
Della madre di Gesù si sono impadroniti, nel corso dei secoli, i movimenti più retrivi e reazionari, e la sua limpida figura è stata inquinata da una pioggia di pseudo-apparizioni di una madonna sempre loquacissima, che affida misteri e segreti a persone d'ogni genere e che non manca di versare lacrime, magari di sangue, da statue di ogni continente. Con "Nostra Signora degli eretici" Alberto Maggi si rivolge invece a quanti vogliono riappropriarsi della figura di Maria in quella che è la sua reale essenza, e che desiderano riscoprire la sua stupenda figura per amarla come sorella nella fede. Solo in questo modo è possibile cancellare quell'aura che per secoli l'ha resa distante, inavvicinabile, inimitabile, per riuscire così a vedere Maria con gli occhi di un abitante di Nazaret, e Gesù con gli occhi di Maria e della sua famiglia.
Nel Vangelo di Marco il tema del gridare è presente, con sfumature diverse, lungo tutto l'arco della narrazione e si consolida attorno a figure ed episodi che si rivelano significativi, ricchi di fascino e attuali, soprattutto se letti in chiave comunicativa. Le numerose grida riportate dall'evangelista, pur essendo differenti per ambientazione, occasione, contenuto e scopo, accomunano diversi personaggi e descrivono una reazione che esprime un complesso inestricabile di sentimenti, spesso contrapposti. Il grido, infatti, a volte precede le parole, altre volte le veicola o addirittura le supera, ma sempre comunica uno stato d'animo, specchio di un particolare momento di vita, ed esprime il desiderio o la necessità di una relazione. Ogni grido, a prescindere dal soggetto che lo emette e dal contesto in cui è inserito, è un atto linguistico e come tale può avere interpretazioni differenti a seconda delle intenzioni con cui viene usato e delle circostanze nelle quali viene proferito. Il grido pertanto non dà solo contenuto a un atteggiamento, né descrive semplicemente un'azione, ma, uscendo dal testo, entra nell'oggi del lettore coinvolgendolo in un importante cammino ermeneutico.
Fatevi afferrare!
La vita è un procedere a tentoni. È un percorso ricco di inciampi, di occasioni per commettere errori, di ragioni per sentirsi colpevoli e dell’impulso a farcela da soli. La pressione a essere autosufficienti è forte, ma non è la vita che offre Dio.
Riuscite a immaginare di scambiare le vostre paure con quella pace che supera ogni comprensione? Essere rilassati e liberi invece che stressati e ansiosi? Se riuscite a immaginare di gioire di Dio invece che cercare di ripagarlo, allora potete immaginare la Grazia.
Perciò avanti tutta! Saltate giù dalla cima dell’autosufficienza. Levate l’àncora dalla colpa e dalla condanna. È l’unico modo per approdare nelle grandi braccia del Padre che vi ama, il Padre che vi afferra.
Nella stretta della Grazia basato sul testo della Lettera ai Romani, vi porta ad incontrare il meraviglioso messaggio del Vangelo.
Una raccolta di documenti a firma di due Autori – il giornalista Grzegorz Górny e il fotografo Janusz Rosikoń – sulle reliquie rimaste da dopo Gesù ad oggi. Una collezione frutto di studi archivistici, storici e di testimonianze apportate da scienziati di fama internazionale. Una vera e propria indagine giornalistica che identifica i frammenti sacri legati alla Passione di Cristo, alla sua morte, alla sua sepoltura.
Il testo è frutto di un’ampia meditazione di papa Francesco a partire dalla sacra Scrittura. Non si tratta di una riflessione sviluppata organicamente, ma di frammenti tratti da vari suoi interventi, nati in varie occasioni e qui disposti seguendo il succedersi del Vangelo di Luca.
Nono volume della collana Graphé, che si propone come corso completo di studi biblici di base. Il testo presenta i cinque scritti attribuiti a Giovanni: il Quarto Vangelo, le tre Lettere e l'Apocalisse. Appartengono a generi letterari diversi, ma li accomuna l'insistenza sulla testimonianza che il discepolo rende a Gesù Cristo. Il riferimento al passato si fonda sulla garanzia offerta dal testimone oculare, mentre nel presente e nel futuro lo stesso impegno di testimonianza è richiesto a tutti i discepoli, destinatari di tali opere. Questi cinque scritti sono dunque il risultato di un'esperienza entusiasmante di Chiesa che, nell'arco di 70 anni, ha custodito "ciò che era da principio" e l'ha trasmesso col contributo di molti, dando origine a un'opera corale e geniale.
Redatti verosimilmente negli anni 80-90, il vangelo e gli Atti degli apostoli si inscrivono in un vero progetto letterario e teologico: presentare il dispiegarsi e il compiersi dell'opera della salvezza nella continuità dei due momenti, che sono il tempo di Gesù (Vangelo) e il tempo della Chiesa (Atti degli apostoli). Prima parte di un magnifico racconto, il Vangelo di Luca è quindi inseparabile dagli Atti degli apostoli perché per l'evangelista il tempo di Gesù e il tempo della Chiesa, intesi come «tempi della testimonianza», formano due momenti dell'unica storia di salvezza
Apparire significa non essere, l'essere invece è e non ha bisogno di apparire. Di conseguenza chi non è, ostenta. Dio, però, non guarda ciò che guarda l'uomo, Dio scruta i cuori. A Lui non interessano le apparenze vane, ma le verità profonde che si muovono nell'animo umano. Diversamente dall'attenzione che troppo spesso l'uomo rivolge alla sola esteriorità, il discorso pervasivo che attraversa la Scrittura è molto più interessato a ciò che esso ritiene intimo e autentico.
La lettura dei vangeli da secoli non cessa di interrogare e illuminare chiunque vi si accosti con cuore disponibile a lasciarsi interpellare. Il segreto di luce racchiuso nella profondità delle loro pagine, tra le righe della loro accuratezza letteraria e tra le pieghe del loro coerente tessuto narrativo, non cessa di catalizzare l'attenzione di molti, credenti e non credenti, in un atto di lettura attento e ripetuto. Alcuni, non contenti di una semplice lettura direttamente in lingua moderna, in traduzione più o meno letterale o elaborata, cercano di accedere al testo originale per cogliere sfumature segrete che aprano in qualche modo ulteriore accesso al mistero. Altri ancora, desiderosi di riesprimere la percezione del mistero che ha incontrato la loro esistenza in un atto rivelativo di lettura, hanno tentato essi stessi una traduzione, che fosse capace di oltrepassare lo spessore della lettera per consentire, attraverso l'espressione poetica un riverbero dello spirito, del messaggio di luce racchiuso nel segreto della lettera. È lo scopo di quest'opera di traduzione poetica in endecasillabi a rima baciata del vangelo di Giovanni, il Vangelo per antonomasia del mistero e della profondità del Verbo incarnato. Essa invita l'attento e sensibile lettore a ripercorrere l'intera trama del Quarto vangelo, lasciandosi raggiungere dal tocco dell'espressione poeticae trasportare dall'energia ritmica del verso, per fare esperienza luminosa e gioiosa della Realtà in esso rivelata.
L’amore di Dio per il suo popolo è orchestrato nel Nuovo Testamento. La verità è sinfonica. Gesù è presentato come lo sposo e nelle parabole il Regno di Dio viene paragonato a un Re che prepara le nozze per suo figlio. Ai cristiani di Corinto Paolo ricorda che li ha fidanzati per presentarli a Cristo come una sposa casta. L’autore della Lettera agli Efesini paragona l’unione della Chiesa e di Cristo a quella del marito con la moglie. Per la prima volta in un contesto biblico si osa paragonare esplicitamente l’unione mistica tra Dio e l’uomo all’unione sessuale. È il mistero sponsale dell’Alleanza. La donna è dunque nella rivelazione biblica il segno della Chiesa-Sposa; essa rappresenta il popolo di Dio nel suo rapporto sponsale con Dio e Cristo. Dal punto di vista teologico, questo legame di alleanza costituisce, da una parte, il fondamento ultimo del sacerdozio maschile, ma dall’altra anche il fondamento della vera missione della donna nella Chiesa.
Scrivere un commento a un vangelo non è certo un'opera originale: ce ne sono di tutti i gusti, di tutte le taglie e di tutti i prezzi. Quelli davvero buoni spesso sono anche assai voluminosi. Ma chi ha il tempo di leggerli? Da qui l'idea di provare a concentrare l'ampiezza di vedute dei grandi commentari su Luca in un libro di proporzioni modeste che evitasse le discussioni degli specialisti ma offrisse i risultati a cui sono giunti. Cioè offrire la polpa e non la buccia o i semi delle discussioni. Queste pagine si propongono di accompagnare il lettore all'approfondimento del vangelo di Luca, avanzando delle questioni e suggerendo delle risposte. Un testo, infatti, ci apre le sue ricchezze solo se siamo in grado di fare delle buone domande e la Bibbia non fa eccezione.
È possibile raggiungere la pienezza del “divino” solo nella misura in cui ci impegniamo a conseguire la pienezza dell’”umano”; possiamo arrivare a essere “più divini” solo diventando “più umani”. Questa proposta deve invadere ed impregnare tutta la vita e l’attività della Chiesa: la sua teologia, il suo sistema organizzativo, la sua morale, le sue leggi, la sua presenza nella società e soprattutto nella vita e nella spiritualità dei cristiani.
È una proposta che deriva dal centro stesso della fede cristiana: il Dio del cristianesimo è il “Dio incarnato”. Cioè il “Dio umanizzato” che si è fatto conoscere in un essere umano, Gesù di Nazareth. Ma nella storia del cristianesimo di fatto l’umanità di Gesù e le sue conseguenze sono state più difficili da accettare della divinità di Cristo. Questa difficoltà porta direttamente a dover affrontare questa domanda: chi occupa realmente il centro della vita della Chiesa, Gesù ed il suo Vangelo o san Paolo e la sua teologia? Non si tratta della vecchia questione su chi abbia fondato la Chiesa. La Chiesa ha la sua origine in Gesù. La Chiesa ha quindi il suo centro in Gesù, il Messia, il Signore, il Figlio di Dio. Ma, detto ciò, non si può schivare quest’urgente domanda.
A partire da questa si materializzano altri interrogativi: da dove e da chi si sono presi i grandi temi che si propongono e si spiegano nella teologia cattolica? Su cosa o come si giustificano il culto, i riti e in generale la liturgia che si celebra nei nostri templi? A partire da chi e da quali argomenti si legittima il modo di governare che si esercita nella Chiesa? Quale modalità di presenza deve avere la Chiesa? Perché il cristianesimo appare più come una religione e molto meno come la presenza del Vangelo di Gesù nel nostro mondo? Finché la Chiesa non affronta queste questioni e dà loro la dovuta risposta, non potrà recuperare la sua identità e compiere la sua missione nel mondo.