
"Con un approccio originale al tema del popolarismo, Lino Prenna risale alle radici filosofiche e teologiche che ne hanno segnato il percorso, quale declinazione storica del cattolicesimo democratico. Ma in questo bel libro c'è anche il tentativo, altrettanto ambizioso, di indicare una ipotesi di attualizzazione (il «nuovo popolarismo», appunto) su cui è prevedibile che si apra una qualche discussione. Il professor Prenna ci offre poi un'ulteriore suggestione, quella di intrecciare il discorso con il pensiero di papa Francesco, un Papa apparentemente non politico, perché non mostra alcun interesse ai partiti, mentre lo è profondamente nella sostanza del suo insegnamento, perché aiuta la politica e i politici a vedere ciò che da soli non riescono a fare. I cattolici democratici, popolari o neopopolari, sono sollecitati da queste pagine a trasformare in progetto politico il suo magistero sociale: un magistero declinato in modo comprensibile e convincente anche per i non credenti e, soprattutto, per chi fa politica, spesso vivendo il proprio tempo nel più assoluto smarrimento culturale." (dalla Prefazione di Pierluigi Castagnetti)
Il volume raccoglie gli Atti del IV Convegno Internazionale di mistica cristiana svolto ad Assisi il 29 e il 30 settembre 2017. I contributi presenti offrono una lettura dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco attraverso i punti di vista di studiosi esperti in tale ambito.
Questa pubblicazione costituisce il secondo volume della nuova collana "Famiglia in Cammino" frutto della collaborazione tra la Libreria Editrice Vaticana e il Pontificio Consiglio per la Famiglia e diretta da Padre Gianfranco Greco, capo ufficio del Pontificio Consiglio. Il volume rappresenta una vivida testimonianza dell'incontro tenutosi in Piazza San Pietro il 14 febbraio 2014, festa di San Valentino, tra Papa Francesco e le migliaia di coppie di fidanzati che cercavano risposte sul tema del matrimonio. Un piccolo ricordo di quella giornata sia per le coppie che erano presenti in piazza, sia per che coloro che non hanno avuto la fortuna di partecipare a quell'indimenticabile evento.
La tenerezza, la carezza di Dio: sono le espressioni che ritornano più volte in questi discorsi e scritti che, in occasione del Natale, il cardinale Bergoglio rivolge al suo popolo di Buenos Aires. Un invito a ridestare nel cuore lo stupore davanti alla promessa che quel bambino, il figlio, sarà compagno nel cammino, sarà sempre accanto a ogni uomo per lenire il dolore delle sue piaghe. L'annuncio di un Dio vicino, che «si innamora della nostra piccolezza, che si fa tenerezza per accarezzarci meglio».
Parte da san Benedetto, dalla sua regola e dall'importanza del monachesimo che ha cambiato il volto dell'Europa travolta dalle invasioni barbariche, si giunge a papa Benedetto XVI che, grande ammiratore del santo, ha scelto per sè il nome di Benedetto per ricordare a tutti le radici cristiane dell'Europa.
"Se voi riuscirete a liberarvi dalla rassegnazione, se riporterete maggiore fiducia nella solidarietà, se la romperete con lo stile pernicioso della delega, se non vi venderete la dignità per un piatto di lenticchie, se sarete così tenaci da esercitare un controllo costante su coloro che vi amministrano, se provocherete i credenti in Cristo a passare armi e bagagli dalla vostra parte, non tarderemo a vedere i segni gaudiosi della risurrezione."
Quando il nuovo Papa si è affacciato alla loggia delle benedizioni, ha suscitato emozioni e attese. Da allora molto si è detto e commentato, paragonando lo stile di Francesco e quello di Leone. Al di là dell'ovvia osservazione che un Papa succede sempre a un altro e ne prende a carico l'eredità, pochi hanno cercato di approfondire il legame tra i due pontefici. Spadaro lo ritrova nel tema dell'inquietudine, come marca dell'umano contemporaneo. Questione agostiniana e pure profondamente ignaziana, l'inquietudine permette di avere una traccia per annunciare il vangelo oggi. La riflessione è arricchita da tre testi: una introduzione di Bergoglio a un libro su Agostino, la sua omelia al capitolo generale dell'ordine agostiniano e un'ampia intervista nella quale Prevost parla della sua visione della chiesa e dei suoi rapporti con Francesco.
Sono passati cento anni da quel 13 maggio 1917, giorno della prima misteriosa manifestazione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima: Lucia, Francesco e Giacinta. Da quel giorno la Madonna del Rosario si mostrò sei volte ai bambini: tra il 13 maggio e il 13 ottobre. Ripercorrere oggi quella straordinaria vicenda significa essere inevitabilmente trasportati a Medjugorje, dove la Regina della Pace, dal 24 giugno 1981, è apparsa migliaia di volte a sei veggenti: Marija, Vicka, Ivanka, Mirjana, Ivan e Jakov. C'è dunque un legame che unisce le due epifanie mariane? In un messaggio del 25 agosto 1991, la Vergine Maria ha affermato esplicitamente di esser discesa dal Cielo nel piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina per realizzare quanto cominciato coi segreti di Fatima. C'è dunque un piano che va gradualmente compiendosi e che diventa chiave di lettura per comprendere il «secolo della prova» che intercorre nel centenario e che illumina il «tempo dei dieci segreti» di Medjugorje, ormai alle porte. Il direttore di Radio Maria dipana il filo rosso che lega le apparizioni del Portogallo a quelle della ex Jugoslavia e si chiede: «Siamo dunque alla vigilia del tempo dei dieci segreti?». Per quanto il soprannaturale faccia sempre irruzione nella storia dell'uomo in modo sorprendente, le domande sul futuro del mondo e della Chiesa sono interrogativi urgenti che ogni credente deve porsi nell'ottica della propria salvezza. E le risposte giungeranno solo dopo aver considerato con la dovuta serietà l'appello che continuamente la Madonna rivolge ai suoi figli da Medjugorje: «Affrettatevi a convertirvi».
Quest'opera, nata dall'intento di sottoporre la concezione di René Girard a un serrato approfondimento critico e storico, affronta un campo attualmente poco esplorato, quello del confronto tra cultura greca, e più generalmente pagana, e cristianesimo. Perno di tale confronto è il sacrificio, l'istituzione religiosa senza la quale le società antiche non sarebbero riuscite a canalizzare ed allontanare la loro violenza interna, concentrandola su una vittima, e che si rinnova ai nostri giorni sotto mille travestimenti, quando non sotto forma di nostalgia ideologica. L'assunto del libro è non solo che la cultura greca più avanzata abbia sviluppato una profonda riflessione sulla violenza umana e sulla necessità del sacrificio, ma che il cristianesimo sia riuscito a portare la risposta che alla tragedia e alla filosofia restava ancora inaccessibile, la risposta di un Dio misericordioso che, nella persona del suo figlio, accetta di farsi vittima pur di liberare gli uomini dalla necessità di nuovi sacrifici. L'unicità del cristianesimo emerge proprio dal sovrapporsi di uno stesso problema, radicato nella storia e nella natura umana, e nel punto di vista che in esso Cristo fa emergere: il punto di vista della vittima innocente, che subisce la violenza umana, la perdona, e così la trasforma in strumento di redenzione. Prefazione di Emmanuele Morandi
Da cuore a cuore è una effusione orante, capace di esprimere le aspirazioni e le attese del cuore umano, che risponde al cuore di Gesù, rivelato nei vangeli.
Descrizione
«Non era mia intenzione scrivere sul cuore di Gesù. Nel mio cuore cominciai invece a percepire un genuino desiderio di parlare al cuore di Gesù – e di essere ascoltato. In qualche modo, mi sentivo invitato a lasciare che il cuore di Gesù toccasse profondamente il mio cuore, e questo venisse guarito da una tale esperienza. Allora pregai, semplicemente, mentre scrivevo. E scrivevo mentre pregavo. Fu facile, mi venne senza alcuno sforzo. Le parole fluivano semplicemente da me. Il cuore di Gesù aveva aperto il mio cuore a questa preghiera».
«Non intendevo scrivere qualcosa sul cuore di Gesù», spiega Nouwen. «Nel mio cuore cominciai però a percepire un genuino desiderio di parlare al cuore di Gesù. Parlare ed essere ascoltato. Lasciare che il cuore di Gesù toccasse profondamente il mio cuore. E acconsentire a che quest'ultimo da quell'esperienza fosse guarito. Allora pregai, semplicemente, mentre scrivevo. E scrivevo mentre pregavo. Fu facile, mi venne senza alcuno sforzo. Le parole fluivano spontaneamente. Il cuore di Gesù aveva aperto il mio cuore a questa forma di preghiera». Da cuore a cuore è dunque una intensa effusione orante, capace di esprimere le aspirazioni e le attese del cuore umano, che risponde al cuore di Gesù, rivelato nei vangeli. «In un prossimo documento intendo riproporre a tutta la Chiesa il culto del Sacro Cuore, culto carico di bellezza spirituale, in un mondo che sembra aver perso il cuore» (papa Francesco, Udienza del 5 giugno 2024). Nuova edizione di un testo intimo, ora arricchito da una Appendice sulla storia e l'attualità della devozione al Sacro Cuore.

