
In modo vivace e senza concessioni, l'autrice presenta il pontificato di Benedetto XVI, non facile da decifrare, ma appassionante, che unisce in sé contraddizioni ed interrogativi di un cattolicesimo in crisi.
È necessario aver fede per sposarsi in Chiesa? Se questa domanda non è l'oggetto di un trattato articolato nell'opera di J. Ratzinger/ Benedetto XVI, pone comunque una questione che torna spesso nei suoi scritti, nei quali il tema della fede occupa un ruolo rilevante. Lo studio cronologico dell'opera di J. Ratzinger/Benedetto XVI sul matrimonio fa emergere un'evoluzione nel suo pensiero. È, infatti, a partire dalla fede che: 1) la riflessione si sposta dalla questione della "validità" a quella della "pienezza" del matrimonio; 2) è possibile cogliere una maturazione nel pensiero di Ratzinger riguardo la comprensione del concetto di "natura" e della "Comunione ai divorziati risposati". Il volume offre al lettore una raccolta di tutti i testi di J. Ratzinger/Benedetto XVI sul sacramento del Matrimonio, dai quali affiora in modo chiaro che per viverlo in pienezza il cammino di fede è indispensabile.
Il profilo del papa di origine italiana, preso "quasi dalla fine del mondo", viene reso in un linguaggio semplice, affinché anche i bambini possano fare la sua conoscenza e comprendere il percorso umano e spirituale che lo ha portato a diventare sacerdote, vescovo e, infine, papa Francesco. Età di lettura: da 6 anni.
L AUTORE SUGGERISCE, NELL INTRODUZIONE, IL CONTENUTO DELL OPERA: UN MEZZO PER INTERPRETARE E UTILIZZARE QUOTIDIANAMENTE LA LEZIONE DEL FRANCESCANESIMO PER VIVERE CRISTIANAMENTE NEL MONDO CONTEMPORANEO RIFACENDOSI A PRINCIPI SOLIDI TRASMESSICI NEI SECOLI. Il volume non intende essere una monografia di storia per lettori eruditi, non ambisce ad essere un testo per filosofi, non ha alcuno slancio poetico; vuole solo costituire un ausilio per fornire a tutti i lettori di qualunque estrazione ed eta per reinterpretare le norme francescana e riadatarne i contenuti spirituali e comportamentali per vivere in maniera sana e eticamente corretta ne
Dietrich Bonhoeffer proclama la centralità di Cristo, Verbo incarnato di Dio, nella storia e nella vita dell'uomo. Fu alto protagonista dell'opposizione al regime nazista, del quale restò vittima; votò la sua vita alla difesa della pace tra i popoli, dei diritti degli Ebrei condotti allo sterminio e della indipendenza delle chiese cristiane del potere politico. Il lavoro di queste pagine vuole essere un modesto contributo alla conoscenza di questo martire della Verità.
Il percorso spirituale della giovane ebrea olandese (che ha trovato Dio nell'orrore della Shoah) con lo schema degli antichi Padri: dal mondo esterno a quello interiore e di qui a Dio.
Fisionomia e finalità delle istituzioni accademiche cristiane. Pillay, Rettore della Liverpool Hope University attingendo alla sua esperienza delinea con vivacità, la concezione di università cristiana nel pensiero di Newmann. Promotore e primo rettore dell'Università Cattolica di Dublino, John Henry Newman (1801-1890), con il suo pensiero sulla natura dell'istituzione accademica cristiana e sul concetto di "educazione liberale" che vi si deve impartire, determinò buona parte dello sviluppo delle Università Cattoliche nei decenni successivi. Nel suo pensiero il fine di una istituzione accademica cristiana è: formare personalità mature, frutto di un percorso formativo che coniuga responsabilità civica e un profondo senso di giustizia sociale. Mentre alcune università possono prefiggersi esclusivamente il compito di produrre specialisti nei diversi campi e ritengono che il loro ruolo principale consista nell'educare alla competenza nelle varie discipline, la fondazione cristiana ha tra le sue finalità quella di dare un contributo al progresso umano e culturale della società.
Romano Guardini (1885-1968): una delle figure più significative della vita spirituale europea del XX secolo, che ha influenzato generazioni di cristiani prima e dopo il Concilio Vaticano II. I suoi scritti autobiografici mostrano lo stretto intreccio dell'itinerario personale di vita con l'opera della sua esistenza, in particolare durante il nazismo quando rappresentò un faro per la resistenza morale e religiosa alla barbarie. La prospettiva di Guardini si dispiega e si amplia dalla liturgia e dall'ecclesiologia, attraverso la «visione del mondo», rivissuta in rapporto a grandi figure dell'Occidente, fino all'interpretazione de "Il Signore" e fino ai più tardi scritti di critica culturale e antropologia. Emerge il vigore profetico della lettura guardiniana della modernità ("La fine dell'epoca moderna") e delle opportunità e dei pericoli della tecnica ("Lettere dal lago di Como"): un'esistenza cristiana del XX secolo, segnata dalla vicinanza e insieme dall'opposizione contro di esso.
Madre Teresa e Gandhi hanno incarnato i vertici di ciò che l'essere umano può raggiungere. I loro esempi hanno il potere di rischiararci la strada e di farci uscire da una impasse in cui la modernità è caduta, apparentemente senza via di uscita, mostrandoci come l'azione disinteressata e la condotta etica si realizzino a partire da presupposti e da una visione del mondo che - come afferma Panikkar - "è fondamentalmente incompatibile con quella attuale". Seguire il loro esempio è il salutare rischio a cui ci espone la vicinanza con culture diverse o lo studio di personaggi di confine che hanno vissuto in culture altre, proprio oggi che siamo di fronte a un impegno non rimandabile: quello di mettere in dialogo culture provenienti dai diversi angoli del mondo per far nascere un futuro più pacifico, più in sintonia con la natura e in armonia con le istanze profonde dell'essere umano. E il libro di Gloria Germani fa proprio questo, mette in luce il sentiero comune a Madre Teresa e a Gandhi, dall'intuizione che tutto è uno fino alla via per rimettere l'etica al centro della vita, contro l'abbaglio economico della modernità. Con una prefazione e uno scritto di Tiziano Terzani.
Il valore politico e (inter)religioso del primo viaggio apostolico del papa in un Paese a maggioranza sciita: l'Iraq.
È il passaggio “da una pastorale di semplice conservazione ad una pastorale decisamente missionaria” la sfida lanciata da papa Francesco all’inizio del suo pontificato. Una sfida che vale per tutte le strutture ecclesiali e tutti i soggetti pastorali, Curia Romana compresa. Infatti, nel suo discorso programmatico sulla riforma della Curia Romana, tenuto il 22 dicembre 2016 nella Sala Clementina, Francesco ribadisce con forza che tale riforma “non è fine a se stessa, ma è un processo di crescita e soprattutto di conversione”. Quali sono i criteri guida di questa riforma? Quali i risultati già ottenuti e quelli ancora sperati? Ci sono novità effettive a livello di funzionamento dei Dicasteri? Della distinzione delle loro competenze specifiche e del loro coordinamento razionale al servizio del ministero petrino? E la cosiddetta “spiritualità di servizio e di comunione” che cos’è? Come orienta e modernizza il lavoro curiale?
Saggi di: Libero Gerosa, Christoph Hegge, Giorgio Feliciani, Ludger Müller, Juan Ignacio Arrieta, Claudio Luterbacher, Fernando Puig, Francesco Coccopalmerio, Karl-Joseph Rauber, Markus Graulich.

