
Il testo del card. Carlo Maria Martini è un commento profondo e semplice alla Costituzione 'Dei Verbum' sulla Divina Rivelazione, promulgata da Paolo VI con tutti i Padri Conciliari il 18 novembre 1965.
Benedetto XVI conclude il ciclo di catechesi sulla preghier proponendo una riflessione che parte dalle figure di alcuni santi e della Madonna - esempi di fede e di accoglienza di Gesù nella vita - e giunge alla liturgia, fonte privilegiata del rapporto con Dio, attraverso una lettura dell'Apocalisse che ne evidenzia il carattere di preghiera liturgica comunitaria e di richiamo a riscoprire la carica trasformante dell'Eucaristia.
COMMENTO: Le venti poesie più importanti di Turoldo commentate da grandi personalità che l'hanno conosciuto e amato, musicate dal maestro Domenico Clapasson, a lungo collaboratore musicale di Turoldo, e con la voce recitante dell'attore Luciano Bertoli, già conosciuto per le sue esperienze turoldiane.
TESTI Maria Cristina Bartolomei, Enzo Bianchi, Giovanni Bianchi, Nicolino Borgo, Sebastiano Borriero, Giacomo Canobbio, Loris Capovilla, Gabriella Caramore, Luigi Ciotti, Maurizio Cucchi, Espedito d’Agostini, Paolo De Benedetti, Bruno Forte, Pietro Gibellini, Franca Grisoni, Raniero La Valle, Silvano Maggiani, Arnoldo Mosca Mondadori, Moni Ovadia, Gianfranco Ravasi, Ermes Ronchi, Angel Ruiz Garnica, Renzo Salvi, Pierangelo Sequeri, Dionigi Tettamanzi.
MUSICHE Domenico Clapasson, eseguite da Ensemble Soledad Sonora
ATTORE Luciano Bertoli
L'autore presenta, in un'opera rivolta a un pubblico vasto, la figura di Carlo Carretto (1910-1988), noto protagonista della storia del cattolicesimo italiano del XX secolo e discepolo del Padre de Foucauld (1858-1916), l'eremita missionario del Sahara, beatificato nel 2005. Mettersi alla scuola di Charles de Foucauld non vuol dire solo diventare suo discepolo, ma iniziare un lungo viaggio sulle orme di Gesù alla scoperta del cuore del suo messaggio: vivere "come Gesù a Nazaret". Il focus che emerge dalla comune "sequela-imitazione" del Maestro, il "modello unico", diventa una narrazione coinvolgente da cui scaturisce la bellezza dell'eterna novità dell'amore di Dio rivelatosi nell'Uomo-Dio Gesù di Nazaret. Un modo concreto di vivere la fede nella quotidianità della propria vita.
Carlo Maria Martini ha segnato un'epoca nella storia della Chiesa. La sua scomparsa ha tenuto per giorni le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei telegiornali. Almeno duecentomila persone, credenti e non credenti, hanno partecipato all'ultimo saluto all'arcivescovo. Come si spiega un affetto tanto profondo? La gente è accorsa "perché ha colto che in Martini il cuore dell'uomo veniva prima della pur importante teologia; la misericordia e la comprensione, la capacità di interrogarsi e di mettersi in discussione ispiravano l'approccio del cardinale, mai il giudizio o l'erigersi in cattedra". Martini è stato un profeta del nostro tempo, ha saputo cioè interpretarlo, esserne coscienza critica, indicare delle mete. La volontà di raggiungere tutti è stata il filo conduttore della sua missione, il dialogo la parola-chiave del suo ministero: con i terroristi, quando Milano era frontiera dei terribili "anni di piombo"; con le altre confessioni cristiane, come presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee; con tutte le religioni, in particolare quella ebraica; con il pensiero laico, attraverso l'iniziativa della "Cattedra dei non credenti"; con l'uomo contemporaneo e le sue inquietudini; con una scienza in grado ormai di ridisegnare i confini della vita e della morte. Per questo suo "stile", per l'instancabile propensione al confronto, l'arcivescovo di Milano è stato amato e avversato, sognato o temuto come possibile pontefice.
Prendendo spunto da alcune suggestioni di Benedetto XVI sull'immaginario cristiano della ragione il libro propone il cristianesimo come forza trainante della cultura europea a venire.
Si tratta di riprendere quel gesto del pensiero mediante il quale il cristianesimo fu capace di riscattare dall'oblio la tradizione filosofica greca, ormai ridotta al fantasma della propria grandezza, e aprire quegli spazi in cui sono state possibili le ideazioni più alte dell'Europa: dall'idea di libertà, con la sua autonomia, alla forma democratica della convivenza civile.
Il volume dà avvio a una collana di scritti di autori europei (teologi, filosofi, storici) culturalmente e scientificamente rilevanti, in cui ciascuno di essi, a partire dalla propria prospettiva, mostra il contributo che un pensiero cristiano competente può portare alla configurazione di un rilancio umanistico della cultura europea.
Sommario
Introduzione. I. IL LOGOS SENSIBILE. 1. Lo choc del Logos incarnato. 2. La gnosi, il dogma e l'ethos. 3. Il corpo-mondo e lo spirito-vita. 4. Liberare la finitezza? Nietzsche. 5. Il disponibile infinito di Dio. 6. Il lavoro dell'affezione. Hegel. 7. Logos della libertà nello Spirito. 8. La ragione astratta e la storia. II. L'AFFEZIONE CREATRICE. 9. La libertà vive nei legami, sempre. 10. Il 'nodo d'oro' della pro-affezione. 11. L'alterità e l'apertura non bastano. 12. Deus Trinitas. L'affezione creatrice. 13. La Ragione e il lavoro dell'affezione. 14. Il gemello inquietante di Kierkegaard. 15. Il Dis-ponibile, l'essere-personale. 16. La Pneumatologia, oltre l'ontologia.
Note sull'autore
PIERANGELO SEQUERI è professore ordinario di Teologia fondamentale nella Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e docente incaricato di Estetica del sacro presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera (Milano). È membro della Commissione Teologica Internazionale. Professore invitato in diverse università, in Italia e all'estero, è autore di numerosi saggi di carattere filosofico e teologico. Tra le sue opere ricordiamo: Il Dio affidabile. Saggio di teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 42006; L'idea della fede. Manuale di teologia fondamentale, Glossa, Milano 2002 (traduzione spagnola, francese, portoghese); Il timore di Dio, Vita e Pensiero, Milano 32009; L'umano alla prova. Soggetto, identità, limite, Vita e Pensiero, Milano 2002; Musica e mistica. Percorsi nella storia occidentale delle pratiche estetiche e religiose, Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2005; con S. Natoli Non ti farai idolo né immagine, il Mulino, Bologna 2011; Contro gli idoli postmoderni, Lindau, Torino 2011; Ritrattazioni del simbolico. Logica dell'essere-performativo e teologia, Cittadella, Assisi 2012.
Teodrammatica è la seconda parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica. Prendendo le mosse dagli attributi dell'essere (bello, buono, vero), Balthasar ha trattato nella prima parte (Gloria) della "bellezza" del mondo e della "gloria" di Dio, nella seconda (Teodrammatica) della libertà finita e infinita e nella terza (Teologica) l'insieme delle questioni concernenti la verità creata, la verità divina, nonché il loro reciproco rapporto. "Ciò che qui interessa è questo grande complesso che è il teatro: il fatto che si dà qualcosa che assume struttura di rappresentazione in movimento. Ed interessa in ultima analisi ciò che viene rappresentato. Questo complesso dev'essere reso trasparente in ordine alla teologia, e tutti i suoi elementi devono essere resi utili per essa. Ci sarebbe naturalmente anche una possibilità filosofica di comprendere il teatro, la quale potrebbe iniziare dal fenomeno per cui già il bambino è solito tradurre in situazioni teatrali il mondo della sua esperienza: nella percezione delle cose e delle sue reazioni ad esse, nella lingua e nelle lorme del gioco infantile. A partire di qui il teatrale si può intendere come un istinto primordiale dell'uomo, un istinto di cui è stato detto che è più primitivo dei nostri stessi bisogni estetici." (dalla prefazione)
"Nell'introduzione al primo volume della teodrammatica la "drammatica" è stata situata tra "estetica e logica", e perciò concepita come il centro di una riflessione integrale della rivelazione cristiana". "Il presente secondo volume e il terzo, a cui spetta di presentare i personaggi del dramma, si trovano subito davanti a una grande difficoltà. Chi, all'oscuro dell'azione drammatica e prima che si alzi il sipario, scorre sul programma la lista dei "personaggi" e cerca in qualche modo di immaginarsene le caratteristiche, non sa nulla del dramma e riesce a mala pena ad anticipare qualcosa del contenuto. [...] Noi dobbiamo perciò essere ben consapevoli già in questo volume, come in quello successivo, che delineano i personaggi cioè i centri soggettivi dell'azione, che quanto verrà detto via via - poniamo la fondazione della libertà creata - non potrà essere reso intelligibile se non mediante quanto sarà rivelato in definitiva: il mistero divino trinitario e il mistero soteriologico della Chiesa". (dalla premessa)
"Il semplice fatto che alla fine del volume precedente della "Teodrammatica" non si sia potuto abbozzare un'antropologia neutrale, ma soltanto un'antropologia analogicamente articolata in base all'evento "storico di Gesù Cristo, già dimostra che una teoria dell'uomo (e del mondo che l'uomo ricapitola) si può portare a termine soltanto in una cristologia che le faccia da sfondo". "Questo volume si affida per più di una ragione alla comprensione del lettore. Anzitutto per la sua posizione paradossale in una teodrammatica: intende presentare i personaggi più in vista del dramma senza entrare ancora nel dramma stesso, cosa possibile soltanto se essi sono già caratterizzati come personaggi del dramma, cioè come già intimamente incisi e condizionati dal loro carattere drammatico e dalla loro effettiva, posizione nel processo teologico del mondo. In più di un punto ciò si vedrà da sé o lo si richiamerà. Perciò, quanto ai personaggi principali, dovremo invadere ogni tanto il campo dei grandi "trattati" teologici, la ricchezza materiale dei quali qui non potrà essere neppure passata in rassegna. In questa nostra "locandina teatrale" verrà esposto soltanto il profilo, lo schizzo dei personaggi, soltanto nella misura in cui dovrà risultare riconoscibile la loro posizione nel dramma. Il "profilo" non viene poi tracciato in vista di un completamento dei contenuti da farsi più avanti: più avanti non si tratterà che della drammatica proposta nel titolo generale." (dalla introduzione e prefazione)