Nel passaggio dal precedente trattato di Apologetica cattolica alla Teologia fondamentale non viene meno l'orizzonte apologetico. Rimossa la tradizionale analysis fidei, la credibilità del cristianesimo muove dall'evento della Rivelazione verso la ragione ed è oggi centrata attorno al mistero pasquale di Gesù Cristo. Degli Atti degli Apostoli si evidenzia l’annuncio di Paolo in tre situazioni vitali: nell'ambiente rurale di Listra, nel centro della cultura greca di Atene e nel processo a Cesarea. Ai tre contesti si accompagnano tre linguaggi diversi di annuncio, in cui emerge un duplice intento apologetico. L'uno interno, per rafforzare la fede dei credenti, e l'altro esterno, per giustificare la fede di fronte alla società civile e alle istituzioni romane, mostrando come la Parola non è all'origine di lacerazioni sociali. L'apologetica è chiamata a difendere la Parola, non un'idea. Essendo la Parola più debole dell’idea, i suoi testimoni sono più deboli dei propagatori di un'idea. Se si tratta quindi di dare ragione della speranza (cf. 1Pt 3,15), forse l'apo-logetica dovrebbe diventare una sin-logetica: non una “polemica contro”, ma un “discorso con”.
Via Matris vuole essere una contemplazione delle grandi cose che Dio ha fatto nella vita e nel cuore di Maria di Nazaret, Vergine, Sposa e Madre
Il Voto mariano è uno scritto teologico-spirituale che tocca le più alte vette della mistica, soprattutto quando approfondisce la tematica - già cara a san Massimiliano M. Kolbe - della "transustanziazione" nell'Immacolata. La piena realizzazione di questo mistero di grazia si concretizza nel Voto mariano della consacrazione illimitata all'Immacolata, sbocciato all'interno della Famiglia dei Francescani dell'Immacolata, ma che vuole essere non solo sostegno per tutta la Chiesa - di cui i Francescani sono speciali "riparatori" -, ma anche la roccaforte di ogni anima che ha capito che in quest'epoca delle "Tutte tenebre" è la Madonna la Stella mattutina da seguire, conoscere e amare per non smarrire la strada per il porto sicuro, il Paradiso dell'eternità beata. Il Voto mariano, analogamente alla transustanziazione eucaristica, vuole realizzare nel consacrato la "transustanziazione" nell'Immacolata: vivere il Voto mariano significa, infatti, vivere «per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per Maria».
«Il fatto [...] che Insight e Method in Theology hanno significato per Lonergan lo sviluppo di un unico pensiero, in un percorso unitario, impone che in una traduzione critica di Method in Theology si tenga conto di scelte interpretative già messe in atto nella traduzione di Insight, avendo presente un lessico comune per la traduzione di termini fondamentali: cosa che abbiamo fatto nel preparare la presente traduzione, dopo la pubblicazione della traduzione critica di Insight. [Inoltre,] non può essere ignorato o sottovalutato il fatto che nel 2017 è uscita l'edizione critica del testo originale di Method in Theology, edita da R.M. Doran e J.D. Dadosky, come volume n. 14 [di] 'Collected Works of Bernard Lonergan' (CWL), pubblicata dalla Toronto University Press sotto la direzione di F.E. Crowe e R.M. Doran. È questo, ora, il punto di riferimento per una traduzione di Method in Theology. [...] L'edizione del 2017 contiene [...] ulteriori correzioni editoriali al testo originario, numerosissime note editoriali esplicative e due Appendici [di Lonergan]. [... Noi abbiamo tradotto tutto quello che] fa parte dell'edizione critica di Method in Theology del 2017 [;...] abbiamo riportato anche le note editoriali e i commenti alle note di Lonergan fatti dal Prof. Sala [...], 2001 [; abbiamo fatto un nuovo apparato critico italiano.]» (da "Prefazione dei Curatori" della nuova traduzione, Metodo in teologia).
Maschi e femmine, donne e uomini... L'umanità è fatta di differenze. Quella tra i sessi dice come funzionano tutte le altre: parlare di sé, del proprio essere sessuati/e, chiama un altro o un'altra a notare la propria posizione. D'altronde il cristianesimo custodisce da sempre il principio di incarnazione, cioè la convinzione, fondata in Gesù Cristo, che solo il riconoscersi parziali rende possibile le relazioni. Quel «maschio e femmina li creò» (Gen 1,27) di Genesi già chiama l'essere umano a fare i conti con la propria parzialità, condizione pesante e insieme sollevante. Su come possano essere le due cose contemporaneamente, su come maschi e femmine esprimano «la differenza che tiene in sospeso il mondo», la teologia s'interroga da sempre e dentro l'esperienza delle chiese. Questo si propone di fare anche l'autrice, facendosi accompagnare dalla metafora della danza: studiare i primi passi della questione di genere, cogliere alcuni movimenti partendo dalla Scrittura, mostrare modelli di relazione maschi/femmine messi in pratica dalla chiesa.
Chi non conosce Pinocchio e le sue avventure? Quando e da chi uno le ha conosciute? Difficile la risposta. Pinocchio fa parte della memoria di tutti. Poche cose sono così radicate nella cultura popolare del nostro come di altri paesi. Ma questo significa che nel rimettersi a leggere, a capire le avventure di Pinocchio, si possono capire le esigenze più profonde di quella umanità che le ha fatte proprie. Le esigenze dell'uomo sono la grande strada per comprendere il suo senso della vita, il suo senso religioso. Questo spiega la nascita di un libro di teologia che, capitolo per capitolo, segue le avventure di Pinocchio. La differenza tra burattino e figlio, nolenti o volenti, resta la sintesi del dramma dell'uomo contemporaneo.
In questo libro, a un tempo importante e coinvolgente, W. Eugene March, studioso di Antico Testamento, sviluppa una teologia della terra, sostenendo che, poiché il mondo appartiene a Dio, noi non "possediamo" la terra. Piuttosto, la terra è un prestito di Dio e noi abbiamo il compito di usarla in modo responsabile e giusto. March esamina poi in dettaglio il rapporto tra Israele e palestinesi, ripercorrendone la storia e l'influenza sul conflitto odierno.
Il problema della sofferenza tocca il cuore della "teodicea": il rapporto fra il bene che è Dio e il male presente nel mondo. Per la teologia questa asimmetria è giustificata dal libero arbitrio, che rende l'uomo libero di scegliere: la sofferenza è una prova che offre la possibilità di approssimarsi a un bene più grande. Lewis, per l'approccio razionale a tali questioni - intelligibile ai più - e per lo stile accattivante, proprio di un grande romanziere, appare un pensatore moderno. Moderna è la sua apologia del cristianesimo: non tanto in contrapposizione alle altre fedi ma come difesa del senso stesso dell'essere umano, oggi quanto mai attuale, ad esempio, rispetto all'avanzare di prospettive naturalistiche, che negano la dimensione della libertà umana. L'esperienza del dolore rappresenta, appunto, l'argomento contrario.
Nella domanda Che significa amare Gesù? pulsa il cuore della fede cristiana. Ciò che la fede professa come sua realtà più intima, va incessantemente esaminato e fatto oggetto di riflessione se vogliamo sperimentare in maniera sempre più viva la sua incommensurabile profondità.
Questa meditazione teologica dimostra ancora una volta l’arte di Karl Rahner nel porre domande feconde, le quali fanno vedere come in ciò che appare la cosa più ovvia si celi la realtà più misteriosa: domande esistenziali,
che incalzano ogni cristiano. Come si invera propriamente, nei confronti di Gesù, quella vicinanza che ogni amore ricerca? Com’è possibile che Dio, in Gesù, mi abbia promesso se stesso in maniera definitiva e insuperabile?
La riflessione di Rahner si trasforma così in un incessante tentativo di ascolto di quanto Dio stesso dice, in Gesù, a ciascuno di noi.
L’AUTORE
Karl Rahner (1904-1984) fu filosofo
e teologo gesuita. Comunemente considerato tra i maggiori teologi cattolici del sec. XX, partecipò come perito al concilio Vaticano II. La sua amplissima e varia produzione teologica (più di 30 volumi e, complessivamente, circa 1.600 pubblicazioni) costituisce un autentico patrimonio per la riflessione credente del nostro tempo.
Il volume nasce dal desiderio di celebrare Giorgio Mazzanti teologo, pastore e letterato, a due anni dalla scomparsa.
Parlare di religione al giorno d'oggi è una presunzione? Il testo è provocatorio quando cerca di identificare la religione con la passione morale, cioè con quel sentimento del dovere incondizionato che si avverte di fronte a ciò che è giusto. Infatti, l'ethos è dimora dell'uomo, sua dimora preferita, luogo dove egli dà dignità alla sua esistenza. Invertendo allora i termini, si può anche dire: Dio è dimora dell'uomo. L'ethos è una dimensione costitutiva dell'uomo, il suo necessario rimando al divino nell'agire.