
Partendo dalle macerie di Ground Zero e dalle sue implicazioni culturali, politiche e sociali, René Girard, uno dei più influenti pensatori oggi viventi, analizza gli eventi attuali e i fatti del nostro tempo - il fondamentalismo religioso, il cosiddetto scontro di civiltà, la minaccia nucleare, la crisi ecologica - come segni evidenti di un'imminente apocalisse, o meglio, della circostanza immanente che stiamo vivendo in tempi apocalittici. Per Girard l'unico modo di leggere, interpretare e capire a fondo questi segni è tornare all'origine della loro evoluzione storica: il nucleo anti-sacrificale del cristianesimo che ha prodotto la modernità e liberato la capacità autodistruttiva dell'uomo. In una prospettiva più filosofica, l'epistemologo francese Jean-Pierre Dupuy, analizza ulteriormente questi temi proponendo una metafisica alternativa in cui la nostra volontà si combina con una versione particolarmente severa del futuro della realtà, proponendo "una forma illuminata di catastrofismo", una "profezia secolare", attraverso la quale possiamo davvero prevenire l'apocalisse solo osservando il nostro tempo con gli occhi di un futuro prevedibile in cui l'apocalisse è già "realmente" accaduta. Due riflessioni esemplari, speculari l'una all'altra e dalle implicazioni sorprendenti, su uno dei momenti più incerti della storia dell'uomo.
Il libro raccoglie i racconti inediti in Italia e un'antologia delle lettere di Clive Staples Lewis, insigne medievista e scrittore inglese, amico e collega di Tolkien. Animatore, insieme allo stesso Tolkien e a Charles Williams, del gruppo degli Inklings, è autore di opere di grande successo come "Le Lettere di Berlicche" e "Le Cronache di Narnia", ciclo di sette romanzi di fantascienza, che hanno recentemente ispirato il cinema.
Preti santi come il Curato d’Ars e come padre Antoine Chevrier, fondatore dei preti del Prado. Preti veri, liberi, anzitutto da se stessi, messaggeri dell’eterno, trasfigurati dallo Spirito, autentici servi di Cristo. Di questo anzitutto c’è bisogno nella Chiesa, oggi e sempre. Per questo il cardinale Tettamanzi ha guidato quest’anno i suoi giovani preti in pellegrinaggio ad Ars e a Lione, nei luoghi segnati dalla presenza di due testimoni così autorevoli. I testi che hanno marcato le tappe di quell’itinerario spirituale sono offerti ora a tutti in questo volume.
La lettera di indizione dell’anno sacerdotale, voluto da Benedetto XVI (2009-2010), ne indicava così la finalità: «Promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte e incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi».
A conclusione di quest’anno sacerdotale e soprattutto per cercare di coglierne i frutti e l’eredità, questo prezioso volumetto dell’Arcivescovo di Chieti-Vasto vuole essere un ulteriore contributo per riscoprire il grande dono per tutti che è la vocazione all’ordine sacro e offrire impulsi a chi lo ha ricevuto per viverlo con sempre nuovo entusiasmo, nella gioia impagabile della fedeltà a Dio e alla Chiesa.
Punti forti
Prezioso sussidio per approfondire e tenere viva l’eredità dell’anno sacerdotale, nonché suggestiva meditazione sul sacerdozio rivolta soprattutto ai giovani preti. La fama e l’importanza dell’Autore ne fanno un titolo che non passa inosservato.
Destinatari
Soprattutto sacerdoti.
L’autore
Bruno Forte, nato a Napoli nel 1949, sacerdote nel 1973, dottore in teologia nel 1974 e in filosofia nel 1977, è stato a lungo titolare della cattedra di teologia dogmatica nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli. Ha trascorso lunghi periodi di ricerca a Tubinga e a Parigi e ha tenuto lezioni e conferenze in molte università europee e americane. Il 26 giugno 2004 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto. Delle sue opere (molte delle quali tradotte nelle più importanti lingue del mondo) la principale è la «Simbolica Ecclesiale», pubblicata dalle Edizioni San Paolo in otto volumi tra il 1981 e il 1986.
La Pasqua di Resurrezione attraverso le parole del Cardinale Arcivescovo durante la Funzione del Giovedì Santo. Uno spunto per una riflessione quotidiana individuale e di gruppo.
Li chiamano "curas villeros". Sono i preti che vivono nelle "villas miserias", le baraccopoli di Buenos Aires. Parroci di periferie sterminate, impegnati a portare la gioia del Vangelo tra gli immigrati senza casa né diritti, tra i ragazzi dipendenti dalla droga, in mezzo a quei poveri che papa Francesco considera il "tesoro" della chiesa. "Sono preti che pregano e lavorano", ha detto di loro il futuro pontefice, che da vescovo frequentava spesso le "villas miserias" per incontrare le famiglie, partecipare a una processione o celebrare battesimi. Ma cosa fanno questi "curas villeros"? Come vivono? Perché scelgono di essere là dove nemmeno lo stato riesce ad arrivare, in quartieri segnati da violenza e degrado, ma anche benedetti da numerose, inaspettate risurrezioni? Silvina Premat racconta i giorni e le opere di questi pastori di strada, dediti a far crescere la fede di un popolo che crede e, nonostante tutto, spera. I curas sono autentici interpreti del Movimento dei sacerdoti per il Terzo mondo, in particolare di padre Carlos Mugica, assassinato in Argentina nel 1974. Premat racconta una storia di fede e civiltà che rappresenta un esempio preciso di come Francesco vorrebbe la chiesa. I curas testimoniano che il Vangelo compie l'umanità, il cristianesimo è lievito di una società più giusta, Cristo libera realmente ogni persona. Prefazione di don Luigi Ciotti.
A 80 anni di età, 56 di sacerdozio, Alessandro Pronzato, autore di "Vangeli scomodi" e voce cara agli ascoltatori di Radio Maria, sente una gran voglia di continuare a camminare e attraverso queste pagine si confida e sommessamente confessa la gioia di essere prete.
Don Milani aveva a cuore" (I care) i suoi parrocchiani. Come il Buon Pastore si caricò le pecore sulle spalle. Trasformò la parrocchia in una scuola, che fu una scuola per la vita. Per la vita terrena ed eterna. "
Papa Francesco ci invita a coltivare sempre la tradizione del presepe.
Nel 1992 la giornalista del "Manifesto" Lidia Menapace e la teologa Adriana Zarri diedero vita a una polemica - cui non fu estraneo lo scrittore Sebastiano Vassalli - circa l'accusa di misoginismo rivolta a don Lorenzo Milani. Nel libro si traccia un nuovo e suggestivo percorso d'indagine, teso a ribaltare quell'accusa, anzi, a dimostrare la validità del prezioso contributo offerto dal religioso fiorentino nello scandagliare la condizione sociale di retroguardia della donna negli anni Cinquanta e a preconizzare la sua emancipazione fino a prevederne l'impegno politico e sindacale. Nel saggio emergono dieci profili di donne del passato ma straordinariamente attuali, pedine fondamentali nella vita del priore.
Per l’anno sacerdotale.
La parola di Dio nella vita del presbitero.
Come celebrare la messa?
Sono qui raccolte le riflessioni attorno a due snodi fondamentali del ministero presbiterale: il rapporto con la parola di Dio e la celebrazione della liturgia eucaristica. Apre il volume una “lettera” più personale, con indicazioni su come celebrare la messa affinché possa irradiare in pienezza la sua grazia sacramentale. Solo quando viene celebrata con autentica e rinnovata fede, la liturgia plasma la vita del presbitero.
Enzo Bianchi (Castel Boglione 1943), priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa. Per le nostre edizioni ha pubblicato anche Ascoltare la Parola, preziosa introduzione alla “lectio divina”.
Novena e Meditazioni di Benedetto XVI per prepararsi a vivere il Natale. Il Natale ci aiuta a comprendere che Iddio non ci abbandona mai e sempre ci protegge e si preoccupa di ciascuno di noi, perché ogni persona, soprattutto la più piccola e la più indifesa, è preziosa ai suoi occhi di Padre ricco di tenerezza e misericordia.