
Teodrammatica è la seconda parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica. Prendendo le mosse dagli attributi dell'essere (bello, buono, vero), egli ha trattato nella prima parte (Gloria) della bellezza del mondo e della gloria di Dio; nella seconda (Teodrammatica) della libertà finita e infinita e nella terza (Teologica) l'insieme delle questioni concernenti la verità creata, la verità divina, nonché il loro reciproco rapporto. Dopo il volume primo della Teodrammatica, la Introduzione al dramma, il secondo è antropologico, il terzo cristologico, il quarto soteriologico; questo quinto è trinitario. Ciò che si può dire alla fine circa l'ultimo atto del dramma fra cielo e terra non sono che termini stupefatti e balbettanti, che girano intorno a questo mistero, termini che si appoggiano ad alcune lampeggianti parole ed allusioni della Scrittura. Si è tentato di andare fino al limite consentito dalla Scrittura, per alcuni forse un passo più avanti, ma di fermarsi rigorosamente là dove speculazioni apparentemente logiche hanno condotto soltanto in un vuoto astratto o davanti a superflue segnalazioni di divieto. Non è scientifico, neppure in campo teologico, parlare con esattezza di cose che non si possono sapere (per esempio dello stato intermedio). Conforme all'avvertimento dell'Aquinate si è cercato di costruire della teologia sugli articoli di fede (e non inversamente) sulla Trinità, sull'Incarnazione del Figlio, sulla sua vicarietà per noi in croce e nella resurrezione, sulla sua missione dello Spirito a noi nella Chiesa apostolica e nella Communio Sanctorum la quale teologia è la sola chance per il fatto che anche oggi e in futuro si possa attuare una testimonianza di vita (e di morte) per "il supremo dono di Dio", che solo così diviene irreversibile e insuperabile
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Quali sono le tentazioni più pericolose che oggi l'uomo, la Chiesa e l'umanità nel suo complesso, devono affrontare? Dalla capacità di individuarle e superarle dipende in gran parte il nostro futuro.
Dentro di noi c'è un continuo variare di luce e tenebre. Non dobbiamo stupirci che sia così. È necessario distinguere l’azione di Dio da quella dello spirito del male per fare discernimento tra i moti positivi e quelli negativi che vibrano dentro di noi, per operare una scelta definitiva fra la parte luminosa di noi stessi e quella oscura che sempre ci abita.
Il cardinal Martini torna sul Vangelo di Giovanni – e in particolare sui capitoli finali, in cui si gioca il dramma della fede di fronte a Gesù – per tracciare un itinerario di formazione per l’uomo contemporaneo, alla scoperta di quegli atteggiamenti lumi nosi, che costituiscono un antidoto al male e al disorientamento dei nostri tempi.
Un cammino di discernimento interiore, che attraverso l’evangelo si confronta in modo speciale con alcuni grandi pro tagonisti dei racconti della Passione e della Risurrezione: figure illuminanti co me Pietro e la Maddalena, ma anche figure enigmatiche come Pilato e i sommi sacerdoti.
Dal suo ritiro di Gerusalemme, Martini ci regala ancora una volta pagine di grande sapienza umana e di intensa spiritualità.
Il testo del Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della IV Giornata Mondiale dei Poveri che verrà celebrata il prossimo 15 novembre 2020. La riflessione del pontefice entra direttamente all’interno del momento drammatico che il mondo intero ha vissuto, e vive ancora oggi in alcuni Paesi, a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19. La Presentazione del Messaggio è firmata da mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Chi sono io? Dove si trova la vera cosistenza della mia personalità? E’ a questi tipo di domande che don Luigi Giussani cerca una risposta per aiutare l’uomo di oggi a riscoprire il suo io perduto. Al centro della sua proposta sta una semplice ripetizione degli inviti biblici: «seguitemi», «rimanete in me», «siate di Cristo», «offrite voi stessi a Dio», «sforzatevi di correre per conquistare il premio». L’originalità della morale giussaniana consiste però nel rendere ragione di tali atteggiamenti morali, nel fondarli in una ontologia nuova. «Quello che si cambia in noi deve partire coscientemente, ragionevolmente, avere cioè come primo luogo di avvenimento la conoscenza, perché tutto quello che l’uomo fa dipende dal modo in cui concepisce». Attraverso la spiegazione di alcuni concetti chiave (avvenimento, esperienza, comunione, presenza, misericordia) egli suggerisce così di cambiare lo sguardo sulla realtà e di lasciarsi stupire dall’unità che traspare tra l’io, il mondo e Dio.
GLI AUTORI
Michael Konrad, (Altdorf, Svizzera, 1966), è membro della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di san Carlo Borromeo e insegna etica filosofica presso la Pontificia Università Lateranense. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Precetti e consigli. Studi sull’etica di san Tommaso d’Aquino a confronto con Lutero e Kant, Roma 2005; Dalla felicità all’amicizia. Percorso di etica filosofica, Roma 2007; Amore ed amicizia. Un percorso attraverso la storia dell’etica, Milano 2009.
In questa raccolta di meditazioni evangeliche, Michel Quoist invita a prendersi un tempo per Dio.
Viviamo in una società sempre più polarizzata, incattivita, divisa su tutto e su tutti. La coesione sociale si è indebolita, vecchie tensioni che sembravano sopite sono riemerse o vengono perfino esasperate. Ai consueti conflitti generazionali o di tipo economico (ricchi e poveri) o di marca ideologica (progressisti e conservatori), si sono aggiunte le diatribe fra globalisti e sovranisti, euroscettici ed euroentusiasti, ecologisti e negazionisti, pro-vax e no-vax... Anziché solidarietà, stiamo sperimentando una sempre maggiore ostilità. Anche all'interno delle nostre Chiese. C'è una sola via per tornare a una maggiore coesione: la riconciliazione. Purché non la si intenda in senso intimistico. E il requisito fondamentale per una convivenza più armoniosa, ci ricorda Grün, è tentare di capirsi reciprocamente, per quanto a volte sia arduo. Il celeberrimo autore di spiritualità ne parla ampiamente in questo libro, dimostrando che la divisione non è un destino già segnato: la riconciliazione è anzi possibile e necessaria.
La sera del 13 marzo 2013, davanti a una folla di duecentomila persone raccolte in piazza San Pietro sotto la pioggia battente, si levò l'attesa fumata bianca. Ma quando il cardinale Jean-Louis Tauran annunciò il nome del nuovo pontefice, quasi nessuno, nemmeno i vaticanisti più esperti, si aspettava di udire il nome di Jorge Bergoglio. Bastarono però poche parole e il papa che era "stato trovato alla fine del mondo" quella sera ne conquistò il cuore. A partire dal nome. Vocabor Franciscus, "Mi chiamerò Francesco", aveva detto ai porporati alla conclusione del conclave: lo stesso nome del poverello di Assisi che aveva gettato alle ortiche le vesti di seta per indossare i panni degli ultimi. A quelle parole, nei giorni e nei mesi successivi ne seguirono altre, e alle parole si accompagnarono gesti che avrebbero radicalmente trasformato l'immagine del successore di Pietro: il papa che paga il conto dell'albergo, che rinuncia alla limousine, che sale la scaletta dell'aereo portando da sé una semplice borsa. Un papa che per la sua prima visita fuori Roma sceglie l'isola di Lampedusa per porre all'attenzione di tutti la tragedia senza fine dei migranti. Immagini semplici e al tempo stesso potenti di una Chiesa non più autoreferenziale, che vuole cambiare e uscire da se stessa per raggiungere le periferie geografiche ed esistenziali del mondo. Una Chiesa che vuole conservare il "mysterium lunae", cioè la capacità di riflettere soltanto la luce che proviene da Dio.
Proseguendo nei loro dialoghi sull’intervento della Madonna nella storia umana, padre Livio e Saverio Gaeta affrontano in questo volume il significato della presenza di Maria dall’inizio del cristianesimo sino a oggi. Partendo dalle origini, da quei testi evangelici che tratteggiano la figura e le opere della Vergine, gli autori percorrono i duemila anni
di approfondimenti e di riflessioni che mistici e teologi hanno sviluppato per entrare sempre più a fondo nel "mistero" di questa donna. In particolare, viene qui manifestata una precisa consapevolezza: gli ultimi decenni, e in particolare questi inizi del terzo millennio cristiano, rappresentano un momento epocale, nel quale la Madonna sta esercitando un compito specifico di avvertimento a riguardo dei pericoli incombenti e di sostegno dinanzi
a ogni difficoltà. Dall’aurora, rappresentata due secoli fa dalle apparizioni parigine di Rue du Bac, siamo giunti con Medjugorje a mezzogiorno, cioè al momento del massimo splendore. È un tempo di grande intensità: dinanzi alle luci e alle ombre di questa epoca, pervasa di grandi speranze ma anche di pesanti minacce, Maria è intervenuta come madre per aiutarci e per guidarci. In appendice, l’intervista di padre Livio con Vicka, realizzata nel dicembre 2006, nella quale la veggente offre alcune notizie inedite, che permettono di comprendere alcuni possibili sviluppi delle apparizioni della Regina della pace.

