
La parola rete da sempre appartiene al linguaggio simbolico dei Vangeli. Gesù Cristo la usa come metafora, per mettere in relazione comunicativa tutti gli uomini e tutti i popoli della terra, unificandoli idealmente nell'unico popolo di Dio. Dal punto di vista culturale oggi "la rete" è la struttura che costituisce la piattaforma di internet: un luogo dove potenzialmente tutti, nel mondo, possono comunicare gli uni con gli altri, senza differenze. Questo volume esplora una serie di temi suggestivi, a partire dalle conseguenze del web sulla visione dell'uomo e della sua identità cristiana, e offre indicazioni pedagogiche e pastorali agli educatori e alle istituzioni educative.
La parola "rete" da sempre appartiene al linguaggio simbolico dei Vangeli. Gesù Cristo la usa come metafora, per mettere in relazione comunicativa tutti gli uomini e tutti i popoli della terra, unificandoli idealmente nell'unico "popolo di Dio". Dal punto di vista culturale oggi la "rete" è quella struttura che costituisce la piattaforma di Internet: un luogo dove potenzialmente tutti gli uomini del mondo, gli uni con gli altri, senza differenze, possono comunicare. In questo volume si affrontano varie riflessioni, dalle conseguenze della "rete" sulla visione dell'uomo e della sua identità cristiana, e si offrono indicazioni pedagogiche e pastorali per le istituzioni educative.
La guida si rivolge ai catechisti ed è uno strumento ricco di stimoli per la formazione personale del catechista e un itinerario per la pastorale dei ragazzi.
Rivista semestrale di teologia e antropologia della missione. In questo numero: - Cattolicita della missione; -L'annuncio missionario di Dio nell'Europa di oggi.
«Oggi non viviamo soltanto un’epoca di cambiamenti ma un vero e proprio cambiamento d’epoca» (Veritatis gaudium, 3): siamo più che convinti dell’affermazione, ma forse non vogliamo assumerne ancora tutte le conseguenze, né tanto meno accettare che il comportamento delle persone sia anzitutto guidato dalla visione culturale o dalla comprensione della realtà propria del gruppo al quale appartengono. Ad ogni modo, un mondo scompare e ne sta emergendo un altro senza che, per la sua costruzione, vi sia un modello prestabilito; i cristiani poi abbiamo un problema in più: eravamo gli artefici principali del disegno che sta dileguandosi e – quasi spontaneamente – non solo ci resistiamo a lasciarlo, ma non possiamo credere che sfugga anche a noi l’immagine del mondo che si deve costruire.
È la cultura a determinare in grande misura le nostre idee e i nostri comportamenti: lo si può affermare tanto nel caso di chi l’accetta come di chi invece l’attacca. Ecco perché il cambio epocale comporta logicamente un certo disorientamento generale del pensiero e della condotta, mentre si cerca di attivare tutti i processi d’interpretazione necessari per arrivare a una comprensione in grado di orientarci nella ricostruzione culturale in atto. Questo libro intende situarsi in tale ottica interpretativa, con il vivo desiderio di raggiungere l’obiettivo espresso nel sottotitolo: mostrare alcune «prospettive culturali e teologiche contemporanee». È però nel titolo, «Modernità e cambio epocale», la chiave dell’analisi, in quanto è proprio alla modernità che si deve attribuire l’assalto e demolizione del sistema più o meno fisso dei valori e delle finalità che credevamo possedere. In ogni caso, per comprendere il nostro presente, dobbiamo partire dall’Illuminismo moderno che, senza dubbio, costituisce la rivoluzione più significativa del mondo occidentale; in simile impresa, ancora risultano illuminanti le parole di I. Kant che invitano a uscire dallo stato di minorità: «Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!».
José Luis Moral è Professore Ordinario di «Pedagogia religiosa» nella Facoltà di Scienze dell’Educazione (Università Pontificia Salesiana di Roma), già professore di Pastorale Giovanile, Direttore dell’Istituto Superiore di Teologia «Don Bosco» di Madrid e della rivista «Misión Joven». Alcune pubblicazioni nell’ambito della pastorale giovanile: Giovani senza fede?; Giovani, fede e comunicazione; Giovani e Chiesa; Pastorale Giovanile. Sfida cruciale per la prassi cristiana (2018). Con la «Las» ha pubblicato: Ricostruire l’umanità della religione (2014), L’incontro con Gesù di Nazaret (2016), Cittadini nella Chiesa, cristiani nel mondo (2017).
Questo libro si pone in continuità con il precedente "Giovani senza fede? Manuale di pronto soccorso per ricostruire con i giovani la fede" e apre la strada al successivo "Giovani e Chiesa. Ripensare la prassi cristiana con i giovani". Nel complesso, i tre volumi ripensano la pastorale giovanile per ricostruire con le nuove generazioni i processi dell'educazione alla fede e la prassi all'interno della comunità cristiana. Questo volume offre quasi un "romanzo della storia di Dio con l'uomo" scritto in dialogo con i giovani. Attraverso lo scambio di idee dell'autore con i suoi studenti, il rapporto tra teologia e comunicazione assume il volto di quella particolare antropologia teologica della comunicazione sviluppata nel testo.
Il volume offre suggerimenti per ripensare e riproporre la pastorale giovanile nelle nostre comunità. E lo fa in forma tagliente, senza addolcire i toni, indicando una "doppia operazione": da un lato recuperare l'umanità come risposta all'attuale crisi culturale e religiosa; dall'altro optare per l'educazione al fine di ristabilire la comunicazione-azione dei giovani con le comunità cristiane. Trattandosi di una proposta di "pronto soccorso" non poteva mancare un decalogo elementare di tracce o regole generali per l'intervento diretto: per questo ognuno dei dieci capitoli del libro si chiude con la regola corrispondente.
Questo libro si pone in continuità con i precedenti "Giovani senza fede? Manuale di pronto soccorso per ricostruire con i giovani la fede" e "Giovani, fede e comunicazione. Raccontare ai giovani l'incredibile fede di Dio nell'uomo". Nel complesso, i tre volumi ripensano la pastorale giovanile per ricostruire con le nuove generazioni i processi dell'educazione alla fede e la prassi all'interno della comunità cristiana. Questo terzo volume propone uno "schema-modello" di prassi cristiana a partire dal quale sia possibile realizzare un vero progetto di pastorale giovanile che risponda alla propria situazione concreta e particolare.
Un libro ":di parte": e ":di denuncia":. Trattandosi dei giovani, un libro di parte: sin dall’:inizio vuole esplicitare la simpatia per le nuove generazioni che ispira ogni sua pagina, cercando di smascherare quelle immagini che diffondono di loro una visione sociale (ed ecclesiale!) stereotipata, piuttosto che aiutare a comprendere veramente la vita delle ragazze e dei ragazzi. E occupandosi di pastorale giovanile, un libro di denuncia: l’:identità: di questa giovane disciplina nata e cresciuta all'ombra della catechetica, infatti, corre oggi il rischio di dileguarsi (possa questo lavoro provocare –: o contenere tra le pieghe della denuncia –: almeno un pizzico di profezia!). La pastorale giovanile costituisce una sfida cruciale per la prassi cristiana, se non la sfida per antonomasia, il punctum dolens più: delicato e decisivo per la Chiesa. Stando così: le cose, il ragionamento dell'autore si muove sia nella direzione dell’:identità: interdisciplinare della pastorale giovanile, sia nel rispetto della sua metodologia particolare, che consiste nell’:analisi della prassi e nella ricostruzione ermeneutica dell’:educazione alla fede. I 10 capitoli del testo sono distribuiti in quattro parti: 1/ Premessa: Giovani e pastorale giovanile: 2/ Situazione: Onesti con la realtà:: 3/ Interpretazione: Lo stile di vita di Gesù: di Nazaret: 4/ Azione: Educazione e vocazione, libertà: e autenticità:.
Un libro di parte e di denuncia. Trattandosi dei giovani, un libro di parte: sin dall'inizio vuole esplicitare la simpatia per le nuove generazioni che ispira ogni sua pagina. E occupandosi di pastorale giovanile, un libro di denuncia: l'identità di questa giovane disciplina nata e cresciuta all'ombra della catechetica, infatti, corre oggi il rischio di dileguarsi. La pastorale giovanile costituisce una sfida cruciale per la prassi cristiana, se non la sfida per antonomasia, il punctum dolens più delicato e decisivo per la Chiesa. Stando così le cose, il ragionamento dell'autore si muove sia nella direzione dell'identità interdisciplinare della pastorale giovanile, sia nel rispetto della sua metodologia particolare, che consiste nell'analisi della prassi e nella ricostruzione ermeneutica dell'educazione alla fede.
Questo incontro con Gesù di Nazaret, benché presenti al suo interno questioni teologiche e religiose, si muove in funzione del rapporto fra l’esperienza e l’educazione o, meglio ancora, cerca di segnalare quei dinamismi e processi che, arricchiti dalla relazione con il Nazareno, conducono a un’autentica crescita e maturazione della persona. L’assunto, pur essendo fondamentale nella vita cristiana, non ha ottenuto una sufficiente attenzione da parte degli studiosi. Non è una questione certamente semplice. Si tratta di un argomento complicato anzitutto perché la relazione attuale con Gesù sarà sempre un qualcosa di inconsueto: l’incontro non è un mero ricordo, come quello che dedichiamo ai grandi personaggi della storia; non è neanche il rapporto normale che possiamo avere con le persone vive del nostro ambiente. A ciò possiamo aggiungere anche un’altra piccola complicazione: la vita e le parole del Nazareno sono inevitabilmente oggetto di una lettura e comprensione diverse a seconda della socio-cultura di ogni momento storico. Ebbene, presupposti di questo genere determinano le scelte tematiche e metodologiche del testo. Riguardo le prime, si deve garantire, da una parte, il realismo; dall’altra, la consistenza e significatività dell’incontro e del rapporto odierni con Gesù, il Cristo. Ecco perché le seconde: il metodo dell’analisi interdisciplinare ed ermeneutico (antropologia, educazione e teologia sono gli ambiti fondamentali del dialogo interdisciplinare); e la scelta delle «categorie-guida» (Incontro, credibilità e radicamento esperienziale; Incarnazione, ragionevolezza e aggancio antropologico; Relazione, senso salvifico e verifica prassica).
In definitiva, ogni esperienza relativa all’incontro e al rapporto con Gesù di Nazaret, il Cristo, deve essere considerata e va educata all’interno dei dinamismi della crescita personale e comunitaria. Tale conclusione è decisiva proprio perché tuttora una delle questioni principali della pastorale e della catechesi consiste nel considerare se e in quale misura l’educazione alla fede sia intimamente connessa alla maturazione umana oppure se si tratta di due realtà diverse, autonome, quando non addirittura contrapposte.
«Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?»: malgrado titolo e sottotitolo suggeriscano molte altre cose, sono queste le domande essenziali a cui vuole rispondere il libro. Si tratta, dunque, di antropologia o, meglio ancora, di suggerire un’antropologia esperienziale ed ermeneutica in grado di armonizzare i dati riconosciuti dalla comunità scientifica – a livello sia biologico che culturale –, che accolga alcune delle sfide più sconcertanti dell’attuale cambio epocale. In primis, l’«inedito stato di coscienza» delle donne e degli uomini contemporanei, segnato precisamente da un profondo mutamento antropologico che include un concetto di uomo e di mondo interamente nuovo: mondo adesso definito più come evoluzione e storia che come natura; uomo inteso come essere in perpetua creazione di sé stesso. Tale trasformazione ha portato con sé anche la mutazione sia delle strutture di credibilità – spostate verso il valore assoluto della persona, l’autonomia della coscienza, la creatività e l’autenticità, la libertà e il pluralismo di progetti – che il modo di comprendere e avvicinare la realtà, oramai collegato alla secolarizzazione e alla laicizzazione, in quanto espressioni di una razionalità «non dipendente» o semplicemente non deduttiva.
L’antropologia è il supporto determinante di ogni cultura. Dando per scontato che le profonde mutazioni antropologiche in corso si riflettono in tutti gli ambiti della vita personale e sociale, in questo testo se ne prendono in considerazione due: l’ambito dell’educazione e quello catechetico. Sicuramente l’identità e la prassi cristiana in genere, così come la riflessione catechetica e l’azione catechistica in particolare, dipendono dalla sottostante immagine di uomo; altrettanto possiamo dire dell’educazione. Infine, la relazione dell’antropologia con la catechetica e con l’educazione porta a concludere che forse è arrivato il momento di trasformare il classico desiderio di formare «buoni cristiani e onesti cittadini» in quello altrettanto impegnativo ma certamente più adeguato ai nostri tempi di «cittadini nella Chiesa e cristiani nel mondo».
José Luis Moral, attualmente professore nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, è stato Direttore dell’Istituto Superiore di Teologia «Don Bosco» di Madrid e della rivista di pastorale giovanile «Misión Joven». Alcune delle sue ultime pubblicazioni: Giovani senza fede? (Leumann, 2007); Giovani, fede e comunicazione (Leumann, 2008); Giovani e Chiesa (Leumann, 2010); Ricostruire l’umanità della religione. L’orizzonte educativo dell’esperienza religiosa (Las, Roma 2014); L’incontro con Gesù di Nazaret. Orizzonte educativo dell’esperienza cristiana (Las, Roma 2016).