Che relazione vi è tra esperienza religiosa e teologia? Una risposta, quanto mai attuale, è quella che emerge dalla ricerca del teologo ceco Vladimir Boublík (1928-1974) soprattutto attraverso il volume Teologia delle religioni che, a partire dalla categoria teologico-filosofica dell'esperienza religiosa, consente di comprendere il legame tra la teologia fondamentale e la teologia delle religioni. Quale Teologia delle religioni oggi la Teologia fondamentale è in grado di delineare e proporre alla Chiesa e al mondo? Lo studio del pensiero Vladimir Boublík spinge verso una "teologia dell'ospitalità" che - partendo dall'esperienza religiosa connaturale all'uomo come un fattore peculiare della sua storia e della sua cultura - approdi a una ferma certezza: la coesistenza nel dialogo è una necessità. Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione? Sono le questioni che traspaiono già nell'opera di Boublík all'indomani del Concilio. Sono tali questioni, nella loro forza di coinvolgimento, che hanno generato il senso - primo ed ultimo - del nostro studio.
Sedersi in silenzio, meditare: una pratica che si ritrova in molte vie religiose e tradizioni spirituali, e di cui l'uomo e la donna di oggi riscoprono l'urgente bisogno. A fronte di questo crescente interesse, ma disorientati rispetto a un'offerta di proposte le più disparate, cosa sappiamo davvero dei fondamenti religiosi di questa pratica così come è vissuta nel cristianesimo, nell'induismo e nel buddhismo? Il libro si offre come una bussola per rispondere a questa domanda con un approccio serio e documentato, grazie a contributi di guide spirituali autorevoli e studiosi qualificati. In particolare, il volume invita a riscoprire come anche nel cristianesimo esista una lunga tradizione di meditazione seduta e silenziosa, per quanto poco conosciutata.
Due confessioni, con punti in comune e differenze, hanno attraversato secoli di cammini divaricati, specialmente nel mondo protestante. Tuttavia, negli ultimi decenni, hanno avvertito l'urgenza di un dialogo nuovo, di parlarsi e, soprattutto, di ascoltarsi. Questo libro racconta la prova di questa amicizia. L'autore, testimone diretto, narra un incontro storico mai documentato prima: un giornalista evangelico pentecostale intervista un pastore evangelico e il Papa dei cattolici, unendo due mondi in un dialogo aperto e franco. In questo scambio, non si cercano soluzioni dottrinali, ma una comunione sui principi di pace e concordia. Il testo riconosce la complessità storica tra Chiesa Cattolica e comunità evangeliche, proponendo un nuovo capitolo basato sull'ascolto reciproco. Il pastore Traettino e Papa Bergoglio, simboli di questa amicizia, non mirano a cancellare le distanze, ma a condividere la fede e confrontarsi sulla parola di Cristo. La loro storia è un passo importante per il futuro del dialogo interreligioso.
Cosa sappiamo, davvero, del pensiero teologico dei pauliciani? Come rispondere alla "sfida" da loro lanciata all'ortodossia? Le tre omelie contro i pauliciani di Pietro Siculo, qui proposte in una nuova edizione critica, tradotte e commentate, cercano di offrire una risposta a queste domande. Basandosi sull'analisi di alcuni passi scelti tratti dalle scritture, attingendo alla tradizione antiereticale cristiana dei primi secoli e alla riflessione patristica d'argomento antimanicheo, Pietro Siculo, con uno stile sobrio ma ricercato, si impegna nel confutare i più controversi assunti teologico-dottrinali dei propri avversari offrendo strumenti utili per controbatterne gli insegnamenti.
Con il termine "anima" la teologia cristiana, riprendendo alcune acquisizioni della cultura biblica e della filosofia greca, ha voluto salvaguardare l'identità singolare dell'essere umano e la sua destinazione a superare la morte. Negli ultimi decenni, alcuni orientamenti delle neuroscienze hanno invece ritenuto che anche la dimensione "spirituale" degli esseri umani sarebbe espressione di processi neuronali. Il libro si confronta con questi orientamenti per verificare se quanto la tradizione ci ha lasciato in eredità sia da abbandonare o non piuttosto da interpretare come utile strumento per riaffermare l'originalità dell'essere umano tra i viventi. L'obiettivo che l'autore si prefigge è anzitutto metodologico: di fronte al fenomeno umano qual è la spiegazione che meglio corrisponde all'aspirazione al trascendimento che anche la cultura e la tecnica testimoniano? Il confronto si sviluppa a partire dai grandi pensatori del passato - in particolare Tommaso d'Aquino - e dalla ricerca esegetica attuale.
Al cuore delle comunità cristiane affiora un vistoso disagio, che si manifesta in modi diversi. In molti parlano ormai apertamente di fuoriuscita del cristianesimo dalla cultura occidentale, e di una sua imminente implosione. Cosa resterà, della Chiesa di oggi, nei prossimi decenni? Obiettivo del libro è di ricostruire i tratti salienti della religiosità contemporanea, per immaginare i caratteri della Chiesa futura ma più in generale della società futura. Dalla scomparsa della figura del praticante a vantaggio di quelle del nomade dello spirito e del pellegrino e dalla spinosa ma ineludibile questione del pluralismo religioso alla nuova geografia degli odierni cristianesimi; dal ruolo della Bibbia, grande codice dell'Occidente e non solo, alla figura di Gesù, riscoperta di recente nella sua ebraicità. La domanda centrale è poi su che cosa rischiamo tutti di perdere in una cultura in cui il cristianesimo che abbiamo ereditato dal passato non funziona più. Quel che è certo è che se la visione cristiana vuole risultare ancora credibile, va ripensata da capo.
Discernimento, giudizio e scelta morale sono da sempre temi centrali nella riflessione filosofica, antropologica e teologica. Sono diventati campo di indagine anche delle neuroscienze, specialmente se applicate all'etica. Studi che dimostrano ormai che l'essere umano e i suoi comportamenti, anche morali, sono la risultante della relazione inscindibile e non prevedibile tra genetica, cultura ed esperienza. Gli scenari che si aprono sono inediti e carichi di grosse sfide. Prefazione di Paolo Benanti.
L'Esodo è un racconto che mette sottosopra il mondo: spezza le catene e apre a un futuro differente. Non sono i disperati ad affogare nelle acque del male, ma i potenti, insieme ai loro strumenti di guerra. Il suo canto ispira pensieri e progetti di libertà e, bandendo le semplificazioni, esso si presenta come uno specchio credibile nel quale ognuno possa riconoscersi.
L’incarnazione di Dio hic et nunc costituisce il culmine della storia della salvezza. Nel cristianesimo, inoltre, «storia della salvezza» e «geografia della salvezza» sono entrambe essenziali e qui in Terra Santa se ne ha l’evidenza, giacché senza geografia non vi è storia e se si prescinde dal luogo svanisce l’evento.
Qui appare chiaro come il cristianesimo non sia un’ideologia, né un mito, né propriamente un messaggio, bensì innanzitutto l’incontro con una Persona Vivente che coinvolge e trasforma totalmente l’esistenza.
Venire in Terra Santa, toccare i suoi luoghi, significa dunque sperimentare «il Luogo» stesso.
Basterebbero queste parole per risaltare l’importanza di questa Guida di Terra Santa. Bibbia, archeologia, catechesi.
È necessario accogliere il mistero della Terra Santa così com’è, abbracciarla nelle sue ferite, che possono essere trasfigurate solo dall’amore di Dio e mai dalla sola giustizia umana.
Questa terra, però, non è solo luogo di conflitti, ma è anche la culla della cultura occidentale e, in gran parte, anche di quella orientale, e per noi cristiani è ancora di più: è la terra in cui è germogliata la nostra salvezza.
Se da un lato, quindi, essa sembra essere ormai senza speranza per le insanabili contese di cui è teatro, dall’altro rimane paradossalmente il centro che dà vita e speranza a molti, e specialmente a ebrei, cristiani e musulmani: «Tutti là sono nati», tutti là siamo nati.
Gli autori di questa Guida di Terra Santa, d. Germano Lori e d. Francesco Giosuè Voltaggio, che ormai da molti anni vivono in Terra Santa e servono la nostra Chiesa locale, hanno compiuto un encomiabile sforzo nel ritradurre tutte le fonti dalle lingue originali, nell’inserire le ultime acquisizioni esegetiche e archeologiche, come anche nel fornire spunti catechetici preziosi per i pellegrini che vogliano fare un’«immersione» nei luoghi santi. A tal fine si sono appoggiati sul lavoro di generazioni di archeologi e di studiosi dei luoghi santi, tra cui spiccano in primissima linea i padri francescani, verso i quali mostrano un grande debito di gratitudine, essendosi formati anche alla loro «scuola»…
La Terra Santa, infatti, lungi dall’essere un posto qualunque, è il luogo in cui ha avuto origine la nostra fede, in cui affondano le nostre radici…
La presente Guida è un validissimo aiuto per far gustare al pellegrino tutto il sapore dei luoghi santi e degli eventi accaduti in essi, facilitandogli l’incontro con il Signore e attualizzando quegli eventi per la sua vita di oggi.
Leggere la Bibbia in Terra Santa non è come leggerla altrove: qui le Scritture «si aprono» e nasce gradualmente un rapporto speciale con i luoghi menzionati in esse, finché, quasi senza accorgercene, quei nomi geografici, che spesso ci sono suonati così astrusi, si legano a un luogo preciso e a un’esperienza viva di fede, è come se acquistassero un «volto». Non si tratta più di realtà lontane, bensì concrete e familiari. I luoghi santi rimangono dunque un segno fondamentale della fede e la testimonianza di quanto Dio ha compiuto con il popolo d’Israele, come anche con la vita, morte e resurrezione di Gesù e con la prima Chiesa ai suoi primordi.
In Terra Santa si impara a guardare, ascoltare, meditare, «ruminare» il significato profondo e misterioso del passaggio di Cristo, si apprende a mettersi sulle sue tracce.
(Dalla presentazione di Pierbattista Pizzaballa)
Perché chiedere perdono in modo solenne una sola volta all'anno? Perché celebrare, a Pasqua, la libertà come se fosse un valore che ancora ci manca? Perché accendere lumi in casa tutti i venerdì sera? Quale valore dare al riposo nella vita fisica, ma soprattutto nella dimensione interiore? Tante domande intorno alle tradizioni, ai riti, alle preghiere, ai cibi, all'arte, alla convivialità, al riposo... ciascuna è una porta aperta verso un mondo di concretissime conquiste spirituali e morali. Haim Cipriani, un rabbino dei nostri tempi che serve un pubblico sia ebraico che non, parte da questi interrogativi e propone un itinerario che ha come tappe le feste ebraiche, attraverso le quali è possibile affrontare i temi fondanti della spiritualità e del pensiero di cui la Torà è portatrice. Per ciascuna festa il libro dà una lettura su più livelli interpretativi, cosicché le pagine del libro possono essere destinate a lettori con diversi background di conoscenze, con numerosi riferimenti ad estratti della letteratura midrashica, talmudica e in generale al pensiero degli antichi maestri dell'ebraismo. Per ogni festa poi l'autore espone in diversi testi la propria prospettiva, spesso partendo dalle sue personali esperienze di vita e offrendo a ogni lettore spunti di riflessione personale.
Breviario esicasta si compone di due preziosi saggi di Dumitru Staniloae, uno dei maggiori teologi ortodossi rumeni del XX secolo, considerato "la colonna della teologia ortodossa contemporanea" e il "teologo dell'amore" per eccellenza. Il primo contributo, che dà il titolo al libro, raccoglie gli esercizi spirituali che padre Staniloae predicò ai monaci della comunità monastica benedettina di rito bizantino, presso l'Abbazia di Chevetogne, la cui principale vocazione è quella di mantenere vivo il dialogo ecumenico con la tradizione ortodossa. Queste meditazioni tenute nel settembre 1974, ci consegnano un limpido distillato del suo insegnamento sulla preghiera. In filigrana emerge una dottrina che è il frutto di un'assidua frequentazione della grande tradizione patristica-esicasta e filocalica. La riflessione è incentrata sull'esichia, ovvero su una particolare modalità di contemplazione orante connotata da uno stato di profonda pace del cuore. Il secondo contributo, "La ricezione della tradizione nel mondo di oggi", scritto nel 1979, si concentra sul significato della tradizione cristiana nel mondo contemporaneo, con il preciso intento di presentare una risposta alla ricorrente domanda: la cultura contemporanea può ancora far tesoro della tradizione? I due brevi saggi riflettono una profonda sensibilità maturata nei confronti della "preghiera del cuore" radicata intimamente nella teologia orientale, cui si aggiunse l'esperienza spirituale personale di un sapiente testimone della spiritualità cristiana del Novecento, tale da rendere preziosa questa traduzione italiana di Staniloae, anche nell'intento di celebrarne i centoventi anni dalla sua nascita.
Questo volume a tre voci intende offrire una presentazione ecumenicamente e storicamente responsabile dei momenti divisivi nella storia del cristianesimo. Cyril Hovorun ripercorre questa vicenda in una prospettiva ortodossa, focalizzandosi sul problema del Filioque, la lunga storia dell'allontanamento reciproco tra Est e Ovest e i diversi tentativi di porre rimedio alla separazione. Stefano Cavallotto, teologo e storico cattolico, si concentra sulla storia successiva allo scisma del 1054 e illustra le tensioni interne al cristianesimo occidentale, rifl ettendo, in particolare, sull'importanza delle correnti riformistiche del tardo Medioevo. Lothar Vogel, infine, illustra le visioni del passato e delle divisioni nell'ambito evangelico, sottolineando l'importanza della cattolicità - intesa come universalità - della chiesa anche nella teologia protestante. Tutti i contributi chiudono con una considerazione sullo stato attuale dell'ecumenismo cristiano, ponendo in risalto, pur con alcune differenze, l'importanza di questo movimento per la Chiesa intera.