
Le parole di papa Francesco guidano il lettore nel cammino verso il Natale, per scoprire, attraverso le riflessioni di don Luigi Galli, il senso della venuta di Gesù. Giorno dopo giorno, il messaggio del pontefice penetra nel cuore e nella mente e porta il credente a sbarazzarsi di ogni inutile zavorra per arrivare a godere davvero il mistero del Natale. "Il nostro Dio non è un Dio 'spray', è concreto e ha un nome: 'Dio è amore'. Pensare che Dio è amore ci fa tanto bene, perché ci insegna ad amare, a donarci agli altri come Gesù si è donato a noi e cammina con noi." (Papa Francesco)
"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni" (papa Francesco). A chiusura dell'Anno della Fede e a un anno dal Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, il vescovo di Roma consegna le linee che devono incoraggiare e orientare in tutta la Chiesa, delineando uno stile evangelizzatore pieno di fervore e dinamismo.
"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni" (papa Francesco). A chiusura dell'Anno della Fede e a un anno dal Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, il vescovo di Roma consegna le linee che devono incoraggiare e orientare in tutta la Chiesa, delineando uno stile evangelizzatore pieno di fervore e dinamismo.
Un sussidio per far diventare preghiera personale e comunitaria gli spunti più significativi dell'enciclica di papa Francesco "Lumen fidei". Una sintesi semplice della Lumen Fidei in dieci punti, un sussidio per pregare con l'Enciclica aiutati da un brano biblico e da una preghiera sul tema della fede, un linguaggio semplice per comprendere la densità del testo dell'Enciclica per lo più steso da papa Benedetto XVI.
Si hanno pochissime notizie di argentini senza una fede calcistica, spesso anche intensamente praticata. Papa Francesco non fa eccezione, anzi la sua affinità con il Club Atletico San Lorenzo de Almagro di Buenos Aires è stata una delle caratteristiche più risaltate nei suoi primi mesi di Pontificato, forse addirittura la più amata, trasversalmente, dal popolo italiano. L'occasione portata dalla prima figura di "papa tifoso" della storia può invece regalarci una chiave di lettura molto diversa, praticamente opposta. Può aiutarci a ritrovare il senso della passione per il calcio, attraverso la storia di una persona che è passata dall'essere "uomo", all'essere "eminenza" fino a diventare "santità", legata a quella di una società calcistica che dal 1908 a oggi ha vissuto glorie e drammi, episodi meravigliosi e paradossali, sviluppando un senso di appartenenza eterno e sconfinato, sia fra la gente del proprio quartiere sia nei cuori di tifosi nati a migliaia di chilometri di distanza.
"Ci sono vite che faticano a stare persino dentro ai cent'anni, tanto sono stipate di storie ed eventi. Quella di Arturo Paoli, un italiano di cui s'è perso lo stampo, è ignota ai più. Eppure è un 'confesso che ho vissuto'come ce ne sono pochi, coerente ed emozionante." (Cesare Fiumi). Postfazione di Adolfo Pérez Esquivel.
In meno di un anno di pontificato, papa Francesco ha già compiuto una sorta di rivoluzione dolce, scandita da una serie di mosse inattese e inaugurata dalla scelta epocale di assumere il nome del santo di Assisi. C'è di che ben sperare, e così fa il teologo statunitense Matthew Fox, da tempo in attesa di un segnale di rinnovamento da parte del Vaticano. Per questo Fox, ex domenicano espulso dall'ordine dal cardinale Ratzinger, si arma di penna e decide di indirizzare una serie di appassionate lettere al nuovo "vescovo di Roma". Sono molte le sfide che attendono Francesco, cui spetta il compito, che già fu del suo omonimo, di "riparare" una "Chiesa in rovina" e possibilmente traghettarla verso il futuro. Nelle sue otto lettere, Fox le cita tutte: recuperare il rapporto con il sensus fidelium, il popolo della Chiesa; sciogliere il nodo del celibato e del sacerdozio femminile; predicare la sacralità della creazione per affrontare l'emergenza ecologica; mettere fine agli scandali sessuali e ripulire la Curia; riportare in auge un vero ecumenismo; svincolare la Chiesa dagli affari finanziari; tenere vivo il dialogo con la scienza e saper coinvolgere i giovani. Le parole che oggi Fox rivolge al nuovo pontefice sono gravide di speranza, evocano la possibilità di una rinascita, lasciano intravedere la costruzione di una Chiesa futura più saldamente fondata su quella delle origini.
Una preghiera adatta a tutti, quella delle cinque dita, che papa Francesco consigliava già quando era vescovo di Buenos Aires. Un libricino, illustrato a colori, con le spiegazioni per ogni dito della mano e le Litanie alla Divina Tenerezza. Con Rosario di papa Francesco.
Il periodo trascorso a Marsiglia tra il 1940 e il 1942, in attesa di imbarcarsi per gli Stati Uniti, rappresenta per Simone Weil una stagione di fioritura delle amicizie e un momento di straordinaria ricchezza e fecondità del pensiero e della scrittura. Il numero di lettere inviate a familiari e amici è impressionante, ma quel che più stupisce è la maniera in cui la sincerità degli affetti si coniuga con la ricerca della verità, che si va facendo sempre più pura e assoluta. Di questa continua vibrazione interiore dà testimonianza la prima parte di questo libro che ricostruisce la complessa esperienza culturale e sentimentale vissuta a Marsiglia, proponendo le lettere che Simone invia a due amici, con i quali la parola scritta si offre come l'unico strumento di conoscenza reciproca. Sono Joë Bousquet, il poeta di Carcassonne, paralizzato in seguito alle ferite riportate durante la Prima Guerra Mondiale, e Antonio Atarés, contadino anarchico aragonese, prima rinchiuso nel campo d'internamento del Vernet e poi spedito a Djelfa, sull'altopiano algerino. Il volume si chiude con la nuova traduzione di alcune pagine, tratte da Le forme dell'amore implicito di Dio, in cui si condensa la splendida, vertiginosa concezione dell'amicizia elaborata e concretamente vissuta da Simone Weil.
La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.
I problemi che un papa incontra nel governare la Chiesa non sono soltanto quelli divenuti immediatamente attuali, a volte davvero imponenti: in verità essi si sono accumulati nel corso del tempo e hanno radici spesso lontane nei secoli. Volgere lo sguardo all'indietro è utile a comprendere che quanto di frequente va sotto il nome di "tradizione" cristiana il più delle volte è una sedimentazione di pratiche consolidatesi nel tempo. Il volume intende leggere i grandi gesti di papa Francesco in una prospettiva ricavata dalla profondità della storia che lo precede e dalle sfide che la christianitas gli consegna: il ruolo dei laici e il ruolo del clero dal primo cristianesimo ad oggi, l'affermarsi del potere ecclesiastico e il passaggio da vescovo di Roma a papa, il concilio Vaticano II e la fine dell'età costantiniana, i beni della Chiesa e il loro uso. Se questi temi non da ora stanno davanti alla Chiesa, un pontificato nel quale la pratica del servizio papale davvero prevalga su un semplice esercizio del potere non può esimersi dall'affrontarli.
Questa breve ma preziosa operetta, presentata per la prima volta in traduzione italiana, scritta a cavallo tra il 1946 e il 1947, cerca di fare il punto sul difficile rapporto epocale tra modernità e cristianesimo. Il titolo del libro appare programmatico, come lo sviluppo dell’intero scritto, il quale evidenzia con chiarezza le solide acquisizioni balthasariane dopo un paziente, profondo e intenso ascolto della filosofia moderna. P. Henrici afferma che questo libro “è il vero e proprio ‘Discours de la méthode’ […].
Questo saggio può valere come implicita risposta al rimprovero di ostilità nei confronti della Scolastica. Balthasar intende la filosofia cristiana come un filosofare nella fede e con lo sguardo rivolto alla teologia”. In questo testo l’autore traccia le linee fondamentali per un incontro fecondo tra la filosofia moderna e il pensiero cristiano: la prima dal punto di vista formale e la seconda dal punto di vista contenutistico. Esso rappresenta un’ottima sintesi della ricerca balthasariana di un equilibrio dinamico e dialogico tra filosofia e teologia.

