
L'incontro tra Simone Weil e alcuni testi della Grecia antica, innanzitutto l'Iliade, Platone, i pitagorici e i tragici, ha segnato uno dei picchi del secolo scorso. Nulla di quanto la luce della sua mente ha raggiunto è rimasto immutato. In particolare i Vangeli, come se la via regale per capirli non passasse da Gerusalemme, ma da Atene. Il verbo come mediatore, il sovrannaturale e l'innaturale, la bellezza del mondo, il giusto punito, la sventura: sono alcuni dei temi che Simone Weil tratta in questi scritti, non più nella forma altamente condensata dei quaderni, ma in una trattazione distesa, come chiarendo in primo luogo a se stessa le sue abbaglianti intuizioni.
Il vero Dio è per sua essenza totalmente 'essere per' (Padre), 'essere da' (Figlio) ed 'essere con' (Spirito Santo). L'essere umano, pertanto, è immagine di Dio proprio per il fatto che il 'da', il 'con' e il 'per' costituiscono la figura antropologica fondamentale (J. Ratzinger). "Ratzinger ricollega l'uomo imago Dei allo spazio comunionale delle Persone divine e alla cristologia filiale. Operando una tale elevazione dell'imago nel mistero personale-comunionale della Trinità, l'identità dell'uomo persona acquisisce i tratti di un'identità filiale: l'uomo è imago Trinitatis in quanto imago Filii. La persona creata porta così il sigillo del rapporto con la filiazione adottiva." (R. Tremblay)
Il terzo millennio è iniziato, nelle chiese cristiane d'occidente, con il solenne canto del Veni creator. Da quando fu composto, nel IX secolo, questo inno è incessantemente risuonato nella liturgia di Pentecoste e nelle assemblee cristiane come una prolungata e solenne invocazione al Paraclito. Ricco di intuizioni e immagini suggestive, esso è anche un grandioso affresco sullo Spirito Santo nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa. Seguendo come traccia le invocazioni dell'inno (ogni versetto o titolo, una meditazione), l'autore ci offre un discorso compiuto - una vera Summa teologica e spirituale - sullo Spirito Santo, attingendo alla Scrittura, ai Padri della Chiesa, alla liturgia, alla teologia cattolica, ortodossa e protestante. Il linguaggio non è quello del trattato di teologia, ma un linguaggio ispirato che ricorre al simbolo, all'immagine, al canto, alla poesia, alla liturgia, alla profezia e agli esempi di santità. Padre Raniero uno dei maggiori conoscitori della teologia dello Spirito - si rivela un maestro nel trascinare il lettore in un vero e proprio entusiasmo per lo Spirito Santo.
Antonio Rosmini (1797-1855) è noto per essere uno dei filosofi più importanti della modernità europea e per aver sviluppato un profondo pensiero paragonabile a quello di un Hegel o di un Kant. Egli è stato inoltre un pensatore pratico che ha elaborato un complesso progetto sociale ed economico. Questo libro fornisce un'introduzione accessibile e sistematica al pensiero economico del grande pensatore Roveretano. Il libro presenta una panoramica delle idee economiche di Rosmini nelle sue opere principali, nel contesto del suo itinerario biografico e intellettuale e nell'ambito del pensiero economico del suo tempo. Lungi dall'essere il risultato della mentalità di un moralista, il libro mostra che le idee economiche di Rosmini sono strettamente connesse con istituzioni e politiche molto concrete, da lui pensate con una grande attenzione per gli aspetti tecnici. Tuttavia, secondo l'autore, il contributo principale di Rosmini resta quello di aver affrontato la prospettiva utilitarista dominante nell'economia moderna e di aver recuperato la dimensione personale ed etica dell'uomo come centro delle azioni economiche e sociali. Infine, il libro cerca anche di mostrare al lettore l'importanza della concezione economica, i principi sociali e le proposte di politiche pubbliche di Rosmini in relazione al dibattito economico contemporaneo.
"Rosminianesimo filosofico" costituisce un autentico osservatorio di natura storico-teoretica, grazie al quale vengono mappate tutte le interpretazioni che nel corso del tempo sono state date del pensiero rosminiano. "Rosminianesimo filosofico", inoltre, pone in dialogo teoretico Rosmini con i più diversi pensatori di ogni tempo, ubbidendo a criteri ermeneutici di analisi critica, miranti a verificare, di volta in volta, il valore imprescindibile degli asserti di ciascun filosofo nel contesto specifico del loro porsi. In tal senso il background di ciascun pensatore e l'area tematica di appartenenza divengono, nel loro insieme, un luogo privilegiato di osservazione. I contributi presenti nel volume sono suddivisi in tre sezioni, dedicate rispettivamente alla storia del rosminianesimo filosofico, al confronto del pensiero rosminiano con i pensatori d'ogni tempo, e alle recensioni inerenti i volumi di area rosminiana, i quali, nel corso del tempo, hanno contribuito a generare filoni teoretici diversificati alla luce di un comune riferimento alla teoresi rosminiana.
Attraverso le più significative vicende biografiche del sacerdote Divo Barsotti, l'autrice ricostruisce la tappe verso la scoperta della spiritualità dell'Oriente cristiano, sulle cui basi il mistico toscano fonda una Comunità di "monaci nel mondo", mentre intraprende un viaggio spirituale verso la Trasfigurazione in compagnia di San Serafino di Sarov, ma anche di San Francesco d'Assisi.
Con la musica, e in particolare con la musica sacra, Joseph Ratzinger ha molteplici legami. Su di essa egli si espresse ripetutamente in saggi e in conferenze, con asserzioni di permanente importanza. I testi sono sparsi in pubblicazioni disparate e spesso, perciò, anche difficilmente reperibili. Questo libro serve alla riunione e alla schiusura di quei testi, il rapporto tra musica e liturgia, tra musica e teologia. Introduzione di Riccardo Muti.
Sono passati cinquant’anni dalla morte di don Milani (1967-2017), eppure la sua figura e le sue opere – un epistolario privato e pochi scritti di provocazione pubblica taglienti come una lama – continuano a suscitare un dibattito che non si è mai spento. Questo libro non vuole essere l’ennesimo profilo, ma intende osservare e interpretare questo mezzo secolo di dibattito analizzando la sua figura come uno degli indicatori possibili della storia dell’Italia di oggi.
Il volume analizza quindi il ruolo che la sua Lettera a una professoressa assunse come manifesto antiautoritario nei movimenti del Sessantotto; ricostruisce le visioni contrapposte del “profeta santo” e del “cattivo prete” da parte del mondo cattolico (fino alla recente “discesa a Barbiana” dell’elicottero di papa Francesco); si sofferma sulla sua importanza nei movimenti pacifisti del dopoguerra; ripercorre i tanti pellegrinaggi politici a Barbiana di esponenti dei partiti; riflette su come cinema, teatro e televisione abbiano interpretato il suo messaggio.
Un’intervista a Tullio De Mauro, che è stato uno dei più tenaci sostenitori del pensiero di don Milani sulla scuola e sulla formazione, conclude questo itinerario dentro la biografia sommersa del nostro Paese.
Pochi studiosi e pensatori moderni hanno saputo, come Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), intrecciare nella loro opera gli interrogativi della scienza e le certezze della religione. Formato dai gesuiti (cui successivamente si unì), ordinato sacerdote all’età di trent’anni,
Teilhard affiancò allo studio della teologia un’assidua attività di paleontologo e geologo che lo portò a viaggiare in tutto il mondo e a trascorrere gran parte della vita lontano dalla natia Francia, soprattutto in Cina e negli Stati Uniti. Questa duplice vocazione, tanto fertile quanto poco ortodossa negli esiti, gli alienò i favori delle gerarchie ecclesiastiche, che negarono fino all’ultimo l’imprimatur ai suoi scritti, tutti pubblicati postumi, a cominciare dal suo libro più celebre, Il fenomeno umano. Accusato di panteismo e apertamente ostacolato nella carriera accademica, Teilhard rimase per altro sempre fedele alla Chiesa
e obbediente al suo magistero, seppure in una condizione di intima sofferenza.
Oggi il suo pensiero appare per molti aspetti profetico e in ogni caso sorprende per la sua capacità di andare dritto al cuore di molte delle questioni più controverse riguardo al rapporto fra scienza e fede.
Se al fermento scientifico del XIX secolo la Chiesa oppose spesso un atteggiamento di sospetto, quando non di aperta ostilità, Teilhard cercò invece di comporre le più avanzate acquisizioni della ricerca all’interno di una visione cosmologica in cui il principio evolutivo si estende alla dimensione dello spirito, senza avvalorare alcun determinismo di tipo meccanicistico.
La sua visione unitaria dell’universo e dell’uomo, della materia e dello spirito, tendenti verso il Cristo cosmico, ha trovato uno spazio anche all’interno della Chiesa e comunque la sua opera è considerata uno dei contributi intellettuali più stimolanti del XX secolo, una delle proposte più suggestive contro la frammentazione del sapere e il diffuso smarrimento dei nostri tempi.
L'AUTORE
Jacques Arnould, domenicano, è nato nel 1961. Teologo, filosofo, storico delle scienze, ingegnere agronomo, è esperto incaricato per la «dimensione etica, sociale e culturale delle attività spaziali» presso il Centre National d’Études Spatiales (CNES) di Parigi. È autore di molte opere, tra le quali ricordiamo Les moustaches du diable (vincitrice del Prix La Bruyère, assegnato dall’Académie Française), Requiem pour Darwin e, edite anche in Italia, La Chiesa e la storia della natura e La teologia dopo Darwin.
Dall'infanzia - caratterizzata da numerosi spostamenti e dalla morte prematura prima della madre e poi del padre -, alla conversione al cattolicesimo nel 1938, dall'ingresso nell'abbazia trappista di Nostra Signora di Gethsemani, nel Kentucky, fino alla fama mondiale come scrittore, questa biografia ricostruisce le tappe della vita di Merton ed esplora la sua crescente ricerca della solitudine e la sua testimonianza profetica sui temi della pace, della giustizia sociale, del dialogo fra le religioni.
Il libro analizza il problema del rapporto tra io e mondo, tra essere personale e Essere eterno, mostrando come la questione permetta a Edith Stein di conciliare tradizione e filosofia moderna, teoria gnoseologica e visione metafisica.
Lo studio, che si colloca nell'area epistemologica della teologia spirituale, accosta il vissuto mistico di Divo Barsotti alla luce della categoria della "presenza". Epigono di una grande tradizione mistica, soprattutto carmelitana, della "Presenza", il sacerdote toscano ci lascia una dottrina che fugge dalla sola tentazione investigativa per ricadere nello spazio dell'esperienza, offrendoci per di più una sintesi capace di riconsegnare al mistero celebrato il suo ruolo proprio: quello di essere fonte di spiritualità.