
Su don Milani (Firenze 1923 - Barbiana 1967) esiste una vasta letteratura impegnata a definirne la personalità, la singolare testimonianza di educatore, le novità delle intuizioni pedagogiche e la forza dirompente del profeta. Ora si aggiunge un lavoro profondo e bene informato su questo sacerdote, diventato emblema di riferimento nel dibattito italiano sulle virtù civili e sulle riforme educative.
Il filo conduttore del libro è «la pace», trattata non tanto come «tema», ma come testimonianza, come qualità e dimensione del vivere umano e della pedagogia cristiana.
Nei tre capitoli, in cui vengono offerti orientamenti e proposte di lavoro per educatori, emerge la personalità del priore di Barbiana, maestro nel formare uomini e donne capaci di «intendere e di volere», nel senso più alto, assumendo diritti e doveri, a livello personale e sociale, con dignità, libertà e dedizione.
Destinatari
Sacerdoti ed educatori, operatori e formatori in ambito civile, specialmente i gruppi che si rifanno all’insegnamento di don Milani
autrice Maria Grazia fida, laureata in pedagogia all’Università degli studi di Parma, è pedagogista e scrittrice. Ha conseguito una ricca e solida esperienza formativa alla Scuola Internazionale Montessori Neerina Noè di Roma, e lavorato come coordinatrice pedagogica nelle Scuole per l’Infanzia, realizzando progetti educativi di successo per lo sviluppo di intelligenza e creatività. Ha frequentato corsi di formazione e aggiornamento per educatrici dell’infanzia, presso la Cooperativa Cattolica per la Scuola e la Formazione della Diocesi di Piacenza-Bobbio. Tra le sue pubblicazioni: La Forza della Coscienza (Berti, 2004); La Pedagogia dell’Anima (Ber- ti, 2008); Oltre la storia. L’Eroe dell’Amore (Berti, 2011).
"Azione cattolica, vivi all'altezza della tua storia!" Con queste parole, papa Francesco esortava l'Azione cattolica italiana, in occasione della celebrazione dei 150 anni dalla sua fondazione, a essere scuola di santità e a vivere la dolce e confortante gioia di evangelizzare.
A dieci anni dalla sua elezione al soglio pontificio, abbiamo voluto raccogliere in questa pubblicazione i numerosi interventi che il Santo Padre ha rivolto all'associazione in diverse occasioni e udienze, ma anche al Forum internazionale di Azione cattolica e ad associazioni e movimenti di Azione cattolica di altri paesi. Il pontefice, nei suoi diversi interventi, dimostra di conoscere molto bene la natura della missione laicale dell’associazione e la spinge a essere protagonista della vita della Chiesa. Quella di papa Francesco è un'Azione cattolica ridisegnata alla luce dell'Evangelii gaudium, del Convegno di Firenze e del Cammino sinodale della Chiesa, chiamata ad allargare gli orizzonti, a costruire ponti, a farsi prossima, a generare cultura e a dare ragione della speranza cristiana alle donne e agli uomini del nostro tempo. L'impegno che assumono i laici di Ac guarda avanti. E' la decisione di lavorare per la costruzione del Regno.
La biografia di Carlo Caretto (1910-1988) presenta due fasi distinte: la prima, relativa agli anni della militanza nell'Azione Cattolica, con l'incarico di Presidente centrale della Gioventù Maschile dal 1946 al 1952; la seconda, dal 1954 in poi, concernente la scelta di vita religiosa fra i Petits Frères de Jésus e in seguito fra i Petits Frères de l'Evangile, comunità di vita religiosa legate alla spiritualità di Charles de Foucauld.
Nella raccolta antologica qui presentata di è mantenuta questa distinzione.
Nella Parte prima si coglie la passione apostolico-educativa di Carretto, orientata alla formazione di giovani credenti tutti d'un pezzo, militanti in favore di un ideale, quello cattolico, che avrebbe dovuto non solo plasmare la coscienza personale, ma anche incidere di costumi, ambienti, istituzioni dell'intero Paese.
I testi nella Parte seconda rivelano un considerevole cambio di registro. Dopo l'ingresso nella comunità dei Petits Frères, Carretto si scosta decisamente dalla visione troppo "attivistica" che l'aveva ispirata e opta per un'adesione "disarmata" al Vangelo: Parola di vita da accogliere e testimoniare senza interpolazioni umane sulle strade del mondo, specialmente in mezzo ai più poveri e bisognosi.
Ne scaturiscono pagine d'intensa spiritualità, in grado d'illuminare ancora oggi convincenti percorsi di educazione cristiana
Lorenzo Milani (1923-1967), con la sua critica al classismo e alla selettività della scuola obbligatoria pubblica e privata, ha lasciato un'impronta indelebile come maestro e come cittadino; con Barbiana, in veste di parroco, ha saputo anche dimostrare che una buona scuola, pur in condizioni pedagogiche e sociali estreme, è possibile. Secondo la sua teologia pastorale la parola non è parola di Dio se si limita ad aggiungersi alle nostre, ma diventa tale se in esse si fa carne. Da qui nascono il suo amore per le parole e il miracolo che fa sì che al lettore laico nulla risulti eccedente e al cristiano non manchi "la menzione esplicita del Nome del Padrone".
In questi saggi non si tratta tanto dell'essenza della fede come mistero che viene da Dio, quanto del modo in cui si trova e si atteggia il cristiano che esiste nella fede e di ciò che il credente può osservare in se stesso e in altri. L'Autore dapprima affronta la questione intorno alla realtà del sorgere della fede, l'atto della quale poi lega al suo contenuto, per non farlo scivolare nella religiosità generica. Ciò che poi egli espone sulle crisi e tensioni della vita di fede, con comprensione viva dei modi in cui essa è sperimentata, ha grande potere d'illuminazione. La realtà della fede nell'azione, nell'amore e nella speranza, la varietà delle forme in cui essa si concreta, il sapere, la gnosi nella fede, sono oggetto di altri capitoli. L'opera si conclude con un approfondimento del senso delle formulazioni dogmatiche nella Chiesa e del moto di fede originato dalla trasformazione del nostro essere nei sacramenti. In quest'opera un'intelligenza esistenziale della fede fa prova del suo alto equilibrio dinamico tra soggettività e oggettività, cogliendo con acutezza la situazione spirituale contemporanea in rapporto al credere soprannaturale, i rischi e i vantaggi di essa.
Se di Guardini negli ultimi anni si sono per lo più discusse le opere teologico-filosofiche, non bisogna dimenticare il suo costante interesse per l'aspetto cultuale della vita religiosa (si ricordino Lo spirito della liturgia e I santi segni). Nell'opera che qui ripresentiamo, Guardini si sofferma sul Rosario come forma di preghiera della vita cristiana. Egli mostra come gli elementi che la costituiscono, la ripetizione dell'Ave, l'intercalarsi del Pater, il ritmo delle decine, creino un'atmosfera di alta elevazione spirituale, in cui può disporsi l'autentica contemplazione che è suggerita dai Misteri. Con rapide, originali intuizioni è presentata la loro ricchezza scritturistica e teologica e l'armonica concatenazione. Pagine che guidano il lettore a riscoprire il senso autentico di una delle forme del culto più care alla tradizione cristiana.
È stato Romano Guardini nei primi Anni Venti del secolo appena scorso ad uscire in quell'espressione, che può essere assunta come diagnostica di uno dei lineamenti della teologia cristiana della prima metà del XX secolo: "Un processo di incalcolabile portata è iniziato: il risveglio della Chiesa nelle anime". Un risveglio, che era connesso, nell'analisi del giovane teologo italo-tedesco, con il risveglio culturale ad un vero senso della realtà vissuta e al senso comunitario. Svaniva, sulle macerie della prima Guerra Mondiale, l'incanto per l'idealismo e per l'io astratto, e la coscienza cristiana iniziava a percepire la Chiesa come via verso la personalità, e insieme, come via verso la comunità. Le "Lezioni sulla Chiesa", tenute da Guardini all'università di Bonn nel 1921 e pubblicate nel 1922 con il titolo Il senso della Chiesa, avevano entusiasmato il suo uditorio e i suoi lettori, che le avvertivano "come un colpo d'ala, un soffio di cristianesimo originario, pentecostale", in quanto additavano "nuove vie verso un rapporto vivo tra Chiesa e personalità, verso una crescita umana autentica fondata sulla libertà interiore, che sfocia in una comunità di grazia" (Rosino Gibellini, La teologia del XX secolo)
Attraverso le conversazioni contenute in questo libro s'intraprende un serio tentativo di collegare l'angoscia con i temi della teologia, e, più in generale, dell'esistenza umana e cristiana.
Nella presente introduzione al Vangelo di Luca, Anselm Grun espone i testi evangelici alla luce dei bisogni e desideri dell'essere umano, traduce nella realta contemporanea quanto accaduto un tempo, mettendo insieme cio che muove gli uomini di oggi con cio che di Gesu affascinava Luca. Il terzo vangelo conferisce un tono speciale al messaggio diGesu. E' facile osservare come Luca conoscesse in profondita la teologia dell'Antico Testamento, e come fosse nello stesso tempo esperto di filosofia e di mitologia greche. Questo ha consentito all'evangelista di preservare la continuita tra le radici ebraiche di Gesu e il suo pensiero, rendendolo al contempo accessibile al mondo greco. Anselm Grun legge con occhi nuovi ed assolutamente originali alcune tra le pagine piu belle del Nuovo Testamento, traducendo nella realta contemporanea quanto accaduto un tempo.
L'autore sviluppa una analisi sia del messaggio etico sia del messaggio spirituale del Vangelo di Matteo.
Commento spirituale al Vangelo di Marco.
Un libro personale, un libro generato dalle lotte per rispondere alla domanda cosa significa vivere la vita nello spirito di Gesu Cristo?". "