
Il volume, che comprende una nota biografica e un inserto fotografico, ricostruisce il pensiero di Jacques Maritain (1892-1973) attraverso una schedatura dei suoi scritti.
Nata in Russia nel 1883, ma cresciuta ed educata in Francia nel vivace clima culturale ed artistico parigino, Raissa Maritain fu sposa e compagna di J acques Maritain li di;donario ricostruisce la sua straordinaria avventura spirituale ed intellettuale, attraverso una rigorosa e ampia schedatura dei suoi numerosi scritti: 34 schede che ripercorrono l'iter creativo di ciascuna opera dalla genesi all' edizione definitiva.Sono stati predisposti alcuni apparati critici che ne favoriscono la consultazione: a) La nota biografica. b) L'elenco delle schede in lingua italiana. c) L'elenco cronologico delle prime edizioni. d) Le note di corrispondenza presentano le relazioni intercorse con fùosofi e teologi, romanzieri e poeti, artisti e musicisti. e) Le Biografie dei Grandi Amici ricostruiscono la rete di amicizie di Raissa e Jacques, e attestano la vastità e l'influenza che i Maritain hanno avuto sui contemporanei. f) L'Elenco delle riviste cui Raissa ha collaborato. g) La Bibliografia. Completano il volume l'indice per argomento e l'indice dei nomi.
Un libro che si può leggere come un romanzo, perché racconta, con documenti e testimonianze, con le corrispondenze dei protagonisti, il ruolo dei cattolici democratici nella storia d'Italia, da Luigi Sturzo ad Alcide De Gasperi, da Giuseppe Dossetti a Giorgio La Pira, passando attraverso due guerre mondiali e il ventennio del regime fascista, la resistenza e l'Assemblea Costituente, che ha elaborato la Costituzione repubblicana. La chiave di lettura è un filo rosso che intreccia le riflessioni socio-economiche di Giuseppe Toniolo con quelle filosofiche di Jacques Maritain.
Benedetto XVI e Francesco, due Papi molto diversi tra loro per stili e modi di comunicazione eppure con numerosi punti di contatto, spesso volutamente trascurati dagli storici e dai giornalisti. Rosanna Virgili firma una riflessione sulle linee fondamentali del loro ministero, sui temi e i linguaggi della loro dottrina, cercando di cogliere le peculiarità e le differenze che li caratterizzano, ma anche di riconoscere i diversi elementi di continuità e comunione da cui sono legati. Nel caso di Benedetto XVI il volume analizza tanto il periodo in cui è stato regnante quanto gli anni da emerito; si tratta infatti di un tempo molto lungo - dieci anni a fronte degli otto di pontificato - che ha portato a molte occasioni di contatto e di inevitabile confronto tra i due pontefici. Confronto a volte erroneamente interpretato come conflitto, una lettura distorta che ha rischiato di generare smarrimento e spaccature nel mondo cattolico. In realtà sono numerosi i punti di contatto tra i due magisteri, in particolare nell'"ubbidienza" al ministero petrino e nella comune, tenace fedeltà alla Chiesa.
Il libro è costruito sul dialogo tra le due autrici: Fersini descrive la situazione della coppia/famiglia oggi e chiede "risposte". Virgili rintraccia queste "risposte" nell'"Amoris laetitia", illuminata dalle sue radici bibliche. Decisiva è la spiegazione del linguaggio e della prospettiva in cui l'Esortazione si pone: non imponendo una dottrina dall'alto, ma ascoltando e dialogando con la realtà e l'esperienza concreta delle persone. Il libro si propone da un lato di far conoscere ai laici cattolici (e non) il messaggio dell'"Amoris laetitia" e la sua capacità di dialogare con la nostra cultura; dall'altro di mostrare l'ortodossia del documento e la sua assoluta fedeltà e ispirazione alla Parola di Dio.
La Giornata Mondiale della Gioventù, tenutasi quest'anno a Rio de Janeiro, lascia un ricordo indelebile: tre milioni di giovani sulla spiaggia di Copacabana per l'incontro con Papa Bergoglio. Neppure in occasione del Capodanno carioca si era vista così tanta gente e così piena di entusiasmo. La ricostruzione del grande raduno cattolico, con momenti che valgono un concilio, attraverso le immagini e le voci impresse dai giovani nei social network, le parole di Francesco, le analisi degli osservatori: dal flash mob dei vescovi alla visita nella favela di Varginha, dall'incontro del Pontefice con i politici alle metafore calcistiche, dai timori per la sicurezza del Papa alla festa continua con i popoli del Sud America.
Febbraio 2013: Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, lascia il pontificato dopo il clamoroso annuncio delle sue dimissioni. Marzo 2013: Jorge Mario Bergoglio, col nome di Francesco, viene eletto Pontefice con un conclave lampo, il primo a elevare un gesuita sul soglio di Pietro. Benedetto ha lasciato dopo aver portato a termine la missione che si era posto: fare un po' di pulizia e scrivere un canovaccio per la Chiesa cattolica negli anni a venire. Ratzinger non ha trascinato le folle, ma ha risvegliato le passioni intellettuali dei più attenti osservatori del mondo cattolico, mentre la sua azione e il suo pensiero mettevano in risalto sempre più lo scollamento fra le gerarchie e i fedeli. Francesco, più vescovo del mondo che Vescovo di Roma, dotato di straordinaria sensibilità comunicativa, ha saputo riportare la Chiesa nelle simpatie del grande pubblico e degli intellettuali. Due uomini che hanno cambiato il modo di porsi della Santa Sede nel mondo e verso la propria comunità, facendole percorrere più strada di quella aperta dal Concilio negli anni Sessanta. Questo libro di Lucia Visca, proponendo anche alcune interviste ai maggiori vaticanisti italiani, vuole spiegare perché, dopo Benedetto XVI e Francesco, la Chiesa cattolica non sarà più la stessa. Prefazione di Carlo Nanni, rettore della pontificia Università salesiana.
Il Papa si è dimesso. Il 28 febbraio – dopo quasi otto anni dalla sua elezione – Benedetto XVI lascia il pontificato spiegando di non farcela più. Stanco e malato, Joseph Ratzinger ha portato a termine la missione che si era posto: fare un po’ di pulizia e scrivere il canovaccio su come sarà la Chiesa cattolica negli anni a venire. Il conclave che eleggerà il nuovo Papa, infatti, lo ha disegnato lui, creando sempre meno cardinali occidentali e scegliendo i Principi della Chiesa nelle fila del Terzo mondo. Il primo pontefice dimissionario in tempi moderni, che nell’ultima parte del suo mandato ha dovuto affrontare gli scandali e le incomprensioni interne alla Curia romana. Sebbene le vicende del Vatileaks abbiano scosso i più stretti collaboratori, Ratzinger non ha mai perso di vista l’obiettivo di traghettare la Chiesa cattolica fuori dagli schemi del potere temporale. Benedetto XVI non ha trascinato le folle ma ha risvegliato le passioni intellettuali dei più attenti osservatori del mondo cattolico e, all’interno della comunità ecclesiale, la sua azione e il suo pensiero hanno messo in risalto sempre più lo scollamento fra le gerarchie e i fedeli. Molto per un Papa eletto per essere «di passaggio» e che, al contrario, ha avuto la capacità di pensare una Chiesa post apocalittica.
Lucia Visca
è giornalista. Già collaboratrice di «Paese Sera», ha lavorato nelle redazioni di diversi quotidiani del Gruppo Espresso. Attualmente dirige le testate elettroniche «Atlante», «Technet» e «Geopolitica». Per Castelvecchi ha pubblicato Pasolini, una morte violenta.
Il volume, dal carattere storico–canonistico, propone una disamina di tutti i pontefici che nel tempo hanno rinunciato liberamente alla massima carica della Chiesa, o che indirettamente sono stati costretti a farlo. In questo senso, degno di nota si rivela in particolare il confronto tra la rinuncia di papa Celestino V e quella di Benedetto XVI. L’opera riporta anche le traduzioni di due lettere, il decreto elettivo di papa Celestino e la lettera con cui il sacro collegio lo informava dell’avvenuta elezione. Spostandosi dal piano storico a quello giuridico–canonistico, lo studio si sofferma inoltre sulla genesi del canone 332, § 2 del Codex Iuris Canonici, il quale regola oggi la rinuncia al ministero petrino. In ultimo, vengono analizzati lo status e il titolo del papa rinunciatario.
Questa antologia di scritti su don Milani mette a disposizione dei lettori di "Esperienze pastorali" e "Lettera a una professoressa" le testimonianze e le riflessioni che la figura e l'opera del prete di Barbiana hanno sollecitato nel tempo tra gli intellettuali e tra qualche prete e politico, e si presenta come un utile complemento ai suoi scritti e una risposta ai suoi detrattori, alle "professoresse" di ieri e di sempre. Il loro ambito è quello di una sinistra - cattolica, laica, socialista - ieri ancora vivace e attenta alle trasformazioni sociali e culturali del paese, provocate dall'incombente "miracolo economico", aperta al dialogo con quanto di nuovo e di buono poteva accadere, anche ai margini, nelle scuole, nelle parrocchie, nelle "case del popolo", quando vi agivano persone con una visione chiara della realtà e dei propri doveri nei confronti dei proletari e dei loro figli. Nel volume sono raccolte le testimonianze e le riflessioni di Gaetano Arfé, Ernesto Balducci, Luciano Bianciardi, Bruno Borghi, Aldo Capitini, Adele Corradi, Oreste Del Buono, Tullio De Mauro, Elvio Fachinelli, Goffredo Fofi, Franco Fortini, Pietro Ingrao, Giovanni Jervis, Vittorio Giacopini, Giovanni Giudici, Alexander Langer, Lucio Lombardo Radice, Franco Lorenzoni, Gian Paolo Meucci, Anna Maria Ortese, Giorgio Pecorini, Pier Paolo Pasolini, Michele Ranchetti, Antonio Santoni Rugiu, Ignazio Silone e David Maria Turoldo. In chiusura il discorso di papa Francesco a Barbiana a cinquant'anni dalla morte di don Milani.
Il volume raccoglie le conversazioni radiofoniche di padre Vito Magno con i giovani e sui giovani. Sono presenti i dialoghi con: Roberto Vecchioni, Franco Garelli, Aldo Maria Valli, Gianfranco Ravasi, Andrea Monda, Dario Edoardo Viganò, Luigi Ciotti, Valerio Albisetti, Maria Beatrice Toro, Fabio Rossini, Giusy Buscemi, Giovanni Caccamo, Suor Cristina, Bebe Vio.