
Il volume intende porsi come utile e agevole strumento per avvicinarsi a un ambito di studi - la sociologia delle religioni - quanto mai denso di prospettive e di interrogativi su ciò che accade intorno a noi. La ricostruzione delle principali tappe del pensiero sociologico in tema di religione, dai classici come Comte, Durkheim, Weber, Simmel, ai nuovi paradigmi teorici, dalla scelta razionale alla teoria dei sistemi, assieme alla ricognizione dei principali metodi che vengono utilizzati per lo studio empirico dei fenomeni religiosi, fornisce al lettore un'esaustiva panoramica che spazia dal risveglio del sacro al ritorno delle religioni nello spazio pubblico e nelle contese etniche.
Mohamed Talbi è un intellettuale islamico internazionalmente conosciuto, professore onorario alla Facoltà di Scienze Umane di Tunisi, dove vive, con i suoi scritti ha contribuito alla conoscenza dell'Islam e al suo impatto sulla cultura contemporanea. Uomo di dialogo, scrisse un'opera con il filosofo ortodosso Olivier Clément. In questo breve testo presenta il Corano in ciò che ha di più universale, una parola per tutti e da cui tutti possono trarre alimento. Partendo dall'universalità del messaggio del Corano, l'autore tratteggia e mette in prospettiva i rapporti di Dio con l'uomo e l'universo. L'opera si rivolge ai credenti dell'Islam come ai non credenti o a credenti di altre religioni in un momento in cui con troppa facilità si pretende di leggere l'Islam secondo meccaniche prospettive politiche. Questo volumetto riconsegna l'uomo religioso dell'Islam, con cui ogni uomo è chiamato a mettersi in rapporto.
Il volume, in inglese, contiene l'elenco delle associazioni internazionali di fedeli che ricevono l'approvazione della Santa Sede.
Questi scritti tracciano il ritratto di uno dei piu significativi protagonisti della ricerca di pace del Congo.
Una presentazione chiara e sintetica del movimento che prese avvio da Martin Lutero e a cui s’ispirarono poi altri Riformatori protestanti, come Zwingli, Calvino, gli anabattisti e gli spiritualisti. Ne venne segnata tutta un’epoca, gravida di cambiamenti profondi per la vita ecclesiale, politica e sociale del Vecchio Continente e del mondo intero, i cui effetti in parte si fanno sentire sino ad oggi.
Dalla quarta di copertina:
La Riforma protestante, avviata dalle nuove idee teologiche di Martin Lutero, ebbe come conseguenza dei profondi cambiamenti nella vita ecclesiale, politica e sociale e può essere considerata il perno di una delle epoche più incisive della storia della Chiesa e della teologia. L’autore parla diffusamente del movimento avviato da Martin Lutero, a cui s’ispirarono poi altri Riformatori protestanti come Zwingli, Calvino, gli anabattisti e gli spiritualisti. Descrive inoltre la risposta cattolica datagli nel concilio di Trento, la differenziazione delle Chiese in confessioni diverse e l’interesse permanente degli stati dell’impero, malgrado la diversità religiosa, per l’unità politica del vecchio continente.
Comprendere è comprendersi; a partire da questa prospettiva il saggio affronta il linguaggio della morale e della spiritualità islamiche. La "scoperta" attraverso il linguaggio arabo-islamico dei valori morali e spirituali intende anche pagare il debito che il cattolicesimo deve all'islam dopo secoli non solo di disattenzione a questo patrimonio ma anche di contrapposizione rivolta a negare molti aspetti nobili della religione. Il saggio si propone di portare, mediante un primo approccio, alla conoscenza dei termini e delle formule strutturali con cui sono stati espressi interrogazioni, aspettative, orientamenti, linee di forze della virtuosità e della spiritualità della comunità e dei singoli soggetti. Due dimensioni parallele, spiritualità di base e spiritualità sufica, ma tendenti ad interagire, in quanto fondate ambedue sulle fonti coraniche e profetiche, sebbene orientate ad esperienze a diverso livello. Cogliere la specificità del linguaggio islamico significa anche prendere atto delle differenti prospettive (islamiche e cattoliche) e incrementare la volontà di ricerca degli uni verso gli altri.
"Da bambino leggevo questi racconti biblici con uno stupore misto ad angoscia. Immaginavo Isacco sull'altare, e piangevo. Vedevo Giuseppe principe d'Egitto, e ridevo...". A questo stupore e a questa angoscia Elie Wiesel fa partecipare i lettori di queste pagine. A partire dalle fonti bibliche e attraverso le leggende del Midrash, parla di alcuni grandi personaggi della Bibbia e riscopre il senso della loro storia con una interpretazione poetica e al tempo stesso problematica. Adamo, Caino e Abele, Abramo e Isacco, Mosè, Giobbe sono qui rievocati nella densità della loro umanità, nel significato della loro vita, nella perenne attualità del loro messaggio.
Nel febbraio 2006 scoppia in Europa l’affaire delle caricature di Maometto pubblicate su un giornale danese. Ancora una volta la libertà di espressione artistica si contrappone alla sensibilità religiosa, accendendo gli animi e provocando anche reazioni di pericolosa violenza.
Da qui parte François Bœspflug, teologo e studioso dell’arte religiosa, per intraprendere un’analisi precisa e documentata del modo in cui avviene (o non avviene) la raffigurazione del divino nelle tre grandi religioni monoteiste. Attraverso confronti e differenziazioni estremamente puntuali, Bœspflug mostra come l’ebraismo e l’islam siano accomunati da una forte restrittività nei confronti delle immagini sacre, fino al divieto assoluto di raffigurare Dio. Dal canto suo, il cristianesimo, pur avendo conosciuto nella sua storia gli eccessi dell’iconoclastia, è una religione intrinsecamente aperta all’immagine, nella quale la raffigurazione di Dio in Cristo gode anche della legittimazione autorevole di un concilio. Nelle parole di Bœspflug, «la credenza in un Dio che si è fatto uomo in Gesù Cristo ha scompigliato le carte» e ha permesso all’immagine di guadagnare uno statuto di dignità assente nelle altre due religioni abramitiche.
Ben consapevole del potere (e dei rischi) che l’immagine detiene, in virtù della sua eccezionale forza simbolica, soprattutto quando va a incontrare il senso del sacro e dell’identità culturale, Bœspflug si interroga su quale sia la strada da percorrere affinché la diversità dei modi di considerare la raffigurazione del sacro, amplificata dalla potenza dell’odierna ‘civiltà dell’immagine’, cessi di sfociare nella giustapposizione violenta e piuttosto trovi un registro di comprensione e di dialogo.
Rivolgendosi a tutti coloro che hanno a cuore il problema, e in particolare a chi, nelle nostre società fortemente plurietniche e plurireligiose, è chiamato a occuparsi di formazione e informazione, egli propone una ‘storia iconica’ di Dio, pluralista e comparativa, laica e documentata, che renda ragione della presenza e della funzione delle immagini nel percorso storico delle religioni e ponga le basi per un ‘codice di buona condotta’ che consenta di rispettare da un lato i valori tradizionali e dall’altro quelli delle democrazie moderne.
«L’ultima parola», conclude Bœspflug, «deve tornare all’affermazione della libertà nella dignità, nell’umorismo, nell’autocontrollo… e le grandi religioni hanno una lunga esperienza di queste qualità».
François Bœspflug (1945), domenicano, insegna Storia delle religioni presso la Facoltà di Teologia cattolica dell’Università Marc Bloch di Strasburgo. È autore di numerosi libri e saggi dedicati in particolare all’immagine sacra nell’espressione artistica, tra cui, tradotti in italiano, Il credo di Siena (1985), Dio nell’arte (1986), Arcabas (1992), Le bellissime ore (1998, con E. König).
L'espansione e la diffusione dell'Islam, che ha interessato tre continenti e un arco temporale di oltre un millennio, lo hanno messo in contatto con tradizioni artistiche assai diverse. Ne è conseguita una notevole varietà di scuole regionali che, nonostante le differenze, hanno mantenuto una fondamentale unità estetica che va ricercata nell'unitarietà della cultura religiosa. Il volume, corredato da un ampio apparato fotografico, fornisce alcune linee guida sulla nascita e lo sviluppo dell'arte islamica, analizzandone in particolare proprio le costanti, rintracciabili nelle strutture e nelle forme, nei vari decori calligrafici, floreali e geometrici. Ampio spazio è dedicato inoltre alla descrizione degli edifici, sacri e profani. L'architettura, infatti, volta all'esaltazione del Principe dei credenti nel suo doppio ruolo politico e religioso, è l'arte che più di ogni altra rende visibile la potenza dell'Islam.