In occasione del settantacinquesimo genetliaco dell'arcivescovo metropolita di Firenze il cardinal Giuseppe Betori, le due istituzioni accademiche che lo hanno avuto come loro gran cancelliere, la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale di Firenze e l'Istituto Universitario Sophia di Loppiano, si sono fatte promotrici di questa miscellanea in suo onore. La frase che il cardinal Betori stesso ha scelto in vista della redazione di questo volume, e che rappresenta l'orizzonte ideale dei contributi in esso contenuti, è l'incipit della Dei Verbum, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano Il sulla divina rivelazione: «Dei Verbum religiose audiens et fidenter proda-mons». In queste parole egli ha voluto infatti racchiudere e quasi sintetizzare lo spirito e l'impegno dell'intero suo itinerario di servizio alla comunità ecclesiale, che si può senz'altro articolare in tre grandi tappe: gli studi e l'insegnamento della Sacra Scrittura, il lavoro svolto in qualità di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana e, infine, il suo ministero come arcivescovo di Firenze. Il volume, frutto di un fervoroso e condiviso lavoro di progettazione, stesura e confezione, vuole esprimere il sincero ringraziamento che la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale e l'Istituto Universitario Sophia rivolgono al loro comune gran cancelliere per il servizio attento, generoso e puntuale da lui reso in questi anni: nella viva comunione ecclesiale in Cristo, «qui mediator simul et plenitudo totius revelationis exsistit» (DV 2).
Che cosa significa essere umani in un'epoca di complessità e cambiamento? Come si può gestire lo sviluppo tecnologico? E quali sono i limiti da non superare nel momento in cui la tecnica viene utilizzata per interventi non più solamente esterni, ma anche interni all'uomo? Paolo Benanti si propone di fornire una comprensione filosofica e teologica della tecnologia, mettendone in luce le dimensioni etiche e interrogandosi sulla possibilità di liberarsi dalle categorie tradizionali di «umano», «tecnologico» e «naturale», per abbracciare una nuova relazione con il mondo che si potrebbe definire «tecno-umana».
Quale immagine di Chiesa emerge profeticamente dal Concilio Vaticano II? Una Chiesa pellegrina, in cammino, alla ricerca e sequela di Cristo, Signore del tempo e della storia. Questo studio prende in esame la produzione teologico-pastorale di Mons. Lorenzo Chiarinelli durante il suo episcopato a Viterbo: alla scuola dei discepoli di Emmaus, il Vescovo ha dato un grande contributo alla metafora Ecclesia peregrinans di LG 48, attualizzando il Concilio Vaticano II nel terzo millennio, sulla scia del ministero apostolico dei Pontefici di questi ultimi decenni. Dopo un'ampia trattazione del tema teologico nella Tradizione e nella storia della Chiesa, l'autore si sofferma nella seconda parte nell'analisi delle lettere pastorali di Mons. Chiarinelli, esplicitandone alla fine l'ambizioso progetto pastorale ispirato alla figura dei discepoli di Emmaus.
Nel panorama della filosofia del Novecento il pensiero di Karl Löwith (1897-1973) si caratterizza per il ritorno alla concezione classica dell'essere, e per questo motivo il suo pensiero viene compreso come un "naturalismo cosmologico". Ma come giunge Löwith a riconoscersi nell'onto-logia dei filosofi greci? E perché Löwith prende le distanze non solo dalla meta-fisica postcristiana, ma anche dalla meta-fisica classica? Con questo volume, l'autore intende offrire un contributo al dibattito sulla genesi del "naturalismo cosmologico" löwithiano. Seguendo una linea di ricerca storiografica e teoretica, viene messo a fuoco anzitutto il problema del cristianesimo che Löwith vede emergere nella filosofia tedesca del secolo XIX (Da Hegel a Nietzsche, 1941), per poi proseguire con la critica che egli rivolge alla filosofia della storia (Significato e fine della storia, 1949) e alla metafisica (Dio, uomo e mondo nella metafisica da Cartesio a Nietzsche, 1967) successive all'avvento del cristianesimo. Emerge così l'ampiezza e la complessità della riflessione critica che Löwith esprime nei confronti della filosofia che per secoli si è ispirata al cristianesimo; riflessione che lo conduce, da una parte, a maturare una filosofia che si struttura come ontologia post-meta-fisica; dall'altra, a superare l'ambiguità della filosofia contemporanea che, nonostante i simulacri della secolarizzazione, rimane ancora legata ai presupposti teologici provenienti dal cristianesimo.
Ritengo sia arrivato il tempo di raccogliere in unità organica e in un'ampia sintesi quanto ho elaborato fino a oggi sul tema della tenerezza, quasi "testamento spirituale" del mio ministero di teologo. Lo affido al mio amato Centro Familiare Casa della Tenerezza, come alle nuove generazioni di sposi e alla Chiesa del futuro.
Grazie a papa Francesco la virtù della tenerezza conosce oggi una riscoperta come non era mai avvenuto nella storia della Chiesa.
Il presente manuale si colloca in questa precisa direzione e offre una prima e ordinata sistematizzazione teologica della virtù della tenerezza, presentandola come anima mundi, anima del mondo. Senza tenerezza in fatti non esiste alcun futuro sostenibile per l'umanità. Don Carlo Rocchetta
Il Dio vivente è a un tempo fonte di ispirazione e anelito della ricerca filosofica di Schelling e di Pareyson, due dei maggiori esponenti dell'idealismo tedesco e dell'ermeneutica contemporanea. L'autore indaga le loro riflessioni sulla libertà e il male, sull'Inizio e la Trinità, in un confronto continuo della filosofia con i propri limiti e con i significati della religione. L'esperienza dello stupore della ragione è il punto di contatto attraverso il quale una conoscenza rigorosamente razionale, consapevole della propria finitezza ma anche delle proprie potenzialità, diviene capace di ascoltare il pulsare di una realtà ancora più grande. In forma simbolica, secondo una rappresentazione tragica della libertà, i problemi del bene e del male, del pluralismo e dell'interpretazione, del dialogo e della verità, della morte e dell'escatologia possono essere affrontati con illuminante passione.
Nella terra di tutti non è un libro di ecclesiologia né di teologia. È una riflessione su di noi, noi credenti che cerchiamo di vivere la nostra appartenenza con onestà, fedeltà e realismo, che non vogliamo andarcene per altre strade ma che abbiamo bisogno di risposte a problemi che ancora non sono chiari. È il tentativo di condividere alcune delle lotte che in tanti dobbiamo affrontare: lotte in cui si mettono in gioco la fede, i dubbi, i rapporti umani o le nostre aspettative. È una riflessione sulla società contemporanea e sul posto che al suo interno occupa la Chiesa di oggi senza negare le sue ombre e senza ignorare le sue luci. È uno sguardo coraggioso su questioni che oggi preoccupano tanti di noi. Una è la domanda di fondo: perché continuare? Domanda che l'autore affronta come un compagno di strada che condivide in queste pagine le sue personali incertezze e le risposte che trova a poco a poco.
La Chiesa, che tanto spesso invoca un Dio di amore e di giustizia, ha servito veramente la libertà delle persone nel corso della storia? Sesboüé non teme di affrontare qui l'argomento spinoso, con franchezza e coraggio, facendo entrare in risonanza prospettiva teologica e prospettiva storica. La libertà è una rivelazione fondamentale della Scrittura. Appartiene alla vocazione degli esseri umani, in virtù della creazione ricevuta in dono dalle mani di Dio. Dunque è perfettamente legittimo interrogare la responsabilità della Chiesa in quest'ambito: come spiegare certe tragiche zone d'ombra? Quelle, per esempio, costituite dalla schiavitù e dalla tratta dei neri o dalla persecuzione degli "eretici" nell'Inquisizione, le cui procedure furono spesso ingiuste, crudeli e per nulla rispettose della dignità delle persone. Perché uno scarto di tale portata rispetto all'ideale evangelico? Un passato scomodo, con gli abusi che la storia ha registrato, continua a interpellare noi e la nostra fede, esigendo una seria rilettura. «Finché continuerà il nostro tempo, dovremo sempre convertirci di nuovo al vangelo. La presenza dello Spirito nella chiesa esiste proprio a questo scopo: darle i mezzi per convertirsi» (Bernard Sesboüé). Una sana e onesta riflessione, in chiave storico-teologica, sulle responsabilità della chiesa.
Nel Mediterraneo, luogo di incontri, scambi e interconnessioni, paradigma dei cambiamenti della società globale diventa attuale la teologia dell'accoglienza che Papa Francesco ritiene una chiave di interpretazione dei segni dei tempi e dei cambiamenti di epoca accelerati dalla diffusione del Coronavirus. Con questo libro si elabora l'idea di una "fraternità resiliente": nel Vangelo di san Giovanni, in alcuni capolavori artistici, e in testi antichi e recenti delle religioni monoteiste del Mediterraneo. "Fraternità resiliente" come testimonianza di santità ordinaria delle persone di buona volontà e come prova dell'attualità del messaggio del Vangelo di san Giovanni, caratterizzato dall'accoglienza dell'incarnazione della Parola di Dio; e contributo all'elaborazione di una teologia biblica che in un tempo di rapidi e radicali cambiamenti, e in dialogo con le religioni e le società secolarizzate e multiculturali promuove i valori della convivenza pacifica e della fraternità universale.
Santa Laura Montoya è una donna eccezionale che, nella Colombia della fine del 1800 e degli inizi del 1900, diventa una cosa sola con gli ultimi e, insieme ad alcune amiche e alla madre, inizia un' opera di evangelizzazione straordinaria. Per aiutare, confortare, sostenere, emancipare... i "suoi" indios affronta mille difficoltà: sospetti, false accuse sia dal mondo politico che da quello ecclesiastico, calunnie di ogni genere. Laura, infatti, non è la donna del "quieto vivere" ma è una donna coraggiosa e determinata che paga in prima persona pur di dare voce a chi non ne ha. Finalmente con la prima biografia in lingua italiana questa donna, veramente intrepida, potrà essere conosciuta e amata da tutti coloro che, come lei, ardono di passione per la verità e per il Vangelo.
La teologia del XX secolo in ottanta testi tanto essenziali quanto chiarificatori: da Barth a Bultmann, da Bonhoeffer a Tillich, da Cullmann a de Lubac, da Congar a Daniélou, da Guardini a Rahner, da Metz a Gutiérrez, da Boff a Panikkar, da Küng a Moltmann, da Ratzinger a Kasper...