Lettura e commento di "A Diogneto" (II secolo d.C.) uno dei testi più antichi ed enigmatici della tradizione cristiana che ha molto da suggerire ai cristiani del nostro tempo.
Il volume raccoglie le meditazioni tenute da Giuseppe Dossetti a Ramallah (Cisgiordania) nel 1990. Il testo descrive il magistero di san Benedetto, lo spirito della grande tradizione monastica e la centralità di Gesù in tutta la sua regola. Non mancano meditazioni sul valore dell'obbedienza, l'umiltà, il silenzio monastico e la famiglia. Lo sguardo del monaco parte da Benedetto per proporre una riflessione generale sul cristianesimo di un'attualità anche oggi spiazzante.
L'ascolto della tradizione spirituale della Chiesa apre un tesoro inestimabile nell'arte della preghiera. Origene figura tra i grandi maestri dell'antichità, soprattutto nell'ambito dell'esegesi biblica. Lorenzo Perrone da anni riflette sulla preghiera negli scritti di Origene e in questo volume offre come il distillato di una lunga ricerca, giungendo al cuore del tema ma pure al cuore del lettore. La preghiera secondo Origene è un'arte da apprendere passo dopo passo. Chiede lotta, domanda purificazione, ma insieme rinnova lo stupore per la gratuità dei doni di Dio.
La santità del martirio, la decostruzione della filosofia platonica, il rifiuto di ogni compromesso fra Cristo e Cesare e di ogni forma di contaminazione con la gnosi caratterizzano le serrate argomentazioni avviate, con rigore metodologico, da Tertulliano nel De anima, sull'esistenza e l'essenza dell'anima umana. Dai tempi di Lucrezio, la cultura latina non subiva un impatto rivoluzionario così radicale, come quello prodotto dal convertito retore cartaginese che, nell'uso strumentale e sistematico della logica stoico-aristotelica, in ambito filosofico-teologico, precede gli africani Mario Vittorino e Agostino d'Ippona.
Vita, opere, spiritualità della prima donna stimmatizzata che la Chiesa ha riconosciuto santa. Questo libro attinge a documenti inediti del processo di canonizzazione e degli archivi della famiglia Giannini (di cui fa parte Gemma Giannini, coautrice di questo volume con Giuseppe Farinelli, da sempre studioso e prima ancora devoto della giovane mistica lucchese), dove Gemma Galgani visse gli ultimi tempi fino alla morte, che la prese con sé a soli 25 anni.
Sant'Agostino (354-430), retore e vescovo nordafricano, non ha soltanto influenzato in misura decisiva la storia ecclesiastica e la teologia dell'Occidente, ma anche svolto un ruolo di primo piano nella storia della filosofia come mediatore e interprete del pensiero antico. Docente al Philosophisches Seminar dell'Università di Tubinga, Horn offre in questo libro un profilo del grande dottore della Chiesa autore delle "Confessioni".
Marco il Monaco, noto anche come Marco l'Asceta o Marco l'Eremita, è vissuto probabilmente in Asia Minore tra IV e V secolo. Rimasto in ombra rispetto ad altri grandi autori del suo tempo, ha rivestito tuttavia un ruolo cruciale nel quadro della tradizione spirituale e monastica antica, di cui è stato un importante anello di trasmissione. In tutta la sua variegata opera, qui raccolta e tradotta integralmente in italiano, traspare quello che per il suo autore è l'unico fine della vita cristiana: riscoprire, custodire e vivere in pienezza la grazia del battesimo, rispondendo al dono di Dio attraverso una fede attiva che manifesti i frutti dello Spirito. Le parole di Marco sono un prezioso invito a ritrovare il cammino dell'interiorità, per abitare le "stanze più interne" del proprio cuore. Allo stesso tempo egli ci invita a riconoscere che siamo parte di una grandiosa realtà, il mondo creato da Dio, in cui, a ogni livello, tutto è connesso con tutto, ben al di là della coscienza che possiamo averne su un piano razionale e visibile. Questa traduzione integrale delle sue opere mira a far apprezzare a un pubblico più vasto un autore fino a poco tempo fa quasi ignoto in occidente, e che pur a distanza di secoli ha ancora molto da dire ai cristiani di oggi.
San Luigi Maria Grignion de Montfort in questo libro presenta la devozione alla Vergine Maria come un mezzo privilegiato «per trovare Gesù Cristo perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente». Scritto più di trecento anni fa, il "Trattato della vera devozione a Maria" è un grande classico della spiritualità mariana. Padre Battista Cortinovis ci presenta, in questa edizione, una sua traduzione dall'originale francese, che ha arricchito con note e commenti. Il testo è arricchito da un'appendice che contiene la Consacrazione di sé stessi a Gesù Cristo, Sapienza incarnata, per le mani di Maria; il mese di preparazione alla consacrazione secondo lo schema del Montfort; la Piccola corona della santa Vergine.
Già autore del volume Profilo storico dell'esegesi patristica, il professor Manlio Simonetti rielabora, in questa nuova edizione del volume pubblicato nel 1985, le medesime tematiche, privilegiando le problematiche riguardanti le diverse tecniche, i vari modi di interpretare la sacra Scrittura da parte di esegeti di scuole e ambienti diversi e le polemiche e i contrasti che da tali diversità sono derivati. Partendo dai primi secoli e arrivando fino ad Agostino, la trattazione assume un andamento analitico, che prende in considerazione le opere e le variazioni di tecnica interpretativa dei singoli esegeti, dando origine a un quadro organico e coerente. Questo volume, Lettera e/o allegoria, è ormai un classico della storia della letteratura cristiana antica, ampiamente usato nei corsi di sacra Scrittura e di Patrologia.
Sant'Agostino, eccezionale testimone e maestro di bellezza, ce ne tratteggia il triplice volto: quello della bellezza fisica, definita "estetica" appunto perché "percepita" dai sensi, a partire dagli occhi e dall'udito; quello della bellezza interiore, costituita dalle virtù, in particolare dalla giustizia, dalla sapienza, dall'amore, dalla verità, intercettata dalla mente; quello della bellezza escatologica, cioè della bellezza che caratterizza l'essere umano nel mondo dei risorti anche nel suo corpo, svelata dalla Parola di Dio. Ma ad Agostino sta a cuore segnalare il Mistero della Bellezza, personificazione e fonte della bellezza, in Dio Trinità, di cui le bellezze create sono una sorta di sacramento.
In questo testo sono proposte alcune pagine di commento dei Padri sui vangeli che mostrano Gesù in preghiera o che riportano le sue parole rivolte al Padre. Non sono stati presi in considerazione gli insegnamenti di Gesù sulla preghiera, né il Padre nostro, né le parabole: riguardo ad essi, infatti, esistono già numerosi florilegi patristici ampi e di facile accesso. I vangeli sono stati raggruppati in sette sezioni; ogni sezione è accompagnata da brani patristici scelti liberamente e da una "omelia" tratta dalla liturgia monastica delle ore. Il commento vorrebbe aiutare a colmare la distanza temporale e culturale che spesso impedisce al lettore non specialista di apprezzare la ricchezza della spiritualità dei Padri.
Alla fine del XIII sec., nel monastero cistercense di Helfta (uno dei centri più importanti della spiritualità tedesca del periodo), Matilde di Hackeborn rivelò alla sua allieva Gertrude e alla sconosciuta sorella N. una serie di visioni. Le due monache trascrissero questa narrazione mistica in latino e così nacque il Liber specialis gratiae. Il Liber godette, dal XV fino almeno al XVI sec. (ma con ramificazioni fino al XVIII), di una notevole fortuna: trasmesso (generalmente con il titolo di Liber Spiritualis Gratiae) da numerosi manoscritti in latino, conobbe anche (nel '400) volgarizzamenti in medio olandese, medio alto tedesco, medio svedese e medio inglese (spesso con tradizioni ricche e complesse). Alle "traduzioni" nelle varie lingue europee si aggiunge ora il volgarizzamento umbro sconosciuto (fine XV o inizio XVI secolo), conservato nel Fondo Armanni dell'Archivio di Stato di Gubbio (ms. 1 G 2), intitolato Libro de Spirituale Gratia della beata Melchiade. L'identificazione di questo volgarizzamento costituisce un importante punto di partenza per la ricostruzione dei rapporti (in particolare in prospettiva cultural-linguistica) del monastero della SS. Trinità di Gubbio con i monasteri di Monteluce a Perugia e di S. Lucia a Foligno, i due principali centri del movimento osservante femminile umbro, soprattutto nella seconda metà del XV secolo. Anche sul piano storico-linguistico, si tratta di una testimonianza preziosa per la ricostruzione di un contesto linguistico marcatamente femminile in cui proficuamente s'incontrano registri "alti" e presenze localistiche.