
La basilica di San Pietro così come la conosciamo oggi è caratterizzata da un sistema simbolico che fa riferimento alle origini della Cristianità e ai precetti della Riforma cattolica. E questo simbolismo ha il suo apice nella relazione tra la cupola centrale, l'altare e la tomba del Santo, che connessi tra loro innalzano l'asse verticale di incontro tra terreno e soprannaturale, e incrociano quello orizzontale centrato sulla piazza antistante la basilica. Ma è soprattutto nei mosaici che il messaggio di cui la basilica è portatrice si snoda in maniera estensiva: troviamo mosaici nella cupola centrale, nelle cappelle laterali, nelle cupole delle singole cappelle e nelle pale d'altare, a creare il più esteso apparato musivo al mondo. Ogni cappella, con la relativa cupola e pala d'altare, si armonizza con le altre e intreccia il proprio dialogo con la storia della Chiesa e della sua dottrina, a creare il più esteso apparato musivo al mondo. Condurre per mano il lettore attraverso l'armonia e la grandezza di questi mosaici è l'intento di questo volume, che rappresenta una lettura iconografica essenziale, curata dalla Veneranda Fabbrica di San Pietro, per comprendere lo spazio e le immagini della basilica vaticana, ancora oggi straordinaria espressione della creatività umana, del genio artistico e della fede cristiana. Autori: P. Zander, A. Grimaldi, S. Turriziani, A. Di Sante, C. Thoenes, V. Lanzani, G. Mattiacci.
Le radici del nuovo corso dell'arte romana e della nascita del Barocco vaticano si possono idealmente fissare nella data simbolo del 18 novembre 1593 quando sulla sommità della cupola di San Pietro venne issata la croce cristiana. Non a caso, le cerimonie politiche e religiose, le sontuose e sorprendenti macchine effimere che venivano innalzate nei giorni di festa, rispondevano a una nuova esigenza: separare i luoghi della "politica" da quelli del "sacro". Al Quirinale vennero sempre più riservati i momenti del governo "temporale" della città e dello Stato, mentre il Vaticano - Palazzo Apostolico, basilica e piazza, collegati e unificati - divenne sempre più il luogo delle cerimonie religiose. Il filo conduttore del nuovo stile che si andava definendo nei cerimoniali e perfino nel disegno dei giardini era "il diverso" e "il sorprendente". Gli autori dei saggi illustrano le diverse tematiche cercando volta per volta collegamenti artistico-architettonici: ad esempio, con le chiese tardo-manieriste di Giacomo Della Porta (chiesa del Gesù) e di Carlo Maderno (S. Susanna) o con altri capolavori berniniani (come S. Andrea al Quirinale) e borrominiani (ad esempio s. carlino alle Quattro Fontane). Solo descrivendolo così, all'interno di un potente fervore culturale ed artistico, è possibile far emergere il ruolo centrale e propulsore svolto dal secolare cantiere vaticano nella nascita e nella codificazione del nuovo stile Barocco che, da Roma si sarebbe diffuso nelle principali capitali italiane ed europee per poi approdare al nuovo mondo. Autori: G. Wiedmann, A. Campitelli, F. Buranelli, M. Boiteux, N. Marconi, L. Simonato.
Il libro ricolloca, a valle di ricerche storicamente e filologicamente fondate, Giacomo Farelli nell'orizzonte artistico del suo tempo, mettendo a fuoco la notevole posizione sociale e professionale del pittore. Cavaliere dell'Ordine di Malta e per vari anni Governatore della Città dell'Aquila, Farelli fu un artista molto stimato dai suoi contemporanei, attivo con successo a Napoli, in Abruzzo, nel Meridione continentale e a Pisa; e registrato in antichi inventari di collezioni in Spagna, in Germania e in Francia.
In questo volume viene esaminato il dialogo tra diritto e antropologia nei beni culturali di interesse religioso. Lo sguardo si alza, l'orizzonte si amplia, la riflessione si fa più articolata. Beni dotati di materialità, prodotti dell'ingegno, del talento e della creatività umana. Testimonianze di cultura e di civiltà, ma anche, e questo è il punto cruciale, portatori di significati e valori religiosi, spirituali, che vanno ben oltre e che «riverberano il divino». Rappresentano un'occasione straordinaria per l'uomo, per la sua crescita e il suo innalzamento. Lo invitano alla riflessione sul sacro e, in tempi tanto difficili, gli insegnano ad andare oltre la superficie e a porsi le grandi domande, quelle inesauribili che spingono verso l'avventura della conoscenza e dell'approfondimento. Sono storia, memoria, speranza, indispensabili a dare forza ai valori ultimi in cui una collettività si riconosce. Chiedono a chi ne abbia la responsabilità di difenderli nella loro integrità fisica e nel loro valore immateriale. Impongono forme particolari di tutela, valorizzazione e fruizione. All'educazione, poi, spetta un compito difficile ma fondamentale: fornire gli strumenti per riconoscere l'Arte e il Mistero che essi racchiudono.
Il rapporto tra arte e architettura, nel contesto dello spazio liturgico cattolico, infiamma il dibattito tra architetti, artisti, liturgisti e fedeli. Le chiese di recente costruzione sono state oggetto di feroci critiche o difese appassionate. Il ruolo preponderante dell'architettura ha ridimensionato e talvolta cancellato la possibilità di programmi iconografici compiuti e coerenti, sostituiti da decori astratti o persino da pareti bianche. Per reagire all'impasse contemporanea della crisi dell'arte e dell'architettura per il culto, e riscoprire figure e simboli correlati allo spazio e al tempo della liturgia, un gruppo di esperti attinge alla lezione della storia passata, con particolare attenzione al Medioevo, e indaga le piu recenti esperienze in ambito italiano, francese e serbo, facendo dialogare rappresentanti del Cattolicesimo e dell'Ortodossia. L'ampiezza geografica, temporale e confessionale della riflessione e volta a porre a confronto punti di vista diversi, persino contrapposti, nell'intento di contribuire - in maniera innovativa - alla ricerca sul tema capitale dello spazio sacro e del suo corredo iconografico.
La nascita di Gesù, concepito misteriosamente dallo Spirito Santo nel grembo di una giovane donna vergine di nome Maria, è la pietra angolare della Buona Novella e di tutta la dottrina cristiana sul Verbo di Dio fatto uomo. Evento razionalmente inspiegabile ma fonte di grandi speranze, la Natività è stata oggetto, un secolo dopo l'altro, della contemplazione e dello stupore di sapienti e fedeli. Celebrata e rappresentata nell'arte dagli inizi del cristianesimo ai giorni nostri, ha brillato in tutte le epoche e in tutti i continenti raggiunti dalla diffusione del Vangelo. Questo libro presenta una selezione di cinquanta opere d'arte. La più antica Natività risale al IV secolo e la più recente è del 2018. Ognuna è riprodotta a piena pagina, arricchita da un commento descrittivo, che ne evidenzia il contesto storico e le fonti letterarie, teologiche e artistiche di ispirazione e interpretazione. I due autori, teologi e storici dell'arte, sono desiderosi di coinvolgere il lettore e risvegliare una viva attenzione verso ogni opera e verso gli artisti che hanno immaginato un evento del quale non si finirà mai di esplorarne la forza.
Tanti cristiani da sempre amano venerare e raffigurare Cristo da bambino. Questo libro è un’esplorazione nella storia del culto al Bambin Gesù.
Già ai tempi di san Girolamo la grotta di Betlemme era meta di venerazione e grandi artisti lo hanno raffigurato: da Mantegna a Guido Reni, da Zurbarán a Dalí. San Francesco si emozionava nell’evocarlo; Erasmo di Rotterdam gli dedicò un poema e sant’Alfonso Maria de’ Liguori gli compose ninne nanne. Santa Teresa di Lisieux volle chiamarsi «di Gesù Bambino»; Edith Stein lo sentiva vicino nel campo di sterminio; Padre Pio se lo vide apparire. San Josemaría Escrivá gli diceva: «Mi piace vederti piccolino, indifeso, per illudermi che tu abbia bisogno di me». E san Giovanni Paolo II: «Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli».
Il libro Il Bestiario del Cristo di Louis Charbonneau-Lassay è opera formidabile per erudizione e ricchezza artistica. L’Autore esplora tutte le fonti disponibili del mondo cristiano e di quello precristiano, per fornirci una vera e propria enciclopedia dei simboli animali esaminati in rapporto al Mistero dell’Incarnazione.
Risultato di un lavoro di decine di anni, corredato da più di millecento incisioni personalmente realizzate dall’Autore, e per la prima volta in lingua italiana, «Le Bestiaire du Christ» offre finalmente a studiosi, letterati e appassionati di simbologia e arte un prezioso e insostituibile strumento di ricerca e di approfondimento dell’iconografia cristiana. «Ogni anno l’editoria italiana pubblica non più di dieci opere veramente importanti. Si può tranquillamente affermare che la prima traduzione italiana di quella ricerca monumentale che si intitola Il Bestiario del Cristo sia una di queste... Ritroverete le 1157 figure così come le ha incise l’autore. Ma soprattutto troverete uno dei più affascinanti viaggi nei simboli che siano stati tentati dall’uomo». (C.C., Il Sole 24 Ore)
«Finalmente si pubblica in traduzione italiana uno dei libri memorabili di questo secolo... È difficile non esserne stregati... il pubblico italiano non si lascerà sfuggire questo gioiello della nostra cultura moderna, frutto fedele di una tradizione cristiana ma anche pagana, perché l’autore ricostruisce la storia dei simboli e degli emblemi cristici partendo dall’epoca arcaica e spaziando dalle tradizioni orientali a quelle occidentali, dall’induismo alla religione celtica, dall’Egitto alla Grecia, a Roma». (Alfredo Cattabiani, Il Giornale)
«Una versione italiana mancava. È davvero una grazia di Dio che questa lacuna sia oggi riempita... Questi due volumi vanno letti per intero, pagina dietro pagina. Se lo farete con attenzione, uscirete dalla lettura diversi: anche il vostro cristianesimo o il vostro ateismo saranno differenti. Si esce da questa lettura consci che il Verbo e la Tradizione riempiono il cosmo, che ogni creatura è una lettera del grande discorso della Rivelazione». (Franco Cardini, L’Avvenire)
Due volumi rilegati in tela con astuccio e titoli in oro, sovraccoperta plastificata a due colori.
Le Madonne raffaellesche sono forse fra le più conosciute, ammirate e riprodotte dell'intera storia dell'arte occidentale. Si caratterizzano per la straordinaria eleganza formale, l'equilibrio, la profonda e intangibile serenità emanata dai personaggi rappresentati. Raffaello sa cogliere l'essenza della Vergine. Maria è sempre pacata, materna e sorridente, talvolta pensosa, e tuttavia mai dubbiosa o turbata. Incarna un senso religioso profondamente radicato nella tenerezza. Anche quando contengono simboli che rimandano a significati complessi, i dipinti dell'Urbinate appaiono comunque naturali, immediatamente fruibili, dominati da un'armonia compositiva che affascina pur risultando familiare. In questo libro la studiosa Rosa Giorgi sceglie le più belle Madonne dipinte dal grande pittore per svelare al lettore curioso la storia, i segreti e le splendide soluzioni cromatiche che hanno fatto di Raffaello il protagonista assoluto del Rinascimento.
Enzo Fortunato accompagna il lettore in percorso di nove meditazioni. Ogni meditazione sarà accompagnata da un affresco di Giotto con soggetto mariano, legati sia alla Vergine che alla nascita di Gesù. Il testo si muove su tre piani: artistico, teologico ed esistenziale. Le nove meditazioni sono dedicate ad altrettanti temi: Annunciazione, Visitazione, La natività, L'adorazione dei magi, La presentazione al tempi, La fuga in Egitto, La strage degli innocenti, Gesù tra i dottori e L'uscita da Gerusalemme.
L'Annunciazione a Maria non è l'unica annunciazione riportata dalla Bibbia, ma è senza dubbio quella che ha conosciuto una fortuna eccezionale nella storia dell'arte cristiana, al punto da essere fonte d'ispirazione per un patrimonio di immagini di ineguagliabile ricchezza. Un patrimonio accumulato dalle origini dell'arte cristiana ai giorni nostri e sviluppatosi su tutti i supporti e in tutti i formati, in Oriente come in Occidente, e in tutte le regioni del mondo unite dall'annuncio della Buona Novella, di cui l'Annunciazione è, per così dire, la "porta d'accesso". Per far scoprire e apprezzare questo tesoro di immagini, gli autori hanno selezionato un campione rappresentativo di opere d'arte tra quelle che hanno ritenuto più belle, più rappresentative, più finemente concepite e più degne di attenzione e contemplazione. Ciascuna di esse è riprodotta a piena pagina e dettagliatamente descritta da un testo di commento, attraverso il ricorso alle fonti storiche che ricostruiscono i loro committenti e destinatari, la loro produzione e la loro funzione. L'analisi delle opere fornisce gli elementi interpretativi per la loro lettura e la loro piena fruizione, traendoli dalla teologia, dalla storia della liturgia e della spiritualità, così come dalla storia comparata delle religioni, capace di offrire paralleli illuminanti. Alcune delle opere prese in esame, molto recenti, hanno il merito di suggerire al lettore come la lunga storia della traduzione e della trasmissione del Vangelo in immagini, allo stesso fedeli e creativamente innovatrici, continui nel tempo, ben lungi dall'essere compiuta.
Negli affreschi sistini numerose scene o figure della storia del popolo ebraico sono presentate come origine, o prefigurazione, della storia cristiana aperta dall'Incarnazione. Il ciclo degli Antenati di Cristo, dipinto sulle lunette e sulle vele della volta, svolge un ruolo essenziale nel connettere le due «età»: l'enumerazione dei patriarchi e dei re della stirpe di Abramo si conclude, in accordo con la genealogia proposta nel Vangelo di Matteo, col nome di Giuseppe, marito di Maria e padre di Gesù. La tradizione iconografica presentava solitamente questi patriarchi come venerabili figure maschili accompagnate dai loro discendenti; Michelangelo stravolge radicalmente le consuetudini figurative accostando, nelle lunette della Sistina, ai nomi degli antenati una straordinaria serie di famiglie immerse nella vita quotidiana: donne che accudiscono i loro bambini o intente ai lavori domestici, vecchi padri pensierosi o addormentati, personaggi erranti, uomini e donne in attesa.