
È ancora necessario soffermarsi sulle vicende straordinarie del fratello universale Charles de Foucauld, avventuriero, monaco ed eremita, forse oggi più di ieri. E di farlo con una preziosa bussola, l'enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, cuore pulsante di un progetto che - mettendo a fuoco il complesso reticolo dei rapporti fra cristiani e musulmani - può fungere da cartina di tornasole di una Chiesa autenticamente, e coraggiosamente, in uscita. In entrambi i casi, per de Foucauld e Bergoglio, il solo metro di paragone, il Modello Unico (come lo chiamava il primo) è - e non può essere altrimenti - Gesù di Nazaret.
"La realtà è superiore all'idea" è uno dei principi che guidano il pensiero di papa Francesco. Ne parla, per la prima volta, nell'esortazione apostolica del 2013 Evangelii gaudium, al n. 231, quando affronta il tema del bene comune e della pace sociale. Bergoglio, evidentemente, intende metterci in guardia dal rischio di guardare la realtà attraverso le lenti non di rado distorte delle nostre categorie concettuali, talvolta frutto del nostro immaginario più che di un'esperienza diretta. Bene, esattamente come "la realtà è superiore all'idea", così la prassi dialogica - dal dialogo della vita quotidiana a quello segnato da vie spirituali - è sempre superiore a qualsiasi pur superba teorizzazione. Per dirlo con una frase chiave del bel film di Ermanno Olmi del 2007 Centochiodi, messa in bocca al protagonista, un professore di religione in piena crisi, "tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico".
Il "Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune" - firmato nel 2019 ad Abu Dhabi da papa Francesco e lo Shaykh di Al-Azhar Ahmad al-Tayyeb - resta un evento storico di portata mondiale. In quella occasione i due protagonisti discussero, fra l'altro, del progetto della Casa della famiglia di Abramo (Abrahamic Family House), edificio destinato ad accogliere una moschea, una chiesa e una sinagoga a una ventina di minuti dall'aeroporto di Abu Dhabi, in funzione del dialogo fra le tre fedi. Nonostante i proclami, non ci si può nascondere che per gli uomini e le donne del nostro tempo è diventato sempre più difficile riconoscersi come un'unica grande famiglia umana. In questo confronto a due voci, i due studiosi Adnane Mokrani e Brunetto Salvarani riflettono senza infingimenti, anche di fronte alle tensioni internazionali e ai conflitti in cui l'elemento etnico-religioso sembra essere tornato prepotentemente alla ribalta. Nessun documento può cambiare il mondo. La lettera non ci cambia, invece la parola che diventa vita ed etica trasforma e dà speranza per il cambiamento. Questo vale anche per il "Documento sulla fratellanza umana" e per l'enciclica Fratelli tutti. Non è una dichiarazione scritta che cambia le cose, siamo noi che cambiamo la realtà, quando applichiamo i valori di quei testi nelle nostre vite. La vera domanda è: fino a che punto siamo seri nell'adottare quelle parole?
Nello spirito della nuova collana "Note di classe", questo libro dedicato al cantautore di Pavana - scritto dai migliori esperti dell'opera gucciniana mette in evidenza come molti testi delle sue canzoni ("Auschwitz", "La locomotiva", "Signora Bovary") possano dare nuova vita alle lezioni delle classiche materie scolastiche.
Dopo il volume dedicato in questa stessa collana a Leonard Cohen, Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini si mettono alla ricerca degli elementi etici e religiosi presenti in uno degli eroi più noti e amati del fumetto italiano, il cowboy Tex Willer, ranger abilissimo nel maneggiare la Colt, amico dei pellerossa, antischiavista e avversario di ogni ingiustizia. «Tex Willer potrebbe essere considerato il modello del nuovo uomo italiano nel secondo dopoguerra, quasi a offrire, forse suo malgrado, un prontuario esistenziale per il Belpaese uscito con le ossa rotte dal conflitto. Reinventando l'identità nazionale andata in pezzi in una nuova, di stampo maschile, che fruga nella consolidata tradizione western per rinvenirvi un punto di riferimento atto a ripensare il problematico rapporto fra individuo e autorità. Un manuale di pronto utilizzo in cui centrali sono temi come lealtà, libertà, oppressione, violenza e linguaggio, grazie a cui Tex è destinato a diventare, nell'arco di pochi decenni, non solo un personaggio ben riconoscibile nella cultura pop tricolore, ma anche l'eroe di una delle più rilevanti e longeve saghe contemporanee» (Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini).
La domanda su che cosa sarà di noi dopo la morte ha sempre accompagnato l'essere umano nella sua millenaria storia. Oggi, ancora di più, la pandemia che ha colpito come una tempesta l'intero pianeta ci ha ricordato prepotentemente la nostra fragilità e ha rinnovato antiche paure che avevamo creduto forse di esorcizzare. La morte è parte essenziale del nostro essere umani, con cui siamo tenuti a misurarci ogni giorno. Tutte le tradizioni religiose ce lo ricordano e questo libro ne offre una preziosa testimonianza.
Ci sono viaggi che non lasciano alcun segno; si parte e si ritorna come si era prima, anzi più impoveriti e a volte svuotati. Trasformazione sì, ma in perdita. Altri viaggi, invece, sono motivo di un'arricchente trasformazione: è la nostra stessa vita che si modifica in modo inaspettato. Abramo è chiamato a camminare, ad andare verso una terra che non conosce, ma a partire da se stesso e camminando verso se stesso, iniziando un percorso di scoperta interiore. Il cammino sarà costituito da itinerari geografici, scoperte, esperienze umane e spirituali, tra una terra promessa da accogliere e un figlio desiderato. Ulisse, a differenza di Abramo che deve trovare il cammino camminando, ritorna alla sua Itaca viaggiando in mare, elemento impervio e pericoloso, sperimenta una molteplicità di avvenimenti meravigliosi guidato dalla virtù e dalla conoscenza. Alla fine, entrambi i cammini, si confrontano col sacro. Abramo lo coglie attraverso l'ascolto, l'ubbidienza, e la fede in Dio, che rimane nascosto ma determinante per la sua vita. Ulisse, attraverso la ricerca tormentata della sua stessa umanità.
La ricchezza del reale è multiforme e per esprimersi ha bisogno del concorso di molti e diversi saperi: anche di quello teologico e tanto più in un cambio d'epoca come quello che stiamo attraversando (papa Francesco). La teologia è oggi dunque chiamata a confrontarsi e dialogare con gli altri saperi, portando alla causa di un nuovo umanesimo il contributo della riflessione delle comunità credenti. Se la teologia deve saper accompagnare i processi culturali e sociali, essa lo potrà fare solo assumendo il contesto specifico in cui nasce e lavora. La dimensione ecumenica, interreligiosa e interculturale diventa così costitutiva della teologia pubblica che verrà.
I tanti conflitti cui assistiamo, che siano cruenti o meno, che siano grandi guerre o piccoli razzismi, non trovano assolutamente motivazione nella fede autentica. Nell’attualità globalizzata le tradizioni religiose sono spesso ritenute sorgente di identità delle persone, ma considerarle come il solo elemento identitario rischia di far credere che possano avere reale funzione solo “per opposizione” rispetto ad altre credenze. Gli autori di questo saggio dialogano tra di loro nella curiosità delle tradizioni altrui e scoprono che la diversità è il vero motore della vita in società, e che l’accettazione del diverso da sé è il principale contributo alla definizione della propria identità e alla composizione dei conflitti.
«La cattiveria, la scorrettezza sfrenata, la ferocia a tratti disarmante dei Simpson sono frutto di una scelta consapevole, con finalità liberatorie. Dunque, profondamente etica. Le vicende sono ambientate in quel “territorio franco nel quale abitano alla rinfusa luoghi comuni e manie, paure e passionacce, revival e nostalgia”, così come definito splendidamente da Salvarani. Non può sfuggire la parentela con la narrazione biblica, che offre il peggio (ma a volte anche il meglio) di uomini e donne, con linguaggio scarno, senza mediazioni o allusioni».
Gioele Dix
In una società molto spesso imbarazzata dalle dimostrazioni pubbliche della spiritualità e della fede, i Simpson – litigarella, rumorosa e normalissima famiglia della classe lavoratrice di una città della provincia americana – aiutano a riflettere sui nostri timori e le nostre speranze, religiose e non. Parlano della condizione umana, di noi, della nostra fatica di capire gli altri ma anche di capirci, insomma, del nostro mondo, e di cosa ci fa – ancora? – in esso colui che nel nostro oggi ci ostiniamo a chiamare Dio.
«Un’opera che si legge tutta d’un fiato e che alla fine – esattamente come accade dopo la visione di un episodio dell’amata serie – ti costringe a desiderare una successiva puntata».
Gioele Dix