
Il rapporto sponsale Cristo-Chiesa costituisce per il Concilio Vaticano II (cf. SC 5) il legame sorgivo del dinamismo sacramentale. Il contributo del presente lavoro ci colloca nello sguardo a questo rapporto fondativo attraverso l'occhio sapiente di S. Agostino. Un lavoro che si rivela originale nell'indicare la simbologia sponsale non solo quale chiave di lettura privilegiata del rapporto Cristo-Chiesa, ma nel cogliere proprio in questo orizzonte simbolico la comprensione agostiniana del sacramentum, focalizzato nella significativa analisi dell'iniziazione cristiana.
Il volume, collocandosi in un contesto di ricerca storiografica molto ricca, ripercorre alcune tematiche dell’esperienza preventiva di don Bosco fra tradizione e modernità per fare emergere dei nuclei fondamentali di lunga durata e prospetta una loro possibile applicazione nel contesto educativo odierno in riferimento ai giovani, in particolare, e agli adulti che, a vario titolo, si richiamano a don Bosco. Il lavoro è strutturato in cinque capitoli: 1. Don Bosco educatore nell’Ottocento pedagogico fra tradizione e innovazione. 2. Don Bosco e l’educazione religiosa. Alcuni nuclei fondamentali. 3. Il Sistema preventivo fra tradizione e modernità. 4. Disagio giovanile - Globalizzazione - Educazione. 5. L’impegno nell’educazione degli adulti. Condividere la stessa missione giovanile con lo stesso metodo preventivo. Nella conclusione, ponendosi alla scuola di don Bosco, si evidenzia che l’educazione era allora opera personale e comunitaria, quasi un "laboratorio pedagogico", ma che altrettanto lo deve essere oggi, poiché il "laboratorio pedagogico" è esigito dalla complessità sociale in generale e dal mondo giovanile nello specifico e dall’approccio diversificato che le Scienze dell’educazione consentono alle problematiche giovanili e educative.
Per capire più a fondo don Bosco è utile, se non indispensabile, conoscere la personalità e l’opera di san Giuseppe Cafasso (1811-1860), suo direttore spirituale. Nel medesimo tempo, la vita e l’esperienza del Santo Educatore ci aiuta a meglio comprendere il Cafasso, «perla del clero italiano», anche attraverso l’analisi delle loro profonde somiglianze e diversità.
Don Bosco era consapevole di quanto fosse debitore al Maestro: «Se ho fatto qualche cosa di bene lo debbo a questo degno ecclesiastico nelle cui mani riposi ogni mia deliberazione, ogni studio, ogni azione della mia vita» (Memorie dell’Oratorio).
I due santi ebbero in comune le radici castelnovesi, la formazione nel seminario di Chieri, il perfezionamento pastorale nel Convitto di San Francesco d’Assisi in Torino, l’appartenenza al presbiterio torinese. Il loro rapporto, per quanto fossero quasi coetanei, ha un’evidente connotazione asimmetrica.
Numerosi altri santi preti e laici del secondo Ottocento e primo Novecento sono riconducibili al magistero spirituale del Cafasso, che può essere considerato una delle più riuscite realizzazioni ottocentesche del progetto di prete-pastore propugnato dal Concilio di Trento.
Il presente volume raccoglie il contributo di alcuni studiosi che evidenziano aspetti diversi e complementari della figura e dell’opera di san Giuseppe Cafasso e il suo fecondo apporto alla formazione di don Bosco.
Obiettivo di questa ricerca è quello di verificare la presenza del riferimento biblico negli scritti di Don Bosco e disegnare una mappa, il più possibile completa e ordinata, delle citazioni reperibili nei suoi scritti. È un lavoro di analisi, che ha il carattere di censimento, di raccolta dati. Globalmente gli scritti di Don Bosco presi in esame sono 240. Il numero di citazioni bibliche risultato da questa analisi ammonta a 6.929: 4.662 citazioni del Nuovo Testamento e 2.267 dell’Antico Testamento.
L’impianto della ricerca comprende tre parti. La prima presenta in forma sintetica la mappa delle citazioni bibliche negli scritti di Don Bosco: computo generale delle citazioni; loro distribuzione libro per libro; annotazioni critiche sul modo di citare di Don Bosco. La seconda parte presenta in forma analitica la mappa delle citazioni rilevate, testo per testo. La terza parte, intitolata: Don Bosco e la Bibbia, mira a mettere in rilievo l’importanza che la Bibbia ha avuto, innanzitutto nella formazione di Don Bosco; in secondo luogo nella sua azione pedagogica ed infine in alcuni suoi scritti di carattere educativo: le Vite di Luigi Comollo, di Domenico Savio, di Michele Magone e di Francesco Besucco; il Giovane provveduto; la lettera da Roma alla comunità di Valdocco; il Sistema preventivo nella educazione della gioventù; la circolare sui castighi da infliggere nelle case salesiane.
Nell’opuscolo Il cristiano guidato alla virtù e alla civiltà secondo lo spirito di San Vincenzo de’ Paoli Don Bosco, parlando di San Vincenzo, rivela uno dei segreti della propria esistenza e di tutta la sua azione educativa: «La dottrina del Vangelo era l’unica regola della sua vita» (OE XXVIII, 113); «Un disegno autorizzato da ragioni di una saggia politica non era di suo gradimento se non autorizzato dalla massime del Vangelo» (OE XXVIII, 109); «egli si era proposto Gesù Cristo a modello; attingeva nel Vangelo tutta la sua morale, tutta la sua civiltà, tutta la sua politica» (OE III, 235-236).
A Chieri Giovanni Bosco visse una duplice esperienza: il periodo della scuola pubblica e quello degli studi seminaristici. Il primo è contrassegnato da un’attività disarticolata e febbrile al di sopra delle righe, in cui investe tutte le risorse di cui dispone. Il secondo è, invece, segnato dalla regolarità e dall’ascesi, in cui si obbliga al rigore comportamentale. Molto sciolto in città, forse più legato in seminario. Del resto, l’indole va governata e le doti disciplinate. Due tappe opposte e necessarie alla sua formazione, poiché grazie ad esse si affina il leader poliedrico, che non si arrende di fronte alle circostanze contrarie, e s’imposta il chierico devoto, che deve acquisire il sensus Ecclesiae nello spirito obbedienziale. Costante rimane l’ardore apostolico e la dimensione orante.
È arrivato a Chieri a sedici anni carico di essenzialità (diciamo pure in condizione di povertà!), con il bagaglio della esperienza di chi vive in campagna, con la buona volontà di chi desidera qualcosa di importante e di nuovo. È ripartito da Chieri per Torino giovane prete ventiseienne, con una spiritualità ben fondata, una cultura notevole, arricchito di ulteriori esperienze di vita umanamente profonde, con la prospettiva di fronte a sé della disponibilità generosa di rendersi aperto alle vicende e alle persone del ministero pastorale, particolarmente a favore dei giovani.
Il volume illustra e documenta il periodo della frequenza di Giovanni Bosco alle scuole pubbliche (1831-1835) e quella al seminario (1835-1841) in Chieri. Gli episodi della sua vita sono tratti dalla narrazione fatta da don G.B. Lemoyne nel primo volume delle Memorie Biografiche e da don Bosco stesso nelle Memorie dell’Oratorio. La documentazione è tratta dal Libro di Secondo Caselle, Giovanni Bosco studente. Chieri 1831-41: dieci anni che valgono una vita.
Redatte sotto forma di racconto autobiografico, le Memorie dell’Oratorio di S. Francesco di Sales dal 1815 al 1855 sono considerate uno dei testi più importanti scritti da san Giovanni Bosco.
Curandone la forma letteraria, don Bosco volle che i suoi figli vi trovassero ameno trattenimento. Nello stesso tempo le Memorie dell’Oratorio dovevano servire loro da norme per superare le difficoltà future prendendo lezione dal passato. Inoltre, volle dare loro un esempio di come Dio guida ogni cosa in ogni tempo.
L’intento narrativo risulta finalizzato alla preoccupazione di definire il senso di una esperienza educativa globale e alla formulazione di un programma di azione.
Le Memorie dell’Oratorio sono, tra le opere di san Giovanni Bosco (1815-1888), una delle più personali, forse il libro più ricco di contenuti e di orientamenti preventivi che egli abbia scritto. Composte tra 1873 e 1875, in un momento di grande fervore operativo, riflettono sul cammino percorso per definirne il senso e focalizzare l’attenzione dei discepoli sull’identità di un’istituzione orientata alla salvezza dei giovani, pronta ad aprirsi in prospettiva mondiale. Risultano «una storia dell’oratorio più teologica e pedagogica che cronachistica, il documento più lungamente meditato e voluto da Don Bosco». Sono «un manuale di pedagogia e di spiritualità raccontata, in chiara prospettiva oratoriana» (P. Braido).
Questa nuova edizione utilizza il testo nell’edizione critica dell’Istituto Storico Salesiano, ulteriormente confrontata con i manoscritti originali. Un saggio introduttivo illustra l’importanza del documento per la conoscenza del mondo interiore, delle sensibilità e delle visioni del Santo, presenta i processi mentali messi in atto nella ricostruzione autobiografica e le intenzioni che hanno orientato la scrittura. Sono offerte anche chiavi interpretative e piste di lettura per valorizzare le potenzialità di questo eccezionale documento. Il testo è corredato da note storiche, da un’appendice documentaria e una tavola cronologica.
Il libro raccoglie le Lettere Circolari di don Juan E. Vecchi, ma offre anche delle tematiche di fondo ricorrenti, documentate dalle fonti, che permettono al lettore e agli studiosi di concentrare la riflessione su contenuti scelti, talvolta comuni, spesso originali e peculiari dell’autore, persona di vasta cultura e di fine sensibilità pedagogica. Dalle Lettere emergono i segni dei tempi, gli itinerari della Chiesa, il rinnovamento che i Sinodi e i documenti del Magistero hanno stimolato nell’intera Famiglia Salesiana e nel Movimento Giovanile Salesiano, nel passaggio da un secolo all’altro, in un nuovo millennio, ricchi di entusiasmo e di speranza, proiettati verso nuovi orizzonti di fede e di evangelizzazione, di fronte a sfide educative e pedagogiche senza precedenti.
Tra i temi portanti del messaggio di don Vecchi si segnalano: una vera predilezione per i giovani, l’approfondimento di un metodo, uno spirito e una qualifica degli evangelizzatori, l’amore per la Chiesa, lo spiccato impegno di rinnovamento della Vita Consacrata, l’animazione delle comunità, l’appello a qualificarsi nell’arte della comunicazione del Vangelo, il lavoro autenticamente pastorale e spirituale, il pensiero ai destinatari più poveri, l’invito al coraggio e alla speranza.
Al volume è allegato un CD che offre una scelta di circa 450 parole-chiave o argomenti che danno origine a circa 17.000 espressioni tratte dalle lettere con procedure di metodologia di analisi testuale. La raccolta di voci con corrispondente citazione bibliografica e collegamenti ipertestuali mostra molti dettagli contenutistici raggruppati che possono essere una base e un riferimento obiettivo e organizzato per ulteriori studi e approfondimenti mirati, soprattutto di tipo comparativo e con il repertorio di lettere di precedenti rettori maggiori.
Marco Bay, salesiano coadiutore, insegna all’Università Pontificia Salesiana di Roma nella Facoltà di Scienze dell’Educazione.
San Giovanni Bosco, iniziò il suo ministero nelle periferie torinesi tra poveri giovani, bisognosi di tutto. Non si limitò a dar loro pane e istruzione. Propose fin dal principio “un metodo di vivere breve e facile, ma sufficiente” per diventare “la consolazione dei parenti, l’onore della patria, buoni cittadini in terra per essere poi un giorno fortunati abitatori del cielo”. Nacque una scuola di santità giovanile feconda di frutti. Vent’anni più tardi, con la fondazione della Congregazione Salesiana, i suoi orizzonti si ampliarono; il suo magistero spirituale si approfondì, divenne più radicale, totalizzante. Ma proprio in questo movimento che accentuava il primato assoluto di Dio e le esigenze della sequela, emerge più chiara anche la sostanza di quella “facile” proposta spirituale fatta ai giovani del primo Oratorio. Il nocciolo infatti è lo stesso, anche se espresso con la semplicità di un linguaggio disadorno e quotidiano.
Questa antologia ha lo scopo di mettere il lettore a contatto con quel clima, farlo entrare negli orizzonti interiori di don Bosco, renderlo familiare con il suo magistero spirituale e il suo linguaggio. Non è una presentazione organica della sua spiritualità, ma una raccolta di “insegnamenti” su come vivere da buoni cristiani e da buoni Salesiani in modo integrale.
Il volume è composto di quattro parti: 1. Don Bosco guida spirituale dei giovani; 2. Indirizzi di vita per un cristianesimo coerente e d’azione; 3. Consacrati a Dio per la sua gloria e per la salvezza dei giovani; 4. Raccomandazioni finali di un padre e preoccupazioni di un fondatore.

