
L'autrice ci fa conoscere il volto umano estremamente attuale di venti donne dell'Antico Testamento. Sara, Agar, Le due figlie di Lot, Rebecca, Le donne di Giacobbe, Dina, Tamar, Mirjam, la signora delle acque, Sipporà - Rahab, donna libera di Gerico, Deborah e Giaele, Anna, la graziata, Mical, figlia del re, Abigàil, la saggia, Betsabea, Tamar, Huldah, la profetessa. Donne tragicamente sole con i loro conflitti interiori, in lotta fra loro o insieme, in cordata, che, in un modo o nell'altro, cantano il loro inno alla vita.
Sacrifici umani e divinità: un tema presente nella letteratura del vicino Oriente antico, ma rifiutato dalla Bibbia. Eppure c'è il caso unico della figlia di Iefte offerta al Signore in cambio della vittoria del padre sugli Ammoniti. Possibile che il Signore accetti un così cruento atto oltretutto richiesto da parte di chi vuole ottenere un successo personale? L'episodio ha quindi dell'assurdo e Iefte risulta essere un "mostro". L'autrice ha studiato a fondo il "voto di Iefte" (Gdc 11,29-40) e, attraverso l'uso del metodo storico critico, l'analisi esegetica, l'esame della casistica del lessico e il confronto con i commentatori giudei e cristiani delle varie epoche, ha ricavato una lettura originale di questa che fino ad ora è stata considerata una delle pagine oscure della Bibbia. La figlia di Iefte infatti non è stata sacrificata secondo la prassi delle popolazioni coeve a Israele, ma è stata offerta al Signore. Anzi, lei stessa è protagonista attiva di questa offerta perché, dopo la struggente esitazione del padre, è proprio lei a voler espletare il voto fatto al Signore. La sua vita è stata dunque una "consumazione" davanti al Signore perché Iefte aveva specificato nel suo voto che la vittima sarebbe stata per il Signore (sarà per il Signore). Si deduce allora che la figlia di Iefte è una sorta di patrona di tanti uomini e donne che fanno della loro vita un'offerta che si consuma davanti agli altri e al Signore.
Il volume di Studi vuole onorare il prof. Marco Nobile in occasione del suo 75° compleanno.
La varia abbondanza dei contributi offerti vuole testimoniare della qualità di relazioni che Marco Nobile ha saputo intessere nel corso degli anni e, sebbene l’ambito di ricerca e insegnamento proprio del Dedicatario sia costituito dalla letteratura veterotestamentaria, spazia dall’Antico al Nuovo Testamento. Del resto, «un viaggio come lo studio teologico dell’AT è e deve rimanere un viaggio aperto e invitante. Innanzitutto perché per sua natura è aperto al NT; poi perché è il veicolo mediatore dell’incontro con Dio: l’AT non è soltanto la presentazione ai lettori del “sentito dire”, bensì anche il mezzo attraverso il quale “Dio possa essere visto con i propri occhi” (cf Gb 42,5)».
Narrazione della vita di Gesù con gli occhi di Maria.
Quella di Genesi 22, 1-19, il sacrificio di Isacco (= figlio del sorriso), è una delle pagine più inquietanti della Bibbia, sulla quale si sono misurati molti pensatori. Padre Innocenzo Gargano ha riletto questa pagina durante l'annuale raduno dell'Associazione "Figli in Cielo" che raccoglie genitori provati dalla prematura perdita di un figlio. Una rilettura profonda, ricca di elementi patristici, molto utile per chi vive lutti molto intensi, ma coinvolgente anche per chi desidera una riflessione non scontata su questa pagina. Molto interessante il capitolo introduttivo di iniziazione alla lectio divina e quello conclusivo che offre preziosi consigli per accostarsi alla Bibbia e in particolare ai Salmi.
"Il Figlio dell'Uomo" perché scrivere ancora su un tema tanto dibattuto, intorno al quale si sono pronunciati gli esegeti più autorevoli nell' arco di diversi decenni? La ragione della nostra scelta sta in una curiosità nata intorno a a un particolare all'apparenza marginale, un particolare appena citato durante il convegno internazionale "Il messia tra memoria e attesa" che si tenne a Venezia nel luglio 2003. In quella occasione, il biblista statunitense James Charlesworth ebbe dire: "Ogni studio sull'origine del figlio dell'uomo dovrebbe includere una discussione sulla presenza dell'espressione in Ezechiele". Abbiamo voluto riprendere la sollecitazione di Charlesworth per verificarne la validità alla ricerca di eventuali implicazioni che il riferimento al libro di Ezechiele potrebbe avere sulla lettura di "il Figlio dell'uomo" nel Nuovo Testamento. Ne emerge un quadro che trova nel libro di quel profeta la fonte più probabile da cui gli evangelisti ci pare abbiano attinto per delineare nella figura del Figlio dell'Uomo, la proposta di Gesù di fronte alle attese di Israele.
Dal 1982 fino alla sua morte, madre Anna Maria Cànopi ha tenuto quotidianamente una lectio divina per le sue suore, trasformandola in un commento completo alla Bibbia contestualizzato all'oggi. Queste lezioni, inizialmente scritte e poi registrate, sono state per anni accessibili solo all'interno del monastero. Oggi, grazie alle suore, il materiale è reso pubblico. Primo volume di una serie di tre profeti, dedicato a Geremia, esplora il suo ruolo di annunciatore di tragedia e speranza, offrendo una voce profetica potente, in particolare nel contesto del Giubileo.
Il volume nasce dal prolungato soggiorno dell’autore nei villaggi rurali mediorientali. Qui egli ha ritrovato intatte le antichissime tradizioni a cui faceva riferimento Gesù quando raccontò la parabola del figlio prodigo. Tale singolare esperienza gli ha permesso di osservare con occhi nuovi la pagina di Luca 15 cogliendone le tante sfumature nascoste. Forte di queste ricerche, l’autore commenta le tre parabole che compongono il cap. 15 di Luca: la pecorella smarrita, la dramma perduta, il figlio prodigo.
Nella seconda, l’autore offre il testo per un “dramma sacro” articolato nelle quattro scene della parabola: la mattina in cui il figlio minore chiede l’eredità (Scena Prima); il dialogo tra il prodigo e il guardiano dei porci (Scena Seconda); il ritorno riletto attraverso il dialogo tra il figlio minore e il servo (Scena Terza); il rifiuto del fratello maggiore e lo scompiglio che si viene a creare in casa (Scena Quarta). Il tutto è preceduto da un’ampia introduzione, ben curata, alla seconda edizione.
Kenneth E. Bailey, pioniere negli studi del Nuovo Testamento secondo un’ottica mediorientale, si è laureato in lingua e letteratura araba e in teologia sistematica con una tesi di dottorato di argomento biblico. Ha trascorso più di quarant’anni vivendo e insegnando Nuovo Testamento in Medio Oriente (dall’Egitto all’Iraq). Ministro presbiteriano, attualmente svolge il proprio servizio come canonico e teologo nella diocesi episcopaliana di Pittsburgh (USA.). Ha scritto diversi libri in inglese e in arabo, tra cui Poet and Peasant, Through Peasant Eyes e Jacob and the Prodigal.
in questa sezione
La parabola narrata da Luca e un vangelo nel Vangelo". Il teologo domenicano Rene Luneau la interpreta e la attualizza per noi. "
Lo Spirito unisce il discepolo al Cristo, facendo di lui, per l'adesione della fede alla parola di Gesù e per il battesimo, un essere nuovo "nato dall'alto", adoratore del Padre "in spirito e verità". Il cristiano, mediante il dono dello Spirito del Cristo Gesù, è figlio di Dio. In lui lo Spirito del figlio prega il Padre con la preghiera propria del figlio unico: «Abbà». Attesta così che il cristiano è figlio di Dio ed è amato con lo stesso amore con cui il Padre ama il suo proprio figlio.

