
P. Antonio Maria Sicari ci dona questo Undicesimo libro dei Ritratti di Santi, da lui scritto non per «insistenza professionale», ma perché i Ritratti segnano le tappe di un «itinerario quaresimale» che viene celebrato ormai da ventidue anni. E sono molte le comunità cristiane che lo seguono con desiderio di conoscere sempre nuovi profili di amici di Dio. Il volume si apre con il lungo ritratto dedicato alla vocazione e alla missione di san Paolo, l’Apostolo delle genti, nel secondo millennio dalla nascita. L’autore si sofferma poi sull’immensa «opera contemplativa» compiuta da santa Giovanna Francesca di Chantal, nella Francia lacerata dalle guerre di religione. Delinea due profili di «santi della carità» (il veronese san Giovanni Calabria e il tedesco-russo servo di Dio Friedrich Joseph Haass), diversissimi tra loro ma accesi dalla stessa passione per l’ecumenismo della misericordia e della santità. Racconta due appassionanti e gloriose vicende di martirio, una nella Germania nazista (il beato Franz Jägerstätter) e una nel Vietnam comunista (il servo di Dio F.-X. Nguyen Van Thuan): un giovane padre di famiglia e un vescovo, segnati dalla stessa irremovibile dedizione a Cristo e alla sua Chiesa. E «sorprende» col lungo ritratto di una «venerabile» di sei anni e mezzo: la piccola Nennolina (Antonietta Meo), che si abbracciò alla Croce di Gesù così intimamente e con tanto cuore da maturare anche nell’intelligenza della fede: una «prodigiosa esistenza teologica», realizzata da quel Padre celeste che «si compiace di rivelarsi ai piccoli». Infine ci restituisce il volto luminoso di Giovanni Paolo I, il Papa chiamato a mostrare, sia pure fugacemente, la dolcezza del cuore della Chiesa, quando ella si sofferma sul suo compito originario, quello di essere madre ed educatrice dell’umanità. In soli trentatré giorni di pontificato, Papa Luciani ci ha mostrato il sorriso della santità: la santità che sorride e il sorriso che ci fa santi. Così continua l’itinerario alla scoperta del volto di Cristo, che si riflette in quello di tutti i suoi santi, senza che mai si possa esaurirne l’Unica Bellezza.
I Ritratti di Santi, per cui l’Autore è ormai noto ad un largo pubblico di lettori, non fanno parte della produzione, pur abbondante, di Antonio Sicari che nasce come saggistica scritta sia riguardante la mistica, la spiritualità, l’esegesi o la teologia.
Si tratta, infatti, di scritti che partecipano ad un genere letterario che ha una lunga tradizione nella storia cristiana.
I ritratti, redatti anch’essi per iscritto dall’Autore, nascono dalle conferenze di Quaresima che padre Sicari tiene da molti anni. Il presente volume raccoglie quelle del 2010 e del 2011.
Come sempre, ogni conferenza riguarda un santo che, come lo stesso Autore conferma, è stato scelto in modo, di volta in volta, piuttosto occasionale: o perché la Chiesa lo ha recentemente indicato, o perché i fedeli stessi lo hanno suggerito in base all’affetto e alla devozione.
A volte l’autore ha dovuto assecondare richieste insistenti e più volte ripetute, come è avvenuto, ad esempio, per il Ritratto di San Giuseppe, che sembra giungere piuttosto tardi, ma è stato lungamente meditato e perciò anche atteso.
Il volume permette anche alcuni accostamenti significativi, anche se occasionali. Il lettore non faticherà ad accostare la figura di S. Anselmo d’Aosta a quella di J.H. Newman, ambedue luminose per la "carità dell’intelligenza"; sentirà vicine l’esperienza martiriale di Oscar Romero e quella di Jerzy Popiluszko, che seppero testimoniare congiuntamente l’amore alla Chiesa, al proprio sacerdozio e alla propria terra; si commuoverà per la fantasia caritatevole di S. Martino di Porres - un fraticello peruviano del Cinquecento - che bene s’accorda all’umile genialità di Vincenza Gerosa e Bartolomea Capitanio, due ragazze bresciane dell’Ottocento; e potrà restare stupito sia per il "candore" di una ragazza siciliana affascinata dall’Eucaristia (anche se splendente in una clausura) che per la "chiarità" di una moderna ragazza ligure che ha saputo rendere luminosa perfino la sofferenza, imparando dalla grande Chiara Lubich a far compagnia a "Gesù Abbandonato".
Accostamenti casuali, dicevamo, o forse no, se si pensa che tutte le vicende accadono sulla scena dove, da secoli, è rappresentata sempre la stessa vicenda d’amore tra Cristo e la sua Chiesa.
Antonio Maria Sicari, carmelitano, dopo studi di esegesi biblica, è divenuto il più letto biografo dei santi. Dieci brevi vite di santi (come nei dodici volumi precedenti) attraversano Paesi diversi, dalle origini del Cristianesimo ai giorni nostri. Qui si parte da san Pietro. Si passa al Medioevo con la grande figura di Tommaso Becket in Inghilterra, vero baluardo contro la violenza del potere, si incontra Matteo Ricci, l'uomo ponte tra Europa e Cina, e si arriva a tante figure della contemporaneità di un mondo, quello dell'Ottocento e del Novecento, dove la Chiesa, perdendo lo Stato pontificio e molta influenza politica, ha ritrovato una straordinaria iniziativa dal basso. Sono santi sociali, educatori e mistici le figure che hanno riportato l'annuncio di Cristo tra la gente e che si sono fatte carico dei grandi problemi dell'uomo e della società.
Una straordinaria testimonianza dell'apertura di Giovanni XXIII alle culture diverse, nel 50° anniversario della scomparsa del Papa del Concilio. Monsignor Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, è nunzio in Turchia, a Istanbul, dal 1935 al 1945, fine della II guerra mondiale. Vi arriva dopo essere stato nunzio in Bulgaria e prima di essere nominato a Parigi. Con Roncalli la nunziatura diviene il centro della comunità cattolica di Istanbul, in una ritrovata vitalità della minoranza cristiana. Al tempo stesso Roncalli diviene "amico" delle autorità turche, e mette così le basi per l'apertura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Turchia. Ad esse lavorerà anche in seguito, come nunzio a Parigi e poi come Papa. Oltre al dialogo amicale col mondo turco e islamico, Roncalli avrà modo di salvare moltissimi ebrei dalla deportazione nazista, favorendo anche la convivenza della comunità ebraica locale con i Turchi. Oggi nella Turchia islamica Giovanni XXIII è chiamato il "Papa turco". Prefazione di Paolo Branca, postfazione di Loris Francesco Capovilla.
Karol Wojtyla ha vissuto e attraversato le vicende più importanti del XX secolo. La dolorosa storia della sua nazione, passata dalla furia distruttrice nazista alla dittatura ideologica marxista, lo ha accompagnato fino alla soglia della sua elezione pontificia. Da Roma ha poi seguito con trepidazione gli avvenimenti che, a partire dall'ultimo ventennio del secolo scorso, hanno scosso e cambiato la storia della Polonia. L'amore per la propria patria martoriata si trasforma nell'affermazione forte del diritto all'esistenza indipendente di ogni nazione, soprattutto di quelle più piccole e indifese: "Quando penso 'patria' - esprimo me stesso, affondo le mie radici, è la voce del cuore, frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri". Da uomo europeo non ha mancato di far sentire la sua voce anche nel dibattito che ha preparato il nuovo Trattato costituzionale europeo. Duplice è stata la sua preoccupazione a questo proposito: ricordare che le "fondamenta dell'identità dell'Europa sono costruite sul cristianesimo" e che solo da una "sinfonia di nazioni" potrà nascere la nuova Europa.
Il volume si apre col profilo di S. Giovanni Evangelista - il discepolo prediletto che Gesù amò come un figlio - aggiungendo un nuovo punto di vista per comprendere meglio che cosa sia la santità. Non è, infatti, la vita del discepolo che sta in primo piano, ma la persona del Divino Maestro a essere contemplata e raccontata in tutte le possibili sfumature offerte dalla Rivelazione. Anche gli altri nove Ritratti sono orientati a Cristo, ma ripercorrendo la storia della Chiesa degli ultimi cinquecento anni: dalla carmelitana Teresa d'Avila (1515) fino alla carmelitana Lucia di Fatima (2005). Tra questi due estremi, incontriamo altri due "santi" che ci permettono di toccare alcuni snodi nevralgici della storia cristiana come il Beato Marco d'Aviano e padre Michele Agostino Pro. Gli altri Ritratti evocano personalità significative per i drammi ecclesiali dei nostri giorni: per i giovani è la storia sofferta ma generosa di Gabriele dell'Addolorata; per le famiglie è la vicenda dei coniugi Martin (genitori di S. Teresa di Lisieux, canonizzati durante l'ultimo sinodo dei vescovi); per gli operatori di misericordia è la Beata Enrichetta Alfieri.
Il presente volume si divide in due parti: la prima è un percorso attraverso la tradizione. Ambrogio, Benedetto, Brigida di Svezia e Alfonso Maria de Liguori sono santi dell'agire cristiano. In epoche di crisi essi han mostrato che il cristianesimo può essere «norma di vita», guida per dare un'impronta più autentica alla storia cristiana. I pastorelli di Fatima, proclamati santi da Papa Francesco il 13 maggio 2017, santa Faustina Kowalska, Madeleine Delbrel e Padre Pio, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 16 giugno 2002, sono piuttosto un richiamo. Nel tempo della transizione che portava alla fine dell'epoca moderna, con la loro vita e i loro messaggi essi hanno trasmesso il richiamo di Dio e hanno dato, per così dire, dimensioni più ampie alla storia dell'uomo. Questa non è circoscritta alla terra, ma si apre al mondo di quel Dio che è venuto sulla terra proprio per riprendere i fili della sua comunione con gli uomini.
Il volume si apre col profilo di S. Giovanni Evangelista - il discepolo prediletto che Gesù amò come un figlio - aggiungendo un nuovo punto di vista per comprendere meglio che cosa sia la santità. Non è, infatti, la vita del discepolo che sta in primo piano, ma la persona del Divino Maestro a essere contemplata e raccontata in tutte le possibili sfumature offerte dalla Rivelazione. Anche gli altri nove Ritratti sono orientati a Cristo, ma ripercorrendo la storia della Chiesa degli ultimi cinquecento anni: dalla carmelitana Teresa d'Avila (1515) fino alla carmelitana Lucia di Fatima (2005). Tra questi due estremi, incontriamo altri due "santi" che ci permettono di toccare alcuni snodi nevralgici della storia cristiana come il Beato Marco d'Aviano e padre Michele Agostino Pro. Gli altri Ritratti evocano personalità significative per i drammi ecclesiali dei nostri giorni: per i giovani è la storia sofferta ma generosa di Gabriele dell'Addolorata; per le famiglie è la vicenda dei coniugi Martin (genitori di S. Teresa di Lisieux, canonizzati durante l'ultimo sinodo dei vescovi); per gli operatori di misericordia è la Beata Enrichetta Alfieri. per coloro che si accostano fiduciosi all'esperienza dei nuovi Movimenti Ecclesiali, è la figura di Igino Giordani, co-fondatore dei Focolarini. A tutti, infine, sarà gradito il Ritratto del «Papa Buono» (Giovanni XXIII), approfondito in seguito alla sua canonizzazione. Con questo libro giungono a centocinquanta i Ritratti sin qui proposti, comprendendo anche quelli pubblicati con il titolo Santi del nostro tempo. Ritratti prima «predicati» (cinque per ogni itinerario quaresimale) da P. Sicari e poi pubblicati da Jaca Book nell'arco di trent'anni.
Il pontificato di Paolo VI ha rappresentato per molti osservatori il rinnovamento di una Chiesa che sembrava lontana dalle istanze del mondo secolarizzato. Al tempo stesso, la sua elezione al soglio pontificio ha segnato un momento di stretta continuità per i lavori del Concilio Vaticano II, convocato dal suo straordinario predecessore, Giovanni XXIII. Proprio alla volontà e alla forza riformatrice di Giovanni Battista Montini si devono le grandi innovazioni in virtù delle quali è ancora possibile domandarsi fin dove possa condurre lo spirito conciliare sempre presente nella Chiesa. Possiamo considerarlo il Papa che ha fatto entrare la Chiesa nella modernità. Da queste pagine emerge il ritratto di una personalità dal carattere affettuoso, portatrice di una concezione sublime del papato cui va aggiunta un'immensa capacità di amare e servire l'umano. Un pontefice che ha saputo rivedere formule, abiti, linguaggi e costumi percepiti quasi come anacronistici nel mondo contemporaneo, raggiungendo quell'assoluta semplicità necessaria alla trasmissione di una profonda spiritualità e di una carità vissuta e praticata.
Tra i membri del Corpo mistico di Cristo, Antonio Sicari sceglie dieci testimoni che concretizzano ai nostri occhi l'universale vocazione dei cristiani alla santità. Sono dei santi umili come Camillo de Lellis, il curato d'Ars, e Maria Goretti, che apparivano spregevoli ai sapienti di questo mondo: sono dei testimoni come Tommaso Moro, Massimiliano Kolbe ed Edith Stein che con il loro amore sconfissero l'odio; sono santi come Giuseppe Benedetto Cottolengo e Giovanni Bosco, la cui carità di fronte al bisogno diviene creatrice ed educatrice; è un santo universale come Francesco, la cui presenza più di ogni altra ricordava il Cristo in terra; è la sofferenza di Benedetta Bianchi Porro che ancora attende il riconoscimento da parte della Chiesa, ma la cui testimonianza già risplende per molti fedeli. Un percorso solo apparentemente arbitrario, quello di Sicari. I suoi ritratti delineano una corona di gloria a testimonianza della santità di Cristo e dell'inesauribile fecondità della Chiesa.
Tra i membri del Corpo mistico di Cristo, Antonio Sicari sceglie dieci testimoni che concretizzano ai nostri occhi l'universale vocazione dei cristiani alla santità. Sono dei santi umili come Camillo de Lellis, il curato d'Ars, e Maria Goretti, che apparivano spregevoli ai sapienti di questo mondo: sono dei testimoni come Tommaso Moro, Massimiliano Kolbe ed Edith Stein che con il loro amore sconfissero l'odio; sono santi come Giuseppe Benedetto Cottolengo e Giovanni Bosco, la cui carità di fronte al bisogno diviene creatrice ed educatrice; è un santo universale come Francesco, la cui presenza più di ogni altra ricordava il Cristo in terra; è la sofferenza di Benedetta Bianchi Porro che ancora attende il riconoscimento da parte della Chiesa, ma la cui testimonianza già risplende per molti fedeli. Un percorso solo apparentemente arbitrario, quello di Sicari. I suoi ritratti delineano una corona di gloria a testimonianza della santità di Cristo e dell'inesauribile fecondità della Chiesa.
"Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino". È con questo giudizio che papa Benedetto XVI ha voluto concludere la sua prima lettera enciclica "Deus Caritas est". In questo libro l'autore offre una esemplificazione di questo "duplice movimento" dell'amore. Due principi (Elisabetta d'Ungheria, Viadimir Ghika), un soldato (Lorenzo della Risurrezione), un professore universitario (Federico Ozanam), un'educatrice (Elisabetta Anna Seton), una suora della carità (Caterina Labouré), una fanciulla (Laura Vicuña), due protagonisti della vita sociale e politica (Dorothy Day e Giorgio La Pira) rappresentano un campionario storico molto variegato, ma tutti hanno assecondato lo stesso duplice "movimento": quello dell'amore di Cristo che li affascinava e li attraeva (un vero irmamoramento) e quello dell'amore del prossimo al quale si sentivano interiormente destinati. Diversi erano i poveri - incontrati nella spianata di un castello medievale, o nelle carceri di regime, o alle porte di un convento, o in un corteo di operai -, ma identica fu la passione (come quella di Cristo, che fu un intreccio di operosa attività e di patimento salvifico e di indicibile trasporto d'amore) vissuta dai santi.