e gli uomini. Il titolo "Agli Ebrei" (Pròs Hebraíous) non fa parte dell'opera, ma è stato aggiunto successivamente. Infatti, non c'è alcun riscontro nel testo di questo nome o di quello di "giudei" oppure di "Israeliti", né ci sono allusioni a pratiche loro proprie come la circoncisione. Inoltre, non è indicata la regione in cui i destinatari vivono, né le loro origini etniche. Non si sottolinea, altresì, alcuna distinzione tra giudei e pagani. Ciò che è certo è che il predicatore si rivolge a dei cristiani (cfr. 3,14) - e cristiani di lunga data (cfr. 5,12) - i quali sono esortati a rimanere saldi nella fede in Cristo contro tendenze giudaizzanti di ritorno. Proprio questo aspetto, insieme a una conoscenza approfondita del culto giudaico, ha fatto pensare che l'autore si rivolgesse alla comunità di ebrei.
Questa grande lettera, posta sempre in fondo all'elenco delle lettere paoline, non è di Paolo ma di un ignoto autore, probabilmente della cerchia dei discepoli di Paolo, di notevole personalità e cultura. Gli "Ebrei" destinatari sono cristiani provenienti dal giudaismo, forse viventi a Gerusalemme, a contatto del culto e del tempio, cui si fa costante riferimento nella lettera, e tentati di ritornare alla loro fede ebraica. Il contenuto della lettera verte sul rapporto tra Cristo e l'ordinamento religioso ebraico, tra il suo sacerdozio e quello di Aronne, tra il suo sacrificio redentore e i sacrifici del tempio, tra l'antica e la nuova alleanza. È chiaro dunque che la dottrina cristologica costituisce l'aspetto più rilevante di questa grande lettera. La conseguenza da trarre è che davanti a un sommo sacerdote come Cristo, mediatore di una migliore alleanza, è impensabile tornare alle ombre dell'Antico Testamento. La lettera si articola perciò spontaneamente in una parte dottrinale-dogmatica (1,1 - 10,18), alla quale fa seguito una parte parenetica, con l'invito a perseverare nella fede abbracciata e a praticare le virtù cristiane (10,19 - 13,16). Seguono, come conclusione, alcuni ammonimenti, notizie e auguri (13,17-25).
UNA RICCA RICERCA E COMMENTO ESEGETICO SULLA LETTERA AGLI EBREI CONDOTTA DA UN BIBLISTA AMERICANO . UN COMMENTO ALLA LETTERA AGLI EBREI PROFONDO E RICCO DI SPUNTI E RIFERIMENTI STORICO-ESEGETICI COSTRUITO GRAZIE AD UN OPERA MONUMENTALE DI RICERCA CONDOTTA PRESSO LA SOUTHERN METHODIST UNIVERSITY DELL'INDIANA, L'UNIVERSITA NOTRE DAME DI P ARIGI, IL PONTIFICIO ISTITUTO
Ebrei è un magnifico documento del Nuovo Testamento. È costruito con maestria, è teologicamente profondo ed efficacemente argomentato. Sfida la nostra comprensione della realtà e ci "fa riflettere su un mondo in cui l'invisibile è più reale, più pregnante e più affascinante di ciò che si può vedere, toccare e raccontare". La Lettera, che dipinge splendidamente Gesù come Figlio di Dio e grande sommo sacerdote, che è a un tempo divino e umano, crocifisso ed esaltato, chiama i credenti di oggi, come fece per i primi lettori, a un impegno senza se e senza ma a una tenace perseveranza e a una determinazione a soffrire per la propria fede.