
La lettura dei vangeli è per gran parte dei cristiani prevalentemente liturgica. Ci siamo dimenticati che i vangeli sono anzitutto un grande racconto della vita di Cristo e che solo leggendoli in questa prospettiva essi potranno liberare il loro messaggio e illuminare la nostra concreta esperienza esistenziale. In particolare ciò che caratterizza il vangelo di Marco analizzato in queste pagine è l'eccezionale tensione che lo percorre: è un testo costruito a incastro, una struttura in cui due episodi possono ricevere luce l'uno dall'altro, con brevi e incalzanti unità narrative, in cui Gesù è continuamente in movimento, inafferrabile nella sua identità, non racchiudibile in schemi classici e spiazzante per il lettore. Con il suo commento puntuale e illuminante Enzo Bianchi ci svela come il messaggio universale del vangelo possa divenire per ciascuno un'intensa occasione di confronto con la propria storia.
Nella prima chiusura del suo Vangelo, è Giovanni stesso a ricordare ai suoi lettori il senso di ciò che ha scritto: si tratta di un viaggio dentro la fede e in vista della fede in Gesù. Lo scopo è portare a credere in lui e ricevere in questo modo la sua vita. Tra le modalità originali del suo modo di raccontare, Giovanni ama descrivere gli incontri tra Gesù e alcuni personaggi che in modo più o meno prolungato si intrecciano col suo cammino. Attraverso di essi il lettore-discepolo si può identificare, riconoscendo le proprie paure, i propri dubbi, le proprie resistenze al suo essaggio, ma anche l'incredibile forza della propria fede. Ecco allora la scelta della lectio di quest'anno: incrociare alcuni personaggi che incontrano Gesù come figure viventi della fede, per entrare nel suo mistero e provocarci a prendere una decisione, proprio come è accaduto loro.
Primo volume di un progetto di collaborazione con la Caritas Italiana per la formazione degli operatori della pastorale della carita'. Con percorsi di lectio divina.
Questo volumetto riporta le trascrizioni di sette lectiones divinae, tenute a Reggio Calabria nell'anno 1987-88, nelle quali si affronta la lettura diretta e puntuale di tutto il testo biblico. L'autore è convinto che la teologia dell'alleanza, del culto, del sacerdozio e dei sacrifici, sia carica di messaggi fecondissimi e chiarificatori per quanto riguarda lo svolgimento di tutta la storia della salvezza, fino alla novità del mistero cristiano. Mentre tutto si compie nella rivelazione gloriosa della santità del Dio vivente, il Levitico ci soccorre con la sua paziente pedagogia per orientarci nel discerimento di quei percorsi che si aprono là dove gli uomini ritrovano la loro vocazione alla vita.
Il cammino della Chiesa italiana verso il Convegno di Verona (ottobre 2006), incentrato sul tema della speranza, è ritmato dalla Prima Lettera di Pietro. Essa guida i cristiani a vivere la fede con dignità, a rendere la speranza evidente consapevolezza, a guardare al fine ultimo della vita equipaggiati da una profonda conoscenza della verità che Gesù Cristo ha rivelato. L’autore, il cui testo trae origine da un corso di esercizi spirituali, rilegge la Lettera scegliendo in progressione alcune parole tematiche, che costituiscono altrettante pietre angolari dell’edificio cristiano. «Appare assai utile un sussidio come questo, sapientemente intessuto dalla competenza e dell’esperienza di mons. Carlo Mazza, congiungendo insieme sicuri riferimenti esegetici a sviluppi spirituali, a loro volta nutriti da richiami alla tradizione ecclesiale, al magistero ecclesiale contemporaneo, a sicuri autori di dottrina spirituale» (dalla Prefazione di mons. G. Betori).
Sommario
Prefazione (mons. G. Betori). Premessa. La fede. La salvezza. La santità. La Parola. La Chiesa. La libertà. Gesù. L’etica. Le relazioni. La speranza. La grazia. Il peccato. La responsabilità. La sofferenza. Il compito. La gloria.
Note sull'autore
Carlo Mazza (1942), sacerdote della diocesi di Bergamo dal 1968, dal 2007 è vescovo di Fidenza. Ha conseguito la laurea in teologia presso la Pontificia Università Lateranense dove ha insegnato teologia e spiritualità del pellegrinaggio. È stato direttore dell'Ufficio Nazionale della CEI per la pastorale del tempo libero, turismo e sport e cappellano della squadra italiana alle olimpiadi. Insegna all'università di Milano Bicocca nel corso di laurea di scienze del turismo e comunità locali. Presso le EDB ha pubblicato Il dono del pellegrinaggio (1999), Santa è la via (1999) e il manuale Turismo religioso (2007).
L'uomo è ciò che mangia. Ma non tanto con la bocca o con l'occhio, quanto con l'orecchio. È la parola, implicita o esplicita, che rende ogni cibo buono o velenoso. L'autore tocca, in modo unitario e semplice, i temi che hanno caratterizzato l'arco della sua ricerca: parola e realtà, interpretazione e comunicazione, discernimento e libertà, compassione e comunione nella diversità. Al centro c'è la riflessione sull'esperienza di quarant'anni di catechesi biblica, offrendone i fondamenti teorici e la descrizione di come avviene e cosa produce. La sua proposta di lettura antropologica della Bibbia, valida per qualunque testo, è impregnata di simpatia per l'umanità dell'uomo d'oggi, sempre più ricca di opportunità e sempre più esposta a precarietà. Uno diventa la parola che ascolta: a una certa età, è responsabile della faccia che ha.
La Lettera ai Filippesi è stata scritta da san Paolo lungo il suo terzo viaggio apostolico, verso il 56, probabilmente mentre era prigioniero a Efeso. Qui, in un momento di difficile tribolazione, sente vicinissima la solidarietà dei suoi cari fedeli di Filippi, solidarietà che egli aveva sperimentato più volte, in una catena di affettuosa attenzione che lo rendeva dolcissimo. Questo libro nasce dal cuore pastorale dell'autore, che nel partire dalla Diocesi di Locri-Gerace per trasferirsi a reggere la cattedra arcivescovile metropolitana di Campobasso-Baiano, ha voluto lasciare questo ultimo prezioso gioiello ai suoi cristiani. Nel donare queste riflessioni, ripercorre gli anni vissuti tra la sua gente, per una lezione di vita che si fa insegnamento spirituale intenso. Il libro è completato da racconti di Bruno Ferrero, che attualizzano le tematiche e aiutano nella riflessione.
Fausto Gianni, nel presente volume raccoglie tutti i suoi scritti, editi ed inediti, di argomento religioso (gli ultimi quattro della breve silloge sfiorano temi di livello teologico), notevoli per il loro ardimento speculativo. Se si eccettuano quindi tali ultimi, tutti gli altri si riferiscono a episodi evangelici noti. Essi sono interpretati e arricchiti da una testimonianza immaginifica che la personale memoria storica dell'autore, ricchissima di capacità intrinseca ed effusiva, sa evocare, recuperando per il lettore il fascino dell'immediatezza scenica e la complessa valenza psicologia dei personaggi e offrendogli un autentico gioiello dalle cui facce prismatiche filtra la luce dell'eterno e del mistero che lo coinvolge a meditazione profonda, congiunta, spesso, a un interiore ineffabile appagamento.
L'estetica della Bibbia potrebbe essere un campo di studi molto ricco e di grande interesse, ma gli studiosi di estetica oggi lo curano assai poco. Questo saggio ne discute la possibilità e sviluppa, come esempi particolarmente significativi, quattro nuclei tematici: l'estetica della creazione, la questione delle immagini, la poesia come preghiera e la sapienza come arte.
Sono necessari, più che mai oggi, nuovi orizzonti di lettura della Bibbia, capaci di aprire al dialogo autentico, alla trasformazione, alla pace.
In questo senso le intuizioni del grande filosofo e teologo Raimon Panikkar sono imprescindibili: si pensi alla necessità del dialogo intrareligioso e alla visione cosmoteandrica, Dio-Uomo-Mondo.
L’Alleanza delle religioni è una realtà simbolica, mistica, non solo un’aspirazione o un’utopia. Un’immagine può significarla: l’arcobaleno, “segno di alleanza”. E la Bibbia ne è un colore, così come ogni religione e tradizione, scritta o orale, che sia.
Al centro è l’armonia, che non toglie le differenze, ma che pure fa danzare insieme gli uomini – di ogni razza, credo ed età –, il cosmo e il mistero divino.
Il saggio si apre a nuovi orizzonti di lettura della Bibbia. Al centro questioni decisive per il nostro tempo quali la pace, il dialogo, l’interpretazione (di un testo sacro, ma anche della realtà stessa).
Due movimenti, diversi e complementari, sono indispensabili: uno sguardo in profondità nella propria tradizione (ebraica, cristiana) e insieme un’apertura reale ad altre visioni del mondo (l’Oriente e non solo).
In questa direzione i contributi dell’ermeneutica di Raimon Panikkar sono fondamentali: basti pensare al dialogo intrareligioso, all’intuizione cosmoteandrica, al superamento del «mito della storia».
Aprirsi all’“altro” non significa rinnegare le proprie origini: il patrimonio della “radice ebraica” è essenziale e da approfondire. L’“albero biblico” non va sradicato, ma trapiantato con la parte migliore del suo luogo natio, in modo che possa attecchire al proprio terreno in un nuovo ambiente, con reciproco arricchimento.
Il misterioso personaggio di Melchisedec, «re di Salem» e di pace, che benedice Abramo (Gn 14, 18-20), ci conduce a un’altra intuizione fondante del saggio: quella dell’Alleanza mistica delle religioni. La Bibbia sarebbe un colore di questo “arcobaleno cosmico”. E così ogni religione, scritta o orale, senza mai dimenticare la tradizione secolare.
L’approccio non è solo teorico: il libro presuppone una prassi e ad essa invita. E soprattutto vuole suggerire processi liberatori, nell’ambito umano, interiore, religioso.
L'incontro con le culture è oggi diventato un fatto quasi ovvio. Non occorre andare più 'altrove' per incontrare lingue, modi, usanze tra loro diverse, che possono far nascere conflitti. Più di un tempo, sorge la domanda sul valore universale dei concetti e, ancor più, dei sistemi etici. Il testo risponde a tali questioni con uno sguardo ermeneutico, a somiglianza di un lettore che si accosta ad un mondo testuale da lui diverso, nello stesso tempo lasciandolo parlare e facendolo proprio.

