
«Nel mio ministero episcopale sono più volte tornato sulla liturgia, nella convinzione che aiutare i battezzati e la comunità cristiana nel suo insieme a vivere una vita liturgica pienamente e consapevolmente partecipata vuol dire favorire l'impegno cristiano su tutti i fronti, dalla vita spirituale all'esercizio della carità, dalla missione evangelizzatrice al coinvolgimento sociale e politico»: così Bruno Forte descrive l'esperienza liturgica, rinnovata e riformata dal Concilio Vaticano ii. La liturgia introduce la comunità in una relazione unificante con il Padre: è il luogo in cui il singolo e la Chiesa sperimentano l'avvento sempre nuovo dell'amore, l'avvento di Cristo, dove sono raggiunti e trasformarti dalla presenza divina e si lasciano amare dal Padre. Il percorso si snoda attraverso i momenti della liturgia, dall'iniziazione cristiana all'eucaristia, dal sacramento del matrimonio fino alla domenica, giorno della Chiesa.
Un testo composto da due contributi sul tema attuale e concreto dell'omelia, nel suo contesto liturgico e nel suo valore per la vita ecclesiale comunitaria e personale. «Una intensa e felice esperienza dello spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita» (EG 135): così papa Francesco definisce, in Evangelii gaudium, l'omelia, nella consapevolezza di uno scarto da colmare tra l'ideale del desiderio e il limite della realtà, rispetto al quale il sentire del popolo di Dio non manca di far sentire la propria voce. Colui che predica viene a contatto consapevole con la forza performativa della Rivelazione, con la vitalità della Tradizione, con la presenza dello Spirito Santo, e riconosce, in questo orizzonte tutto pneumatologico, la possibilità storica che l'omelia contribuisca alla crescita e allo sviluppo della fede. L'omelia è ancora capace di suscitare la fede in chi ascoltam proprio in forza del suo legame con la stessa parola del Risorto e il mandato dato dagli apostoli? E allo stesso tempo, qual è il compito oggi dell'omelia rispetto al patrimonio comune (e non sempre comunitario) della fede? Infine cosa vuol dire nell'era della tecnica e dei social essere testimoni?
Sussidio per il mese di maggio 2020 contemplando il mistero di Maria nelle icone ortodosse: 31 icone guidano la meditazione giorno questo itinerario. personalità di Maria come solo la tradizione nostro Dio e Salvatore. delle icone ha saputo fare. Maria per la tradizione ortodossa è una donna a tutto tondo, così umana da aver condiviso con noi l'esperienza della morte (la dormitio) e così divinizzata da essere sempre salutata innanzitutto come la Theotokos, la Madre di Dio.
Nessuno saprà mai con certezza quanti rosari completi (all'epoca di 15 poste, oggi 20 per volontà di san Giovanni Paolo II) recitasse al giorno padre Pio. Padre Pio attribuiva grande importanza alla recita del santo Rosario per il suo valore teologale; definiva, infatti, questa preghiera: «La sintesi della nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l'esplosione della nostra carità». Il sussidio vuole aiutare, attraverso la recita del Rosario e le brevi riflessioni di san Pio da Pietrelcina, tratte dal suo Epistolario, a contemplare il volto di Gesù, nostro Salvatore, e alimentare nei cuori la fiducia e l'amore in Maria che per lui era: «La strada che a vita conduce», «la via per giungere al termine», «strada e via che lo conduce alla salvezza».
Giovanni Vannucci (Pistoia, 1913-Firenze 1984) dell’Ordine dei Servi di Maria, ha vissuto come protagonista silenzioso la storia del cattolicesimo italiano della seconda metà del ventesimo secolo, attraversandone con faticosa, dolorosa lealtà le contraddizioni e la crisi.
La sua grandezza è apparsa in tutto il suo rilievo solo dopo la morte, attraverso la pubblicazione postuma di una quantità di opere, di cui questa che presentiamo è certamente una delle più importanti. Sono qui raccolte le Lezioni sull’Alchimia e quelle sull’Anno liturgico che Vannucci tenne all’Eremo di San Pietro alle Stinche
nell’inverno 1980-1981: si tratta dunque di una delle ultime opere del religioso servita, frutto più maturo della sua lunga, appassionata ricerca a tutto campo nel regno dello spirito. Troviamo qui illustrata una tesi per molti versi paradossale e sconvolgente: la liturgia cristiana deriva dall’ermetismo antico, attraverso la mediazione dell’alchimia, verso la quale si ha perciò il grosso debito di aver mantenuto vivo, nascostamente, l’insegnamento della tradizione ermetica, da quando, con la chiusura della Scuola di Atene, la filosofia classica fu messa al bando dall’Impero romano diventato cristiano e braccio armato della Chiesa ormai vincitrice sul paganesimo. Seguendo questo filo conduttore, appaiono in una luce completamente nuova molte delle pratiche di quella liturgia cristiana cui l’uomo contemporaneo non partecipa più, anche perché non comprende nel suo vero, profondo significato.
Considerato da insigni studiosi l’opera più significativa della mistica cosiddetta renana, che ha in Eckhart, Taulero e, appunto, Suso stesso, i rappresentanti più noti, il
Libretto della verità è però anche una delle più complesse. Nell’arco di poche pagine esso affronta infatti, sotto forma di dialogo, alcuni dei temi speculativamente più ardui di quella radicale esperienza religiosa, che ha segnato in modo indelebile la storia della spiritualità. In che senso si deve pensare Dio come Nulla?
E in che modo l’uomo deve annichilire se stesso per farsi uno col Nulla divino? E questa unione dell’uomo con Dio fino a che punto cancella l’umanità? E, ancora, l’uomo così divinizzato è diventato impeccante, al di sopra del bene e del male, come sostengono i Fratelli del libero spirito, e come è stato imputato a Meister Eckhart?
A queste e ad altre simili cruciali domande, Suso risponde facendo uso di una razionalità molto fine, in grado di distinguere e comprendere insieme, senza contraddizione, anche le cose apparentemente contrarie; così il Libretto della verità anticipa la dialettica della coincidentia oppositorum di Nicolò Cusano (e poi di Hegel), mostrando la sua intima connaturalità col cristianesimo stesso – religione della umanità e divinità di Cristo – senza la quale esso non è veramente compreso.
Marco Vannini è il maggior studioso italiano della mistica tedesca, pre- e post-protestante, traduttore di Eckhart, della Teologia tedesca, di Valentin Weigel, Sebastian Franck, ecc. In questa stessa Collana ha pubblicato Contro Lutero e il falso evangelo (2017) e curato (con Giovanna Fozzer) Seicento distici di sapienti di Daniel von Czepko, Il pellegrino cherubico di Angelus Silesius (2018) e Scritti religiosi di Hans Denck (2019).
Davvero pochi sono ancora oggi i cattolici che vedono nell'eucaristia un sacramento del perdono. Eppure, per la tradizione vivente della chiesa l'eucaristia occupa un posto centrale nel mistero del perdono di Dio, è il sacramento della riconciliazione ecclesiale che edifica la chiesa pellegrinante nel tempo grazie anche alla sua azione sul peccato. Vi è una grande sintonia tra la teologia eucaristica di Jean-Marie Tillard e il magistero eucaristico di papa Francesco che non si stanca di ripetere che "l'eucaristia non è un premio per i buoni ma la forza per i peccatori".
Lo scopo di questa ricerca è quello di proporre una nuova ipotesi sull’origine del cero pasquale e il suo legame con il battesimo. L’uso del cero sorse nell’Italia settentrionale verso la fine del IV secolo, in un contesto ariano, e fu accolto a Roma, ma non nella liturgia papale, in concomitanza con la condanna del Pelagianesimo. Il punto di partenza dell’indagine è la colonna di porfido, che l’imperatore Costantino fece collocare nel centro della vasca nel battistero lateranense, elemento architettonico che sembra aver ispirato l’immersione del cero nel fonte. Questo rito vuole significare la discesa della grazia santificante sull’acqua per la rigenerazione dei neofiti. In alcune antiche tradizioni liturgiche, il legame tra il cero pasquale e il fonte battesimale venne reso più esplicito collocando la benedizione del cero dopo le letture e prima della benedizione del fonte. Nella liturgia romana, questo legame si allentò gradualmente, quando si cominciò a celebrare la veglia pasquale senza i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Recuperare l’intimo legame tra il cero e il fonte serve a render più esplicita l’altissima vocazione che i cristiani ricevono nel battesimo: diventare, per grazia, partecipi della vita divina (cf. 2 Pt 1,4).
Maria è la «donna del dolore», che Dio volle associata a suo Figlio come madre e partecipe della sua Passione. E così noi, come accompagniamo il Cristo redentore per la via dolorosa che conduce al Calvario, vogliamo anche accompagnare la Vergine Madre nei sentieri della sua sofferenza. La Via Matris si articola in sette stazioni, che rappresentano i sette dolori di Maria: la profezia di Simeone; la fuga in Egitto; la ricerca di Gesù a Gerusalemme; l'incontro con Gesù sulla via del Calvario; Maria ai piedi della Croce; la deposizione di Gesù dalla Croce; la sepoltura di Gesù.
Sono famosi, sono seguiti, sono il modo con cui papa Francesco comunica ogni giorno con milioni di persone: sono i tweet. Eucaristia ne ripropone alcuni che per il tempo pasquale aiutino a ritrovarsi e pregare davanti alla divina Presenza. Sono strutturati per essere brevi e immediati, quasi fossero un caffè da bere al mattino per dare alla giornata una carica rinnovata.
L'Annunciazione può essere testimonianza di incontro tra mondo cristiano e musulmano. L'arte può unire religioni e popoli. Una grande opera, in formato e in ricchezza di immagini. Il libro vuole testimoniare il profondo rapporto di devozione e affetto che lega i credenti all'Annunciazione; evento di salvezza e fonte di gioia, esso accomuna cristiani e musulmani nella devozione per la Vergine Maria. Ne sono testimonianza i testi cristiani e musulmani riportati nel volume e soprattutto la grande quantità di immagini, corredate da didascalie esplicative, di secoli e stili diversi, e di svariata provenienza: europee, asiatiche, africane, americane, cristiane e musulmane.
Un prezioso libriccino che presenta una breve storia di Bernadette Soubirous e delle apparizioni dell'Immacolata Concezione, le preghiere e le devozioni alla Vergine, una novena con proposte di attività, litanie, preghiere per il pellegrinaggio, preghiere composte con parole di Bernadette, poesie e preghiere di illustri devoti e visitatori come Pio XII e Giovanni Paolo II.