La stigmatizzata di La Fraudais, Maria Giulia (Marie-Julie) Jahenny ci ha lasciato una gran mole di profezie, molte delle quali si sono verificate: le due guerre mondiali e la guerra in Algeria, la legalizzazione dell’aborto e le sue tragiche conseguenze, la perdita della fede, la decristianizzazione e l’invasione dell’islam. Ha inoltre descritto dettagliatamente le catastrofi umane e naturali, le alluvioni, l’oscurità, il sangue, i diluvi e i terremoti che sconquasseranno la terra, indicandoci come comportarci se e quando ci troveremo a vivere quei momenti drammatici. Inquietanti le descrizioni della Chiesa senza Dio, della terra che diventerà un cimitero, pioggia nera, sangue, fuoco e diluvi che devasteranno ogni cosa.
L'epistolario di Marcello Labor ha un grandissimo valore biografico: fornisce informazioni preziose sulla vicenda umana e spirituale del servo di Dio, che attraversa momenti tragici della nostra storia.
L'Autore, attingendo agli Scritti e colloqui di questo impareggiabile "cuoco", ha voluto non solo ricostruirne in sintesi l'avvincente avventura spirituale, ma anche offrire una raccolta di consigli preziosi per trovare la chiave della vera felicità.
La sofferenza di un bambino scuote la nostra indifferenza e ci impone di agire. Lo ha fatto nel dopoguerra don Carlo Gnocchi, dedicando la sua opera di assistenza al «dolore innocente» e fondando l’organizzazione che dal 1957 porta il suo nome.
«Vi raccomando la mia baracca», fu l’ultima frase del sacerdote. Un appello che non è caduto nel vuoto: in oltre mezzo secolo la Fondazione ha assistito centinaia di migliaia di persone, adulti e bambini, in nome di quell’ideale di «dignità della persona umana» che ha ispirato tutta la vita del Beato don Gnocchi.
La Fondazione è da sempre un luogo dove si incrociano storie di dolore e di speranza, dove l’impegno arricchisce emotivamente e intellettualmente chi dona e chi riceve, come racconta in questo libro un manager milanese calato dalla finanza in una realtà che convive ogni giorno con la sofferenza.
La fede aiuta, ma occorre rimboccarsi le maniche e mettere le proprie competenze e il proprio tempo al servizio di una realtà molto più complessa di quanto possa apparire.
Un racconto in prima persona in cui s’intrecciano la vita di don Carlo e le storie dei piccoli ammalati e dei loro genitori. Accanto a chi non ce l’ha fatta, come Carlo, morto di cancro a cinque anni, c’è anche chi ha vinto la malattia, come Dimitri, vittima di un padre violento, o il rwandese Joseph, un «mutilatino» delle nuove guerre. E poi Alessandro, affetto da sindrome di Down e abbandonato dalla mamma.
A distanza di decenni l’insegnamento di don Gnocchi mantiene intatta la sua potenza: tutti possiamo fare la nostra parte per alleviare il dolore innocente, perché i piccoli angeli della baracca sono anche figli nostri.
Roberto Gatti si è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano e si è specializzato in Corporate Governance all’IMD di Losanna. È dirigente nell’area Investment Banking di un primario gruppo bancario europeo per il quale ha ricoperto e ricopre diversi incarichi direttivi, fra cui la responsabilità dell’attività di M&A, la funzione di direttore generale della società di Private Equity del gruppo e il ruolo di consigliere di amministrazione di società industriali e finanziarie. È professore di Private Equity e Corporate Governance all’Università Cattolica di Milano ed è autore di numerose pubblicazioni specialistiche apparse sui maggiori quotidiani italiani. È consigliere di amministrazione della Fondazione Don Carlo Gnocchi.
«Donna dalla personalità ricca e brillante, percorre con slancio la via della fiducia e dell’abbandono, sulla scia di santa Teresa di Gesù Bambino. Madre Maria Angelica sa scorgere la volontà di Dio nelle difficoltà dell’esistenza, nei doveri del proprio stato e della vita comunitaria, nella malattia e nelle sofferenze. Se il tratto di nobiltà e di finezza che la sua persona lascia trapelare può, per certi versi, apparire di ostacolo, si rivolge alle “sue figlie” e alle persone che si accostano alle grate del monastero con innata maternità ed estrema dolcezza» (dall’Introduzione).
Suor Maria Sabina dell’Eucaristia (Sabina Berneschi) è nata a Roma nel 1974. In possesso della maturità linguistica, ha conseguito il diploma di violino presso il Conservatorio «G. Rossini» di Pesaro e intrapreso la carriera concertistica nell’Orchestra Giovanile Italiana.
Nel 2000 è entrata nel Carmelo di Vetralla, dove, nel 2006, ha emesso la professione solenne. Attualmente svolge i servizi di maestra delle novizie e archivista; ha già pubblicato per le Edizioni Carmelitane una biografia documentata di M. Maria Angelica, Il canto della Speranza (Roma 2010).
“In Don Bosco il soprannaturale era naturale” sono le parole con cui Pio XI descrisse il santo salesiano, che in vita fu dotato di grandi e particolari carismi. In Don Bosco si trovano infatti abbondantemente il dono dei miracoli, la capacità di vedere a distanza e di scrutare le coscienze, il dono delle profezie e quello della bilocazione. Dall’unione armoniosa di una natura eccellente e di una ricchezza carismatica veramente singolare, emerge la figura di un santo straordinario, delineata in questa biografia che coglie gli aspetti soprannaturali di una vita eccezionale.
Leone Dehon nasce il 14 marzo 1843 in Francia, a La Chapelle. Osteggiato dalla famiglia nel suo desiderio di diventare prete, ma deciso a seguire la sua vocazione, è accolto nel Seminario francese Santa Chiara in Roma. Ordinato sacerdote torna nella sua patria con tre lauree e con tanti progetti e sogni nel cuore. Fonda la Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, che si espanderà in tutto il mondo. Muore il 12 agosto 1925 muore, dopo una vita di totale donazione.
La ricorrenza del 1° Centenario della sua morte (1911-2011) offre un'occasione propizia per presentare la poliedrica e accattivante figura del Venerabile Paolo Pio Perazzo, il "ferroviere santo": un fedele laico che nella sequela di Cristo e nello spirito francescano ha camminato alacre e operoso sulla via della santità e dell'apostolato. Entrato a far parte del Terz'Ordine Francescano si dedicò a tempo pieno alle sue molteplici attività apostoliche e sociali, che hanno sempre completano la sua intensa giornata lavorativa.
“Ho partorito! Domani vi voglio in Cile!”. Così si esprime padre Alceste Piergiovanni quando sceglie una famiglia cui affidare i suoi orfani e bambini abbandonati. Personalità di spicco, burbero, saccente, provocatore, ma anche uomo ricco d’amore, il sacerdote italiano salpa da Genova nel 1956 per il Cile, dove resterà fino alla morte avvenuta nel 2003. Per mezzo secolo viaggerà instancabile tra i due Paesi, cercando in Italia la famiglia giusta per ognuno dei suoi mille e duecento piccoli cileni, sviluppando un sistema d’adozione originale e gratuito. Così oggi in tutta Italia vive una popolazione italo-cilena di ragazzi e genitori adottivi, tutti uniti nel nome di padre Pier e impegnati a continuarne l’opera. Qui ci raccontano il “loro” padre Alceste.
Da patriarca di Venezia ad arcivescovo della diocesi che fu di sant’Ambrogio. Un caso unico che in molti vedono come il passo che prelude all’ascesa al soglio pontificio. Il cardinale Angelo Scola – l’amico di Joseph Ratzinger – racconta come ha vissuto questo evento e ogni tappa della propria esistenza come frutto degli imperscrutabili disegni dell’amore di Dio.
Dai tanti episodi emerge il profilo di un credente, di un sacerdote e di un alto prelato dalle molteplici sfaccettature: l’infanzia a Malgrate, in provincia di Lecco, con il padre socialista e una madre profondamente cattolica, la scuola, la passione per la politica e i partiti marxisti, l’università e l’incontro con don Giussani. Quindi la vocazione, il sacerdozio e le frequentazioni con il promettente teologo tedesco, che sarà poi Benedetto XVI, fino all’episcopato a Grosseto. In un resoconto ricco di particolari inediti, riaffiorano vividi gli anni della Lateranense e quelli del patriarcato di Venezia.
In un percorso umano e spirituale che non dimentica i tanti amici e collaboratori che gli sono stati vicini, il nuovo arcivescovo di Milano lancia infine uno sguardo sul futuro ponendo i capisaldi della missione che lo attende: le sue idee sull’islam, l’immigrazione e il meticciato, le prospettive della civiltà italiana, la politica, la sua idea di società, di famiglia e di Chiesa.
ANDREA TORNIELLI, inviato e vaticanista del quotidiano «La Stampa», collabora con varie riviste italiane e internazionali. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui ricordiamo presso Piemme: Pio XII. Il Papa degli Ebrei (2001), La scelta di Martini (2002), Papa Luciani. Il sorriso del santo (2003), Il Papa che salvò gli Ebrei (2004), Benedetto XVI. Il custode
della fede (2005), Il segreto di Padre Pio e Karol Wojtyla (2006) e Attacco a Ratzinger (con Paolo Rodari, 2010).
Questo libro-intervista può essere un utile sussidio per coloro che sono interessati ai grandi temi della vita e della bioetica.
Dorothy Day (1897-1980) è stata per decenni del secolo scorso la figura più scomoda del cattolicesimo americano. Attivista libertaria e giornalista impegnata politicamente, si fa cattolica nel 1927 e fonda nel 1933 con Peter Maurin il Catholic Worker, il periodico cattolico più importante per il sottoproletariato americano. Il periodico è stato il cuore di un vasto movimento, il Catholic Worker Movement, ed è tuttora pubblicato.
Dorothy resterà per tutta la vita un’attivista e una donna d’azione, non cesserà mai di protestare contro l’ingiustizia sociale, contro la guerra e contro il razzismo. Ma due nuove dimensioni con la conversione e la realizzazione del Catholic Worker Movement entreranno nella vita di Dorothy Day.
La dimensione della carità nell’impegno con i più diseredati, nel dare alloggio e attività ai sottoproletari, ai lavoratori agricoli stagionali, ai senza fissa dimora, agli emigranti, etc...
La sua è una vita di dedizione e lotta per gli ultimi della terra in una metropoli come New York e nei più disparati luoghi degli USA.
La seconda dimensione che cresce nella vita di Dorothy è una dimensione che appare nella storia del cristianesimo non infrequentemente in coloro che sono ricordati come "i santi della carità", a partire da un Vincenzo de’ Paoli. Si tratta della dimensione mistica. Una quotidianità di relazione con Cristo e il soprannaturale che dà una forza inesauribile al quotidiano impegno coi bisogni umani più elementari e nelle lotte per la giustizia.
Questa figura scomoda che ha praticato la disobbedienza civile contro la guerra del Vietnam e mantenuto rapporti con la Cuba di Fidel è anzitutto una persona di preghiera, di carità e di fede che la fa percepire come una santa. Questa biografia ricca di illustrazioni corre lungo tutto l’arco della vita di Dorothy Day ed è la più completa e documentata disponibile. Vi troviamo le tappe di uno straordinario itinerario umano ed incontriamo con Dorothy stessa la vita americana nella parte "bassa" della Mela, ma non per questo disgiunta dai grandi eventi e personaggi dell’epoca.
Dorothy viveva coi più poveri e sapeva parlare ai potenti.