
La collana Esercizi Spirituali" propone una serie di volumi di autori italiani e stranieri con lo scopo di approfondire contenuti e dinamica del prezioso libretto di Ignazio di Loyola e insieme l'esperienza spirituale da cui e nato. I contributi qui raccolti riguardano il "commento introduttivo alle quattro settimane". " La severa immagine dell'apparizione nella cappella de La Storta (Roma) del Crespi, riprodotta nella copertina, ci ricorda che sant'Ignazio, al termine di un lungo itinerario di pellegrinaggio, di esperienza e di preghiera, ottenne la conferma di essere messo dal Padre al servizio del Figlio, povero, umiliato e crocifisso per amore degli uomini. Il volume raccoglie le relazioni introduttive presentate da padre Rendina, dal 1988 al 1994, nel corso del primo ciclo di convegni di studio sugli Esercizi Spirituali, dedicato al commento del testo ignaziano.
Il pensiero di Antonio Rosmini sull'educazione è vivo, attuale e in grado di offrire una bussola per il presente. Viviamo una crisi educativa, una crisi che è una formidabile sfida per costruire una società autenticamente umana, che coniughi verità, libertà e bellezza. In questo testo viene trattata l'educazione e i suoi fondamenti, la politica, la libertà d'insegnamento, il rapporto con la fede, il dialogo e la testimonianza, la famiglia, alcune questioni metodologiche e alcuni errori presenti nel modo di educare. Il testo, che presenta vari contributi accademici, illustra un itinerario che conduce verso una meta fondamentale: formare la persona.
Le Regole e le Annotazioni (oggetto delle cosiddette Istruzioni, solitamente presentate da colui che dà gli esercizi insieme agli spunti per la preghiera) commentate in queste pagine occupano una buona parte del libretto degli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Esse, cercando di fare chiarezza su questo tipo di esperienza, non intendono affatto imprigionare l'opera dello Spirito, ma piuttosto aiutare l'esercitante a rendersi maggiormente disponibile alla Sua azione e a riconoscerne la voce nelle varie situazioni della vita. La posta in gioco, come precisa lo stesso Ignazio, non è di poco conto: "Vincere se stesso e mettere ordine nella propria vita senza prendere decisioni in base ad alcuna affezione che sia disordinata".
Le Regole e le Annotazioni (oggetto delle cosiddette Istruzioni, solitamente presentate da colui che dà gli esercizi insieme agli spunti per la preghiera) commentate in queste pagine occupano una buona parte del libretto degli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Esse, cercando di fare chiarezza su questo tipo di esperienza, non intendono affatto imprigionare l'opera dello Spirito, ma piuttosto aiutare l'esercitante a rendersi maggiormente disponibile alla Sua azione e a riconoscerne la voce nelle varie situazioni della vita. La posta in gioco, come precisa lo stesso Ignazio, non è di poco conto: "Vincere se stesso e mettere ordine nella propria vita senza prendere decisioni in base ad alcuna affezione che sia disordinata".
«Quando l'aquila che si credeva un pollo vide volteggiare nel cielo un'altra aquila, dapprima abbassò la testa sconsolata e si disse: "Io non sono che un pollo". Poi rialzò gli occhi e, a poco a poco, dispiegò le sue magnifiche ali. Non ebbe più paura e il cielo l'accolse...» Tutti i segreti del pensiero positivo di Antony De Mello per ritrovare energia nel quotidiano e coraggio nelle difficoltà della vita.
Un profilo di Israele, come realta geografica, storica e religiosa.
Storia di un'idea: appunto della storia di un'idea qui si tratta; non dunque della ricostruzione dei precedenti ideologici di una realizzazione storica. L'idea di Sion, che accompagna con la sua ricchezza spirituale e con il suo pathos affettico tutta la tradizione di Israele, è qui presentata nel suo immutato impulso ideale, nella sua forza ispiratrice, che nessun evento storico, nessuna contingenza politica, è in grado di soffocare, nemmeno con l'illusione di una realizzazione ormai compiuta. Certo, chi conosce l'infaticabile lotta di Buber contro l'idealismo sa che l'"idea" di Sion non può essere intesa nel senso di una concezione astratta, "filosofica", ma come un preciso "evento" per Israele, popolo e individui. Si tratta di un'idea "religiosa", dello "spirito di una fede". La fede, per Buber, è un evento, è incontro; farne la storia significa rileggere e rivivere questo incontro e riproporne il significato di domanda per l'uomo, di elezione a una responsabilità. Il rapporto di Israele con la sua Terra non è fondato su un presunto legame naturale di sangue e di razza. Israele ha certo un rapporto essenziale con la sua Terra, ma si tratta di un rapporto etico: la Terra non è madre, ma sposa. Tra Israele e la sua Terra vi è il legame di un patto tra sposo e sposa, il cui significato è incluso nel più fondamentale patto di Allenza tra Dio e Israele. Nella Terra promessa Israele è chiamato a realizzare Sion: la società giusta con la Terra, giusta con gli uomini e perciò giusta con Dio. Questo è il messaggio che Buber vuole affidare con quest'opera al movimento sionista del suo tempo e, in generale, a Israele Nota introduttiva di Andrea Poma
GLI AUTORI
Martin Buber (Vienna 1878 - Gerusalemme 1965) è uno dei padri dell'ebraismo contemporaneo. Molto attivo sulla scena intellettuale tedesca, in seguito alla persecuzione antisemita emigrò in Palestina nel 1938. Da lì continuò ad irradiare il suo intenso magistero spirituale, adoperandosi fra l'altro per l'opera di riconciliazione fra arabi ed ebrei.
Numerosi i suoi scritti, dedicati a temi molteplici, quali il chassidismo e la mistica giudaica, la filosofia dialogica, la Bibbia, di cui, insieme a Franz Rosenzweig, ha curato un'originale traduzione tedesca.
Presso Marietti sono state tradotte le seguenti opere: La fede dei profeti (1985), Sion. Storia di un'idea (1987), La regalità di Dio (1989).
Pochi giorni prima che Hitler diventasse Cancelliere, Martin Buber, una delle figure più autorevoli dell'ebraismo tedesco, partecipò a un convegno insieme a relatori nazionalsocialisti, neo-nazionalisti e antisemiti, in cui discorso teologico e fede politica finirono fatalmente per sovrapporsi. L'incontro fu organizzato da Jakob Wilhelm Hauer, ordinario di Indologia all'Università di Tubingen, di lì a poche settimane non solo fervente sostenitore della dittatura, ma anche informatore dei servizi segreti di Himmler. La partecipazione di Buber al convegno e l'adesione di Hauer al nazismo diedero luogo a un significativo intreccio biografico. A distanza di ottant'anni riemergono dagli archivi documenti che permettono di ricostruire - anche grazie ad altri scritti coevi (come la disputa con il teologo cristiano Karl Ludwig Schmidt), carteggi inediti e fotografie d'epoca - un'intricata vicenda rimasta finora ignorata. Una vicenda, non priva di contraddizioni e ambiguità, che pone in una nuova luce lo stesso essere e pensarsi ebreo di Buber, sulla base di una riflessione teologico-politica che nasce calandosi all'interno di un clima culturale, nella Germania fra le due Guerre, ostile all'integrazione ebraica nella nazione tedesca.
Nella vita frenetica quotidiana si è sempre più alla ricerca di spazi e tempi di silenzio e isole di pace. Nel corso dei secoli, la tradizione monastica benedettina ha approfondito e condiviso i suoi tesori spirituali e sapienziali, tracciando percorsi di natura pratica (chiamati anche per questo "esercizi") capaci di restituire alla vita il suo respiro profondo. Padre Anselm Grün ripropone qui l'antica tradizione benedettina degli esercizi, che ha fatto da ispirazione fondamentale per i più noti Esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Attraverso la presentazione e la meditazione di pagine bibliche, arricchite con la proposta di semplici ritualità quotidiane, il testo accompagna a muovere i propri passi sull'antica strada "mistica" della purificazione, dell'illuminazione e dell'unificazione, per imparare a diventare quello che siamo.

