
«Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio»: con le parole del Motu Proprio Porta fidei, Benedetto XVI ha ribadito la necessità – per ogni credente – della piena conoscenza e consapevolezza del proprio credo. Questo libro si propone di aiutare i fedeli in questo impegno, impegno necessario per aprire sempre più ai cuori la “porta della fede” (Atti 14,27).
Per far ciò, Bruno Forte presenta e commenta gli aspetti essenziali del cristianesimo: le preghiere, i sacramenti, le beatitudini e i comandamenti.
Destinatari
Tutti i cristiani.
Autore
Bruno Forte, nato nel 1949 a Napoli, è stato ordinato sacerdote nel 1973.Dottore in teologia nel ’74 e in filosofia nel ’77, è stato fino al 2004 Ordinario di teologia dogmatica nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. È membro dei Pontifici Consigli per la Cultura, per l’Unità dei Cristiani e per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Nel giugno 2004 Giovanni Paolo II lo ha nominato Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto. È membro della Commissione Mista Internazionale cattolico- ortodossa e di quella fra la Chiesa Cattolica e il Gran Rabbinato d’Israele. Delle sue opere la principale è la Simbolica Ecclesiale (Edizioni San Paolo) in otto volumi. Fra i testi di esercizi spirituali (tutti pubblicati dalle Edizioni San Paolo) segnaliamo: Sotto il sole di Dio. L’Apocalisse e il senso della storia, 2008; Alla scuola di Paolo per vivere di Cristo. Esercizi spirituali sulla Lettera ai Romani, 2009; I Salmi delle ascensioni. Un cammino spirituale, 2010; La lettera dell’amore. Esercizi spirituali sulla 1a Giovanni, 2011.
In un mondo moderno, «troppo umano», che insegue il desiderio di emanciparsi da ogni Trascendenza e che intuisce il declino della Bellezza e della ricerca della verità, si concretizza l'anelito del cristianesimo contemporaneo per un'estetica teologica, il cui obbiettivo è il recupero del bene e del vero attraverso l'esplorazione del bello. Una riflessione teologica qui delineata tramite le voci di alcuni tra i maggiori pensatori occidentali - da Agostino che rintraccia in Dio la Bellezza Ultima a Tommaso d'Aquino che la vede nel Cristo, a Kierkegaard che esplora il salto della fede attraverso l'insoddisfazione e la disperazione, fino a Dostoevskij e von Balthasar-, con incursioni nella teologia orientale di Evdokimov, che legge nella figura del Crocifisso la cifra della Bellezza che splende e salva. L'autore sonda inoltre la predisposizione delle arti (musica, cinema, poesia e architettura) a divenire luoghi di rivelazione della Trascendenza: vie della Bellezza.
«Il Vangelo è pieno di non protagonisti che sono però essenziali. Questo è un segno inconfondibile di Dio, il quale preferisce sempre il "non protagonismo- per realizzare la storia della salvezza. Dio non sceglie mai le cose più in vista, tant'è che Gesù non viene al mondo nel palazzo di Erode, sotto i riflettori, ma nasce in una stalla. Cristo non è figlio di persone conosciute, ma di povera gente, e tutta la sua vita è un prendere dalla periferia, partendo dai margini e ponendoli al centro. Questo metodo, con cui Gesù procede nella vita e nell'annuncio del Vangelo, è vero anche nella vita spirituale. Per cui è indispensabile avere la capacità di mettere al centro della nostra esistenza ciò che normalmente lasciamo ai margini». Così Luigi Maria Epicoco ci introduce in questa sua nuova fatica, il cui tema di fondo è semplice quanto decisivo: per trovare Dio, occorre guardare nelle pieghe della storia, nei dettagli del nostro quotidiano, dove a fare la differenza sono le piccole cose che non abbiamo preventivato, ma che ci sorprendono e ci obbligano a fare i conti con noi stessi. Attraverso personaggi marginali della storia biblica - da Giezi, il servo di Eliseo, alla vedova di Nain senza nome, dal profeta "minore- Abacuc al ragazzo che porta cinque pani e due pesci, dai servi delle nozze di Cana alla donna che ha continue perdite di sangue - siamo così condotti al centro dell'annuncio di Gesù: come costoro anche noi dobbiamo fare i conti e decidere della nostra vita nel quotidiano, l'unico luogo fragile e fecondo in cui l'Amore di Dio viene a cercarci.
«Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù».
Madre Teresa di Calcutta, canonizzata il 4 settembre 2016
Le bellissime parole di Madre Teresa, accompagnate da immagini suggestive.
Diciotto strumenti spirituali contro diciotto preoccupazioni quotidiane grandi e piccole! Ricette che fanno davvero bene, senza effetti collaterali! Ci sono giorni in cui siamo tristi, soli, paurosi o feriti. Ci sentiamo incompresi, e nella nostra testa prevalgono i pensieri cupi. Anche padre Anselm conosce questi sentimenti e nei suoi corsi osserva che molte persone ne soffrono. Insieme con il confratello Ansgar Stüfe ha messo insieme per questi giorni ostili una farmacia spirituale delle cose che consolano. Nel farlo padre Anselm mette al centro la forza terapeutica della Bibbia, mentre fratel Ansgar ricorre al suo ricco bagaglio di esperienze di medico e monaco.
Ci sono giorni in cui siamo tristi, soli, paurosi o feriti. Ci sentiamo incompresi, e nella nostra mente prevalgono i pensieri cupi. Anche padre Anselm conosce questi sentimenti e nei suoi corsi osserva che molte persone ne soffrono. Insieme con il confratello Ansgar Stüfe ha messo insieme per questi giorni ostili una farmacia spirituale delle cose che consolano. Nel farlo padre Anselm mette al centro la forza terapeutica della Bibbia, mentre fratel Ansgar ricorre al suo ricco bagaglio di esperienze di medico e monaco.
Scritto durante l'esilio londinese, il saggio muove da una riflessione critica sulla parola "persona" che aveva fondato la corrente del personalismo di Emmanuel Mounier. Il testo è però molto più che l'espressione di una rivendicazione semantica: è una luminosa meditazione filosofica sulla nozione di "diritto", di "democrazia", di "giustizia", di "male" e di "bellezza". Weil riflette sul fondo nascosto, impersonale, di ciascuno di noi, da cui risale la domanda: "Perché mi si fa del male?", l'unica in grado di dare fondamento al rispetto dovuto a ogni essere umano e alla sua esigenza di giustizia. Il "grido muto" che riaffiora in queste pagine, nella sua semplice immediatezza, smantella i cardini dell'intera riflessione politica dell'Occidente: il primato dei diritti individuali, il culto delle idee astratte, il predominio del linguaggio razionale su qualsiasi altro.
Uno degli scritti più celebri di Simone Weil. Con un saggio di Giancarlo Gaeta.
In questo ormai classico studio Jacques Maritain affronta uno dei problemi di maggiore attualità: il rapporto tra persona e società. In esso l'autore, riferendosi alla concezione tomistica, critica le tre principali filosofie sociali e politiche - individualismo borghese, anti-individualismo comunista, anti-comunismo e anti-individualismo totalitario o dittatoriale - che, ognuna a suo modo, con la divinizzazione o con la "organizzazione" dell'individuo considerato come entità materiale, hanno condotto a una svalutazione della persona umana in quanto entità spirituale.
Non ci sono mezzi termini nei fogli che un giorno papa Francesco riceve. Dopo quasi vent'anni di silenzio, Daniel Pittet ha deciso di raccontare la sua storia di bambino abusato per quattro anni da un prete. Usa parole crude, pesanti, sconvolgenti per descrivere quello che ha subito, perché solo così si può dipingere l'abisso in cui una violenza trascina un bambino. Papa Francesco legge e decide di scrivere una prefazione a quelle pagine che diventeranno questo libro. È un'iniziativa coraggiosa, non è mai successo che un papa si esponesse così per una testimonianza tanto scottante, infatti sono in molti a sconsigliarlo. Ma la "tolleranza zero" di Bergoglio contro la pedofilia passa anche da questo gesto senza precedenti, da questa assunzione di responsabilità della Chiesa e di condanna totale dei colpevoli e della parte di gerarchia - vescovi o cardinali - che li proteggesse. Daniel oggi è un padre di famiglia, ed è riuscito ad affrontare l'inferno e a conservare la fede nonostante tutto. Il suo percorso non è stato facile, le cicatrici sono tutte lì, ma ha deciso di costruire la sua vita sul perdono, all'interno della Chiesa, e di impegnarsi per aiutare altre vittime come lui, per fare in modo che non ci siano più altre vittime come lui. Ci sono molte ragioni per cui questo libro è destinato a lasciare un segno profondo: la trasparenza del racconto, che spazza via decenni di omertà e rimozioni nel raccontare queste vicende; l'intervista al sacerdote responsabile dell'abuso, un documento rarissimo e a suo modo illuminante. E soprattutto, l'inequivocabile presa di posizione del pontefice contro l'anima nera che può insinuarsi all'interno della Chiesa stessa. Pagine che solo questo papa poteva scrivere.
Il presente volume ha il pregio di riunire due tra i più famosi scritti di von Balthasar, che l'autore stesso definiva programmatici. Il primo, "Abbattere i bastioni", venne pubblicato in tedesco nel 1952. A distanza di dieci anni seguì "Solo l'amore è credibile", pubblicato mentre era in pieno svolgimento il Vaticano II. Il concilio, dunque, è come lo spartiacque che separa le due parti di un'unica composizione. La prima vuole contribuire ad abbattere i bastioni, ogni artificiosa costruzione che impedisce la visione della fonte dell'amore. La seconda lascia intravedere le origine divine, remote e tuttavia possenti, che ancora possono estinguere la sete dell'uomo alla ricerca di Dio e di se stesso. Pur con accenti diversi, le due opere formano un unico proemio alla grande costruzione di Gloria, Teodrammatica, Teologica. Di qui la decisione di pub blicarle insieme come possibilità offerta al lettore di leggere in continuità i prodromi del grande affresco balthasariano.
Occorre ritrovare il gusto della meditazione quotidiana degli insegnamenti di Gesù.
Nel diluvio di messaggi, proposte e seduzioni del mondo, padre Livio esorta a non dimenticare che uno solo è il Maestro dal quale andare per avere parole di luce e di consolazione.
È urgente che ogni credente, proprio come Maria di Betania, si metta a sedere ai piedi di Gesù per ascoltare la sua Parola. Questa è la parte migliore, ed è anche la più urgente, perché il contatto diretto con il vangelo riaccende il fervore della fede, rinnova i cuori e getta una luce di speranza sulle strade insidiose della vita.
Dio ci attende con pazienza. E bisogna saper accettare i tempi di Dio proprio come Lui accetta le nostre lentezze, le nostre reticenze, le nostre paure sul cammino della conversione.