Ripensando al passato, Dalila guarda alla sua vita come a un lungo viaggio, segnato da esperienze indimenticabili e incontri decisivi; ma anche come a un percorso a ostacoli, irto di difficoltà e di prove. Dalila però ha un segreto, che desidera condividere con i suoi lettori: proprio quando la vita sembra metterti con le spalle al muro, la salvezza viene da dentro di te, dal profondo del tuo cuore, dove puoi trovare quell'energia positiva capace di ispirare e guidare la tua vita quotidiana. Dalila apre dunque lo scrigno delle sue memorie e racconta di sé: dall'infanzia friulana all'approdo a Roma con il sogno di diventare una star del cinema, dagli esordi cinematografici agli incontri con le stelle del mondo dello spettacolo, fino alle pagine più dolorose: la prematura perdita del figlio Christian e il dramma dell'incidente che l'ha fatta precipitare nel tunnel del dolore cronico. Ai suoi ricordi accosta poi storie e aneddoti di amici, tutto per arricchire quel mosaico di vissuti che dimostra sempre e solo un'unica, grande verità: dentro al nostro cuore c'è un tesoro nascosto, cioè quella forza interiore che ci permette di vivere nella gioia piena, ogni giorno.
Madre Anna Sardiello (1894-1982) ha condiviso la missione di Gesù, che ha riparato i peccati del mondo mediante il dono totale di sé. Donna forte e generosa, ha trovato nell'Eucaristia l'ispirazione e il nutrimento per diventare lei stessa "un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio". Il "carisma della riparazione" di Madre Anna continua oggi nelle sue suore.
Margherita Allegri nasce il 26 aprile 1651 a Firenzuola (Firenze). Sviluppa sin da piccola una profonda spiritualità eucaristica con esperienze mistiche. Giovanissima decide di seguire il Signore in una vita di consacrazione. Il 3 marzo 1677 riceve le stimmate. Il 17 dicembre dello stesso anno, a soli 26 anni, rende l'anima a Dio.
Nata a Rabat, nell'arcipelago maltese nel 1862, Virginia (poi suor Margherita) De Brincat entrò nella Congregazione delle Maestre Terziarie Francescane (che cambierà successivamente denominazione in Francescane del Sacro Cuore di Gesù), divenendone Madre Generale e guidando le consorelle con carità, umanità e misericordia.
Missionario in Africa, fratel Giosuè contrasse la lebbra. Seppe trasformare il fallimento e la sciagura della malattia in occasione di grazia e di carità. Coed. Elledici - Velar.
Benedetta nasce nel 1936 a Dovadola (FC). Appena nata s'ammala di poliomielite. Nel 1953 si trasferisce a Milano per frequentare l'università: sceglie Medicina. È convinta che la sua vocazione sia quella di dedicarsi agli altri come medico. Purtroppo i sintomi di una grave malattia avanzano inesorabilmente. Comincia una lunga via crucis di interventi chirurgici, fino alla diagnosi che lei stessa formulerà per prima: neurofibromatosi diffusa o morbo di Recklinghausen. Un morbo rarissimo che la priva della vista e dell'udito, del gusto e dell'odorato immobilizzandola in un letto. La sua camera nella casa di famiglia a Sirmione (BS) diventa un crocevia di incontri e il suo letto un altare attorno al quale si crea uno straordinario cenacolo d'amore. Benedetta si spegne a soli 27 anni, il 23 gennaio 1964. La Chiesa l'ha dichiarata Venerabile nel 1993.
Per la delicatezza nel servizio dei poveri e dei sofferenti fu soprannominato angelo della Piccola Casa". Coed. Elledici-Velar. "
Bice Luigia Casero (1913-1989), chiamata alla vocazione claustrale, assume il nome di Maria Candida. Nei suoi primi anni di clausura sente il desiderio di ritornare alle origini dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus. Questo nuovo cammino inizia nel 1963 nel Monastero ristrutturato di Bernaga (LC). La Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari approva le Costituzioni assegnando a lei e alle consorelle il titolo di Monache Romite dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus.
"Quando gli uomini e le donne cercano di entrare in contatto con Dio, allora nascono le preghiere: ci sono anche delle formule prefissate, ma la vera preghiera è l'espressione che viene dal profondo del cuore".
Il libro racconta la vita di Pierangelo Capuzzimati, un giovane morto diciottenne dopo una grave malattia. Quella di Pierangelo è una vicenda umana che merita di essere conosciuta, perché si schiude ai lettori la figura di un ragazzo in possesso di una forte personalità e di una fede che gli permette di non arrendersi di fronte a un male che non perdona. Una testimonianza di fede autentica.
«Auguro ai Lettori, e a me, la testimonianza che ebbe a dire di don Primo Mazzolari un suo parrocchiano: "Lo vedevamo passare in mezzo a noi... per noi era come il pane!"» (dalla Prefazione).
In sette capitoli, l'opera propone un'interessante selezione di brani del parroco di Bozzolo, su altrettanti temi legati all'Eucaristia.
Un strumento in vista e oltre il Congresso eucaristico nazionale di Ancona (3-11 settembre 2010).
Prefazione (mons. A. Caprioli, presidente del Comitato congressi eucaristici nazionali). 1. Il pane, il vino. 2. La messa. 3. La Comunione. 4. Ripercorrendo il Vangelo. 5. Il mistero della presenza. 6. In sacrificio per voi. 7. Sacramento della carità.
Don LUIGI GUGLIELMONI è parroco e catecheta. Collabora a varie riviste di catechesi e pastorale e ha pubblicato una cinquantina di libri, alcuni dei quali tradotti in varie lingue.
FAUSTO NEGRI, coniugato e con un figlio, è stato docente di religione cattolica ed è impegnato nella pastorale giovanile e familiare.
INSIEME, sono autori di numerosi testi e sussidi educativi. Presso le EDB hanno pubblicato Il tredicesimo in campo. Atleti di Dio con Paolo di Tarso (22009) e di P. Mazzolari hanno curato L'amore più grande. Via Crucis (2009), La mia miseria, la tua misericordia. Preghiere (2009) e Seminatori della Parola. Don Primo Mazzolari ai catechisti e agli operatori pastorali (2009).
Nell'immaginario di molti la figura del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster è immersa quasi in un alone di luce, al cui interno si disegna un profilo esile e piuttosto etereo, in dialogo con l'eterno e l'infinito [...] E, questo, anche il ricordo di chi ora sta premettendo poche righe di introduzione a uno studio molto accurato e originale [...] Elena Nobili punta il suo obiettivo di analisi su un vasto arco storico dell'esistenza di Schuster che non è mai stato pienamente attraversato dalla ricerca storiografica". Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi. Abate nel monastero benedettino di San Paolo a Roma, arcivescovo di Milano per venticinque anni, considerato dai fascisti vicino al regime ma noto anche per una dura omelia contro le leggi razziali del 1938, Idelfonso Schuster si dedicò per molti anni a un'opera di rinnovamento del cattolicesimo del suo tempo, generalmente ignorata da sostenitori e avversari e dimenticata dagli studiosi. Appassionato di archeologia cristiana e di musica sacra, si adoperò per recuperare quei legami con la tradizione ebraica e con il cristianesimo orientale di cui poi il Concilio Vaticano II ha sottolineato l'importanza. Convinto della necessità di riproporre agli uomini e alle donne del suo tempo l'esperienza più autentica della Chiesa primitiva, si impegnò in un'opera di riforma liturgica che gli attirò la condanna del Sant'Uffizio e i rimproveri del papa.