Che cos'è la Chiesa? Perché essa esiste? Quali sono la sua sorgente e la sua missione? In quale relazione essa sta con la natura e il destino dell'uomo? È possibile seguire Cristo e vivere di Lui senza la Chiesa? Nelle interviste a due grandi protagonisti della teologia del XX secolo, realizzate vent'anni dopo il Concilio Vaticano II, emerge il volto missionario della Chiesa. «Ha veramente senso ripubblicare due testi che hanno ormai quasi quarant'anni di vita? Queste due interviste sono ancora in grado di suscitare l'interesse dei lettori di oggi? Mi sono molto interrogato su come rispondere a queste domande. Alla fine mi sono convinto che la genialità teologico-culturale dei due autori ha offerto risposte illuminanti a problemi ancora oggi aperti, fino a mostrare come i tratti dell'avvenimento di Cristo e della communio ecclesiale che ne consegue mantengano una sorprendente attualità. Esse sono correlate all'inevitabile ricerca del senso della vita, del perché, ma ancor più del per chi io vivo: nessun uomo può vivere, ne sia cosciente o meno, senza avere un'idea del significato e della direzione del suo esistere» (dalla prefazione di Angelo Scola).
Com'è possibile avere una relazione con Dio che è il totalmente Altro, infinitamente distante e distinto da noi? Com'è possibile che l'umano e il divino si incontrino? Il libro sostiene che l'alterità con Dio non è molto dissimile dall'alterità con gli altri esseri umani. L'Altro può essere accolto, rifiutato o reso indifferente nello stesso modo sul piano umano così come su quello soprannaturale. Il punto è che l'alterità con le altre persone non diventa pienamente umana se non è aperta all'alterità con Dio. L'incontro fra l'umano e il divino si realizza nelle nostre relazioni di vita quotidiana quando Dio è presente come il Terzo fra noi e gli altri. Dio è in questa relazione, è il Terzo che media fra di noi. È lì dove troviamo il senso divino dell'umano, che consiste nel condividere la relazionalità trinitaria nell'agire con gli altri nel mondo. Si tratta di vedere la forza di questa relazione
Il volume raccoglie i contributi che Giovanni Moioli scrisse, oltre ai manuali, tra il 1964 e il 1983 su alcuni grandi temi della teologia cristiana: l’Eucaristia, il Quarto sacramento, l’Unzione dei malati e l’Escatologico cristiano. Essi documentano come nei vent’anni dell’immediato post concilio don Moioli svolse la propria riflessione con il rigore e la passione che, anche grazie alla pubblicazione dell’Opera omnia, stiamo riscoprendo e imparando ad apprezzare. Una riflessione che non perde mai di vista la stretta relazione tra l’esperienza e la teologia, tra un’intelligente ricerca dell’autenticità umana e un altrettanto intelligente ascolto di ciò che Gesù rivela di sé e del suo singolare rapporto con il Padre. È uno dei motivi per i quali anche questi contributi meritano di non essere dimenticati, ma raccolti e, con la stessa sensibilità e intelligenza con la quale furono scritti, riletti.
Una riflessione fondamentale per chi si interroga sul mistero che svela il senso della vita, un contributo alla battaglia necessaria in ogni generazione per la comprensione cattolica e la degna celebrazione dell'Eucaristia. L'uomo e sempre piu disorientato da un cattolicesimo che impernia in teoria la sua fede e il suo culto sul sacramento - che rappresenta il piu vertiginoso e non esoterico dei misteri, un Dio personale presente e operante per il cambiamento dell'uomo e del mondo - ma in pratica questo cattolicesimo si mescola a preghiere interreligiose rivolte a un Dio impersonale, o addirittura ignoto, ambiguo. Dov'e la verita? Un pensiero debole si e diffuso nella Chiesa: secondo gli avversari laici, ad essa non interesserebbe piu la proclamazione della fede come verita. La celebrazione del sacramento e il culto divino costituiscono oggi il punto piu visibile della sua crisi e della penetrazione del pensiero non cattolico nella Chiesa. Il libro risponde a diversi interrogativi sui generis di teologia sacramentaria: il mistero e l'eucaristia.
Nicea, 325 a.C., qui si tenne il primo concilio ecumenico della storia, che affrontò questioni dottrinali e più precisamente la realtà di Cristo come Verbo di Dio incarnato. Come conciliare la confessione di fede cristiana in Gesù Cristo quale Figlio di Dio con la fede altrettanto cristiana in un unico Dio? Un dibattito divampato nel IV secolo e inasprito dalla posizione del teologo alessandrino Ario che propugnava un rigido monoteismo, secondo il quale Cristo non può essere "Figlio di Dio" in senso proprio, ma solo un essere intermedio che Dio avrebbe posto per relazionarsi all'essere umano. Nicea è una tappa importante, anche se non definitiva, per il nostro Credo. I padri conciliari confermarono la definizione secondo cui Gesù Cristo, come Figlio di Dio, è "consustanziale al Padre". Da quel Concilio uscì il Simbolo niceno, il testo che ancora oggi si recita a Messa, con le integrazioni del Concilio di Costantinopoli del 381, che definì la confessione di fede nello Spirito Santo e precisò così il dogma della Divina Trinità come forma specificamente cristiana del monoteismo. In occasione del XVII Centenario del Concilio di Nicea, il volume si prefigge, a partire dalla ricostruzione storica e politica dei fatti salienti, di considerare la ricchezza di questo epocale "nodo" nella vita della Chiesa antica per ritrovare i fondamenti della nostra fede.
In tutti gli incontri con le persone traspare da Gesù una grande forza umana, vissuta sempre fino in fondo e irrompe il regno di Dio nella sua persona. Le emozioni e i sentimenti di Gesù ci sono offerti, perché "umani non si nasce, ma umani si diventa": è così che costruiamo la somiglianza con il Figlio di Dio. L'opera presenta le varie relazioni affettive tra Gesù e i personaggi nel Vangelo secondo Marco, il più antico e anche quello più ricco della umanità del Cristo, sui cui passi i lettori sono accompagnati per vivere l'esaltante esperienza del Vangelo, pagine aperte da abitare, perché sia profonda la relazione con Gesù che solo umanizza. Lungo il cammino di attraversamento del Vangelo di Marco emerge con chiarezza come Gesù viva le relazioni, quali sentimenti nutre, le sue emozioni profonde e come accompagni le persone a un riequilibrio emotivo e affettivo della propria esistenza. La Parola umanizza.
Questo libro vuole essere innanzi tutto un invito ad avere il coraggio di interrogare la fede e di interrogarsi sulla fede. Partendo dal famoso racconto di Nietzsche nella Gaia scienza dell’uomo folle che va in cerca di Dio, l’autore pone la questione di Dio con «la forza del forse», come una sfida sia per chi crede di non credere sia per chi crede di credere. Queste pagine però non vogliono dare risposte preconcette. Vogliono essere un cammino di iniziazione al duplice mistero dell’uomo e di Dio, a partire dal «forse». Come guida per questo cammino ci viene presentata la figura di Mosè, particolarmente attuale, perché rappresenta l’uomo che discute con Dio, che dubita, che rifiuta, ma che poi scopre che il suo bene è presso Dio. Come Mosè, ognuno di noi è chiamato a trovare Dio a partire da alcune esperienze fondamentali: quella del desiderio, del pensiero e soprattutto dell’amore. Non c’è comandamento più grande di questo: amare Dio con tutto il cuore (desiderio), tutta la mente (pensiero) e tutte le forze (amore concreto). Solo così è possibile andare «oltre la morte di Dio» e dell’uomo.
"Si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti. In realtà è la pienezza della vita cristiana, che non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell'unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti." (Udienza generale, 13 Aprile 2011). Oltre 100 profili di santi da conoscere e a cui tornare attraverso le parole ispirate di Papa Benedetto XVI. Apostoli, martiri, padri della Chiesa, eremiti, fondatori di ordini religiosi, pellegrini. I santi di ieri e di oggi raccontati dal Papa che ha fatto della santità il cardine del suo magistero.
La funzione di questo libro è di far affiorare il valore delle pene e delle sofferenze, dei dolori e delle umiliazioni, che Gesù ha volontariamente patito nel corso delle sue ultime ventiquattro ore di vita, per arrivare a comprendere e possedere lo scopo di queste pene e di questi dolori e farne Vita della propria vita.
La teologia che si fa pensiero pulsante e soteriologicamente coerente è un pensare nella relazione. L'esigenza di ripensare l'ontologia a partire dal dio uni-trino si accredita come una delle sollecitazioni più attuali e profetiche per la teologia. L'intuizione di questo saggio guarda alla relazione come chiave di volta per la presentazione di una via, concreta ed epistemicamente fondata in Cristo, per giungere a una proposta di rinnovamento in tal senso praticabile.
Le lettere di Paolo sono, per chi le incontra nella liturgia, fitte di intuizioni ruvide, di immagini potenti e di passi insidiosi; in esse la carica mistica si mescola ai problemi concreti e quotidiani delle comunità fondate dall'apostolo delle genti. Per chi non frequenta la comunità ecclesiale, sono pure pagine sorprendenti, a volte provocatorie, e danno l'impressione di essere legate a epoche sorpassate. Ma le comprendiamo davvero? Severino Dianich, dopo un'introduzione in cui brevemente narra la storia di Paolo, raccoglie alcune sue "perle": brani che scintillano, pur nella complessità del linguaggio, e rivelano il cuore di un'esperienza: la grazia che coglie un uomo, preso per mano da Cristo, che trasformerà per sempre la storia cristiana. Con delicatezza filologica e sincerità di lettore, l'autore li trascrive in un linguaggio accessibile e chiaro rispetto alla traduzione classica, facendo emergere una carica emotiva in grado di toccare il cuore dei lettori e restituendone l'attualità. Al testo riformulato fanno seguito brevi commenti che restituiscono il contesto di ciascuna delle comunità incontrate da Paolo, gli interrogativi di chi leggeva allora e di chi, oggi, si trova a meditare quelle parole: è l'uomo alle prese con la Legge e la libertà, con la croce e la speranza, con la tensione tra carità e rigore, nella consapevolezza che la vita si ottiene donandola.
Chi ha una certa familiarità con il pensiero di Ghislain Lafont (1928-2021) non farà fatica a riconoscere, nel titolo di questo volume, gli assi portanti della definizione stessa che egli dava dell'essere umano: un desiderio, interrotto da una parola, in vista di una comunione. In questa definizione egli vedeva convergere tanto l'antropologia biblica quanto le più recenti antropologie dello scambio. Tre maestri della filosofia, della teologia e dell'etica - Jean-Luc Marion, Christoph Theobald, Marie-Jo Thiel -, tre amici di Ghislain Lafont - Stefano Biancu, Andrea Grillo, Stella Morra - e altrettanti giovani studiosi si confrontano, in queste pagine, con il magistero del grande intellettuale benedettino. Saggi di Jean-Luc Marion, Christoph Theobald, Marie-Jo Thiel. Contributi di Stefano Biancu, Andrea Grillo, Stella Morra. Riletture di Cecilia Benassi, Alice Bianchi, Davide Galimberti, Monica Guida, Luca Montelpare, Giovanni Vergani.