
Luigi Giussani, geniale innovatore nel comunicare a che cosa serve Cristo, parla di politica molto spesso, persino durante gli esercizi spirituali, ma non perché miri ad una società fondata su Dio e Cesare, come alcuni si ostinano ancor oggi a sostenere per pura miopia, ma perché Cristo serve a tutti e a tutto. Perciò egli identifica l'avvenimento cristiano in un moto di amore, anzi di passione per la persona così come è, cristiana o no, con i sentimenti che ha di sé stessa e con le sue "esigenze ultime" (papa Francesco). Il manifesto del suo originale pensiero, il senso religioso, recide alla radice il dualismo moralistico tra l'avventura umana come è quella cristiana, diceva Silone, e la politica; un dualismo fornito sul piatto d'argento anche da cristiani, ai fautori di un separatismo e di una laicità che, dichiarando di volere tenere distinti ciò che è di Dio da ciò che è di Cesare, finisce solo ma qualcuno ci punta, per relegare la più umana delle esigenze fondamentali, quella del significato di tutto, nella nuova riserva indiana della modernità. Questo libro propone l'opzione di Giussani che la politica ha a che fare con l'io; il quale non può essere se stesso se non riesce a contribuire al bene dell'altro senza moralismi e senza parzialità, e ancor più se il desiderio del compimento di sé non sta altrettanto a cuore del desiderio di risolvere il bisogno materiale, cioè di avere e fare una politica buona. Il suo paradossale realismo sfida direttamente la falsificazione conflittuale della politica, con la legge fissata da Hans Urs von Baltasar che detta: "solo l’amore è credibile".
Papa Francesco è sempre sensibile al tema della sofferenza umana e non manca occasione per parlarne; questa sensibilità non viene al Pontefice da un generico filantropismo, ma dalla sua profonda fede nell'amore di Dio "che si fa uomo fino alla morte di croce" e che "condivide la sorte dei più piccoli fra gli uomini". Ecco che l'occasione della Quaresima e della Pasqua ci permette di rileggere i più profondi temi di questa riflessione di papa Bergoglio sul dolore di Dio e dell'uomo, sulla passione di Dio per l'uomo, per noi: passione che trova la sua perfetta sintesi in Cristo. In questo libro troviamo raccolte le pagine più belle pronunciate da papa Francesco in occasione della Pasqua e in preparazione a essa: il tema del dolore e della morte - di Dio e dell'uomo - non si ferma per i cristiani alla tomba, ma si apre alla speranza della risurrezione. Un cammino nella Settimana Santa che potrà fare del bene a chiunque tenga questo testo a portata di mano, assaggiandone ogni giorno un pensiero e una piccola sorpresa.
DESCRIZIONE: Nei due scritti qui raccolti - La fede dell’ebraismo e I fuochi dell’anima ebraica — Buber riassume la sua visione dell’ebraismo. Nel primo si sottolinea il carattere di abbandono esistenziale proprio della fede/fiducia dell’ebreo ed è posto in evidenza come si delinea il dialogo lo-Tu tra l’uomo e l’Eterno, con notazioni sul problema del male e sul carattere concreto che ha in questa fede la conversione, ben diverso da quello che attiene alla metanoia proposta dal cristianesimo. Nel secondo saggio l’autore ravvisa i due fuochi dell’anima ebraica nei paradossi propri della emunah, ovvero della esperienza di fede vissuta dall’ebreo: il rapporto con l’Uno, trascendente eppure vicino all’uomo, e il mistero per il quale, sebbene la potenza redentrice dell’Eterno agisca dappertutto e incessantemente, il mondo non è ancora redento. Il fedele ebreo assurge qui a paradigma di colui che è capace di accogliere senza riserve la Rivelazione.
COMMENTO: Da parte di uno dei maestri dell'ebraismo contemporaneo, una illuminante introduzione a cosa significa credere in Dio nell'ebraismo.
«Chiesa, che cosa dici di te stessa?». È questo l’interrogativo che fa da sfondo a tutto il libro; pagina dopo pagina se ne può ascoltare la risposta, tenendo come punto di partenza e riferimento il disegno d’amore di Dio per la sua Chiesa. Il cardinal Tettamanzi non trascura però riferimenti concreti con il vissuto quotidiano della Chiesa e della società umana d’oggi, sia nei suoi successi che nei suoi continui problemi, travagli e drammi. E così l’interrogativo posto all’inizio ha, di volta in volta,
il sapore dolce e aspro di una sfida affascinante e inquietante alla quale la Chiesa non può sottrarsi e che affronta con occhi disincantati e con animo libero e coraggioso.
L'autore
Dionigi Tettamanzi è stato arcivescovo di Milano dal 2002 al 2011. Sacerdote dal 1957, è stato docente di teologia morale e sacramentaria, rettore del Pontificio Seminario Lombardo in Roma, arcivescovo di Ancora-Osimo, Segretario e Vice presidente della Conferenza episcopale italiana e, dal 1995 al 2002, arcivescovo di Genova. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato Farsi prossimo in san Carlo (2003), Non c’è futuro senza solidarietà (2009), Scelte evangeliche del prete oggi (2010), Sinfonia del Presepe. Lettere
di Natale (2010) e Alle sorgenti della vita. Il cammino della famiglia cristiana (2011).
La Bibbia, base essenziale del cristianesimo, a volte non è per niente facile da capire. Nell'Antico Testamento, specialmente, vi sono dei passi oscuri e difficili che incutono paura, che rappresentano per noi una provocazione, che ci urtano, ci scandalizzano. Anche nel Nuovo Testamento, però, ci sono pagine che contraddicono quello che noi riteniamo l'essenziale. Si pensi, per esempio, alla costruzione della torre di Babele, o al sacrificio di Isacco, o ai salmi che reclamano vendetta, oppure anche a certi discorsi minacciosi di Gesù o al detto sul peccato contro lo Spirito Santo o all'atteggiamento di Paolo verso le donne. Questi passi alcuni cristiani li saltano a pie' pari, altri li "addomesticano" smussandone gli angoli ed edulcorandone il retrogusto amaro, di altri ancora piegano l'interpretazione in modo da adattarla alla propria visione delle cose. Eppure, proprio sotto un guscio duro è possibile che si celi un frutto delizioso. Anselm Grün interpreta quei passi con un approccio personalissimo. Fa suo il motto di sant'Agostino: «Finché sei nemico di te stesso, anche la parola di Dio è tua nemica. Sii amico di te stesso, e allora la parola di Dio sarà in armonia con te». Il benedettino tedesco, autore di autentici best-seller, ingaggia una lotta con i passi "difficili", li esamina da diversi lati e fa vedere una cosa importante: lo scopo della Bibbia è sempre quello di aprirci gli occhi e di farci guardare la nostra vita come essa è intesa da Dio.
Le parole del papa emerito Benedetto XVI contenute nel libro accompagnano il lettore nel percorso Quaresimale, conducono ad una conoscenza profonda del significato autentico del particolare giorno liturgico e, nell'insieme, dell'intero percorso quaresimale. Il libro contiene tutte le parole (Omelie, Udienze Generali e Discorsi) pronunciate dal Papa emerito Benedetto XVI nel tempo della Quaresima e nel giorno della Pasqua suddivise in ordine cronologico per ogni singolo anno del suo pontificato. Prefazione di Angelo Comastri.
Con una magistrale espressione, il Concilio Vaticano II fa centro sul nòcciolo essenziale dell'opera salvifica e messianica di Gesù Cristo, quando dice: Cristo ha ucciso nella sua carne l'odio e, nella gloria della sua risurrezione, ha diffuso lo Spirito di amore nel cuore degli uomini (Gaudium et Spes, 78c). - Ha ucciso l'odio e ha diffuso l'amore: non si poteva esprimere meglio ciò che ha fatto Gesù per noi. - Ha ucciso l'odio nella sua carne: ecco il venerdì santo. - Ha diffuso l'amore nel cuore degli uomini: ecco la Pasqua. Mistero di morte e di risurrezione, la Pasqua sta al centro del mistero di Cristo e della sua missione di salvezza. E poiché la Pasqua rivive nel mistero eucaristico, l'Eucaristia sta al centro del mistero della Chiesa e della sua opera di salvezza. La centralità del mistero pasquale di Cristo emerge con vigore in questo libro di don Divo e l'approfondimento che ne fa diventa l'approfondimento del mistero eucaristico, che è pasquale in ciascuno dei suoi tre aspetti: presenza reale, sacrificio e convito.
L'opera si propone di recuperare l'immensa riserva di contenuti teologici e spirituali che permettevano alla Pasqua delle origini di plasmare l'intera vita della Chiesa. Le quattro età o stagioni della Pasqua – la Pasqua storica dell'Esodo, la Pasqua liturgica di Israele, la Pasqua storica di Cristo e la Pasqua liturgica della Chiesa – vengono quindi rivisitate seguendo la genuina dialettica biblica che intreccia alla storia la liturgia della storia, e all'evento il sacramento. Questo permette di raccogliere i tesori spirituali che si sono andati accumulando lungo i secoli tra le pieghe della celebrazione pasquale, soprattutto i meravigliosi testi dei Padri, capaci ancora di stupire per la loro attualità e la potente carica religiosa.
GLI AUTORI
Padre Raniero Cantalamessa, sacerdote cappuccino, è stato per molti anni professore di Storia delle origini cristiane e Direttore del Dipartimento di scienze religiose dell'Università Cattolica del S. Cuore di Milano.
Nel 1980 ha lasciato l’insegnamento accademico per dedicarsi all’animazione spirituale e pastorale, e da allora ricopre l'ufficio di Predicatore della Casa Pontificia; in questa veste tiene ogni anno, in Quaresima e in Avvento, delle meditazioni al Santo Padre, ai Cardinali e prelati di Curia e ai componenti della Cappella papale. Per la televisione conduce su RAI1 la rubrica di cultura religiosa Settimo giorno.
Le famose quattro meditazioni sul mistero pasquale, date dal noto predicatore alla Casa Pontificia nella Quaresima dell’anno 2004 e l’omelia tenuta nella basilica di San Pietro nel Venerdì Santo dello stesso anno, durante la liturgia della Passione presieduta dal Santo Padre. Una esposizione di tenore pastorale e spirituale, seguendo un percorso nuovo e diverso, suggerito dalla dottrina tradizionale dei quattro sensi della Scrittura: storico, cristologico, morale ed escatologico.
Raniero Cantalamessa, francescano cappuccino, è nato a Colli del Tronto (AP) nel 1934. Ordinato sacerdote nel 1958, si è laureato in teologia a Friburgo (Svizzera) e in lettere classiche all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano. È stato membro della Commissione Teologica Internazionale dal 1975 al 1981. Nel 1979 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno al ministero della Parola. Dal 1980 è Predicatore della Casa Pontificia. È chiamato a parlare in varie parti del mondo. Ha scritto diversi libri, tradotti in una quindicina di lingue estere. Ha pubblicato presso le Edizioni San Paolo i seguenti libri: Il Soffio dello Spirito (19982); Gesù Cristo il Santo di Dio (19994).
Quale fu il vero volto di Pascal? C'è il Pascal dell'apologetica tradizionale, che si avvale della sua penetrazione delle cose spirituali e cristiane per risolvere problemi moderni - e di contro le interpretazioni dei nostri giorni che ravvisano in lui, sull'immagine di Kierkegaard, un individuo isolato, in lotta contro la Chiesa, che lo fanno precursore di Ivan Karamazov, che lo avvicinano perfino a Nietzsche. Pascal non era un santo. Forse era soltanto un grande cristiano: in questo sta, secondo Guardini, il problema Pascal. Egli era un uomo nel quale la decisione per Cristo e la reale grandezza dal punto di vista mondano stavano in duro conflitto. E proprio quando Pascal lottava e non pensava cristianamente, proprio allora irruppe in lui l'oscurità, proprio allora si è levato il suo demone. Quale fu il suo demone? E perché alla fine Pascal tacque? Scrive Guardini: «È difficile trovare qualcosa di più grande di questo silenzio dopo una simile vita [...] Quando si è compreso questo silenzio, si è compreso Pascal». Romano Guardini (1885-1968) è stato uno dei protagonisti della storia culturale europea del sec. XX. Presso la Morcelliana è in corso di stampa l'Opera Omnia.
Il viaggio esistenziale del protagonista per eccellenza della storia del Graal descrive le tappe di un percorso di Risveglio ove accade il transito dall'ego al Sé, centrando la personalità nella Trascendenza che si rivela nel dono della vita. Nell'immanenza di una domanda posta al volto concreto di un ferito, si attinge il senso trascendente del vivere.

