
Nell'anno giubilare della speranza, p. Giancarlo ci accompagna in un cammino verso quella luce capace di illuminare ogni cosa: “un cammino verso la luce non a basso prezzo: la vita è lotta contro un avversario che sappiamo forte e astuto da affrontare, nella consapevolezza della propria debolezza, senza cedere all’ansia della vittoria e senza resa al darsi per vinti. Semplicemente affidati all’Amore più forte dell’odio e alla Vita più forte della morte… e questo in un tempo in cui, alle Chiese in difficoltà, è richiesto non di chiudersi in corporazioni risentite e ostili ma, come i discepoli di Emmaus, di ritornare a Gerusalemme, al cuore del Vangelo e dell’uomo”. La speranza è attesa di vita e di spirito nuovi; “o dobbiamo arrenderci alla costatazione che non aspettiamo più niente? Ne va della qualità della vita. Tema attualissimo ove chiara è la percezione di abitare un tempo orfano di speranze di grande respiro, di progettazioni sistematiche, di sospetto sull’idea stessa di progresso affidato alla scienza e alla tecnologia, affidandosi a leaders improbabili e all’illusione di colmare il vuoto con il successo, il denaro e il lusso ostentato. É verso questo mondo che, le religioni e la Chiesa, sono debitrici della loro riserva di speranza”.
"Sono uno che cerca frammenti di luce", dice padre Giancarlo di sé. Ogni poesia di questa raccolta documenta un tratto del suo cammino, è lo specchio di uno stato d'animo, di una emozione, di una percezione. Sono poesie che volano dentro e volano in alto insieme, e in questa traiettoria si comprende perché, come destinataria dei suoi versi, abbia scelto una rondine. Ogni rondine è fedele al suo migrare, anche se non ne conosce i motivi.
Così padre Giancarlo segue la sua rotta senza poter comprendere tutto, ma con uno sguardo di fiducia rivolto verso un cielo che ha saputo farsi terra e verso un Dio che ha incontrato Come Uomo.
"Tu, chi sei?", è la domanda che gli interlocutori pongono a Gesù. "Io sono", è la risposta che Gesù declina nel corso di tutta la sua vita. Nel Vangelo secondo Giovanni "Gesù non è un mediatore della vicinanza di Dio, ma la presenza stessa di Dio, il suo volto; non è un paradigma alto dell'umano, ma l'uomo in verità". Dal "Tu, chi sei?" prende così forma e si svela la domanda da sempre presente nelle nostre profondità: io chi sono? Noi chi siamo? L'autore ripercorre il quarto vangelo per accompagnarci di fronte a quell'"Io sono" che può illuminare l'essere umano, mendicante di luce.
Queste pagine, stralciate dal settimanale Toscana oggi e completate, nascono da un appuntamento settimanale con una pagina di Vangelo. Occasione che ci viene presentata per un proficuo riposo e un alleggerimento da ciò che appesantisce, intristisce e istupidisce, e che viene offerta dalla presenza di un Tu che ci guarda con fiducia, speranza e amore, rivolgendoci parole di sapienza. Perciò l'esortazione a porre attenzione (Matteo 6, 1) alla proclamazione di "cose nascoste sin dalla fondazione del mondo" (Matteo 13, 35), "cose ora rivelate ai piccoli" (Matteo 11, 25).
Qui e ora Gesù entra nell'infelicità, in ciò che la origina, e suggerisce cosa fare per approdare a una felicità il cui compimento è l'ingresso nella beatitudine. Vuoi? Se sì la "tua gioia sarà piena" (Gv 15,11). La via si chiama Discorso della montagna e via della Croce, di cui le beatitudini sono il compendio.
Una compassione-misericordia attenta a un lebbroso, a un cieco, a un ingiusto, a un morto e a un popolo affamato di pane e di istruzione; un amore fino al pianto, fino a morirne e fino a ridare vita. Un Dio che in Cristo cerca alleati capaci di vedere, di toccare e di coinvolgersi con i poveri della terra. È questa la grande via d'uscita dal disumano per un vivere semplicemente umano, la via che ricolloca al centro del villaggio globale il povero e la compassione, via sottesa a ogni religione, politica, economia e cultura.
L'uomo è un viandante sempre alla ricerca di frammenti di senso, in particolare oggi che è collocato in una società pluralista e in un tempo di crisi. "Uomo, dove sei in rapporto a Dio, in rapporto all'uomo, in rapporto al creato, in rapporto alla morte e in rapporto a te stesso?": nel rispondere a tali domande, l'autore ci conduce in un viaggio verso la scoperta della verità che abita ognuno di noi, nella ricerca di una strada per giungere alla nostra piena umanizzazione.
«Vi abbiamo suonato il flauto» (Luca 7, 32), flauto che è l'annuncio evangelico domenicale, sembra dire con questo libro Giancarlo Bruni; sotto tale immagine, per lo meno, appare la presente offerta di brevi considerazioni intorno ai testi evangelici lucani, che si leggono nel corso del ciclo C dell'anno liturgico. «Musica domenicale» la definisce l'Autore, «le cui note vanno declinate nei sei giorni della settimana», per gustarne a fondo la dolce melodia, recepirne l'armonia che avvolge lo spirito e conforta la fatica della quotidianità vissuta.
Il fenomeno migratorio, la questione economica e il problema ecologico sono al centro del dibattito umano, motivi di un conflitto che domanda apertura degli occhi, vale a dire presa di coscienza tradotta in capacità riflessiva, in duttilità, in coraggio decisionale e in partecipazione. L'esenzione non è ammessa. Ciascuno è chiamato a dare il suo contributo, la sua nota unica in vista di un bene che sia veramente comune, di tutti.
«Maria non è mai stata una causa di separazione tra le Chiese. Al contrario, essa ne è diventata la vittima, addirittura l'espressione esacerbata. Su di lei si polarizzano e in lei si riflettono numerosi altri fattori di disunione». In questo modo netto e deciso si esprime il documento ecumenico di Dombes sulla Madonna.
Di conseguenza Maria e la mariologia diventano illustrazione della questione ecumenica, di ciò che già unisce, del suo contenzioso, del suo evolversi e dei suoi arresti, in un coinvolgimento non solo dottrinale, ma affettivo e passionale, perché vi entrano in gioco la pietà, la devozione e la cultura.
Per costruire una mariologia che non sia «vittima» delle divisioni confessionali, il volume tesse pazientemente i fili dei dialoghi teologici sulla Madonna intercorsi tra tutte le Chiese, organizzando la materia in 5 grandi sezioni: approcci, documenti ufficiali internazionali, documenti ufficiali nazionali, documenti non ufficiali, prospettive.
Appunto le Prospettive conclusive, per i principi metodologici che enunciano, per le indicazioni teologiche condivise che propongono, per il consenso individuato nonostante la diversità delle tradizioni, indicano che anche in mariologia i dialoghi ecumenici hanno prodotto una teologia riconciliata che è già in se stessa un frutto non piccolo del movimento ecumenico.